Gli USA hanno adottato piani per ricorrere alle armi nucleari in eventuali attacchi preventivi contro l’Iran e la Corea del Nord. La conferma è stata data il 5 maggio sul Washington Post da William Arkin, ex analista dell’Intelligence dell’esercito. La sostanza della sua analisi è stata confermata all’EIR da alti funzionari dell’intelligence USA. Questo nuovo indirizzo è considerato dagli esperti una conseguenza del fallimento sia nel cercare di paralizzare psicologicamente l’Afghanistan e l’Iraq, con massicci bombardamenti convenzionali (“shock and awe”), sia nell’ottenere gli scopi dell’invasione e dell’occupazione dell’Iraq.Secondo uno degli esperti consultati, in precedenza la dottrina militare USA in precedenza si fondava sulla capacità di sostenere simultaneamente due conflitti a lungo termine, mentre ora “questo non è più possibile, come mostra l’occupazione dell’Iraq. Si ricorre così ad una dottrina delle guerre veloci. Senza un cambiamento di questo tipo lo status di superpotenza degli Stati Uniti si sarebbe rivelato del tutto inconsistente”. Secondo la stessa fonte, prendere di mira la Corea del Nord equivale ad impegnarsi in una guerra contro la Cina.
I nuovi piani messi a punto dall’amministrazione Bush per colpire a livello globale, ha continuato l’esperto, hanno come premessa “l’illusione” secondo cui sarebbe possibile sviluppare un arsenale di armi nucleari ad effetto limitato, che non comportano la contaminazione nucleare della regione ma ne eliminano gran parte degli abitanti. Un recente studio del National Research Council, commissionato dal governo, sui “bunker buster”, le bombe nucleari anti-bunker, ha screditato la premessa fondamentale di queste armi: la capacità di penetrare in profondità, sotto la superficie, prima della detonazione, tanto da limitare al minimo il fallout radioattivo.
Nell’articolo sul Washington Post Arkin presenta una cronologia dei passi più recenti intrapresi dal segretario alla Difesa Donald Rumsfeld sulla strada della guerra nucleare preventiva. Si tratta in pratica di un’integrazione della lista dei passi che l’amministrazione Bush ha compiuto verso la guerra nucleare preventiva che l’EIR pubblicò il 7 marzo 2003.
“All’inizio dell’estate [2004] il segretario alla Difesa Donald H. Rumsfeld ha approvato un ‘Interim Global Strike Alert Order’, top secret, che ordinava ai militari di prepararsi e tenersi pronti ad attaccare paesi ostili che stanno sviluppando armi di distruzione di massa, specificamente Iran e Corea del Nord … Nel mondo segreto della pianificazione nucleare, attacco globale è un termine che ha recentemente finito per indicare uno specifico attacco preventivo. Quando i militari parlano di attacco globale essi ne sottolineano gli elementi convenzionali. Sorprende però che attacco globale comprenda anche una opzione nucleare, cosa contraria alla tradizionale nozione degli Stati Uniti che conferisce alle armi nucleari un ruolo difensivo”.
Arkin fa risalire questo Global Strike ad una Direttiva Presidenziale del gennaio 2003 in cui Bush definì un attacco globale “full-spectrum”, in pratica con ogni mezzo, come “la capacità di somministrare rapidamente su ampio raggio gli effetti di precisione cinetici (nucleari e convenzionali) e non cinetici (elementi di operazioni spaziali e delle informazioni) a sostegno di obiettivi di teatro e nazionali”. La Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti già nel settembre 2002 aveva codificato la dottrina della guerra preventiva, e il comando strategico (Stratcom) aveva istituito una divisione ad interim per il global strike affinché i piani fossero messi a punto entro la fine dell’anno.
Arkin ha riferito come “il CONPLAN 8022-22 è stato completato nel novembre 2003 con l’allestimento, per la prima volta, di una capacità offensiva e preventiva contro l’Iran e la Corea del Nord. Nel gennaio 2004 l’ammiraglio James O. Ellis certificò la prontezza di Stratcom per il global strike al segretario della Difesa ed al Presidente”.
Sembra che i bunker buster siano già parte integrale dell’arsenale nucleare. Secondo Greg Mello, direttore del gruppo di studio di Los Alamos, che segue gli sviluppi dell’arsenale nucleare, il Pentagono avrebbe già depositi di bunker buster “mod 11” per i bombardieri B-61 pronti per l’uso.
Il 15 marzo 2005 il Pentagono ha rilasciato la “Dottrina per le operazioni nucleari congiunte” (Joint Publication 3-12) in cui si stabilisce chiaramente che l’amministrazione Bush ha integrato completamente le armi nucleari nel combattimento convenzionale. Nel documento si afferma: “In molte situazioni, le capacità convenzionali esistenti ed emergenti incontreranno impieghi già anticipati, ma permangono alcune situazioni in cui la risposta più appropriata potrebbe comprendere il ricorso alle armi nucleari USA. L’integrazione di attacchi convenzionali e nucleari garantirà l’impiego più efficace della forza e fornirà ai leader USA una gamma più ampia di possibilità di attacco per far fronte alle situazioni immediate. L’integrazione di forze convenzionali e nucleari è pertanto cruciale per il successo di qualsivoglia strategia complessiva”. Altrove si afferma: “Gli USA non definiscono esplicitamente le circostanze in cui farebbero ricorso alle armi nucleari … per creare il dubbio nella mente dei possibili avversari, scoraggiandoli dall’intraprendere azioni ostili”.
Fonte:
http://www.movisol.org
22.05.05