DI PEPE ESCOBAR
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Visto che i votanti dell’Academy sono per il 91% bianchi e per il 76% maschi non c’è da stupirsi che stanze piene di uomini bianchi siano state osannate e che vistosi tizi bianchi abbiano dovuto sciorinare le solite banalità. E’ lo standard aureo di Hollywood – non stiamo parlando delle riserve in aumento di Cina e Russia. Leo è un caso a parte.
Non solo è stato straziato ed in parte divorato da un orso grizzly (digitalizzato); sguazzava allegramente tra rapide pericolosissime; era mezzo assiderato nella tundra; è caduto da una rupe (in blue room) ed è sopravvissuto al gelo della notte riparandosi tra le interiora di un povero cavallo (che era opportunamente morto). Putin appare da una carcassa di cavallo per colazione, non è Hollywood: è un’ “aggressione russa”.
Per di più – le meraviglie della videocamera digitale Arri Alexa esaltano le terribili bellezze naturali della Columbia Britannica e dell’Argentina – Leo nel suo discorso di premiazione ha dovuto salvare il pianeta dai cambiamenti climatici tutto da solo.
Questa è Hollywood con una “coscienza”. Di sicuro sconfigge, per un flebile momento, la tradizione di non interporre mai la verità sul cammino di una storia vendibile. Almeno l’Oscar a Spotlight è stato un’eccezione: un premio al giornalismo investigativo. I votanti dell’Academy non hanno nemmeno dovuto azzannarlo come fegato di bisonte crudo. Il grande vincitore? Donald Trump, ovviamente.
Il vero Oscar è il Super Tuesday e Trump non ha nemmeno bisogno di mangiare fegato di bisonte crudo o di dormire nella carcassa di un cavallo per vincere.
Pepe Escobar
Fonte: www.facebook.com
29.02.2016 (h.14.00)
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FA RANCO