DUE BREVI RIFLESSIONI DI PAUL KRUGMAN, TRATTE DAL SUO BLOG

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DI PAUL KRUGMAN

krugman.blogs.nytimes.com

Redazione: 1° – La cecità dei nerds di fronte alla realtà ha a che fare con l’immagine che hanno di se stessi. Non c’è simmetria fra le parti politiche. Il GOP è in guerra non solo con lo ‘stato sociale’, ma anche con l’Illuminismo. Che posso farci se in America la ‘destra’ sbaglia molto di più della ‘sinistra’? 2° – Sorprende la misura con cui la Cina è riuscita a cacciarsi in una situazione che molti dei suoi vicini avevano già affrontato alla fine degli anni ‘90. Ci sono analogie, ma anche importanti differenze, fra la Cina del 2015 ed i paesi asiatici del 1998.

PAURA DELL’ASIMMETRIA

David Roberts ha scritto un bel saggio sulla politica americana. E’ un’analisi di quelle cose che i nerds [1] proprio non riescono a capire. Ma non sono solo questi a sembrare stranamente ciechi davanti alla realtà.

Un problema del saggio, tuttavia, è che Roberts non spiega mai davvero la ragione per cui alcune persone, quando si tratta di politica, si vantano della loro capacità di pensare alle cose con delle slides [nel senso di immagini della realtà] e non con dei pigri cliché.

E questo è importante: solo che le lezioncine ‘tipo Silicon Valley’ sulla necessità di essere seri, quando si parla di politica, proprio non funzionano quando ci sono delle ragioni più profonde sul perché delle persone intelligenti diventano stupide, quando entra in scena la politica.

Ecco come la vedo io: la questione riguarda l’immagine che uno ha di se stesso. Ai tipi ‘Tech’ piace immaginare se stessi al di sopra della mischia. Essi agirebbero, in altre parole, su un piano superiore rispetto a quello degli ‘sporchi’ politici. Ma se pensiamo seriamente alla politica degli Stati Uniti, ci rendiamo conto che questo atteggiamento, in realtà, è da irresponsabili.

Con il suo saggio Roberts sostiene che le parti [politiche] non sono simmetriche e che la saggezza non sta in un qualche luogo compreso tra gli estremisti di entrambe le parti.

Le politiche supportate dalle ’élites tecnologiche’ – come ad esempio la ‘carbontax’ – trovano ospitalità solo nella sinistra del Partito Democratico, mentre l’intero Partito Repubblicano è controllato dai negazionisti del problema climatico e da retrogadi ‘contrari alla scienza’, nel senso più ampio del termine.

Il moderno GOP [Partito Repubblicano], fondamentalmente, è a favore delle analisi più irrazionali. E’ in guerra non solo con lo ‘stato sociale’, ma anche con l’Illuminismo.

Ma per un iper-nerd riconoscere questa realtà significherebbe, orrore!, essere di parte … e così rifiuta di considerarla. Tutta la loro fede nei dati e nelle analisi accurate viene messa da parte quando si tratta di politica, perché i dati politici – e ce ne sono davvero tanti – dicono quello che essi, semplicemente, non vogliono ascoltare.

Come i lettori possono ben immaginare, mi trovo davanti ad una certa personale frustrazione. Quando si tratta di economia, cerco di basare quello che dico su prove e su modelli che hanno largamente superato la ‘prova del confronto’.

Tuttavia, incontro spesso delle persone che presumono che io sia solo la versione di sinistra di Stephen Moore [scrittore di economia ed analista politico]. Perché lo credono? Hanno dato un’occhiata alle mie analisi ed al mio curriculum?

No, non lo hanno fatto. Per loro è sufficiente sapere che io sono molto più critico della ‘destra’ che della ‘sinistra’ per assumere che tutto questo significa, ipso facto, che io sono una persona di parte. Ma che posso farci se in America la ‘destra moderna’ sbaglia molto di più della ‘sinistra’? Questa è una possibilità che loro non sono disposti a contemplare.

Ed allora, sono davvero inutili gli sforzi per cambiare le cose? Spero di no. Quello di Roberts potrebbe essere l’approccio giusto: continuare a sottolineare l’evidenza dell’asimmetria politica. Forse, ma solo forse, qualcuno ascolterà.

Fonte: http://krugman.blogs.nytimes.com

Link: http://krugman.blogs.nytimes.com/2015/08/28/fear-of-asymmetry/?module=BlogPost-Title&version=Blog Main&contentCollection=Opinion&action=Click&pgtype=Blogs&region=Bod

28.08.2015

§§§§§

IL 1998 NEL 2015

David Beckworth ha avuto una bella discussione, forse troppo elaborata, sul flirt della Cina con la crisi. Quello che trovo sorprendente è la misura con cui questo paese è riuscito a cacciarsi in qualcosa di simile alla situazione che molti dei suoi vicini avevano affrontato alla fine degli anni ‘90.

Il renminbi [yuan] ‘vuole’ deprezzarsi, in parte a causa del rallentamento dell’economia e dell’‘allentamento monetario’, in parte a causa di una crisi di fiducia unita ad una fuga dei capitali. Ma le autorità cinesi non sono disposte a lasciarlo cadere, forse per il timore di un conflitto commerciale, ma anche perché, forse, in questo momento il settore privato e le imprese statali hanno molti debiti in valuta estera.

Quello che è successo, nel biennio 1997-1998, è che la svalutazione dei paesi asiatici si è trasformata in un disastro di bilancio, perché le imprese nazionali erano ad elevata leva finanziaria ed avevano un sacco di dollari di debito.

Questo debito aumentò, in percentuale del PIL, non a causa di nuovi massicci prestiti, ma perché il denominatore andò letteralmente a schiantarsi, man mano che le valute si svalutavano:

Photo

All’epoca, io ed altri economisti abbiamo scritto parecchio su quest’argomento. Ed è il motivo per cui, tra l’altro, mi sono infastidito alle affermazioni secondo cui gli economisti non prestarono una sufficiente attenzione al debito fino alla crisi del 2008 .

Si può anche vedere perché sono irritato con me stesso per non essermi reso conto che la crisi dei subprimes avrebbe prodotto [negli Stati Uniti] lo stesso stress di bilancio che il crollo delle valute aveva causato ai paesi asiatici, nel 1998.

In ogni caso, sembra che sia il momento di rispolverare l’ampia analisi che ebbe luogo a quel tempo. Ci sono, ovviamente, alcune importanti differenze tra la Cina del 2015 e l’Indonesia del 1998, come ad esempio le enormi riserve valutarie, ma anche la questione molto più grande e problematica del debito interno. Ma oggi abbiamo un sacco di materiale cui attingere, non c’è bisogno di reinventare tutto da zero.

Paul Krugman

Fonte: http://krugman.blogs.nytimes.com

Link: http://krugman.blogs.nytimes.com/2015/08/28/1998-in-2015/?module=BlogPost-Title&version=Blog Main&contentCollection=Opinion&action=Click&pgtype=Blogs&region=Bo

28.08.2015

Articoli scelti e tradotti per vwww.comedonchisciotte.org da FRANCO

Fra parentesi quadra [ … ] le note del Traduttore

[1] Nerd è un termine inglese con il quale viene definito chi ha una forte predisposizione per la tecnologia ed è al contempo tendenzialmente solitario e con una ridotta propensione alla socializzazione. Nato come termine dispregiativo, è stato poi adottato per definire una sorta di orgoglio e di identità di gruppo.

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