DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
Non è necessaria una deflazione forsennata per spingere l’Europa in una complessa trappola debitoria. In base ai prezzi correnti al mercato dei futures, l’Italia già è a rischio di un aumento esponenziale nel rapporto del proprio debito pubblico. Lo stesso vale per il Portogallo.
Fathom Consulting ha evidenziato un punto cruciale, spesso trascurato: la bassa inflazione è abbastanza maligna da poter avviare una spirale di fuga dal debito dell’Europa meridionale. Si può certamente dire che le cose vanno male perché nessuno farà qualcosa prima che sarà troppo tardi.
“Basse percentuali di inflazione costituiscono un rischio per l’esistenza dell’area valutaria comune. Secondo le valutazioni del mercato, ci si aspetta che in Italia l’inflazione sarà dello 0,8 per cento nei prossimi tre anni. Se così fosse, il debito italiano prenderebbe una china insostenibile”, ha detto.
Il debito dell’Italia è già salito dal 119 al 123 per cento del PIL in tre anni a causa di queste dinamiche, che sono l’esito dell’eccesso di austerità.
Fathom sarà sicuramente rimasta interdetta dopo le affermazioni del primo ministro greco, Antonis Samaris, secondo il quale la Grecia “si sta lasciando la crisi alle spalle”. Come può esser vero quando il debito pubblico sta galoppando oltre il 170 per cento del PIL?
Sia come sia, Fathom ci dice che l’eurozona sta diventando un caso da libro di testo della Walters Critique, anche troppo lungo.
Senza un meccanismo di trasferimento fiscale, l’Unione Monetaria Europea automaticamente ricade in cicli di feedback durante i quali i paesi in forte espansione hanno i tassi di interesse più bassi, alimentando così la bolla fino a che questa non esplode.
Al contrario i paesi in difficoltà hanno tassi di interesse più alti mentre scivolano sempre più nella deflazione, dando fuoco alla crisi. La gravità dipende evidentemente dal carico debitorio iniziale. La Lettonia non è la Grecia. Questo sistema è “inerentemente instabile”.
Io fui influenzato da Sir Alan Walters alla fine degli anni ’80 prima della debacle degli Accordi Europei di Cambio, e per questo mi fa piacere notare tutte le lodi che vengono destinate al profeta in grado di vedere con chiarezza cristallina quello che sarebbe andato a male a causa di una valuta mal concepita che mancava di un Tesoro dell’UE e di un’unione politica pronta a sostenerlo. Fu proprio Sir Alan a farmi diventare un euroscettico convinto.
“Questa inerente instabilità potrà rimanere nascosta nei periodi positivi, ma alla fine verrà fuori”, ha affermato Fathom.
“Come ormai riconosciuto dalla gran parte delle persone, la miglior soluzione per i politici sarebbe quella di mettere in opera un meccanismo di trasferimenti fiscali: potrebbe essere una piena Unione Bancaria, o un Eurobond. Ma non è questa la direzione intrapresa dai decisori della BCE.”
“Nel contesto attuale, è imperativo che la BCE faccia di tutto per impedire che le economie più deboli slittino ancora di più verso la deflazione. Il modo migliore per ottenere un esito del genere sarebbe quello di incoraggiando le economie più forti a reflazionare. Le politiche monetarie dovrebbero essere allentate in modo netto in tutta l’area valutaria. Sarebbe giusto intraprendere un fitto programma di QE senza copertura, comprando principalmente obbligazioni del governo tedesco.”
Esatto. Perseguire un rigoglioso QE comprando obbligazioni fino a che la BCE non riesca a raggiungere il suo obbiettivo di inflazione del 2%, e soddisfi anche l’altro suo obbiettivo, quello del 4,5% di incremento dell’aggregato M3, il secondo pilastro al momento non perseguito dalla BCE.
Certo, è una bella tentazione poter dire di comprare “soprattutto” Bund. Ciò costringerebbe almeno il Bild Zeitung a smettere di gracchiare che gli acquisti delle obbligazioni del Club Med non sono altri che salvataggi di emergenza.
Ma dubito che gli acquisti a tappeto di Bund tedeschi possano essere legali. Quello che è sicuramente legale – e interamente nel mandato della BCE – è comprare all’unisono le obbligazioni di tutti e diciotto gli stati basandosi sul PIL o collegando tutto questo a un’iniziativa della BCE per ripristinare il “margine di sicurezza” di Mario Draghi contro la deflazione.
Lo faccia, Mario: prenda bene a cinghiate il suo Pickelhaube, e lo riempia con un rotondo trilione.
Ambrose Evans- Pritchard
Fonte: http://blogs.telegraph.co.uk
10.01.2014
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da SUPERVICE