DI CARLO BERTANI
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“Chiedi allo specchio di spiegarti quanto sei bella! Spargi come polvere le mie parole ammassate, respira profondamente, e ricorda quanto ti ho amata….” – Ashraf Fayadh
L’uomo che osservate nella fotografia, è un condannato a morte in Arabia Saudita, un cittadino palestinese nato e vissuto in Arabia Saudita di 35 anni, Ashraf Fayadh, poeta rinomato, conosciuto per la sua bravura come lo era l’imam Nimr al-Nimr, altro pensatore passato a fil di spada dal boia di Ryad. Ci stanno proprio prendendo gusto, eh? Pare che scapitozzare quelli che hanno un po’ di cervello sia lo sport preferito – d’altro canto, dai seguaci di Al-Wahabi non ci si può aspettare molto… – insomma…Dio li fa e poi li accoppia, Al-Saud ed Al-Wahabi, insieme per la vittoria dell’Islam (il loro Islam, ovvio).
Forse è la primitiva credenza che, uccidendo un nemico, ci s’appropriava dei suoi pensieri e della sua anima? Sono proprio così regrediti? Oppure pensano che ammazzando gli oppositori si risolvano i problemi?
Ufficialmente…il giovanotto palestinese è stato un poco scapigliato (è un poeta…)…ah, l’accusa, sì…è accusato d’aver fotografato donne e d’aver conservato (ah, infamia!) le foto sul suo cellulare. Ragazzaccio, ragazzaccio…c’era forse una foto di Lady Gaga? Come se i sauditi non sapessero delle “gite” che i loro conterranei compiono, varcando il ponte, in Bahrein, dove trovano liquori e puttane in abbondanza! Più probabilmente, Ashraf conservava la foto della sua “Margherita”.
In aggiunta, gli hanno appioppato un’accusa di apostasia ricavata dalla traduzione in arabo (dall’inglese) delle sue opere la quale, nel miglior copione infra-religioso e panteista, è un’accusa molto gettonata: anche Giordano Bruno fu condannato per un’analisi delle sue opere, al punto che il filosofo, alla pronuncia della sentenza, rispose ai giudici: Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam (Maggiore sarà in voi, il timore per la sentenza che pronuncerete, che in me nel riceverla).
D’altro canto, neppure noi – in passato – siamo andati troppo per il sottile: Dolcino e Margherita – nel buio 1300 – pensarono di “vivere” la loro religiosità in modo difforme dai dettami di Roma (all’epoca, già zeppa di prostitute ed orge ecclesiastiche) – credendo che lui (religioso) e lei (laica) potessero amarsi in libertà pur amando Dio. Oggi, la cosa ci pare quasi assurda: se a loro sta bene così…già, ma fra noi e loro ci sono stati Cartesio, Spinoza, Leibnitz e poi Rousseau, Diderot, D’Alambert, Voltaire, Montesquieu… Tutte persone che, più o meno liberamente, riuscirono a cambiare il corso della Storia grazie al loro pensiero: cosa che, prima – oppure per chi non ha appreso questa filosofia libertaria (nel senso dell’opprimente costrizione delle dottrine assolutiste) – non era possibile.
Dolcino e Margherita battagliarono per un anno e mezzo, con i loro seguaci, per affermare la loro libertà religiosa in un momento storico nel quale il dibattito non aveva nessun senso, significava solo – appunto – apostasia. Catturati, furono subito messi al rogo: Margherita a Biella, bruciata sul greto di un fiume (oggi, qualche anima pietosa ha messo una lapide) mentre Dolcino la confortava e la sorreggeva moralmente. Dolcino, il “pezzo forte”, fu condotto invece a Vercelli – la piazzaforte del vescovo guerriero – dove fu bruciato, non prima, però, d’avergli strappato con pinze roventi il naso, il pene e chissà cos’altro. Supplizi che sopportò (a detta dei cronisti dell’epoca) con straordinaria fermezza.
Poi, giunse quello che Gramsci avrebbe definito, secoli dopo, un “intellettuale organico” – tale Dante Alighieri – che sbatté Dolcino all’Inferno…sette anni prima della sua morte! E chi gli annunciò – nel poema – il suo (futuro) arrivo? Maometto! Una bella scenetta, degna dello scomparso “Bagaglino”. Nota a margine: oggi, un altro intellettuale organico – tale Roberto Benigni, bravissimo attore – si mette a recitare Dante. Similis similia solvitur? Dolcino e Giordano Bruno sono solo due delle migliaia di vittime (accertate) dell’Inquisizione (1), quasi tutte per eresia od apostasia, ossia “tu non sei completamente d’accordo con me, quindi crepi”. Che siano state di più è molto probabile, giacché Huitzinga, ne L’Autunno del Medio Evo, racconta di un commercio di condannati a morte fra una città e l’altra: in un’epoca senza Tv, senza giornali, senza cinema, senza Internet…un’esecuzione era uno spettacolo importantissimo! Chissà quante frittelle si vendevano! Nel 1820 il Tribunale dell’Inquisizione cessò di giudicare (rimase, fino a Paolo VI, il Sant’Uffizio, oggiCongregazione per la dottrina della fede, del quale Ratzinger è stato, fino all’elezione al soglio papale, Prefetto) forse perché l’Illuminismo, le cui idee erano dilagate con Napoleone in tutta Europa – anche se si era oramai in epoca di restaurazione – fece capire alla Chiesa che era meglio non “allargarsi” troppo. Il mondo del lavoro iniziava a creare problemi: insomma, c’erano altre priorità.
Oggi, ad Italiabad, la pena di morte va molto di moda, è rapida, segreta, quindi nessuno ne sa niente: è tornato il modo più rapido ed indolore di risolvere le faccende, da noi ed in Saudistan. Diovanardo Giovanardi, da noi, è l’alfiere dei nuovi cavalieri assassini, concede loro una patente morale di pentimento ogni volta che – ahimé, accidentalmente! poveretti… – ammazzano di botte un Cucchi, un Uva, un Aldrovandi, un Rasman…va beh, non fatemi scrivere righe e righe…mentre quelli della Uno Bianca, dunque, quelli erano, erano…sì, afflitti da una patologia psichica familiare (colpa della legge sul divorzio!), ma, in fondo, erano bravi ragazzi! Gli altri? Mele marce. E, si sa, le mele marce si buttano: questo è il pensiero del buon Diovanardo.
In Saudistan non coltivano mele, né buone e né marce, però c’è la tradizione da rispettare, e dunque si deve concedere al boia la sua arte: l’affilatura della scimitarra, la veste bianca, poi il colpo ed il salto, per non essere investiti dal sangue e sporcare la veste. Sicché, qui da noi dovremmo – a fronte di comportamenti inaccettabili sul fronte della sicurezza della vita del detenuto – capire cosa sta succedendo, prendercela con i nostri contemporanei o, addirittura, con le generazioni successive, invece, la tragedia musulmana è proprio che loro sono i discendenti dei grandi pensatori Abbassidi! Sembra di raccontare una favola. I loro padri, erano anni luce avanti rispetto ai figli!
Fra l’anno 800 ed il 1000, approssimativamente, sulle rive dell’Eufrate prosperò una delle civiltà più libertarie esistite sulla faccia del pianeta. Rammentate: doveva ancora scoccare il mitico anno 1000! Eppure, Baghdad era una città di gran cultura, dove nelle librerie (più di 100!) si ricopiavano libri a spron battuto, dove poeti e grandi matematici pensavano, studiavano e facevano progredire le loro discipline…nella medicina si praticavano le prime anestesie a base d’oppio…mentre lo Stato era “leggerissimo”, si occupava solo dell’esercito e della rete fluviale. Tutto il resto, ai privati. Ci sono giunte cronache dell’epoca dove sono annotati i barili di vino, le chiatte cariche di barili che risalivano i fiumi: nella Baghdad abbasside, il corpo era corroborato con il vino e la Sharia annacquata con abbondante acqua.
La scuola filosofica dei Mutaziliti (Separatisti) si affermò nel periodo aureo dei califfati abbasidi, e sosteneva – oggi diremmo “illuministicamente” – che “solo la logica (kalam) può riconciliare in pieno ragione e fede”. Rousseau avrebbe applaudito. E quando Hassan el-Banna, ad Ismailia nel 1928, fonda la Fratellanza Musulmana con lo scopo di conciliare, finalmente, “Islam e Modernità”? Vengono impiccati, senza troppi pensieri, da Gamal Abdel Nasser nel dopoguerra. E, oggi, si commina la pena di morte per apostasia? Fra l’altro (per quel che conta..) stralciata come reato dall’ONU con l’articolo 18 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo?
Penso che esistano ancora, dopo gli attentati, dopo Colonia, dopo la Palestina martoriata, dopo il macello iracheno ed afgano ed altro ancora, due popoli disposti a parlarsi: ne sono certo, alcuni li conosco personalmente, altri no…esistono persino in Israele. Però, so una cosa, la so per certo. Siamo i più, siamo una moltitudine che si domanda: perché mai Israele può bombardare a piacimento Gaza, compiere eccidi tremendi, senza che nessuno si alzi – dall’ONU, o da un altro dei posti che contano – sbatta il pugno sul tavolo e dica “adesso basta!”? Perché mai quei soldati di cento nazioni devono scorrazzare nei Paesi arabi, armati fino ai denti per “portare la pace”? Perché gruppi di guerriglieri giungono fino in Europa ed uccidono gente inerme? Perché, la Sharia permette di violentare una donna per strada se non è completamente coperta, ed il cuore del Profeta sanguina per una birra? Già, “conciliare con la modernità…”
Sgombriamo il campo dalle varie propagande sulla conquista di Roma od altre fanfaluche: nel minimo storico toccato dall’Europa in termini di potenza militare, proprio in coincidenza con i massimi degli Abbassidi, Carlo Martello, con un esercito raccogliticcio, fermò a Poitiers ogni speranza di conquista araba dell’Europa. L’emiro Boabdil, dal suo Alhambra andaluso, pagava le tasse ad Isabella di Castiglia! Oggi, l’Europa – se si fa una somma bruta di mezzi e uomini – è la prima potenza mondiale: continuare in questo modo, significa solo fare più morti, 100 in Europa ed 1.000.000 in terre musulmane, a che pro?
Conosciamo entrambi la geopolitica, ma il petrolio ce lo avete sempre venduto e noi lo abbiamo sempre comprato, ieri capitò con le spezie, domani capiterà con l’energia solare: siamo indissolubilmente legati da questioni economiche che esulano dalle religioni, e da gente maledetta che ci gioca sopra. Ma siamo tanti, siamo la stragrande maggioranza, a Roma come Baghdad, a Milano come ad Isfahan, a Napoli come a Samarcanda…siamo la moltitudine di persone che leggono sul Web e non approvano, che non sono d’accordo con i morti ammazzati, da qualsiasi parte vengano. E gli assassini, siano essi Daesh od i corpi speciali USA, hanno le mani sporche d’identico sangue. E non è vero che un grammo di cardamomo valesse la vita di un uomo, né un barile di puzzolente petrolio: facciamo sentire la nostra voce, un coro, un urlo di Munch che faccia più volte il giro del Pianeta.
Sappiamo che in Arabia Saudita, in quella terribile dittatura, non è possibile essere oppositori politici, perché si diventa subito “apostati”, e c’è anche la giustificazione giuridica! Sono i custodi dei luoghi santi dell’Islam! Facciamo smettere questa tragica buffonata medievale e, per favore, la prossima volta che una delegazione italiana andrà a Ryad, si comportino da uomini invece che da quaqquaraqqà. Lascino i Rolex sui tavoli, facciano finta di non vederli, invece di rubare quelli degli altri e svegliare mezzo palazzo reale, la notte, con la gazzarra che scoppiò (2). Bel contributo – vero Renzi? – per salvare un tuo coetaneo condannato a morte per aver fotografato delle donne e per un reato prescritto da tempo all’ONU?
Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.it/
Link: http://carlobertani.blogspot.it/2016/01/dolcino-e-margherita-ashraf-e.html
16.01.2016
(1) Vedi: https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_persone_giustiziate_per_eresia