DI KENT EWING
asiatimes.com
Per 24 ore, la settimana scorsa, e’ sembrato che in Cina ci fosse stata la prima donna dinamitarda sucida, ma la protagonista dell’atto non era un contestatore Uyghur o una separatista tibetana; era invece una dei milioni delle vittime disperate dei furti governativi di terra – questo in particolare era avvenuto in una remota località della provincia sudoccidentale dello Yunnan.
Nel giro di pochi attimi, il fatto si è diffuso ovunque, attraendo una legione di seguaci e mettendo in risalto la portata e la profondità della frustrazione e della rabbia generale in tutta la nazione per i continui e illegali furti di terra perpetrati dal governo cinese.
Con preoccupante leggerezza vari microbloggers hanno minimizzato i danni dell’esplosione – quattro persone sono morte, compresa la dinamitarda – e sedici persone ferite, di cui quattro gravemente – e hanno proclamato l’autrice di questo gesto “moderna eroina” e “pioniera” dei diritti alla terra della gente comune.
“Quando le leggi non possono fare giustizia” ha scritto uno “questo è il comportamento più giusto”.
Fino all’esplosione di giovedì scorso, non si era mai sentito prima di una donna dinamitarda in Cina. I commentatori si sono affrettati a sottolineare il potenziale significato del sesso del responsabile dell’atto. Alcuni analisti hanno sostenuto che questo disperato atto di sfida potrebbe divenire una prima pietra miliare nella battaglia contro gli illeciti furti di terra da parte di funzionari pubblici corrotti.
Tra lo shock e l’orrore per l’azione sanguinosa, c’era speranza che l’annoso problema dell’aggressiva espropriazione della terra potesse finalmente essere affrontato.
Il giorno dopo però la versione ufficiale della storia riportata dai media statali era completamente stravolta. Ora la dinamitarda suicida non era una donna – e, secondo alcuni report, addirittura una donna con un bimbo in braccio – ma solo un uomo di 26 anni di nome Zhao Dengyong (nella foto) che si era appena trasferito in quella cittadina, Baihetan, dove era avvenuto l’attacco, e non era per niente coinvolto nelle dispute terriere.
La polizia locale ha iniziato a far circolare il sospetto che il motive dell’azione di Zhao era solo un atto di vendetta contro la società e il Segretario del Partito Comunista della contea di Qiaojia (dove è situata Baihetan) ha descritto Zhao come un pericoloso sociopatico con precedenti penali, ma senza mostrare alcuna prova scritta di quando affermava.
I lettori hanno tutto il diritto di chiedersi come la vicenda possa essere stata capovolta completamente dal giorno alla notte.
Per aumentare la confusione, nello stesso momento in cui l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua stava descrivendo il colpevole, Zhao, lavoratore giornaliero, tassista, un giornale locale, il Chuncheng Evening News riportava un’intera pagina sull’attentato dinamitardo con una dettagliata descrizione della donna, chiaramente identificata come una donna del villaggio Pingzi nel Baihetan, con un bimbo di quindici mesi in braccio quando è avvenuta l’esplosione.
Il Chenchung Evening News ha riferito che la donna nascondeva la bomba nei vestiti del bimbo.
Secondo entrambi i servizi, la bomba è esplosa nell’ufficio demolizioni del municipio di Baihetan mentre i residenti erano in fila per chiedere gli indennizzi per l’esproprio delle terre che gli erano state tolte per la costruzione di una centrale idroelettrica.
Non e’ noto il numero delle persone all’interno dell’edificio in quel momento.
Giovedì, Xinhua ha riportato un articolo di un giornale di Kunming, capitale della provincia di Yunnan, che riferiva che la donna aveva detonato la bomba alle 09.00am dopo che le era stata chiesto di firmare un accordo di rilocalizzazione per consentire la demolizione della sua proprietà.
Venerdì sera, però, l’agenzia riportava che i funzionari della pubblica sicurezza di Qiaojia avevano mostrato ai giornalisti una ripresa a circuito chiuso che identificava Zhao come il responsabile. Secondo il Servizio di Xinhua , il filmato mostrava un uomo vestito a più strati con uno zaino che entrava nell’edificio dell’ufficio demolizioni e faceva esplodere la bomba alle 09.04am.
Le autorità locali affermano che quell’uomo è Zhao e che addirittura hanno trovato tracce di DNA di Zhao sulla scena del crimine. Finora, però, nessun testimone intervistato da fonti giornalistiche indipendenti ricorda di aver visto Zhao in quell’ufficio quella mattina.
Inoltre, il datore di lavoro di Zhao lo ha descritto a un giornalista dell’Hong Kong’s South China Morning Post come un uomo gentile e onesto che non beve, non fuma, non gioca d’azzardo; un vicino di casa inoltre ha accusato i funzionari del governo di incolpare ingiustamente Zhao per l’attentato.
“Se il Governo Qiaojia non modificherà al più presto le modalità di rilocalizzazione, accadranno sicuramente altre tragedie“, ha aggiunto il vicino di casa, Wang Yongqiang.
Il capo della sicurezza di Qiaojia Yang Chaobang resta fermo nell’affermare che Zhao è il responsabile dinamitardo.
“Posso garantire come ufficiale e personalmente che Zhao è il sospettato in questo caso” ha riferito Yang ad una conferenza stampa lunedì scorso. “Se erano coinvolte altre persone, su questo la polizia sta ancora indagando”.
La polizia sta indagando se vi erano altre persone coinvolte, questo la polizia lo sta tuttora verificando”
Fin da quando sono iniziate nel villaggio di Qiaojia le demolizioni otto anni fa i residenti si lamentano che gli indennizzi di esproprio offerti dal governo locale sono molto al di sotto del prezzo di mercato della loro terra. Ma alle loro lamentele – come accade in tanti altri villaggi della Cina – le autorità locali fanno orecchie da mercante.
Due settimane fa, un residente di Laodian, un altro paese della regione di Qiaojia, fu trovato morto dopo aver protestato contro l’esproprio della terra. Persone del villaggio affermano che e’ stato pestato a morte negli uffici del municipio.
Quest’anno trascorso ha visto una sequela di proteste di questo tipo – grandi e piccole, pacifiche e violente . in tutta la nazione.
Proprio Mercoledì scorso una donna nella capital della provincia meridionale di Guangdong, Guangzhou, è morta lanciandosi dall’alto, come segno di protesta contro la demolizione della sua casa.
Quasi un anno fa, la città di Fuzhou, nella provincia orientale di Jiangxi, è stata scossa da tre esplosioni fuori degli edifici del governo, uccidendo due persone e ferendone sei. Prima di diventare un violento, l’attentatore Qian Minggi, 52 anni, che è morto nell’esplosione, conduceva da dieci anni una campagna contro la demolizione forzata della sua casa per permettere il passaggio di un’ autostrada.
Nel dicembre scorso, una vicenda che ha guadagnato le testate internazionali e rinnovato la speranza nelle riforme politiche in Cina, la gente del villaggio Wukan del Guangdong è riuscita a rimuovere il corrotto consiglio municipale, che per anni si era impossessato della loro terra in modo illecito, utilizzando manganelli per colpire chiunque protestasse contro la polizia.
In Febbraio, il villaggio Wukan ha tenuto le sue prime elezioni libere, sostituendo I funzionari corrotti e, sperano gli ottimisti, segnare l’avvio di una Cina più democratica e l’inizio della fine degli espropri illegali.
L’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, un think-tank ufficiale, ha stimato che 6.7 milioni di ettari di terra sono stati espropriati negli ultimi vent’anni; inoltre, secondo l’Accademia, gli indennizzi totali per quella terra sono stati un trilione di Yuan al di sotto del prezzo di mercato.
L’Accademia ha anche stimato che, dall’inizio del boom economico della Cina nel 1978, almeno 50 milioni di agricoltori hanno perso la loro terra e che le dispute terriere rappresentano il 65% degli “incidenti di massa” – un eufemismo del governo per definire il tipo di proteste dove persone arrabbiate al limite dell’esasperazione non trovano altra via se non quella di farsi esplodere causando vittime.
Non ha alcuna importanza se il dinamitardo di Yunnan la settimana scorsa sia un uomo o una donna – oppure se lui o lei fosse coinvolta in una disputa terriera.
Qualunque siano i fatti dell’incidente di Yunnan, esso sottolinea due angoscianti verità sulla Cina: primo, nonostante le promessiedi Wukan, la corruzione e gli espropri di terra sono ancora diffusamente in atto nel paese. Secondo: nessuno crede alle notizie date dai media governativi.
Kent Ewing è un insegnante che vive a Hong Kong. Può essere raggiunto all’indirizzo [email protected]. Seguitelo su Twitter: @Ke
Fonte: www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/China/NE17Ad01.html
16.05.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63