DIALOGO BUSH-BLAIR: PIANO PER UN’ESCALATION DELLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE?

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DI LARRY CHIN
Online Journal

Lunedì, un microfono lasciato inavvertitamente acceso pranzo dei G8 ha colto frammenti di indiscrezioni in un discorso tra George Bush e Tony Blair. Mentre la maggior parte della copertura mediatica ha centrato l’attenzione sulle parti imbarazzanti, stupide e volgari dei commenti espressi da Bush, un esame più attento della trascrizione [testo in italiano tradotto dal Corriere della sera] conferma che la Siria e il presidente siriano Bashar Assad sono nel mirino.
Suggerisce inoltre che, attraverso l’ONU, continuerà ad essere applicata una pesante pressione anglostatunitense nei confronti di Siria e Iran, entrambi sommariamente definiti come “le menti terroristiche dietro Hamas e Hizbollah”.

Più che la volgarità di un idiota

I media di tutto il mondo, apparato di controllo dei danni di Bush, hanno rigirato nella maniera più ingannevole questo scambio di battute tra Bush e Blair a favore di Bush. Il New York Times lo ha chiamato un “richiamo alla diplomazia senza peli sulla lingua”, mentre un altro articolo del New York Times parla di“chiacchiere fuori dai denti e grossolane dell’astuto Bush”. Altri titoli hanno inneggiato alla performance con le parole “Dubya parla chiaro” (Dubya è la pruncia texana di “W”), Bush “fa volare”, “maledice le azioni di Hizbollah”, “esorta Assad a mettere fine ai combattimenti” etc. Tutto falso.

Per prima cosa Bush ha dimostrato quello che gli avezzi osservatori già sapevano: Bush è un cretino grottesco che soffre di un qualche disturbo mentale, ed è anche un uno spietato intimidatore che esercita violenza e potere senza intelletto, e senza rispetto. Per dirla breve, un gangster. I gangster non hanno bisogno di un grande intelletto per condurre con successo attività criminali o per stare a capo di imperi criminali (anzi, in realtà l’intelletto è un ostacolo). E Bush (e Cheney) parlano abitualmente in maniera volgare.

E cosa ancora più importante il discorso tra Bush e Blair non era un “appello alla pace”. Sono stati colti metre parlavano in modo pratico e casuale di affari loschi e piani geostrategici in programma o già avviati.

La natura precisa del loro piano è difficile da accertare, ma quello che si riesce ad interpretare dovrebbe essere motivo di allarme. I passaggi cruciali, tratti dalla trascrizione completa del Washington Post [i miei commenti in corsivo – LC]:

Bush: E che ne dici di Kofi? Strano. Non mi piace la successione. Il suo atteggiamento è praticamente un cessate il fuoco e [poi] succede tutto il resto. Capisci, no?

Bush trova “strano”, e “non gli piace” come il segretario generale dell’ONU Kofi Annan abbia visibilmente posto un cessate il fuoco prima di “qualsiasi altra cosa”. Cos’è questo “tutto il resto” che “succede”? Condizioni per il cessate il fuoco? O un nuovo attacco da parte di una fazione o di un’altra? Questo “tutto il resto” è già stato attuato? Cosa hanno realmente in mente gli Usa, il Regno Unito, Israele e l’ONU? A Bush non piace la coreografia dell’ordine di un evento futuro. Qual è questo evento?

Blair: Già, no, io credo che — la cosa realmente difficile è che non possiamo fermare questo finché non riesci a raggiungere un accordo su questa presenza internazionale. Allora, so di cosa avete parlato voi, ma è la stessa cosa.

Cosa stanno cercando di “fermare” con la “presenza internazionale”? Questo “fermare” si riferisce alla fine della attuale violenza o “fermare” come in una conquista multinazionale (di Siria, Iran o entrambi)? Di cosa “hanno parlato”? La “presenza” internazionale si riferisce a discorsi diplomatici o forze militari? Se si tratta di forze mlitari, stanno parlando di una forza di peacekeeping in Libano, o di una nuova operazione multinazionale sulla quale si è raggiunto “un accordo”?

Blair: … vedi come è affidabile. Ma devi farlo rapidamente.

Che cosa è “affidabile”? Che cosa deve essere fatto rapidamente?

Bush: Sí, lei sta per andare. Penso che Condi andrà molto presto.

Cosa sta per fare Condi? Data la notoria posizione dell’amministrazione Bush, non negozierà un cessate il fuoco che offra una qualsiasi cosa ai “terroristi” Hamas e Hizbollah né farà delle proposte verso coloro che lei e l’amministrazione Bush hanno insistito a chiamare i loro mentori, la Siria e l’Iran. Che affari loschi sta cuocendo la Rice in pentola?

Blair: D’accordo. Bene, questo, questo è tutto ciò che conta. Se tu — vedi, ci vorrà del tempo per uscirne fuori. Ma almeno dà alla gente un/una —

Quale “gente”? Si riferisce ai politici che hanno bisogno di tempo per negoziare qualcosa, o sta parlando di creare l’illusione propagandistica di una diplomazia a beneficio delle masse (“gente”)? Se si tratta di quest’ultima, sarebbe una copertura politica per cosa?

Bush: Un processo, sono d’accordo. Le ho detto anche della tua offerta.

Va letto letteralmente come “processo diplomatico” o un processo verso qualcosa di diverso? Sta parlando di un processo reale o fasullo (propaganda)? Cosa ancora più importante qui, è stata fatta una qualche “offerta” tra Blair e gli Usa, e la Rice ne è al corrente. Di cosa si tratta?

Blair: Beh, solo se — voglio dire, se lei — o se ha bisogno che le si prepari il terreno, diciamo. Ovviamente, se esce, ci riuscirà, diciamo, mentre io posso solo uscire e parlare.

Lei (la Rice) ha bisogno che le si prepari il terreno per “riuscire” a fare cosa? “Mentre io posso solo uscire e parlare” suggerisce che Blair intenda rimanere in disparte insieme al Regno Unito, e lasciare che gli Usa e la Rice facciano da guida — verso cosa? La pace o più guerra? Un cessate il fuoco o una qualche manovra opportunistica?

Bush: Vedi, l’ironia è che quello che dovrebbero fare è riuscire a portare la Siria a fermare Hizbollah nel fare questa merda, e finisce tutto.

Questo è un passaggio chiave. Cos’è “ironico”? L’ironia sta nel fatto che devono chiedere la cooperazione siriana — o è ironico che stiano ingannando la Siria per accusarala (della “merda di Hizbollah”)? Cosa “finisce” — la violenza di questo momento, o qualsiasi altro ostacolo all’esplosione completa di una guerra in Medio Oriente?

Blair: Chi, la Siria?

Bush: Esatto.

Blair: Penso sia tutto parte della stessa cosa. Cosa pensa lui? Pensa che se in Libano finisce bene, se troviamo una soluzione in Israele e Palestina, l’Iraq va nel modo giusto, lui è [incomprensibile] . Si tratta di questo. È la stessa cosa con l’Iran.

La parola incomprensibile è critica. Senza la parola è difficile interpretare il passaggio. Sembra che Blair stia descrivendo il presidente siriano Bashar Assad come alquanto ingenuo (una “soluzione in Israele e Palestina,” e un lieto fine in Iraq, così come in Iran sono molto improbabili), e come un credulone che vuole prendere parte ai piani anglo-statunitensi e israeliani.

Nota: alcuni media, compreso il San Francisco Chronicle, riportano l’ultima riga di questo passaggio come “È la stessa cosa con l’Iraq”. Un errore o una menzogna intenzionale?

Bush: Mi sento di chiamare Kofi per telefonare ad Assad e far succedere qualcosa. Non stiamo accusando Israele. Non stiamo accusando il governo libanese.

Cosa vuole Bush che l’ONU “faccia succedere”?

Bush sta parlando di una posizione diplomatica anglo-statunitense (non accusano Israele o il Libano) per raggiungere un cessate il fuoco, o sta parlando della creazione di una copertura politica con la quale verrà condotta una guerra più grande “contro il terrorismo” che ha per obiettivi Hamas e Hizbollah, e le presunte menti dietro di loro in Siria e in Iran?

Assad è complice o è stato ingannato?

Arriva l’Apocalisse

Come fa notare William Arkin, nella sua analisi del discorso fra Bush e Blair apparsa nel Washington Post, “Early Warning”:

“Guardando lo svolgimento dell’ultima saga in Medio Oriente, sono stato colpito dalle interpretazioni praticamente universali che sono state offerte dai critici e dai presentatori che l’Iran o la Siria abbiano programmato i rapimenti [o meglio, la cattura, ndt] di soldati statunitensi e che controllino quello che sta succedendo adesso.

In base a questa interpretazione, l’Iran sta cercando di distogliere l’attenzione dal suo programma di armi nucleari; la Siria sta cercando una vendetta contro l’isolamento statunitense e sta tentando di allargare la sua base di potere. I due paesi forniscono missili e provvedono a cordoni e rifugi per Hizbollah e Hamas. Addirittura ci sarebbero stati ‘soldati’ iraniani in segreto in Libano, che hanno aiutato Hizbollah venerdì nel suo attacco contro la nave israeliana, un attacco che Hizbollah non avrebbe altrimenti potuto organizzare.

Secondo questa visione, Hamas e Hizbollah sono ridotti a dei terroristi tontoloni praticamente irrisori dell’Iran e della Siria, il Libano è solo un povero paese vittima, e Israele si sta solo difendendo. Anche gli Stati Uniti e la comunità internazionale sono assolti da qualsiasi responsabilità per il fallimento della diplomazia, perché quello che sta accadendo fa parte di una grande cospirazione che nessun tipo di intervento avrebbe potuto influenzare.

In questa versione della storia, basta inoltre che l’Iran e la Siria schiocchino le dita per ‘fermare’ i combattimenti. Anche se questa interpretazione è falsa, il fatto che non ci riescano conferma che l’approccio dell’amministrazione Bush nei loro confronti è l’unica opzione. I due quindi sono confermati come stati canaglia e nuovo asse del male.

In questo mondo, diversi leader e fazioni tramano le loro prossime mosse, programmano operazioni segrete, intraprendono omicidi, decidono chi appoggeranno e come sulla base di informazioni intererne.

Il pericolo di questo tipo di notizie, e dei leader ossessionati dai pettegolezzi e dai dettagli piccanti degli eventi mondiali, è che presto l’inganno geopolitico lascia fuori qualsiasi immagine reale e qualsiasi senso di responsabilità dello stato”.

Con tutto il rispetto dovuto, non si tratta semplicemente di “inganno”. C’è anche inganno ed estorsione, con violente conseguenze militari. Agire completamente senza scrupoli è alla base di molta strategia geopolitica imperiale.

Rimane da vedere cosa ci riservano Bush, Blair, e il brutale governo israeliano. Le porte dell’inferno sono già state aperte. Solo un ingenuo potrebbe pensare che abbiano qualche desiderio di chiuderle.

Larry Chin
Fonte: http://onlinejournal.com/
Visto su: http://www.prisonplanet.com/articles/july2006/200706exchange.htm
20.07.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di OLIMPIA BERTOLDINI

Nota della traduttrice:

Per comodità avrei voluto usare la versione del dialogo del Corriere della Sera (nella quale non è citata la fonte originale) per la mia traduzione di questo testo, ma ho dovuto constatare che la traduzione è sommaria, imprecisa, parzialmente errata e mancante di alcune frasi (vedi sotto i testi a confronto), e non si sarebbe capito il commento di Larry Chin, che invece si basa sul testo originale, verificabile al link sopracitato. Ho cercato come sempre in questo tipo di traduzioni, di essere fedele all’originale nella sostanza, tralasciando, la forma, cfr. anche SMENTITA DAL PREMIER LIBANESE INTERVISTA COL CORRIERE DELLA SERA

Tuttavia la trascrizione della BBC è leggermente più simile alla versione del Corriere della Sera e ci si chiede il perché di tante diverse versioni di un unico discorso, per di più registrato…

In bold il testo originale tratto dal Washington Post

In corsivo la traduzione del Corriere della Sera, sottolineate le parti contestate o in lingua originale, mancanti nella traduzione, o nella traduzione, cfr. col testo tradotto sopra

In parentesi quadra i miei eventuali commenti

Bush : What about Kofi? That seems odd. I don’t like the sequence of it. His attitude is basically ceasefire and [then] everything else happens. You know what I’m saying?

BUSH: E che ne dici di Kofi, il suo atteggiamento verso il cessate il fuoco e tutto il resto… succede

Blair : Yeah. No, I think — the thing that’s really difficult is we can’t stop this unless you get this international presence agreed. Now, I know what you guys have talked about but it’s the same thing.

BLAIR: Già, no, io credo che (incomprensibile) è molto difficile. Non possiamo fermare questa cosa, a meno che non riesci a far firmare un accordo su questa faccenda internazionale

Blair : . . . see how reliable that is. But you need that done quickly.

BUSH: Sì

BLAIR: Non so di che cosa avete parlato voi, ma come ho detto, io sono perfettamente d’accordo a vedere come si mettono le cose, ma devi farlo in fretta, perché altrimenti si rischia…

Bush : Yeah, she’s going. I think Condi’s going to go pretty soon.

BUSH: Penso che Condi andrà presto

Blair : Right. Well, that’s, that’s, that’s all that matters. If you — see, it’ll take some time to get out there. But at least it gives people a —

BLAIR: Ma questo, questo, questo è ciò che conta. Ma se tu, vedi, ci vorrà del tempo per metterlo in piedi

BUSH: Già, già

BLAIR: Ma almeno darà alla gente

Bush : A process, I agree. I told her your offer too.

BUSH: E’ un processo graduale, sono d’accordo. Le ho riferito della tua offerta di…

Blair : Well, it’s only if it’s — I mean, you know, if she’s gotta — or if she needs the ground prepared, as it were. Obviously, if she goes out, she’s got to succeed, as it were, whereas I can just go out and talk.

BLAIR: Beh, è solo, voglio dire… lo sai. Se lei ha … oppure se ha bisogno di qualcuno che le prepari il terreno, per così dire… Perché ovviamente se ci va, deve riuscirci, per così dire, invece io posso andarci e limitarmi a scambiare due parole…

Bush : See, the irony is what they need to do is get Syria to get Hezbollah to stop doing this shit, and it’s over.

BUSH: Vedi, la… cosa è che devono costringere la Siria, costringere Hezbollah a smettere di fare queste cazzate e finisce tutto…

BLAIR: (incomprensibile)

BUSH: (incomprensibile)

Blair : Who, Syria?

BLAIR: La Siria

Bush : Right.

BUSH: Perché

Blair : I think this is all part of the same thing. What does he think? He thinks if Lebanon turns out fine, if we get a solution in Israel and Palestine, Iraq goes in the right way, he’s [inaudible] . That’s what this whole thing’s about. It’s the same with Iran.

BLAIR: Perché penso che faccia tutto parte della stessa cosa

BUSH: Già

BLAIR: Ma cosa pensa? Lui pensa che se gli va bene in Libano, se troviamo una soluzione per Israele e Palestina, l’Iraq andrà nella direzione giusta…

BUSH: Sì, sì, è carino

BLAIR: E’ un tesoro. Sta tutto qui. E’ la stessa cosa con l’Iraq [vedi nel testo, in alcune versioni, anche inglesi si trova Iraq, una svista?]

Bush : I felt like telling Kofi to get on the phone with Assad and make something happen. We’re not blaming Israel. We’re not blaming the Lebanese government.”

BUSH: Volevo chiedere a Kofi di telefonare, di prendere il telefono e di chiamare Bashad (Bashir Assad) e far succedere qualcosa

BLAIR: Già

BUSH: (incomprensibile)

BUSH: Noi non addossiamo la responsabilità al governo libanese

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