DI RITORNO IN AMERICA, TROVO UN PAESE ALLA BANCAROTTA

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DI MIKE (in Tokio) ROGERS

Recentemente ho fatto un viaggio negli USA, dopo tre anni di assenza, e ciò che mi ha colpito di più è come la gente e il paese siano cambiati in peggio in sia pur così breve tempo. Gli americani sono ormai alla bancarotta. Lo sono a ogni possibile livello: spirituale, morale, educativo. L’economia del paese si è deteriorata al livello delle Filippine o della Tailandia (lo dico senza voler mancare di rispetto sia alla Tailandia che alle Filippine, che sono paesi che amo).

Anche la comunicazione interpersonale è caduta molto in basso. Gente che nelle chat room di internet sarebbe stata considerata petulante e fastidiosa oggi la troviamo ospite dei programmi radio e TV, dove schizzano tutto il loro odio spacciando come vere delle patenti menzogne. Si tratta di gente che fa questo mestiere per denaro, però ciò non toglie che il loro effetto, sul telespettatore medio, sia devastante. L’effetto è devastante perché il pubblico USA non è abituato a ragionare analiticamente, si tratta di un pubblico che ha bisogno di aprire nuovi canali di comunicazione non di chiuderli.

In America i dibattiti seri di un certo livello sono passati in secondo piano e vengono considerati come un’infantile esibizione di superiorità. Non si tratta più di spingere nell’angolo il proprio avversario con una serie ragionata di argomentazioni espresse con un bel inglese e una logica inattaccabile; oggi si tratta di chi riesce per primo a confondere l’avversario con battute veloci (e scortesi) di una sola riga. Questa abitudine ha contagiato anche il pubblico, il quale crede che questo sia il metodo migliore per risolvere le sue questioni quotidiane nel confronto con gli altri. La sostanza e la logica degli argomenti hanno ceduto il passo all’invettiva veloce.

I maggiori responsabili sono i conduttori delle stazioni radio/tv. L’americano medio non conosce le qualità dei conduttori ma, credetemi, la metà di questi personaggi sono di una intelligenza pari alla nostra, né più né meno. Naturalmente sanno trattare gli argomenti del giorno meglio di noi, dal momento che è il loro mestiere. Mentre noi siamo impegnati in otto o dieci ore al giorno di lavoro, loro hanno tutto il tempo che vogliono per informarsi su quello che succede. Di conseguenza è difficile poterli sfidare e metterli in difficoltà durante una trasmissione in diretta, specialmente se hanno anche il controllo di quello che viene trasmesso. Così chiamare un conduttore per cercare di contrastare quello che dice con qualche probabilità di riuscita equivale a cercare di far risalire l’acqua su per le montagne: non è possibile. Lo so per esperienza personale dal momento che sono stato un conduttore anch’io per parecchi anni.

A proposito, un altro requisito necessario per essere un conduttore è quello di essere di bella presenza e con una forma fisica decente. Tipi come Rush Limbaugh sono esageratamente soprappeso perché sono, e lo sono stati in passato, dediti alle droghe o all’alcool. Ci sono molti esempi che confermano quanto ho detto. L’esempio più facile è quello di John Belushi.

Così, nell’America moderna, i talk show e i programmi TV non sono la sede più adatta dove dibattere i problemi del giorno. Sono diventati una piazza dove personalità megalomani si fanno belle di fronte a un pubblico in evidente stato di inferiorità, per deridere gli avversari davanti a tutti gli altri. Tutto questo in Giappone non accade mai. Non accade perché la struttura della lingua giapponese non consente le interruzioni quando qualcuno sta parlando e anche perché i giapponesi sono gente educata. Penso che sia così anche negli altri paesi, ad eccezione degli USA (E dell’Italia, NdT.)

Questo comportamento infantile risulta particolarmente dannoso soprattutto nei confronti del maschio americano, anche se sembra che pure le donne ne siano affette. La vittoria sembra il bene supremo. Che fine ha fatto il detto “ L’importante non è vincere, ma partecipare”? Mi rendo conto che oggi questa frase non appartiene più al maschio americano. La prepotenza verbale è insidiosa perché sta insinuandosi in altre aree della psiche americana. Sta diventando contagiosa e sta danneggiando tutte le manifestazioni di civiltà verbali e comportamentali.

Un machismo infantile è ormai il tratto caratteristico dell’americano odierno. Durante la mia visita ho assistito a una pubblicità televisiva relativa alla vendita di macchine sportive. Ad un certo momento l’argomento convincente era formulato così: Se comprate questa macchina allora questo dimostrerà ai vostri amici che voi state meglio di loro. Come sono diventati infantili gli uomini americani. Qual è il tipo di uomo che ha bisogno mostrare in giro la propria macchina per sentirsi superiore ai suoi amici?

Immaginiamoci un tizio con vocabolario medio e privo di doti particolari per poter ribattere. Che può fare se viene ridicolizzato in pubblico senza nessun motivo? Probabilmente niente fino al momento in cui farà ricorso ai suoi pugni.

In Giappone non mi è mai capitato di vedere che una partita di qualcosa si sia trasformata in una partita a pugni. L’ho visto in America? L’avete visto anche voi? Purtroppo si, anche troppe volte (c’era bisogno di chiederlo?)L’ultima volta cui ho assistito a una cosa simile è stato in California, durante una cosiddetta partita amichevole di basketball, diventata all’improvviso una partita di hockey, con un sacco di gente che ha cominciato a picchiarsi dopo un fallo. Sembrava che le loro vite dipendessero dall’esito della partita. Era imbarazzante. Io stavo all’esterno, e non mi interessava se avevamo vinto o perso. Mi interessava invece di non essere coinvolto, ferito o altro. Così me ne sono andato.

Gli americani sono diventati gli esseri più infantili e egocentrici che abbia mai incontrato.

Recentemente sono andato anche a Crawford per visitare Camp Casey, prima che diventasse più famoso, il che mi ha permesso di osservare un’altra faccia della vita americana. Mi sono portato la videocamera e films per circa otto ore. Volevo fare un documentario per cercare di spiegare al pubblico giapponese che cosa stava accadendo in Texas. (I notiziari giapponesi ben raramente sono critici nei confronti dei governi degli altri paesi, in particolare degli Stati Uniti.) Volevo registrare suoni e immagini, l’atmosfera di una vera manifestazione di pace americana. Speravo proprio di riuscire a registrare un documentario con cui mostrare ai giapponesi quello che pensano gli americani medi.

Tornato in Giappone, dopo aver preparato i filmati per il montaggio, sono stato preso da uno scoramento crescente. Sono convinto di riuscire a mostrare al giapponese medio quello che gli americani stanno affrontando e come la pensano. Sono convinto che, se riesco a finire il documentario (adesso però mi sto chiedendo se mai ci riuscirò) il pubblico giapponese saprà molte più cose di quanto desideri sull’America. Finirà col pensare. “Gli americani sono diventati proprio matti.” Io sarei d’accordo.

Cindy Sheehan e il suo movimento sono del tutto comprensibili. Cindy sembra essere una donna normale piena di buon senso. Sono quelli che l’hanno raggiunta che sembrano tutti matti. Non tutti, naturalmente, ma l’impressione è quella di un circo pieno di gente svitata. E questi svitati si trovano su ambedue le sponde della barricata.

Peggio ancora di alcuni gruppi di pacifisti si sono dimostrati quelli a favore della guerra, questi si che sembravano veramente impazziti. (In tutto ne ho visti solo sei, anche se i giornali del giorno dopo hanno detto che erano 250.) Ho parlato con una donna che asseriva di “essere appena arrivata da Baghdad”. Non diceva la verità. Me ne sono accorto in un secondo momento quando le ho parlato ancora. Il suo livello di inglese era di uno che stava negli Stati Uniti da almeno dieci anni. Bè, si, stava lì dicendo di “essere appena arrivata da Baghdad”. (Bè, va bene. Suppongo che tutto sia relativo, specialmente in un paese dove si dicono bugie sempre più grosse per ottenere quello che uno vuole.)

C’era un altro tipo che suonava, o almeno cercava, la chitarra cantando “Quanti fantasmi hai fatto oggi? Aiutando e incitando il nemico quanti fantasmi hai creato oggi?” Immagino che questa canzone cantata in coro da qualcuno non sarebbe stata male, però il tizio ha continuato da solo per almeno sei ore, di continuo, sotto il sole. Forse la spiegazione sta qua, il sole gli aveva cotto il cervello.

Tutta la scena, dal gruppo pacifista, al gruppo guerrafondaio, a G.Bush che per evitarli se n’è andato in elicottero per visitare una partita di serie minore, sembrava un racconto di Lewis Carroll. Io ero lì che osservavo Alice, il Cappellaio Matto, la Regina di Cuori (interpretata da Gorge) e tutto il resto che cercava di seguire le proprie faccende ma in realtà senza combinare nulla.

In cima a tutto questo bisogna metter i conduttori delle TV locali con la dentatura perfetta, la bionda capigliatura tutta in ordine, il cerone bello spesso per non far vedere le rughe, tutti convinti di essere sulla cresta dell’onda dal momento che stanno trasmettendo per qualche TV locale alla moda, uno vero spettacolo dell’orrore dal vivo su Comedy Channel.

Ma gli spettacoli dell’ orrore dal vivo in America non finiscono qui. L’americano di oggi è povero, sia dal punto di vista finanziario, che del buon senso. Queste due situazioni, sotto molti aspetti, sono correlate. I Giapponesi sono dei risparmiatori. Gli Americani no. Naturalmente il risparmio fa parte del buon senso. I Giapponesi risparmiano per tutta una serie di buone ragioni, ma risparmiano pure per una serie di motivi speciali. E’ proprio per questi casi eccezionali, proprio se dovesse accadere, che i Giapponesi si troverebbero sempre con qualcosa da parte.

L’ultima volta che sono venuto negli USA sono andato a trovare un mio vecchio amico. Lo considero uno dei miei migliori amici. Sono contento di essere andato a fargli visita, perché questo mi ha permesso di constatare di persona come l’America sia caduta in basso. Anche se non ricco mi ha comunque permesso di stare da lui. Gli sono grato perché, senza il suo aiuto, non sarei stato in grado di curiosare in giro dal momento che non conoscevo nessun altro che mi potesse aiutare. Però dopo solo un paio di minuti che ero da lui mi sono accorto di quanto l’americano medio si sia impoverito.

Il mio amico non aveva un soldo, niente. Mi ha addirittura chiesto 20 dollari per la benzina. Gliene ho dati 100. Era felice. Io ero molto deluso, per molti motivi. Anzitutto, mi dispiace, ma 100 dollari non sono molto per la maggior parte del mondo occidentale ( o della Cina o del Giappone). Ero rimasto male che mi avesse chiesto del denaro. Attenzione, non ce l’ho con lui. Lui ha vissuto tutta la vita in America, è nato e cresciuto qui. Adesso si è imparato che questo modo di fare oggi è consentito. Però mi ricordo di un tempo quando invece non lo era. In Giappone non se ne parla proprio (e, sospetto, in tutte le società asiatiche).

In Giappone un ospite è un ospite. Un ospite a casa vostra, specialmente uno che viene da lontano, è trattato con riverenza. E’ assolutamente impensabile chiedere del denaro a un ospite (anche se, in Giappone, fa parte della buona educazione chiedere di partecipare alle spese, per ricevere un cortese rifiuto).

Mi ricordo che era così anche in America. In Giappone l’onore e il rispetto sono molto più apprezzati del denaro. Se in Giappone ci dovesse essere un ospite a casa vostra e voi non aveste il denaro occorrente, fareste sicuramente qualcosa, per poter trattare il vostro ospite con il massimo rispetto. Non si è mai sentito dire di chiedere del danaro all’ospite.)

Mi ricordo un vecchio filmato TV dove si incontra il seguente dialogo:
“Ti va una birra?”
“Certo!”
“Anche a me. Ce li hai i soldi?”

Si trattava di una scena comica apparsa prima del 1997. Oggi non si tratta più di una battuta comica.

Da quel che mi risulta oggi in America un laureato di 30 anni guadagna meno di quanto guadagnassi io nel 1975, come venditore a tempo parziale nei grandi magazzini di Sears Roebuck. Alcuni amici mi dicono che guadagnano da 6 a 8 dollari all’ora. Con 40 ore settimanali fanno in totale 320 dollari, meno le tasse. Nel 1975 guadagnavo 1.000 dollari al mese, tasse escluse, e si trattava di dollari del 1975. Non sono un economista ma è facile capire come oggi i giovani non possano risparmiare niente, visto quanto guadagnano.

Quando il mio amico mi ha fatto fare un giro in città per andare a Camp Casey ci siamo fermati a una stazione di servizio. Naturalmente mi sono offerto di pagare la benzina. Il mio amico si è subito lamentato di quanto sia aumentata la benzina. A questo punto mi è apparso chiaro un altro piccolo segnale di quanto l’America si sia avvicinata ai paesi del terzo mondo, ammesso che non ci sia già. Il mio amico si lamentava che la benzina era arrivata a 3 dollari al gallone. So che ad Atlanta, dopo l’uragano Catrina, il prezzo è arrivato a 6 dollari al gallone.

Ho scrollato il capo pensando: “Quand’è che questi pazzi si decideranno a svegliarsi?” Apparentemente sembra che gli USA abbiano fatto bene a invadere l’Irak per via del petrolio. Il Giappone invece non ha risorse naturali. L’America si. Inoltre produce anche del petrolio. Pensate un po’. Circa sette anni fa in Giappone un litro di benzina costava 100 yen (3,78 litri ogni gallone). Oggi il prezzo è arrivato a125 yen al litro. Questo significa che il prezzo odierno di un gallone di petrolio in Giappone, una nazione non produttrice, è di circa 4,58 dollari, un aumento del 25% in sette anni. Ora non bisogna essere un mago della finanza per rendersi conto che se il prezzo della benzina in America, un paese che produce in proprio, è raddoppiato negli ultimi anni c’è qualcosa di strano che non va. Come è possibile che il prezzo della benzina in Giappone sia salito così poco, circa il 3% annuo, mentre in America i prezzi si sono raddoppiati?

E’ solo la guerra in Irak? O il declino del dollaro? Forse un po’ di tutti e due. Però si può essere sicuri di una cosa, il governo USA si sta approfittando degli americani, non importa se democratici o repubblicani. E pensare che l’americano medio sostiene ancora con gli applausi il mostro federale.

Dopo il rifornimento siamo tornati sulla strada. Guardando il panorama mi è venuta la sensazione averlo già visto. Hei, ho detto fra me, Questo paesaggio l’ho già visto. Ma dove? Ed ecco che mi è venuto in mente. La strada che porta a Crawford assomigliava alla strada che va dall’aeroporto internazionale di Phuket a Patong Beach, veramente un bel posto ma certamente non una strada che attraversa una potenza mondiale.

Ogni tanto passavamo attraverso qualche piccola cittadina, le case in rovina con le imposte tutte sbarrate. L’ombra di quello che era una volta. In mezzo alle strade deserte e alle case c’era sporcizia dappertutto. Dappertutto. Tutto sembrava in abbandono. I bagni pubblici puzzavano come se non fossero mai stati puliti. Ogni tanto si vedeva un barbone solitario che camminava lungo il bordo della strada. Sembrava proprio una nazione del terzo mondo. Una povertà simile in Giappone non esiste. Però questi sono gli Stati Uniti di oggi.

Gli americani si vantano sempre di essere i più ricchi e i più liberi del mondo, ecc. ecc. Ma, secondo il punto di vista di questo figlio dell’America è arrivato il crepuscolo. Si sta facendo notte. Non vedo nessuna via d’uscita al disastro che vi aspetta. I problemi sono troppo numerosi, non vi sono dibattiti sulle necessarie vie d’uscita, e anche la psiche è distrutta.

Mike (in Tokio) Rogers è nato e cresciuto in America. Si è trasferito in Giappone nel 1984. Si vanta di essere stato licenziato da tutte le stazioni radio di Tokio presso cui aveva lavorato. Da una anche tre volte. Il suo primo libro Schizophrenic in Japan è ora in vendita.

Fonte:www.lewrockwell.com
Link:http://www.lewrockwell.com/rogers/rogers171.html

12.09.05

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da VICHI

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