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La Redazione

 

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DESTRA, SINISTRA E ALTRI TIC ANTROPOLOGICI

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A cura di Davide
Il 21 Settembre 2009
102 Views
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DI MIGUEL MARTINEZ
kelebek.splinder.com/

Questo blog ha due piani: quello dei miei post e quello dei commenti.

Come ho già detto altre volte, per qualche misterioso motivo, i commenti sono spesso di altissimo livello, e toccano i temi più svariati – invito i lettori a non fare come me, che in genere guardo solo i post ma non i commenti dei blog altrui.

Tra le persone che aiutano a mantenere questo livello, c’è Andrea Di Vita, con cui in genere concordo mirabilmente.

Ieri lui ha fatto un’affermazione con cui invece non concordo: in questo articolo, quando critico “Andrea” non intendo in realtà lui, ma unicamente l’affermazione che lui ha fatto e che riporto qui.

Come sapete, quasi tutti i paesi occidentali hanno un elettorato spaccato quasi esattamente a metà tra un partito che si potrebbe chiamare “di Sinistra” e uno che si potrebbe chiamare “di Destra“.

E’ una spaccatura che esiste, che coinvolge milioni di persone, ma che non si riesce mai a definire.

Andrea Di Vita ha cercato di dare una breve definizione:

La Destra, di qualunque tipo (conservatrice, fascista, ecc.) parte dall’idea di difendere dei Valori Fondamentali dell’Essere Umano. L’appartenenza alla comunità dei credenti in tali Valori è dunque il criterio di base (siano essi Valori della Lega della Chiesa o del Partito). Chi non appartiene a tali valori è comunque un minus habens: ”io sono la la vite e voi i tralci, i tralci staccati dalla vite non portano frutto, seccano e vanno nel fuoco”. Per la Destra la libertà è la libertà DA qualcosa: il male, il peccato, la Reazione, l’Immigrato, cambia di volta in volta, non ha importanza. Un ovvio esempio di Destra è lo stalinismo.

La Sinistra dice invece che cio’ che conta è il comportamento concreto dei singoli, non essendoci necessità di qualcosa come dei Valori Fondamentali a distinguere nella loro presunta Essenza o Anima o Razza o Identità gli esseri umani gli uni dagli altri. Un caso particolare è il marxismo (che parla di rapporti di classe), un altro è il libertarismo anarchico (che invece sottolinea l’importanza della autonoma responsabilità individuale), un altro ancora il relativismo etico proprio degli Illuministi, un altro è l’Epicureismo. Per la Sinistra la libertà DI fare qualcosa (gli acquisti, oppure l’aborto, oppure l’amore ecc.).

E’ chiaro che ogni forma di oppressione legalizzata, così come ogni linciaggio, ecc. è possibile solo quando ‘Io Ho Ragione E L’Altro Ha Torto’.”

Moltissimi italiani che si definiscono di Sinistra si riconosceranno nella definizione che dà Andrea. Anzi, diciamo che tranne pittoresche frange staliniste, la grande maggioranza di chi si dichiara di Sinistra vi si riconoscerebbe.

Ma questa definizione è utile per dividere in due la specie umana?

In Italia, chi vota per la coalizione detta di centrosinistra non coincide affatto con chi si dichiara di Sinistra. La divisione elettorale in due campi – che tendiamo a chiamare con i nomi primordiali di Destra e di Sinistra, come potremmo invece chiamarli di Su o di Giù – rispecchia semplicemente un sistema elettorale sostanzialmente uninominale. E il voto si basa molto di più su interessi concreti, che dipendono dal luogo dove si vive, dalla famiglia di provenienza, dalle proprie aspettative, molto di più che da astrazioni.

Le persone che si ritengono “di Sinistra” saranno al massimo il 20% della popolazione, una minoranza rispettabile, ma niente di più. Si può definire “di Destra” il restante 80% della popolazione?

E negli Stati Uniti, dove esiste sì la divisione in due partiti, ma dove quasi nessuno si dichiara “di Sinistra” o “di Destra”? E’ corretto definire “di Sinistra” quegli statunitensi che si riconoscerebbero nella definizione data da Andrea, ma che respingono l’etichetta “Sinistra”?

Ma il problema principale sorge con il termine “Destra“, che a mio avviso non è affatto complementare a “Sinistra”. Infatti, “Sinistra” è un termine che la Sinistra usa per se stessa; “Destra” è un termine che la stessa Sinistra – e nessun altro – usa per definire chi non è di Sinistra. Una divisione in due della complessità umana, che ricorda quella operata dai seguaci di Gesù. Che legittimamente definivano se stessi “cristiani”, e illegittimamente definivano tutto il resto dell’umanità “pagani”.

Il termine “Destra” viene fatto proprio, in Italia, da pochissime persone. E a volte solo per riflesso mediatico. Uno che dice “io voto a destra perché non mi piace che le Coop abbiano il monopolio degli appalti nel mio comune“, non sta affermando di essere di Destra, bensì usa un’abbreviazione del termine mediatico “coalizione di centrodestra”.

Il termine “Destra” viene respinto per primo dalle persone che i media chiamano “di estrema Destra”, cioè i neofascisti; ma anche dalla grande maggioranza degli ex-democristiani che si dichiarano piuttosto “moderati” o “di centro“. Solo alcuni accesi anticomunisti usano il termine Destra: “sì, sono di Destra, e allora?” E’ un termine reattivo, per dire, “io sono il contrario di voi di Sinistra”.

Molti in Italia si dichiarano “di Sinistra”, magari in maniera paradossale – lo hanno fatto, che mi ricordi, Berlusconi, Bossi e Maroni. Questo evidentemente significa che il termine “Sinistra” ha un valore di mercato molto diverso dal termine “Destra”. Non tra il 20% di italiani di “Sinistra”, ma nella società in generale. Cioè nella società che la Sinistra critica.

Ora, se il 20% degli italiani si riconoscono come di Sinistra, e il 5% come di Destra, cosa ne è del restante 75% della popolazione? E quel 5% che si ritiene “di Destra” si riconoscerebbe nella definizione che dà Andrea Di Vita?

Se esiste una Sinistra, non esiste una Destra. Esistono innumerevoli “non sinistre”, che la Sinistra accomuna arbitrariamente nella categoria di “Destra”.

Esistono cattolici conservatori che ritengono che le leggi umane debbano riflettere quelle divine, ma che credono anche a forme di solidarietà sociale: tutti fratelli perché figli di un unico Padre.

Ma esiste una “non sinistra” infinitamente più potente, che agisce in maniera pragmatica, con importanti sottintesi filosofici che però non si esprimono quasi mai come verità scritte. In sintesi, il sottinteso è: il mondo è caos, non esiste né Dio né senso, ma la libera volontà dell’individuo che si esprime attraverso la potenza faustiana dell’impresa.

L’impresa devasta e crea, trasforma tutto nello scontro quotidiano con la natura e tra gli uomini: uno scontro che ha bisogno di ciò che si chiama “democrazia“, perché è solo nella libera concorrenza politica ed economica che emergono i migliori.

L’impresa inventa un senso al mondo e incidentalmente migliora la vita a tutti coloro che sanno cogliere l’opportunità. Il resto del mondo è destinato a soccombere a causa di superstizioni, rigide regole, stati scialacquatori, vincoli familiari e culturali, regimi non democratici.

Il filosofo Leo Strauss ha espresso abbastanza bene questa ideologia, per cui la chiameremo “straussismo“: solo per capirci, perché Leo Strauss non ha inventato nulla e probabilmente è ignoto alla maggioranza delle persone che io chiamo arbitrariamente “straussisti”.

Questa è la cultura dominante di coloro che oggi fanno realmente la storia. Che non sono blogger, bensì imprenditori, militari e uomini della finanza. Lo straussismo quindi è la “non sinistra” che conta. Ma è “Destra” nel senso in cui la intende Andrea?

Anzi, mi viene il sospetto che lo straussismo abbia qualche punto di contatto con la “Sinistra” descritta da Andrea.

Ovviamente c’è una differenza importante: il libero individuo di Andrea è sicuramente rispettoso del prossimo, mentre il libero imprenditore straussista il proprio prossimo lo licenzia o lo bombarda. Però questa differenza non rientra nella classificazione di “Destra” e “Sinistra” che Andrea ha proposto.

Questa affinità non ha nulla di strano. Infatti, né la Sinistra di Andrea, né lo straussismo, sono pensieri astratti che sorgono dal nulla: sono entrambe prodotti del ceto medio-alto urbano dell’Occidente capitalista. Non a caso, la Sinistra di Andrea riceve definizioni individuali e non sociali: non si parla di cibo, di istruzione, di pensioni, ma di acquisti, aborto e amore.

Tutte cose che il libero mercato in principio dovrebbe offrire in abbondanza a chi detiene i mezzi economici.

Per questo motivo, la Sinistra di cui lui parla non ha rapporti con i movimenti che si sono dichiarati di Sinistra e hanno fatto la storia: in Russia, in Cina, in Vietnam, in Messico ad esempio. Anzi, credo che tutti i movimenti storici di quel tipo verrebbero da lui classificati come di “Destra”. Ma se quei movimenti sono stati di Destra, e sono state di Destra anche le istituzioni a cui si sono opposti, vuol dire semplicemente che il “Terzo Mondo è di Destra“; mentre il finanziere gay di Parigi che vota Sarkozy è “di Sinistra”.

“E allora, tu cosa proponi“, sento già sussurrare.

Niente. Nel senso che intendo usare i termini “Destra” e “Sinistra” il meno possibile, e quando li uso, cerco di farlo nel senso meno trascendente possibile. Ad esempio mi può scappare di definire di “Destra” chi in questo momento vuole fare tagli alla scuola pubblica (e più tagli propone, più diventa di “estrema Destra”). Non perché esista un astratto archetipo di “Destra”, ma semplicemente perché oggi si tratta di un progetto che è condiviso da gente che si riconosce più o meno come di “centrodestra”.

E va benissimo usare questi termini anche in riferimento ai buffi tic antropologici che caratterizzano alcuni italiani. Che so, è di Destra fare grandi matrimoni cui si invitano tutti i parenti, è di Sinistra fare le ore piccole in sale fumose litigando sugli aggettivi da usare in un Documento Politico.

Ma la vita è un’altra cosa.

P.S. Invito Andrea a rispondere, se vuole, non con un semplice commento, ma magari con un testo lungo da spedirmi in privato, e che ovviamente pubblicherò.

Miguel Martinez
Fonte: http://kelebek.splinder.com/
Link: http://kelebek.splinder.com/post/21341326/Destra%2C+Sinistra+e+altri+tic+a
20.09.2009

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