Denigrare chi non si vaccina è un atto eversivo

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un insegnate di Storia e Filosofia sospeso che si scaglia contro il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, colpevole di aver denigrato coloro che non hanno voluto sottoporsi alla vaccinazione sperimentale.

* * *

Padova, 31 marzo 2022

Onorevole Ministro dell’Istruzione Prof. Patrizio Bianchi,

la rivendicazione da Lei fatta in Parlamento attraverso il Ministro D’Incà della natura sostanzialmente punitiva e non sanitaria del decreto n. 24/2022, nella parte che disciplina il ritorno a scuola degli insegnanti non vaccinati e contrari al Green Pass, non è degna dei valori sui quali è fondata e si regge la nostra Repubblica, ai quali Lei come ogni altro membro del Governo deve conformare la Sua azione. Vale a dire i valori dell’eguaglianza, dignità e non discriminazione dei cittadini, del lavoro e della difesa delle minoranze di ogni genere.

Definire “diseducativo” il ritorno in cattedra di questi docenti, istigare pubblicamente al disprezzo morale e all’odio sociale contro chi legittimamente si avvale del proprio senso critico, è atto eversivo di ogni convivenza democratica, che non passerebbe senza conseguenze se in Italia le istituzioni e l’opinione pubblica da tempo non fossero oltraggiate nelle loro funzioni.

Come Lei ben sa, la Scuola pubblica italiana non ha il dovere di educare i giovani all’obbedienza verso il Governo di turno e la sua agenda, ma di istruirli e formarli al pieno sviluppo delle loro capacità nel rispetto dei valori democratici. Compito che essa svolge grazie alla libertà d’insegnamento garantita dalla Costituzione (art. 33) e nell’apertura a tutti, che ne è la conseguenza (art. 34).

Come cittadino ed educatore ritengo pertanto inaccettabili, sia le parole denigratorie verso una minoranza che si è semplicemente avvalsa del suo diritto al dissenso, sia le gravi conseguenze umane e professionali cui essa è sottoposta nell’esercizio di questa libertà (come la sospensione dal lavoro e dallo stipendio), che non possono mai violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana (art. 32). La differenza tra un governo democratico e uno che non lo è si misura proprio dalla gestione delle emergenze, poiché soltanto il secondo ritiene che esse legittimino il mancato rispetto dei diritti fondamentali!

Appellandomi ai Suoi doveri di servitore dello Stato (art. 54), Le chiedo dunque di sconfessare pubblicamente quanto affermato in Parlamento e di ritirare immediatamente queste misure inique e inutilmente vessatorie, come è nei Suoi poteri.

Con ossequio,

Prof. Marco Bonsanto
insegnante sospeso di Storia e Filosofia

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Massimo A. Cascone, 21.04.2022

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