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La Redazione

 

I piu' letti degli ultimi 30 giorni

DEI MASS MEDIA , DELLA SOCIETA’ DELLO SPETTACOLO, DELLA “POLITICA” E…

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A cura di Davide
Il 10 Ottobre 2007
52 Views

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DI H.S.
http://www.cloroalclero.com

Ho appreso che nel suo blog , Grillo è incappato in qualche “incidente”. Non c’è da stupirsi : quando si affrontano temi tanto complessi come l’immigrazione – e l’Italia ne ha di problemi ! – non si può porre la questione in termini demagogici ricercando anche il consenso di un pubblico particolare… Non è però di questo che voglio parlare , ma chiarire e concludere le tematiche precedentemente affrontate e , quindi , delineare meglio quel che penso anche su Grillo…

A costo di essere pedante e noioso cercherò di chiarire introducendo alcuni concetti.

Nel corso degli ultimi cinquant’anni abbiamo assistito a una serie di processi che , normalmente , etichettiamo con il termine “globalizzazione” , vale a dire la maggiore interdipendenza e contatto fra soggetti prima sconosciuti l’uno all’altro. In questi anni di postmodernità l’espansione del Mercato è forse il processo più marcato e invasivo : anche se non tutto il globo è stato compreso in questo sistema , non inedito , ma egemone , oggi i rapporti sociali si svolgono prevalentemente nell’alveo dell’economia. Da ciò deriva la diffusione di una mentalità sempre più pragmatica ed utilitarista di marca anglosassone , dall’altro è sottesa l’evoluzione di un’ideologia ,- il neoliberismo – che rigetta qualunque forma di socialismo anche nelle forme socialdemocratiche. Anche dal punto di vista antropologico o – si direbbe – dell’antropologia dell’economia cambia il tipo “umano” : non più l’uomo “produttore” bensì l’uomo “consumatore” definisce l’identità dell’individuo. Nel recente passato e oggi è il consumo , per dirla con Bauman , ad attribuire un determinato status ad un individuo. Indotti da bisogni reali o artificiosamente creati dalla pubblicità consumiamo prodotti sempre più superflui senza i quali , anni fa , si sopravviveva tranquillamente. E diventiamo anche consumatori compulsivi… Anche se si è poveri , ci si può indebitare per acquistare , ad esempio un cellulare , per condurre una vita al di sopra delle proprie possibilità. Il Sistema , il Mercato lo richiedono… Di conseguenza è la possibilità di continuare a consumare , piuttosto che il lavoro , a integrarci nelle società postmoderne.

Indubbiamente i massa media , i grandi media (televisione , la rete , la radio , ecc…) , seppure con diversità , sono partecipi di questi processi. La comunicazione globale permette di porci in contatto con realtà lontane con il metro , il paradigma delle nostre società postmoderne e neoliberiste. Il linguaggio universale viene “parlato” dalle corporations come la Coca Cola.

Ma , chiediamoci , cosa è un media… Un media è ciò che , appunto , fa da filtro al nostro contatto con la realtà , “media” , appunto… Noi non conosciamo la realtà in maniera diretta se non in minima parte ; possiamo abbracciare la conoscenza derivata dall’esperienza solo in piccole dosi. Dobbiamo ricorrere ai media come pure i libri e i giornali. Ne consegue che noi non conosciamo , ma interpretiamo la realtà mediata che non è realtà in quanto tale. Certo i media possono indurci ad elaborare le informazioni come nel caso della parola scritta , nei confronti della quale , è necessario uno sforzo intellettivo , ma possono anche imporsi con le immagini che richiedono particolari capacità di elaborazione perché colpiscono le nostre emozioni e il nostro immaginario più che il nostro intelletto. Comunque sia i media sono necessari , perché solo attraverso essi possiamo rapportarci con una realtà più ampia e meno immediata. Insomma dovrebbe essere compito dei media quello di mediare…

Spettacolo è , invece , essenzialmente rappresentazione , quindi artificio e finzione concepite per il sollazzo , il divertimento o , in senso stretto , il divertissement , l’evasione dalla realtà. Lo spettacolo pertiene la dimensione del tempo libero ed è essa stessa , forma di consumo che cerca di soddisfare bisogni e gusti differenziati. Altra caratteristica è il “gioco” , jouer in francese e play in inglese , quel particolare rapporto fa l’uomo di spettacolo e lo spettatore , il fruitore : l’artificio , infatti , è proprio del gioco e si esaurisce nel gioco. Naturalmente abbiamo bisogno dell’evasione , dello spettacolo sia essa nella forma del cinema , della musica di qualunque genere , del teatro , ecc… Inoltre lo spettacolo può essere esso stesso media , mediatore , quindi fra spettatore e realtà , in qualsiasi forma. Evasione dalla realtà , ma anche , in parte , interpretazione della realtà , dunque…

Il problema delle nostre società postmoderne , però , è il carattere sempre più invasivo e pervasivo dello spettacolo ; la società postmoderna diventa vera e propria società dello Spettacolo , nel senso indicato da Debord che ne avvertiva i sintomi più di quarant’anni fa. Lo Spettacolo va oltre l’evasione e diventa barriera alla realtà ; uno schermo… Questa invasione si può scorgere nella pubblicità sempre più invadente e nella televisione ormai ospite fissa in una miriade di esercizi commerciali… La vita diventa un’enorme simulazione , un gigantesco palcoscenico con attori e spettatori in cui i primi giocano e instradano i secondi ma senza essere padroni del gioco. Oltre quel palcoscenico , oltre quel teatro , c’è la realtà , ma noi non possiamo afferrarla , non possiamo coglierla , affascinati dalle rappresentazioni che ci avvolgono. Lo Spettacolo non è più media , ma un muro fra noi e la realtà anche se si impadronisce di brandelli di realtà , per distorcerla , banalizzarla , sminuirne il significato. Naturalmente sto procedendo per metafore , ma penso che non siamo molto lontani da questo stato di cose. Quando penso all’invasività dello “Spettacolo” , mi vengono in mente , ad esempio , i funerali con i battimani.

Nel senso che ho descritto , la televisione diventa un ricettacolo del peggio , della banalizzazione quasi totale della realtà , almeno gran parte della televisione. Esempi di “banalizzazione” sono , naturalmente , i realities , che simulano una realtà che non esiste , presentandola , però , come tale ai telespettatori. E la vita diventa un grande spettacolo ; non importa quali possono essere i tuoi sentimenti o i tuoi pensieri… Nella cosiddetta TV del “dolore” vengono proposte storie di quotidiano dolore o orrore , ma il contesto della rappresentazione le priva del loro significato intimo , celato… Le inchieste di delitti , con la complicità di giornalisti che non sanno più cosa sia il vero giornalismo , sono seguite come romanzi gialli a puntate… I mezzobusti televisivi accompagnano l’orrore quotidiano insito nelle notizie , nell’informazione televisiva con un sorriso che pare sfoggiato da un presentatore di varietà…

Sulla “rete” , su internet posso dire di non condividere questa esaltazione sulla presunta libertà da ogni censura. E’ vero : posso affermare di far passare i miei scritti che possono essere letti da molte persone e questo , al di là dei vari giudizi , può far piacere , ma anche la rete è a rischio… “spettacolo”. Prendiamo , ad esempio , i forum di discussione , qualsiasi forum di discussione , l’adozione di nick o pseudonimi accosta il tutto ad una sorta di gioco di società virtuale , di videogame. Insomma ci identifichiamo con personaggi che , probabilmente , non ci rispecchiano a pieno… Giochiamo , fantastichiamo un po’…

Si tratta del discorso un po’ vecchio , ormai , ma non del tutto infondato , di una realtà sempre più virtuale , una realtà parallela che diventa parte di noi.

Avendo trattato gli aspetti più , per così dire , “privati” , mi accingo ad affrontare la sfera della “politica”. Forse non ne varrebbe la pena , visto che , in una società sempre più dello Spettacolo sono gli anchormen televisivi , i cantanti pop/rock , gli attori di Hollywood , i giocatori di calcio , i piloti di Formula Uno e di Moto , modelle e veline ad assumere il ruolo di modelli per i giovani – e non solo – piuttosto che i politici…

Politica , appunto , anzi “politica” come politica – spettacolo o spettacolo – politica. Si confrontino le noiose ma sobrie Tribune Politiche di una volta con i talk show “politici” di oggi condotti dai vari Santoro , Floris , Vespa , ognuno concepito e pensato per una fetta di pubblico diversificata.

Fu forse Marco Pannella , insieme ai Radicali , a portare una forma di politica – spettacolo sulla RAI , e a creare sensazione con le canne , i bavagli , ecc… A fini elettorali , il primo a usufruire della televisione in senso “spettacolare” fu , invece Craxi , negli ultimi anni delle sue fortune , aiutato dalle reti dell’amico Berlusconi. Ed è con quest’ultimo , già tycoon televisivo , produttore e distributore cinematografico e proprietario di una celebre squadra di calcio , quindi un autentico uomo di spettacolo che conosce i meccanismi dello spettacolo , che la politica si fa veramente Spettacolo. Il berlusconismo , infatti , è essenzialmente questo : un’inondazione del mare dello spettacolo nella politica. Non è un caso che egli abbia coinvolto nelle sue operazioni i vari Vianello , Mondani , Buongiorno , Zanicchi , ecc…

La “politica” , dunque , come un immenso palcoscenico in cui i politici si comportano come attori. L’amministrazione del consenso avviene non nei confronti di cittadini , ma di spettatori nei confronti dei quali fare sensazione. E noi non vediamo quello che è al di là del palcoscenico , la politica vera e quelle decisioni che vengono prese dai poteri forti e reali , coloro che hanno i capitali , possiedono i giornali e le televisioni e sono in grado di imporre l’agenda politica… Noi , invece , ci rapportiamo con i poteri “deboli” e un po’ virtuali. Quello che ascoltiamo è un bla , bla vuoto e senza fine , una falsa dialettica sinistra – destra , lib – lab… Il nuovo Partito Democratico appare , almeno in questa fase , come un vuoto contenitore di Nulla , dove tutto e niente è possibile. Il suo leader quasi sicuro , Veltroni , ama il cinema e ingoia tutto del cinema considerato il fatto che ha scritto di “Giovannona Coscialunga” come fosse stato diretto da Lubitsch , e , infatti , anche come politico , è capace di ogni dichiarazione e del suo contrario. Intanto assistiamo allo spettacolo irritante di politici che vanno in televisione e si esibiscono in canti , balli , ecc… Insomma , oltrechè inetti e potenzialmente corrotti e “pregiudicati” (almeno per quella parte consistente di cui abbiamo notizia) , ci troviamo di fronte a pagliacci da circo. Pure il radicalismo , l’estremismo si tingono di “spettacolo”. E’ noto come polizia e alcuni centri sociali avessero , in passato simulato scontri e , per quanto riguarda le devastazioni teppistiche dei cosiddetti Black Bloc e cani sciolti al seguito , paiono concepiti per le telecamere come le devastazioni degli ultrà da stadio. Lo Spettacolo può durare finchè non si raggiunge un punto di rottura , quando il sipario , almeno per i buffoni odierni , sta per calare , sempre in senso metaforico , s’intende…

Ritorniamo a Grillo che non ha poco a che fare con questo discorso… Ribadisco che il comico – o noncomico – genovese incarna una doppia natura come nessun altro. Ribadisco che è anche un fenomeno “massmediatico” e spiego perchè… Grillo è nato all’interno dei programmi RAI ed era un comico bravo , ma , al confronto di oggi , piuttosto tiepido. Venne cacciato da Domenica In – allora condotta da Pippo Baudo – per una battuta sui socialisti salace , ma , rispetto a quello che avrebbe detto in seguito , piuttosto innocente. Da allora le sue apparizioni televisive sono state molto sporadiche , molto per volontà dei politici , ma in parte anche per sua scelta… Durante una trasmissione , mi pare proprio un Festival di Sanremo di quasi vent’anni fa , diede sfogo alla sua rabbia , in un’esibizione con largo seguito. Era nato il personaggio Grillo così come lo conosciamo ancor oggi e che , se non fosse stato per quella cacciata da Domenica In , non sarebbe probabilmente mai nato. E’ vero poi che lui ebbe il coraggio di intraprendere un’altra strada che non fosse quella televisiva , ma , da allora , ha creato fortissime aspettative nel pubblico televisivo che ha sempre sperato di rivedere “quel Grillo”. Il blog di Grillo , dunque , non nasce dal nulla , da un emerito sconosciuto…

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Quando accosto il comico genovese al personaggio di “Quinto potere” non è certo per insinuare che sia un pazzo nelle mani di network televisivi , ma per mettere in luce il tipo di rapporto che egli instaura con il pubblico… Da qui gli ammiccamenti , la ricerca dell’applauso , della battuta anche facile , la voce data ad un’indignazione che , chiariamoci , non è ingiustificata ed infondata ma inserita in un contesto “spettacolare”. In questo Grillo è uomo “massmediatico” e “spettacolare” , conosce questo tipo di comunicazione , sa cosa dare al pubblico ed è molto bravo nelle esibizioni. Per chi ha visto l’esibizione del V Day con un minimo di distacco , non può non sfuggire come oltre ad essere una manifestazione politica , si sia presentata anche come un’esibizione scritta e recitata per il pubblico che a Bologna voleva vedere il comico. Due recenti uscite di Grillo “tradiscono” questi aspetti. Nel corso di una battuta ormai ripetuta all’infinito Grillo si è praticamente paragonato ad un comico come Rowan Atkinson alias Mr. Bean. E’ evidente l’effetto “banalizzante” con cui , tra l’altro , Grillo “banalizza” sé stesso : come se avesse detto “beh! Che volete farci ! Io sono un comico.”E’ chiaro che Grillo non è un comico come gli altri , né , tantomeno , Mr. Bean. In realtà si è assistito ad un curioso fenomeno di ribaltamento di ruoli , mentre Grillo si erge a politico , il Ministro di Giustizia , creando blog per rispondergli , diventa macchietta. Un’altra uscita che tradisce i suddetti aspetti è l’attacco scagliato al regista Nanni Moretti , già leader dei “Girotondi”. Grillo lo accusa di essere “un pompato dalle televisioni” , ma il regista era già noto , molto noto pure all’estero per avere vinto a Cannes con il film “La stanza del figlio” , ma è tutto il tono dell’attacco ad essere stonato , indipendentemente da quel che si può pensare del regista romano. Invece di chiedergli delucidazioni sul suo ritiro , Grillo usa proprio un argomento chiaramente “massmediatico” come a dire “guardate me che ho alle spalle il popolo genuino della “rete” , mica come quello lì che era pompato dalle televisioni.” Insomma si fa riferimento all’audience , al pubblico…

Detto questo , è pur vero che , in apparente contraddizione con il “Grillo comico” , esiste un Grillo politico , genuinamente politico nel senso più ampio , che si occupa di vari problemi , fa opera informativa e divulgativa sullo sviluppo sostenibile , tratta i temi della new economy , si avvicina , magari , ai movimenti denominati New Global , ecc… Non è poco ; trattare determinati temi , soprattutto in tempi non sospetti , è anche ricerca delle soluzioni. Ciò , come dicevo , è genuinamente politico , interesse della comunità , il problema , probabilmente , è che , per i limiti del personaggio , il suo orizzonte , le sue prospettive politiche sono piuttosto confuse.
Queste due essenze , l’uomo di spettacolo e l’uomo “politico” , convivono nella stessa persona , paradossalmente.

I tempi cambiano ; la politica , per una serie di ragioni anche note , è screditata , la geografia politica per forza di cose muterà oppure si creerà un vuoto di potere che verrà , per forza di cose , colmato. Dopo la rottura , subentrerà la stabilizzazione , la normalizzazione… Il problema è , appunto : quale normalizzazione. Ormai è impossibile non sentire questo vento ed , infatti , anche Grillo lo ha sentito e , seppure , indirettamente , si è proposto come leader politico. Cosa significa , infatti , fare propositi di demolizione dei partiti se non è sottesa anche l’intenzione di sostituirli ? Inoltre i politici attuali , e con ragione , sono etichettati come dei “poveretti” , degli incapaci più che dei corrotti – anche se la foga degli attacchi , in questo caso , è un po’ fuori le righe. Nella crisi attuale Grillo ha la possibilità di sciogliere l’ambiguità che ho trattato sopra e dimostrare di essere un leader. Penso che qualche ambizione ce l’abbia e , dopotutto , è obbligato dalla situazione.

Ma è così semplice ? Come possiamo dedurre , non può più limitarsi a guidare un movimento di opinione o un gruppo di pressione , perché è sempre come affidarsi nelle mani dei corrotti e degli incapaci. Non può limitarsi alla “rete” , perché creare un movimento proprio , addirittura un partito – e i tempi sarebbero maturi per questo – è più complicato. Deve esserci un radicamento sul territorio , bisogna reclutare militanti – ma quelli che seguono il blog , sarebbero forse disponibili a fare militanza ? – , avere un’idea minima di cosa fare sui principali problemi (immigrazione , giustizia , lavoro , ecc…). Perdonatemi la battuta , ma Grillo non rinuncia a fare il comico quando pretende di attribuire bollini blu a liste civiche o movimenti – ma cosa sono le banane Ciquita ?-. Occorre un minimo di documento programmatico… Se vuole veramente essere un leader , il comico genovese dovrà rinunciare alle battute e non sarà grazie ad esse che se la caverà…

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Rinfreschiamoci la memoria su De Gaulle al quale è stato , anche da me accostato , almeno nella tipologia di fenomeno. Il generale francese ha governato , traghettando la Francia in un periodo difficile e non limitandosi a sparare sui partiti. Ha praticamente ribaltato lo stato , nel bene e nel male… Grillo , invece , presenta tre proposte che , rispetto alla dichiarazione di intenti di cacciare a calci in culo i politici , mantengono un profilo piuttosto bassino. Perché ci si dovrebbe accontentare di tenere politici corrotti ed inaffidabili per due legislature ? Nella casta non ci sarà poi un ricambio ? Essere leader innovatori della politica nell’Italia di oggi vuol dire fare qualcosa di rivoluzionario ; creare le condizioni per la sostituzione con una nuova classe dirigente finalmente politica a quella “politica”. Significa essere in qualche modo “antiliberisti” nel senso che l’azione puramente economicista non risolve i problemi ed occorrono altre prospettive , e , quindi , essere capaci anche di dire pesanti “no”. Credere che Grillo possa essere queste cose mi pare assai difficile… Oppure è solo il leader di un eterogeneo di arrabbiati ed incazzati con la politica e , allora , lascerà il tempo che trova , quando il ciclo della crisi sarà terminato ed altri – impossibile dire chi adesso – godranno dei frutti della nuova stagione. Allora scopriremo che , semplicemente , Grillo ha recitato , ha giocato… Scopriremo , alfine , che , in fondo , era solo uno showman , un comico ?

H.S.
10.10.2007

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