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La Redazione

 

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DEBITO PUBBLICO ITALIANO AL MASSIMO STORICO NEL SILENZIO ASSOLUTO DEI MEDIA DI REGIME

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A cura di Davide
Il 15 Novembre 2012
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DI ATTILIO FOLLIERO
umbvrei.blogspot.com

Nel più assoluto silenzio generale dei media ufficiali, il debito pubblico italiano,
alla fine di settembre ha fatto registrare il massimo storico: 1.995,14
miliardi di Euro! E’ quanto emerge dall’analisi dei dati pubblicati dalla Banca
d’Italia nell’ultimo Bollettino mensile “Finanza pubblica, fabbisogno e debito“, n. 61 del
13/11/2012, che riporta i dati al 30/09/2012.

Nell’ultimo mese il debito è cresciuto di ben 19,51 miliardi. Per avere una idea dell’ammontare di questa cifra basta considerare che è superiore all’intero monto pagato dagli italiani per l’IMU/ICI.

Dicevamo, nel più assoluto silenzio dei media uffciali e di regime perchè nessuno riporta la notizia ed è ovvio: sono tutti impegnati ad elogiare il Monti e quindi si astengono dal  diffondere le cifre reali.Monti è in carica dal 16 novembre del 2011 e nei 320
giorni di governo (al 30/09/2012), il debito pubblico italiano è aumentato
complessivamente di 80,75 miliardi, al ritmo di 252,34 milioni di euro al
giorno. Nell’anno anteriore al governo di Monti (31/10/2010-31/10/2011) il
debito era cresciuto di 44,52 miliardi, al ritmo di 121,97 milioni al giorno (Vedasi
di seguito la tabella del debito pubblico italiano, aggiornata mensilmente, degli
ultimi due anni).

In termini percentuali, al 30/09/2012, il debito
rappresenta il 126,26% del PIL del 2011; sappiamo, però che il PIL italiano
alla fine dell’anno in corso subirà una contrazione superiore al 2% e pertanto tale
dato è destinato a crescere e potrebbe arrivare al 130%; ciò significa che in
un solo anno il debito in relazione al PIL potrebbe aumentare del 10%; addirittura
potremmo aversi l’aumento annuale più alto registrato dal 1970 in poi. Solo negli
anni 2009 (+10.33%) e 1993 (+10,17%) l’aumento del debito annuale in relazione
al PIL è stato superiore al 10%.

Nell’era Monti, oltre al valore assoluto e percentuale del
debito, aumenta anche il debito a breve, quello in scadenza fino ad un anno.
Infatti, nei 320 giorni di Monti, il debito con scadenza inferiore ad un anno è
passato dai 494,63 miliardi del 15/11/2011 (nostra stima per interpolazione fra
i 497,55 miliardi al 31/10/2011 ed i 491,71 miliardi del 30/11/2011. Ricordiamo
che i dati del debito sono pubblicati mensilmente) ai 536,84 miliardi del
30/09/2012, con un aumento di 42,21 miliardi; mentre il debito con scadenza superiore
ad un anno aumenta nello stesso periodo di 38,54 miliardi. Infine, come ulteriore
dimostrazione del disastroso governo Monti, aggiungiamo che complessivamente la
vita media residua del debito italiano pubblico è passata da 7,6 anni a 7,2.

Italia
Debito pubblico mensile totale e vita residua
30/09/2010-30/09/2012
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Cliccare per ingrandire

Con il governo Monti continua inesorabilmente il peggioramento della qualità di vita degli italiani ed ovviamente aumentano ed aumenteranno sempre di più i conflitti sociali, destinati ad essere repressi con sempre maggior violenza dall’apparato repressivo dello stato (forze dell’ordine e militari).

In prospettiva intravediamo la possibilità di un ricorso al prestito del FMI e quando ciò avverrà, le pesanti ricette che questo istituto impone in cambio della concessione dei prestiti, obbligherà il governo di turno a misure che difficilmente potranno essere adottate in democrazia. Solo un regime forte può imporre ai popoli misure drastiche di vera e propria rapina dei patrimoni nazionali e personali e la sostanziale riduzione dei diritti civili e politici.

Al momento in cui scriviamo, in molti paesi d’Europa sono in corso uno sciopero generale e manifestazioni di protesta un po’ ovunque; arrivano notizie di scontri, di forti repressioni da parte delle forze dell’ordine e di arresti.

Ovviamente le forze dell’ordine sono state formate per reprimere ed ai difensori dei diritti umani non importa se sempre più spesso si lasciano andare ad atti di violenza gratuita (come quelli che propone la Repubbblica), che rimangono impuni perché anche la giustizia è al servizio unicamente dei poteri forti. Per esempio, l’agente che appare nel video di cui sopra andrebbe identificato, espulso dal corpo di polizia, privato del lauto stipendio, multato e giudicato da un tribunale penale.

Le forze dell’ordine, le forze dell’apparato repressivo di
uno stato sono costituite da esseri praticamente insensibili, incentivati con
bonifici salariali e fra le poche categorie che non subiscono pesanti tagli. Loro
non hanno il problema di perdere il posto di lavoro; non hanno il problema di non
pagare una rata del mutuo e ritrovarsi a vivere in mezzo alla strada; a loro non
importa se i governi chiudono le università pubbliche o aumentano le tasse da
pagare, perchè i loro figli hanno sempre la possibilità di educarsi in costose
università private e comunque hanno garantito per il futuro quanto meno un
lavoro, dato che generalmente subentrano ai padri (sarebbe interessante
analizzare quanti sono in Italia i poliziotti i cui padri o familiari più prossimi facevano i
poliziotti); a loro non importa se chiudono gli ospedali pubblici, perchè in
caso di malattia a loro ed ai loro familiari, con i lauti stipendi dello stato,
è garantita la cura nelle più costose cliniche private; se tagliano le pensioni
e la gente protesta, a loro non interessa perchè la loro pensione è sempre
garantita. Che riflettano gli agenti di polizia e le forze dell’ordine! Che
riflettano! Perchè il loro futuro sarà sempre più macchiato da atti di
violenza. E’ questo che vogliono per il loro futuro?

Siamo solo agli inizi. L’Italia, assieme gli altri paesi europei, diventerà sempre più povera e scivolerà verso un regime forte. Purtroppo la maggioranza non ha chiaro cosa gli riserva il futuro, credono ciecamente in uno stato che paternalisticamente li protegge e li proteggerà sempre e terminano confidando nelle proposte di partiti e movimenti elettroralistici.

Attilio Folliero
Fonte: http://umbvrei.blogspot.com
Link: http://umbvrei.blogspot.com/2012/11/debito-pubblico-italiano-al-massimo.html
14.11.2012

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