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DI GREG PALAST

Truthdig

Mi dispiace rovinare un lieto fine.

Il film “Selma” – come le commemorazioni di questa settimana della marcia di Martin Luther King Jr. da Selma, Alabama , 50 anni fa – celebra il gigantesco salto in avanti dell’America dall’apartheid.

Mezzo secolo fa la milizia di Stato dell’Alabama e una folla di teppisti razzisti malmenarono degli Afroamericani e non solo mentre marciavano attraverso il ponte Edmund Pettus, reclamando niente di più che il diritto di voto.

Dopo quel 24 marzo in cui M. L. King guidò 25.000 manifestanti che intonavano “We Shall Overcome” a Montgomery, la capitale dello Stato, il presidente degli Stati Uniti avrebbe introdotto la legge sul diritto di voto. Finalmente liberi, alla fine – di votare.

Potete mandare i titoli di coda.

Ciò nonostante, giusto pochi mesi fa, Martin Luther King mi ha chiesto: “Fra quanto tempo i cittadini afro-americani dell’Alabama -e del Mississippi e della Georgia – otterranno il diritto di votare senza impedimenti?”

E’ evidente che non ho parlato con King Jr. – un proiettile ce l’ha portato via nel 1968. La domanda è stata posta da suo figlio, Martin Luther King III. Ho trascorso un pomeriggio nella sua casa di Atlanta, dove abbiamo valutato attentamente le ultime prove del fatto che gli Americani di colore sono stati bloccati agli ingressi dei seggi in occasione delle elezioni di medio termine del 2014 – a centinaia di migliaia.

Mentre sua figlia di 6 anni c’intratteneva con la sua batteria giocattolo, ci siamo immersi in un enorme e riservatissimo database utilizzato dai funzionari elettorali, quasi tutti i Repubblicani – in 28 Stati. Il sistema, denominato “Controllo incrociato interstatale”, minaccia di annullare le schede elettorali di oltre un milione di votanti, per la stragrande maggioranza cittadini di colore.

Ci sono voluti sei mesi per il mio team di investigatori, in coordinamento con Al-Jazeera America, per mettere le mani su i nomi di quelli designati per il massacro dei diritti di voto.

Secondo i funzionari repubblicani, questi cittadini avevano votato due volte, in una stessa elezione, in due diversi Stati: un crimine federale. Come punizione, le loro schede elettorali postali sarebbero state cestinate e le relative registrazioni annullate. Ma nessun giornalista aveva visto gli elenchi (o, a questo riguardo, ha chiesto di farlo). I funzionari di Stato, gli equivalenti moderni di Bull Connor, si opposero alla nostra richiesta motivandola sulla base che questi Americani erano stati tutti sospettati in un’indagine criminale e quindi i file erano riservati.

Tuttavia, siamo riusciti ad ottenere parti di questi elenchi – 2,1 milioni di nomi di un totale da 3,5 milioni di “sospetti doppi votanti.”

Chi sono questi votanti criminali? Un esempio tipico: Kevin Antonio Hayes di Durham, N. C., avrebbe votato una seconda volta in Virginia come Kevin Thomas Hayes. Il signor Durham Hayes, tuttavia, mi ha giurato che non ha mai usato l’alias Thomas o messo piede in Virginia. Un altro: James Elmer Barnes Jr. della Georgia avrebbe votato una seconda volta come James Cross Barnes III di Arlington, Virginia.

Le liste vanno avanti così: un numero enorme di persone accusato unicamente sulla base della condivisione di un nome proprio e di un cognome con un elettore in un altro Stato.

È chiaro qual’è l’attrattiva per questi emuli della repubblicana Katherine Harris di questo assurdo metodo di identificazione di votanti fraudolenti. La grande frequenza di condivisione del cognome tra i Neri americani è un’ eredità della schiavitù. Il “Controllo incrociato” è un gioco di corrispondenze tra parole che funziona dannatamente bene anche per mettere KO gli elettori ispanici. (Secondo il censimento nazionale, almeno il 91,5 % degli Americani di nome Aguirre sono Ispanici e, secondo Gallup, due sui tre vota per i Democratici).

Io avevo dei dubbi – se Kevin Hayes avesse davvero votato due volte, le autorità avrebbero dovuto arrestarlo. Avrebbero dovuto arrestare 589.393 “rei di doppio voto” nel solo Nord Carolina. Ma non hanno messo al fresco nessuno. Tuttavia, i funzionari hanno ottenuto quello che volevano: Ad esempio, abbastanza elettori di colore sono stati bloccati, espunti ecancellati da sbattere fuori un Democratico dal Senato USA il novembre scorso.

Questa situazione preoccupa moltissimo Martin Luther King III, fondatore della “Realizing the Dream Foundation”. Cinquant’anni dopo il Bloody Sunday e la Legge sul Diritto di Voto, disse, “Il paradosso è che quando si guarda al Mississippi, Georgia, Alabama, Nord Carolina, Sud Carolina, dove si hanno grosse percentuali di Afro-americani – in Mississippi vicino al 50% – questi Stati hanno ancora la classe dirigente totalmente Repubblicana.” Il voto nero avrebbe dovuto far diventare questi Stati blu fisso democratico.

Che cosa è successo?

Incontriamo il nuovo Jim Crow. Cinquant’anni fa, gli Afroamericani venivano tenuti lontani dai seggi con la minaccia di percosse e linciaggi. Oggi, Jim Crow ha scambiato i suoi lenzuoli bianchi con fogli di calcolo. Adesso è il Dr. James Crow, analista di sistemi. Il suo metodo è il linciaggio informatico.

Alla fine del film “Selma” ci hanno raccontato che il brutale e razzista sceriffo di contea Jim Clark venne buttato fuori dal suo ufficio grazie agli elettori neri freschi di diritto di voto. Vero. Ma oggi, il Dr. James Crow ha una macchina magica che può far girare al contrario la Legge sul Diritto di Voto.

Ecco un esempio scoperto da Robert F. Kennedy Jr. : Nella notte del 5 novembre 2002, risultò che il Governatore democratico dell’Alabama Don Siegelman, il favorito dalla popolazione afro-americana, aveva vinto la rielezione. Ma alle 11 di sera, i funzionari elettorali repubblicani (bianchi) di Baldwin County dichiararono che era necessario ricontare le schede. Le porte d’ingresso del tribunale della contea furono chiuse. Non poterono entrare né la stampa né i Neri democratici. Per l’alba, i funzionari bianchi annunciarono di aver risolto un “problema” nel conteggio. Dopo il nuovo conteggio, la quota di Siegelman scese miracolosamente di 6.334 voti, assegnando la vittoria al suo avversario.

Avremmo potuto vedere le schede elettorali? No di certo; esse erano semplicemente registrazioni su file di computer. I file erano stati “corretti” – e Siegelman, la scelta degli elettori neri, era andato.
(A Siegelman venne sconsigliato di sporgere denuncia. Egli lo fece – e in breve tempo fu incarcerato con un’accusa di corruzione che Kennedy archiviò come “ridicola, orchestrata da un gruppetto di subdoli avvocati repubblicani.”)

Espungere fantasmagorici “doppi votanti”, e trovare migliaia di voti nella magia dei sistemi informatici sono solo due dei metodi a disposizione del Dr. James Crow. Lavorando con Kennedy, ho contato nove metodi sofisticati e razzialmente discutibili per bloccare il voto nero, che hanno portato alla perdita – con stima prudenziale – del diritto di voto di 5,9 milioni di Americani.

Nonostante la storia gloriosa della Marcia di Selma, la verità è che gli Stati Uniti e gli Stati del Sud in particolare stanno marciando sul ponte in senso opposto. La de-elettorizzazione – una parola di fantasia per indicare la segregazione elettorale – sta peggiorando, soprattutto a partire dal giugno 2013, quando la Corte Suprema annullò delle disposizioni chiave della Legge sul Diritto di Voto.

Sarebbe sbagliato e degradante per la memoria di coloro che hanno dato la vita per questa causa – inclusi i padri di King e Kennedy – dire che non abbiamo conseguito vittorie sul diritto di voto. Questo fine settimana possiamo congratularci con noi stessi per i grandi progressi dell’America contro il razzismo alle urne. Ma non dimentichiamo che il Dr. King dovette guidare una pericolosa marcia da Selma per dei diritti di voto che erano stati garantiti sulla carta un secolo prima dal 15° emendamento alla Costituzione – diritti vinti dopo che ben 600.000 Americani avevano combattuto fino alla morte tra Bull Run e Gettysburg.

La lotta per i diritti civili e umani non ha avuto inizio 50 anni fa, e non finirà tra altri 50. E’ una storia centenaria di corsi e ricorsi.

E questa è la lezione. Il Movie è finito, ma non il Movimento. Sta a noi marciare di nuovo oltre il ponte. E ancora. E ancora.

Greg Palast

Fonte: www.gregpalast.com

Link: http://www.gregpalast.com/from-white-sheets-to-spreadsheets/#more-10330

5.03.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DELIO GUIDATO

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