DA BABILONIA A ''CAMPO BABILONIA'' PARTE SECONDA

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DI JOEELLE PENOCHET Parte
seconda

LA LEGENDARIA CITTA’ DI BABILIONIA RICONVERTITA IN CAMPO
MILITARE

“Babilionia è senza domanda uno delle zone archeologiche più importante
al mondo, ed i danni causati dal campo militare è un nuovo colpo portato
al patrimonio iracheno.” Dr John Curtis, direttore del dipartimento
delle antichità del Vicino-Oriente allo British Museum.

Molte vecchie località sono state trasformate in campi militari. Così,
Babilionia (“Porte degli dèi”) è stata occupata da duemila soldati
americani fin dai primi giorni dell’invasione del paese – con il pretesto
di proteggerla – a dispetto dell’opposizione di tutta la comunità
internazionale degli archeologi.”

Babilionia la cui origine risale alla preistoria, è una delle città al
mondo più vecchie e più ricche. Sotto il re Hammourabi (1792-1750 a.C.) la capitale della Mesopotamia conobbe un importante sviluppo
letterario, artistico, scientifico e giuridico (con il codice
Hammurabi). Sotto il regno del caldeo Nabuccodonosor (605-562), che
ricostituì un impero che si estendeva fino all’Egitto, Babilionia
diventò la più bella capitale del mondo. Era popolata di molte
centinaia di migliaia di abitanti, in un paese che ne contava
venticinque milioni. In parte grazie al suo porto sull’Eufrate,
“Babilonia possedeva tutta l’attività economica internazionale dell’epoca”
(St Prot, 33). E’ nella sua biblioteca che i sacerdoti ebrei si
sarebbero iniziati alle conoscenze dei magi caldei, ricopiando il contenuto degli scaffali e ispirando le future leggende bibliche (idem, 34). La città, che era stata conquistata da Ciro attorno al 538 a.C. venne in parte distrutta nel 482, in occasione di sommosse contro gli
occupanti persiani. Era rimasta una delle più importanti città del
mondo per oltre mille anni.
Babilionia
aveva impressionato lo storico greco Erodoto (484-420 a.C.), ed
Alessandro il grande, che ne aveva fatto la capitale del suo impero e
che vi morì nel 323 a.C. prima di compiere completamente il suo
progetto di restaurarla. Gli scritti ellenici testimoniano
l’ammirazione dei greci per la sua architettura, i suoi giganteschi
doppi rifugi in mattoni, i lussureggianti giardini sospesi della regina
Semiramide (una delle sette meraviglie del mondo) (5), il suo ponte
sull’Eufrate, la rete delle sue vie ed il santuario del dio Marduk.
“Babilionia era il cuore spirituale ed intellettuale di tutta la
Mesopotamia, che irraggiava sul mondo civilizzato.” “(Salvini, Babilionia,
p.3).”

Gli scavi, intrapresi nella metà del XIX° secolo, avevano già permesso di
riportare alla luce numerose costruzioni, scaffali ed oggetti antichi, ma la maggior parte di questa città immensa, con strati
multipli fino all’epoca preistorica, rimaneva ancora da scoprire, nascosta
sotto terra.

Babilionia fu in parte ricostruita sotto Saddam Hussein negli anni 80
‘(i progetti di recupero datavano dal 1938)’; il presidente
voleva restituirle la sua dimensione originale e farne una delle grandi
località turistiche del paese. (Quest’iniziativa fu ridicolizzata
dagli occidentali, gli stessi che avevano celebrato con entusiasmo il recupero di Persepoli da parte del loro amico lo Shah dell’Iran). I
lavori, intrapresi con l’aiuto dell’Unesco, dovettero cessare con la 1a
guerra del golfo, ma si potevano già ammirare nuovamente le costruzioni
più importanti, in particolare i palazzi di Nabuccodonosor e la più
grandiosa delle otto porte della città, quella di Ishtar (la dea
dell’amore e della guerra), rivestita di mattoni blu smaltati decorati
con liste di draghi e tori dorati leggermente in rilievo (6).

“E’ come se le località delle piramidi dell’Egitto o quello di
Stonehenge fossero diventate campi militari” (DR John Curtis, gennaio
2005)


Oggi, la città leggendaria, situata a 90 Km di Baghdad, è diventata il
“campo Babilionia” (sic), occupato soprattutto da truppe polacche dal
settembre 2003. I gruppi internazionali di archeologi sono stati
costretti ad abbandonare i loro scavi all’inizio dell’invasione. Il
campo occupa 150 ha in mezzo alla zona archeologica di 900 ha; è
installato attorno alla parte centrale della vecchia città, vicino alla
ziggurath.

Il nuovo ministro per gli affari culturali dell’Iraq sotto occupazione,
Mofeed al-Jazaeri, annuncia da mesi lo sgombro totale della località.
In un’intervista all’agenzia Reuters nel dicembre 2004, ha descritto
alcuni danni irreversibili causati dalle attrezzature pesanti, dagli
elicotteri e da altre macchine militari, insistendo particolarmente sul
problema degli elicotteri che sorvolano in modo permanente la città
vecchia. Le loro ali danneggiano le pareti fragili costruite in mattoni
d’argilla. Una pista d’atterraggio è stata costruita nel cuore della
città vecchia, sulle rovine, dopo “pulizia” del terreno
(immaginiamo un momento l’acropoli di Atene trasformata in aeroporto
militare?). Più lontano, cingolati sono parcheggiati nelle rovine di un
teatro greco dell’epoca di Alessandro il grande. Vicino al teatro si
trovano un bunker di calcestruzzo e delle casse mobili di combustibile
le cui perdite hanno contaminato l’ambiente.

Il nuovo ministro sottolineava inoltre: “Non conosciamo la gravità dei danni
dovuti alla presenza militare, poiché i nostri esperti non sono stati
autorizzati ad entrare nel sito. Ma abbiamo ricevuto informazioni che
molti monumenti sono stati danneggiati “. Così, tetti e pareti di antiche costruzione (come quelli di Ninmh e Namou – VI secolo a.C.) sono
crollati. Lo stesso palazzo di Nabuccodonosor, precedentemente
circondato dei giardini famosi sospesi sarebbe stato danneggiato.

La ditta americana Kellogg, Brown & Root (KBR), una filiale della
Halliburton (la multinazionale legata a Dick Cheney), ha intrapreso
lavori di scavo e di costruzione attorno alla città, che comportano
nuove devastazioni senza che il ministro sia stato consultato né informato
delle ragioni di questi lavori. Sia gli ufficiali polacchi che occupano
la località, sia i rappresentanti del KBR non hanno accettato di
rispondere alle domande del ministro. Inoltre gli appelli depositati
presso Paul Bremer ed il precedente comandante della coalizione, il
tenente generale Ricardo Sanchez, fosse messo termine a questi comportamenti, non sono mai stati ascoltati.

La relazione allarmante del British Museum sulle distruzioni commesse
dalle truppe d’occupazione a Babilionia.

Su domanda degli esperti iracheni, il DR Curtis, direttore delle
antichità del Medio Oriente del British Museum, e che dirige scavi
in Iraq da molti decenni, ha potuto rendersi conto dei fatti durante una sua visita di 2 giorni nel dicembre 2004. Pur non avendogli concesso il tempo necessario a stilare un’esauriente relazione, tuttavia è stato in grado di redigere 14
pagine contenenti un elenco indicativo dei “danni sostanziali” causati
dall’occupazione militare di cui un riassunto è stato pubblicato nel
quotidiano britannico “The Guardian”. Il lord Redescale, presidente
della commissione parlamentare britannica di archeologia, ha
definito come “terrificanti” le informazioni contenute in quella relazione.

Essa, corredata di molte carte dettagliate, fornisce infatti
informazioni preziose sulle devastazioni commesse dalle truppe
d’occupazione. Così, la via processionale vecchia, una delle principali
strade lastricate della città, costruita 2.600 anni fa, è stata
schiacciata dalle macchine pesanti che circolano sul suo pavimento
fragile di mattoni. Poi i frammenti archeologici recuperati, che
contengono anche ossa, sono stati mescolati in migliaia di sacchi di
sabbia che servono a fini militari. Ma si doveva cadere da Candii a Scilla, in quanto, dopo che si era messa fine a questa pratica, si iniziarono ad utilizzare tonnellate di “ghiaia” (dei frammenti archeologici)
raccolta in un altro sito per coprire una superficie di 300.000 mq che ha finito per contaminare la località.

Questa ghiaia è stata compressa ed a volte trattata chimicamente per
mezzo di un derivato del petrolio per la costruzione della pista
d’atterraggio degli elicotteri e dei parcheggi destinati ai veicoli
militari. Lungo il tracciato, blocchi enormi di calcestruzzo sono stati
posti per proteggere l’aeroporto da eventuali attacchi. Numerose fosse
sono state scavate vicino agli antichi monumenti , fra cui al grande Zigourath identificato come la
“torre di Babele” descritta nella bibbia. Il gasolio che stilla dai
cingolati dei blindati si infiltra lentamente nei vari
strati archeologici.



Un numero importante dei famosi draghi che decorano i mattoni smaltati della porta di Ishtar (che sono peculiari di questa costruzione) è
stato danneggiato grazie ai tentativi d’estirpazione delle pareti
della costruzione. Molti mattoni firmati dal sovrano Nabuccodonosor II
(secondo la tradizione mesopotamica) sono stati asportati o
rotti.

Il dr. Curtis chiede che venga richiesta da esperti un’indagine internazionale in attesa di fare un bilancio completo delle distruzioni
causate dalle truppe d’occupazione, e preme sul ministro iracheno per
gli affari culturali affinché si ottenga una classificazione
rapida della località da parte dell’Unesco. Oltre a Babilionia, le
autorità irachene avevano chiesto nel 2000 la classificazione in modo
prioritario delle località di Mosul, Nimrud, Ashur, Samarra,
Al-Ukhaidar, Wasit ed Ur.

Conformemente alle pratiche giornalistiche in vigore in Francia, dove
la deontologia propria della professione è quasi scomparsa, i media
“hanno sorvolato” su queste notizie. Così, una emittente francese si è
accontentata di mostrare soldati polacchi, ovviamente ubriachi, in
procinto di salire sul famoso leone monumentale in basalto di
Babilionia.

Fare tabula rasa della nostra storia

La città ha una connotazione di confusione e di caos a
causa dell’episodio della genesi relativo alla Torre di Babele (11,1-9), e
soprattutto relativo alla deportazione degli ebrei a Babilionia da
parte di Nabuccodonosor II, dopo la presa di Gerusalemme nel 597 a.C.
Testi del primo secolo della nostra era la descrivevano come “l’avversario
di sempre e il nemico del popolo eletto”. Così, “la metafora di
Babilionia, la città del diavolo, si prepara ad attraversare i
millenni” (Salvini, pp 12-13). È per questo che la nuova distruzione
della città “maledetta” sarebbe a volte interpretata come una rivalsa
storica.

Tutte le città del paese, dove il vecchio ed il moderno sono
strettamente abbracciati, sono minacciate di distruzione dai
bombardamenti. La maggior parte delle città vecchie come Samarra
(famosa per la sua moschea, già danneggiata dai missili nel 1991) è
oggetto di distruzioni da parte delle truppe occupanti. Solo la città di Hatra
(70 ap. J-C), località partica (la sola località irachena classificata
dall’Unesco) sarebbe protetta.

Il genocidio culturale accompagna il genocidio dal popolo iracheno, con
la complicità scandalosa ed inammissibile della “comunità
internazionale”. Tutto avviene come se la distruzione metodica dell’Iraq avesse lo scopo di cancellarlo, non soltanto della carta
geografica, ma anche della storia dell’umanità, con tutti i mezzi:
incendio della sua biblioteca e dei suoi archivi di stato (nel 2003),
distruzione dei suoi monumenti vecchi e medioevali e delle sue zone
archeologiche che contengono milioni di scaffali di argille che
raccontano tutti gli aspetti della vita dei nostri antenati più
lontani.

Non appena l’Iraq “sarà stato pulito” della sua popolazione e delle sue
antichità (distrutte o svendute sul mercato dell’arte, spogliate del
loro valore archeologico), da parte delle società legate ai membri del governo
Bush, come la Halliburton, “simbolo del capitalismo dinamico
all’americana” (I. Warde) diventerà un cantiere immenso di
ricostruzione molto lucrativo, questa volta su scala dell’intero
paese. In questo “nuovo Iraq”, dove si sarà completata la tabula
rasa di un passato ingombrante, le società petrolifere americane e
britanniche potranno infine prosperare in tranquillità.

In mancanza di ogni reazione reale di questo spettro chiamato “comunità
internazionale”, fino ad oggi estremamente compiacente in relazione
alle molto gravi ed evidenti violazioni del diritto internazionale da
parte degli Stati Uniti (che ne fanno il principale “Stato-aggressore”
del mondo – e forse, presto, della storia), i falchi di Washington
potranno proseguire praticamente in impunità i loro genocidi umanitari e
culturali in Siria, in Iran ed altrove, ed imporre definitivamente la
loro “democrazia” e la loro “cultura” al pianeta intero.

Joeelle PENOCHET, antropologo e giornalista

Fonte: http://bellaciao.org
link: http://bellaciao.org/fr/article.php3?id_article=12866
6.03.05

Traduzione per www.comedonchsciotte.org a cura di ANDREA
CESANELLI

Note:

.
(5) In un ambiente arido, Nabuccodonosor II aveva fatto sistemare per
la sposa, la principessa Amytis, un giardino paradisiaco
destinato a ricordare alla regina la regione lussureggiante di cui era
originario, la Media. I giardini sospesi di Babilionia, con i suoi
alberi da frutto, i suoi fiori che esalano profumi esotici, le sue
cascate, i suoi animali selvaggi, sono stati descritti da vari autori, Strabon o Philo di Bisanzio, come una delle sette meraviglie
del mondo. Lo scaglionamento dei giardini dava l’impressione che essi
galleggiassero nello spazio. Una scala di marmo collegava i vari terrazzi sostenuti da volte e pilastri non visibili. Questi luoghi
di passeggiate erano ombreggiati da filari di palme. Sistemi idraulici
sofisticati (pozzo, condotte di scarico, ruscelli artificiali)
permettevano di irrigare in modo permanente i giardini grazie alle
acque dell’Eufrate. Sembra che la maggior parte delle
città babilonesi possedesse giardini sospesi.

(6) L’originale è al museo di Berlino. È stato necessario anni agli
specialisti per trovare le tecniche usate in particolare per la
fabbricazione della caratteristica colorazione blu intenso dei mattoni smaltati che
decorano la porta di Ishtar, dea dell’amore e della guerra.

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