DI GILLES BONAFI
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La crisi greca suscita speranza e inquietudine. Speranza per coloro che sognano di vedere implodere l’Europa, inquietudine per chi, questa fine, non può concepirla. Tuttavia, non bisogna perdere di vista il fatto che l’Europa è un anello essenziale del Nuovo Ordine Mondiale che ha così tanto bisogno di energia che è “impensabile” che questa possa sparire; Del resto, sono già pronte delle soluzioni elaborate da tempo. Come al solito le riforme saranno di ordine tecnocratico mettendo in atto strutture che sfuggono al controllo delle nazioni e dunque dei cittadini.
L’euro, una moneta fragile
Una volta individuato, il problema necessita di alcuni richiami.
Prima di tutto, non bisogna perdere di vista che il trattato di Maastricht ha diviso l’Europa in due: da un lato l’Unione Europea, dall’altra la zona euro. Ora, la zona euro è estremamente fragile per il fatto che i paesi che la compongono hanno economie differenti. Per esempio, la Germania non è certo allo stesso livello della Grecia, e tuttavia, questi due paesi hanno una moneta comune.
Questo non è trascurabile! In effetti, siamo in molti a spiegare che l’euro, nello stato attuale delle cose non potrebbe sopravvivere a una crisi peggiore.
L’economista Jeans-Calde Werrebrouck, del resto, aveva dato un’ eccellente sintesi della situazione il 3 febbraio 2009:
“La soluzione sarebbe, in Europa, di arginare la grave divergenza, in continua crescita, dei tassi d’interesse sul debito sovrano, condividendo i rischi. Questo aggiramento presuppone la creazione di una agenzia comune di emissione, facendo sparire gli “spreads”. Tutto questo, però, necessita di strategie di cooperazione interstatali che portino a regole rigide per gli Stati minacciati dal fallimento ”
Infatti, le differenze tra i tassi d’interesse sul debito (spread) in ragione delle divergenze economiche sono inconcepibili nell’ambito di una moneta comune. Questo si può comparare ad una barca sulla quale nessuno dei rematori rema alla stessa velocità’ e per giunta senza timone.
Per evitare questo problema e salvare l’euro, bisogna mettere in atto una struttura interstatale, un tesoro europeo.
Del resto, nel febbraio 2009, anch’io avevo sollevato lo stesso problema soprattutto spiegando che questo dibattito non era nuovo, nel mio articolo Crisi sistemica: le soluzioni (n 1: l’euro),oggi più che mai attuale e nel quale scrivevo:
“ A dire il vero, questa idea non è nuova ( quella del tesoro europeo), la si può far risalire a Erik Robert Lindahl che parlava già un tesoro europeo nel 1930 e, nel 1989 Carlo Ciampi, (banchiere e decimo presidente della Repubblica Italiana) aveva fatto una proposta che avrebbe dovuto dare il monopolio dell’emissione dell’euro alla BCE ( proposta Ciampi).
Il rapporto Lamfalussy (2004) era stato più preciso e dimostrava la necessita’ di un soggetto regolatore unico. Un recente articolo di Bruegel (Think tank che opera per lo sviluppo economico dell’Europa) parla anche della creazione di un regolatore finanziario unico in Europa.
Ora, l’urgenza della situazione ci obbliga a creare una “struttura di difesa” che ci permetta di riacquisire i crediti dubbiose, cosa al momento impossibile visto che non possediamo un tesoro europeo. Questo è confermato da Anton Brender, capo economista della banca Dexia: “ c’è bisogno di qualcuno che acquisti i debiti, ora, anche su scala zona euro, non esiste un Tesoro comune. Ecco tutta l’ambiguità dell’Unione monetaria europea. E’ dotata della stessa moneta ma la Banca Centrale Europea non dispone di nessuna autorità’ in materia cautelativa rispetto alle banche” (Le Figaro.fr del 24.0908).
Più di recente, l’economista Michel Aglietta ha dimostrato che “il sistema dell’euro era fragile poichè non poteva (contrariamente alla FED) posizionarsi come prestatore centrale, in ultima istanza, dal momento che la BCE non emetteva l’euro e possedeva pochi fondi propri.
Ora, oggi le cose si stanno delineando ed ecco nel dettaglio come questo tesoro europeo, di chi CERS sarà’ la tappa chiave, verrà creato.
Il CERS, verso un tesoro europeo
Il Centre for European Policy Studies (CEPS), è un think tank europeo, il cui direttore è Daniel Gros, un economista tedesco. Del resto, è lui che, l’8 febbraio, con Thomas Mayer ,capo economista della Deutsche Bank ha lanciato l’idea di un Fondo Monetario Europeo, un tesoro europeo.
A grandi linee, spiegano che di fronte all’esplosione del debito pubblico (avvalendosi dell’esempio greco) c’è bisogno, in ultima istanza, di un organismo di prestito. Per chi volesse approfondire la questione vi invito a leggere l’articolo pubblicato, sul sito del The Economist Disciplinary measures.
Tuttavia, è interessante notare che questi due economisti propongono strutture soprannazionali con un consiglio di amministrazione rappresentativo dei paesi della zona euro.
Del resto, la creazione di un FME, non è ancora all’ordine del giorno e tutto questo maschera la vera soluzione in corso. Si tratta del Consiglio europeo per i rischi sistemici , CERS ( rapporto di Sylvie Goulard) il cui punto di forza sarà il Sistema europeo delle banche centrali, SEBC, che comprende le 27 banche centrali nazionali dell’Unione europea e che avrà l’incarico di controllare e sorvegliare ogni paese europeo.
Certamente il CERS dipenderà’ interamente dalla BCE. Ecco la “ breve storia del CERS che debutterà “nel corso del 2010”.
“ La creazione della sorveglianza macro cautelativa, a livello europeo e l’istituzione del CERS sono previsti nell’ambito di un progetto di regolamento basato sull’articolo 95 del trattato CE, che esige la codecisione del Consiglio e del Parlamento europeo. Il regolamento è completato da un progetto di decisione del Consiglio che conferirà alla BCE il compito di assicurare il segretariato del CERS. Prima di avanzare proposte legislative, la commissione ha ampiamente consultato tutte le parti interessate, sia dopo la pubblicazione del rapporto del gruppo De Larosiere che dopo la Comunicazione del maggio 2009, che ha descritto la nuova architettura di sorveglianza nelle sue linee generali. Il Consiglio Europeo, di giugno, ha appoggiato le proposizioni contenute nella Comunicazione e ha accolto favorevolmente l’intenzione della Commissione di adottare dei testi legislativi all’inizio dell’autunno, per una rapida approvazione. L’obiettivo e’ che il nuovo quadro sia messo in atto nel corso del 2010. Il Consiglio europeo ha annunciato che analizzerà’ il soggetto in ottobre”.
Ecco qualche precisazione sul funzionamento del CERS che dovrebbe particolarmente illuminarvi:
⁃ la maggior parte delle decisioni non saranno rese pubbliche poiché “ le questioni potenzialmente abbordate negli avvertimenti e nelle raccomandazioni saranno estremamente sensibili e bisogna stare attenti agli effetti nocivi che potrebbe provocare la pubblicazione come, per esempio, il pericolo di una precipitazione o una reazione esagerata dei mercati finanziari”.
⁃
⁃ Il CERS coopererà strettamente con il nuovo FSB, il comitato di stabilità finanziaria USA che organizzera’ anch’esso un organismo di controllo del rischio sistemico dipendente dalla riserva federale americana.
⁃ Le autorità nazionali non avranno diritto di voto perché non saranno responsabili che della sorveglianza microcautelativa. (1)
Del resto, lunedì 15 febbraio, la BCE ha creato la direzione generale della Stabilità finanziaria incaricata di identificare e valutare “i rischi sistemici in seno alla zona euro e al sistema finanziario dell’UE”.
Un nuovo organismo sarà ben presto quello del Sistema europeo di sorveglianza finanziaria SESF incaricato di sorvegliare banche, mercati finanziari,assicurazioni e pensioni.
José” Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea ci da il senso di tutto questo: “i mercati finanziari sono non solamente nazionali ma europei e mondiali. La loro supervisione deve esserlo altrettanto. Il nuovo sistema che proponiamo oggi, forte dell’appoggio politico degli stati membri seguito al rapporto di Larosiere, è destinato a proteggere i contribuenti europei dal ripetersi dei giorni bui dell’autunno 2008 quando i governi sono stati obbligati a versare miliardi di euro alle banche. Questo sistema potrà’ anche ispirare un sistema mondiale. Questa la posizione che sosterremo al G20 di Pittsburgh”
Gilles Bonafi, professore e analista economico
Fonte: http://gillesbonafi.skyrock.com
Link: http://gillesbonafi.skyrock.com/2838834976-Sauver-l-Europe-mode-d-emploi.html
14.04.2010
Note
(1) http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=MEMO/09/405
(2) http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/1347
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MICOL BARBA