La Russia non vuole più rifornirci di gas, il prezzo del petrolio è schizzato alle stelle e l’Europa sarà colpita da una crisi energetica che sconvolgerà il nostro stile di vita. Questo è il futuro che ci aspetta, o quanto meno questo è il futuro che ci vogliono imporre.
Tutte le scelte fin ora fatte dai governi europei sono indirizzate in questa direzione e le popolazioni ne vanno fiere. Non perchè non sanno a cosa stanno andando incontro, ma perchè è il sacrificio necessario per opporsi al sanguinario dittatore oligarca russo che, nel pieno del delirio da long covid, ha deciso di invadere l’Ucraina minacciando l’Occidente e tutto il “mondo libero”.
Eppure parrebbe che, a differenza di quanto stanno cercando di far passare, per mettere in ginocchio energeticamente l’Italia ci vuole di più della semplice chiusura dei “rubinetti russi”. Ad affermarlo, la Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza del 2021, stilata dai servizi segreti italiani e messa a disposizione del Parlamento.
La relazione rileva che l’approvvigionamento di gas in Italia è garantito “da un’ampia e diversificata capacità di importazione e da una dotazione di infrastrutture di stoccaggio in grado di compensare la stagionalità della domanda, nonché eventuali problemi di funzionamento di un gasdotto” e per questo la nostra nazione ha “la capacità di soddisfare, grazie alla ridondanza, livelli di domanda molto elevati anche in caso di interruzione della principale infrastruttura di importazione, ossia del gasdotto che trasporta i flussi in arrivo dalla Russia fino al punto di ingresso di Tarvisio e che, nel 2021, ha veicolato il 38% del fabbisogno nazionale”.
La nostra penisola ha quindi una “diversificata capacità di importazione” ed il governo italiano dovrebbe attivarsi in tal senso, ampliando anche la capacità dei gasdotti Transmed e Greenstream, provenienti da Libia e Algeria, che fin ora non sono stati utilizzati a pieno regime. Nonostante ciò il nostro Premier Draghi ha previsto, all’interno del decreto legge in merito alla crisi Ucraina, un aumento della produzione di energia elettrica da fonti quali carbone e olio combustibile…alla faccia di Greta Thunberg e dei gretini.
Occhio quindi agli allarmismi e alle future restrizioni; la vera emergenza non è energetica ma democratica.
Qui il PDF della Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza
Massimo A. Cascone, 11.03.2022