DI PAOLO BARNARD
Voglio essere chiaro. E’ osceno che gli insegnanti italiani, o parte di essi, trovino oggi questa energia per difendere la scuola contemporanea, e non per farla a pezzi. Questa scuola è erede di un sistema che è responsabile nella Storia di crimini contro l’umanità, avendo coscientemente devastato l’anima e il futuro di infinite generazioni di esseri umani innocenti, per il solo fine di defogliarne, chemioterapizzarne l’indipendenza di pensiero, l’autostima e dunque qualsiasi futura capacità di essere cittadini attivi. I mandanti di questa catastrofe sono da sempre i sistemi Stato. Le sofferenze che da ciò sono derivate sono incalcolabili, così come la violenza sociale che ne è stata un prodotto secondario. Gli insegnanti di ogni epoca, inclusa quella moderna, sono complici di questo orrore, complici di crimini contro l’umanità. Molti direttamente e attivamente, altri come comparse silenti, ma non per questo meno colpevoli.L’unica cosa morale che essi dovrebbero fare oggi è chiedere perdono, fare una lunga autocritica e distruggere questa scuola del tutto.
Per le ragioni sopraccitate lo spettacolo dell’alleanza fra insegnanti e alunni di questi giorni è uno scandalo. Gente che partecipa ai Killing Fields della scuola tutto l’anno (volenterosamente o comparse silenti), per alcune settimane si parano pubblicamente come i difensori del futuro degli alunni. George Orwell aveva visto lontano.
Eppure i mezzi per vedere ci sono, la letteratura per illuminarsi c’è. A nulla sono valsi decenni di articolata critica a questo scempio da parte di diverse correnti pedagogiche antagoniste; la scuola continua imperterrita in tale funzione.
Certamente anche la famiglia, con l’estrema povertà di mezzi relazionali che distingue la genitorialità media (dove trovano preminenza il ricatto, la violenza e l’umiliazione come ordinari strumenti educativi), non è estranea a ciò, ma le infinite variabili dei suoi modelli e dei suoi percorsi esistenziali non ci permette di quantificare il danno che essa arreca all’autostima del bambino con la stessa scientificità dell’osservazione, verifica e replicabilità del fenomeno che sono possibili nel setting scolastico.
Questa la critica. Ora le proposte. Primo, un intervento di storica portata, una vera e propria rivoluzione culturale, a livello scolastico, dove l’istituzione scuola si prefigga come prima ragion d’essere non più l’insegnamento di una lista di materie, ma l’istillare nell’individuo il senso della sacralità, unicità e dignità del suo valore in quanto essere umano di per sé, indipendentemente da qualsiasi altra cosa, a prescindere dalla sua provenienza, cultura, o capacità individuale. Qualsiasi valutazione basata sulla sua abilità nel macinare nozioni e nel ripresentarle ben confezionate deve essere secondaria, e gli insegnanti coltiveranno negli alunni il principio secondo cui mai un fallimento in queste secondarie valutazioni va tradotto in una ferita al valore personale, ovvero in perdita di autostima, che è perdita di amore per sé stessi. Oggi queste sciagure sono la regola.
Le priorità del sapere nella ‘nuova’ scuola dovranno porre al primo posto il valore dell’esistenza collettiva come unica possibilità razionale di sopravvivenza e come imprescindibile atto di intelligenza oltre che di buon senso. In parole semplici: insegnare che il massimo impegno per l’altro è un investimento che ti esce dalla porta per rientrarti con gli interessi dalla finestra, e questo conviene a tutti (da qui il senso civico e l’etica del lavoro). Dunque essa sarà la prima materia d’insegnamento come importanza, a scalare poi verso le altre materie che tuttavia dovranno essere riformulate a seconda delle reali priorità del bambino, dell’adolescente e dell’adulto contemporanei. Per questi due ultimi gruppi fornisco alcuni esempi: insegnare l’economia, come strumento di propria sopravvivenza e come strumento per l’equilibrio fra i popoli, cioè come strada per la fine della sperequazione della ricchezza; la globalizzazione dei conflitti, le ripercussioni sulla nostra vita e cosa possiamo fare per fermarli; l’intercultura nell’era delle grandi migrazioni, come convivere, come essere cittadini globali; l’uso dell’energia nella quotidianità, le sue fonti rinnovabili e non nell’economia del pianeta; il rapporto fra i generi, la conoscenza e il rispetto delle differenze maschio femmina; le spiritualità, e il rapporto con la morte; l’educazione alla salute, igiene personale, cibi e organismo umano, chimica dell’ambiente, prevenzione ecc., che si tradurrebbe in un risparmio per la Sanità di centinaia di milioni. Poi matematica, italiano, Storia e il resto, bilanciando le ore disponibili fra le varie materie, eliminando quelle ormai obsolete o meno prioritarie nel terzo millennio, ovvero riducendo i carichi di alcune materie a favore delle nuove.
Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=50
2.11.08