COSA SUCCEDER. ADESSO PUO’ NASCERE UN GOVERNISSIMO COI DUE PRINCIPALI PARTITI CHE ORGANIZZINO I FUNERALI DELLA PRIMA REPUBBLICA. SAR LA NUOVA REPUBBLICA O IL CAOS.

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DI ANTONIO DE MARTINI
corrieredellacollera.com

Gli italiani che votano sono piu intelligenti dei loro governanti.
Nel mio post introduttivo (sett 2010) che troverete sotto la voce about (sulla sinistra della testata) constaterete come concludessi il pezzo dicendo che agli italiani il “salto nel buio non farà più paura”.
Il coraggio è stato premiato con un risultato equilibrato e rivoluzionario ad un tempo.
Equilibrato perché nessuno dei soliti partiti ha vinto, rivoluzionario perché “ha vinto Grillo” superando il 20% dei voti. Per una prima volta è un miracolo ed è irrilevante che sia il 20 o il 30.

Il regime ha esaurito il suo ciclo.

A seguito, (aggiornamento): IL PROBLEMA DEMOCRATICO ITALIANO NON È GRILLO, MA I VENTI MILIONI DI ITALIANI NAUSEATI DEL SISTEMA. TORNEREBBERO A VOTARE SOLO PER USCIRE DI MINORITÀ ED ELEGGERE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (Antonio De Martini,corrieredellacollera.com); Cinque italiani su dieci hanno fatto come me e non sono andati a votare. Uno ha votato per Grillo infischiandosene della mancanza di programmi e proposte e queste due forze costituiscono la maggioranza reale degli italiani.

I restanti quattro italiani su dieci si dividono tra i due gruppi ex principali con supponenti codazzi inconsistenti inesistenti nel breve, compreso quel Pier Ferdinando Casini che girava per le TV dichiarando morto il bipolarismo.
La maggioranza legale potrà essere temporaneamente costituita da PD e SC (scelta civica) durando un annetto per poi annegare nel caos, oppure PD e PDL tentando un “governissimo” capace di mettere in soffitta la partitocrazia, i partiti “nati dalla resistenza” e i sindacati che hanno paralizzato il trasporto pubblico per fornire gli scrutatori al PD.

Un’altra vittima di peso spero sia Roberto Maroni, perché ciò significherebbe il definitivo sfarinamento della minaccia secessionista e della cultura del pressapoco.
Perdita di potere per Comunione e Liberazione e per la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) che si è schierata apertamente con Mario Monti e che si è finalmente fatta contare per quel che pesa veramente.

Cambia la favola: è come se la martellata avesse colpito Pinocchio e non il Grillo parlante.

Il sistema sarà certamente tentato di reagire ed ha probabilmente predisposto un “piano B” in caso di sconfitta (questo spiegherebbe il malore, frutto evidente di tensione, accaduto al capo della polizia Manganelli, in un momento in cui la situazione dell’ordine pubblico era serena).
La reazione politica non si farà attendere sotto forma dell’incarico di costituire il governo che verrà conferito dal Presidente della Repubblica.
Per guadagnare tempo, ci sarà quasi certamente il conferimento di un incarico esplorativo -anche se non vedo quale possa essere una personalità super partes cui darlo – e vedo in questo una opportunità per Napolitano di officiare il suo candidato alla Presidenza della Repubblica (Amato?), ma sarebbe comunque il fallimento e il rantolo di un moribondo.

L’esploratore potrà parlare con Grillo (che non è parlamentare e ci potrebbero essere problemi di cerimoniale) e riferire al collegio dei farisei riuniti attorno al Presidente, ma la soluzione non può che essere che la constatazione che la prima repubblica (sia chiaro che è la PRIMA e non la seconda o la terza) è morta.
Se tarderanno ancora a seppellirla, sarà il funerale della democrazia.

È arrivato il momento di cambiare TRE articoli della Costituzione e cambiare entro Aprile il metodo di elezione del Presidente della Repubblica facendolo eleggere direttamente dal popolo.
I tempi tecnici ci sono (art 138 della Costituzione, secondo comma).
È il solo modo per far tornare alle urne quella metà degli italiani che non è andata a votare e salvare la democrazia.
O la Nuova Repubblica o il caos.

Antonio de Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com/
Link: http://corrieredellacollera.com/2013/02/25/cosa-succedera-adesso-puo-nascere-un-governissimo-coi-due-principali-partiti-che-organizzino-i-funerali-della-prima-repubblica-sara-la-nuova-repubblica-o-il-caos-di-antonio-de-martini/
25.02.2013

IL PROBLEMA DEMOCRATICO ITALIANO NON È GRILLO, MA I VENTI MILIONI DI ITALIANI NAUSEATI DEL SISTEMA. TORNEREBBERO A VOTARE SOLO PER USCIRE DI MINORITÀ ED ELEGGERE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Scartando per ora la possibilita di un colpo di Stato alla Fassino come la volta scorsa, o un colpo di testa di Napolitano con un nuovo pupillo da presentare alle Camere, vediamo cosa potrebbe succedere.
Ai risultati delle elezioni faranno seguito nella dirigenza politica due linee di pensiero, entrambe conservatrici e trasversali.
Quella più becera cercherà di proporre a Bersani e compagni un accordo spartitorio basato sul sacrificio di qualche poltrona per ciascuno e useranno l’esempio della coabitazione realizzata in Francia con Mitterand e Chirac, per nobilitare il polpettone.

Già si parla del Quirinale a Berlusconi e Palazzo Chigi a Bersani, ma per quanto la Presidenza della Repubblica con le sue salvifiche prerogative monarchiche possa attirare il Cavaliere, vedo almeno due ostacoli: è impossibile organizzare una elezione contemporanea delle due cariche e non credo che i due compari possano fidarsi l’uno dell’altro; non da quando saltò l’intesa sulla bicamerale tra Berlusconi e D’Alema.
Il secondo ostacolo è rappresentato dagli organici delle rispettive strutture, ciascuna già mortificata dalla falcidie elettorale subita, consapevole di dover ridurre il numero dei deputati e la spesa pubblica , riottosa all’idea di spartire il poco che resta col nemico e sotto il controllo un centinaio di parlamentari con pretese da Saint Just.

Il numero di coloro che vorranno giocare a lascia e raddoppia sarà elevato e ostinato.
Sono i più concreti e intelligenti conoscitori della macchina statale. È un pericolo reale.

La seconda corrente di pensiero è più teorica, politicamente più preparata e influente, introdotta nei media, ma avulsa dalla nuova realtà creatasi con l’irruzione dei grillini.
Costoro cercheranno di proporre la realizzazione di un accordo limitato nel tempo e negli obbiettivi , come ad esempio di riformare la legge elettorale e poi tornare alle urne per consentire all’elettorato di pronunziarsi nuovamente.

Questa posizione riecheggia quella di Ugo La Malfa negli anni ottanta. Sosteneva , ostinandosi a non vedere la crisi dello Stato, che sarebbe stato sufficiente riformare il regolamento della Camera dei Deputati.

Costoro sono ciechi e presuntuosi quanto il satrapo che trasformò il partito repubblicano in un feudo monarchico da lasciare in eredita al figlio: trascurano la realtà .
Hanno già dimostrato piu volte di non riuscire a mettersi d’accordo ad onta dei ripetuti appelli del Capo dello Stato e innumeri convegni in sei anni.
Le priorità degli italiani sono ben altre: lo sviluppo economico, la disoccupazione, il posizionamento dell’Italia nel nuovo ordine mondiale, il recupero alla democrazia di venti milioni di italiani in volontario esilio in Patria.
Inoltre una nuova tornata elettorale significherebbe il raddoppio dei voti al Movimento cinque stelle.

La sola maniera di indurre i grillini a votare assieme a questi signori consiste nel presentare una proposta di Democrazia Diretta. Ad esempio l’elezione diretta del Capo dello Stato che trasformerebbe la Repubblica in semi presidenziale alla francese.
Si recupererebbero i venti milioni di italiani alla democrazia, si stabilizzerebbero i governi e i Casini finirebbero una volta per tutte.

Grillo non è un problema democratico. A Roma adunando le persone per il comizio, venivano letti all’altoparlante brani di Giuseppe Mazzini. Delle signore giravano tra i manifestanti con sacchi di plastica per i rifiuti. A fine manifestazione non c’era un pezzo di carta per terra.

Antonio de Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com
Link: http://corrieredellacollera.com/2013/02/25/il-problema-democratico-italiano-non-e-grillo-ma-i-venti-milioni-di-italiani-nauseati-del-sistema-tornerebbero-a-votare-solo-per-uscire-di-minorita-ed-eleggere-il-presidente-della-repubblica-di-an/
26.02.2013

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