COSA SUCCEDE IN AFGHANISTAN

DONA A COMEDONCHISCIOTTE.ORG PER SOSTENERE UN'INFORMAZIONE LIBERA E INDIPENDENTE:
PAYPAL: Clicca qui

STRIPE: Clicca qui

In alternativa, è possibile effettuare un bonifico bancario (SEPA) utilizzando il nostro conto
Titolare del conto: Come Don Chisciotte
IBAN: BE41 9674 3446 7410
BIC: TRWIBEB1XXX
Causale: Raccolta fondi

blank

…E’ SULL’ORLO DI UN ALTRO DISASTRO.

Adesso gli americani fanno picchiare i prigionieri dai loro alleati, però la CIA è presente durante gli ‘interrogatori’.

DI ROBERT FISK

– Il giardino era pieno di erbacce, le rose si erano appassite sotto il sole di Kandahar, la polvere era entrata dappertutto, occhi, naso, bocca, unghie. Però il messaggio era chiaro. “Questa è una guerra segreta”, mi aveva sussurrato un uomo delle Forze Speciali USA, “e si tratta di una sporca guerra. Voi non sapete che cosa sta succedendo.” Naturalmente noi non dobbiamo sapere. Quando si tratta di “guerra al terrore” i giornalisti devono solo tacere e affidarsi ai ‘buoni’ perché ci liberino dai ‘cattivi’ senza preoccuparsi troppo su quelli che sono i diritti umani.

Quanti diritti umani hanno rispettato gli attentatori delle due torri? O siete con noi, o contro di noi. Ma da che parte state? Però l’uomo che si trovava nel giardino appariva preoccupato. Non era americano. Era uno degli “alleati della coalizione”, come gli americani chiamano i pazzerelli che sono venuti trottando dietro loro nel covo Afgano. “Gli americani non sanno come fare, sono demoralizzati, anche se i loro generali, che stanno a Tampa, si sentono pieni di spirito guerriero. Ma chi sta qui lo sa che le cose non vanno, non funziona niente. Nemmeno i loro metodi di interrogatorio.” Piuttosto brutali, a quanto pare.


Nelle prime settimane dell’anno gli americani avevano fatto delle incursioni in due villaggi afgani, in quell’occasione hanno ucciso dieci poliziotti del governo che loro stessi stanno aiutando e hanno maltrattato i sopravissuti. Dei giornalisti americani, con una rara dimostrazione di coraggio in contrasto con consueto filtro autocensorio dei loro articoli, hanno riferito che i prigionieri hanno detto di essere stati picchiati dai soldati americani. Le fonti ufficiali di Kandahar hanno descritto l’episodio dicendo che “i soldati hanno dato una stracciata ai prigionieri.”



Però adesso le cose sono cambiate. Pare che gli americani abbiano subappaltato i metodi duri ai loro alleati afgani, i membri delle cosiddette Forze Speciali Afgane, un gruppo di banditi da loro sostenuto che hanno come base l’ex centro di tortura della Khad, la polizia segreta, a Kabul. Il militare occidentali mi ha riferito che: “Adesso sono le Forze Speciali Afgane, non gli americani, che hanno il compito di picchiare i prigionieri Pashtun per ottenere informazioni. Però la CIA è presente durante gli interrogatori. Così hanno colpa anche loro perché permettono che ciò accada.”


In VietNam le cose erano andate esattamente allo stesso modo. Gli americani erano arrivati belli freschi e puliti con i consiglieri, poi ci furono degli incidenti “ conclusi con estremo pregiudizio”, dopo di che la tortura fu affare dei vietnamiti. I Russi hanno fatto uguale. Subito dopo la loro invasione nel 1979, hanno incaricato i loro alleati afgani della polizia segreta, Parcham e Khad, di occuparsi degli interrogatori “seri”. Se adesso gli americani si trovano a questo punto in Afganistan, che cosa succede ai loro prigionieri a Guantanamo? Anzi, a Bagram, la base aerea a nord di Kabul dove vengono inviati i prigionieri per ulteriori indagini, quando c’è da ricavare loro qualcosaltro?


Naturalmente è possibile fare un passo indietro rispetto a questo aspetto scuro e sinistro della presenza americana in Afganistan. Dopo la disfatta dei Talebani gli operatori umanitari hanno compiuto dei piccoli miracoli. Secondo l’Unicef ci sono 486 operatrici femminili che lavorano in cinque province a sud di Kabul, con 16.674 ragazze che frequentano le scuole. Soltanto nell’Uruzgan, dove i Talebani erano più forti, non si è riusciti ad avere un solo insegnante di sesso femminile. I funzionari dell’ONU affermano che in queste povere province la polio è stata quasi completamente sradicata.


L’ONU però stava combattendo contro la polio anche quando c’erano i Talebani, adesso la produzione di droghe, che i Talebani avevano vietato, è tornata sul mercato. I campi di papaveri fioriscono di nuovo nella provincia di Helmand, e in Uruzgan i signorotti locali cercano di evitare i controlli governativi per poter coltivare in proprio i campi di papaveri. A Kabul, dove in sette mesi sono stati assassinati due ministri del governo, il presidente Karzai è protetto, su propria richiesta, da guardie del corpo americane. Non bisogna essere un analista politico per capire che tipo di messaggio viene inviato in questo modo agli afgani.


Kabul vive di voci che non possono mai essere confermate ma che rimangono nella mente come la polvere in gola o sulle labbra ovunque si vada. Una sera, durante la cena, un operatore umanitario ha detto: “Gli inglesi hanno fatto bene ad andarsene. Si sono accorti che gli americani non hanno interesse a riportare ordine e legge nel paese. Lo sanno che non potranno riuscire nei loro intenti. Così se ne sono andati al più presto. Gli americani dicono di volere pace e stabilità. Allora perché non fanno andare la ISAF (la forza internazionale a Kabul) anche nelle altre città dell’Afganistan? Perché permettono che i loro amici signori della guerra comandino nel resto del paese?”


Ma quello che preoccupa di più sono i frequenti racconti di massacri di centinaia di Pashtun, a nord dell’Afganistan, dopo la strage del Generale Dostum nel forte di Qal-i-Jangi novembre scorso. Questi omicidi di massa, secondo un operatore umanitario che conosco da oltre venti anni, e che in Libano nel 1982 è riuscito a evitare coraggiosamente alcune esecuzioni, si sarebbero verificati a dicembre con piena consapevolezza da parte degli americani. Però gli USA non hanno fatto nulla, come non hanno fatto nulla a proposito di 600 prigionieri pakistani che si trovano a Shirbagan, dove stanno morendo di fame e di maltrattamenti da parte degli aguzzini della Alleanza del Nord.


Il mio amico mi ha detto: “Ci sono sepolture di massa in tutto il nord, e gli americani, che lo sanno, non hanno detto niente. Anche i servizi di informazione inglese lo sanno, e anche loro non hanno detto niente.”


C’è qualcuno che comincia a sospettare: gli americani stanno in Afganistan per altre ragioni, e cioè per entrare e uscire dal Pakistan, non per operare in Afganistan. “Hanno avuto un sacco di problemi in Afganistan e non possono permettersi di mandare migliaia di soldati in Pakistan. – mi è stato riferito da un ufficiale occidentale a Kabul – Qui sono più sicuri, e così possono entrare e uscire dal Pakistan mantenendo la pressione su Musharraf da qui, e anche sugli Iraniani.”


La settimana scorsa l’Independent ha rivelato che dei funzionari dell’FBI hanno arrestato degli arabi in Pakistan e li hanno portati in Afganistan per interrogarli a Bagram.


Chi mi ha fornito una visione un po’ più globale delle cose è stato un uomo delle Forze Speciali qui nel sud. “Forse gli americani si ritireranno se ci sarà un’altra guerra. Se devono andare in Irak, per esempio. Però gli USA non possono condurre due guerre contemporaneamente. E’ al di là delle loro forze. Così per fa finire la “guerra al terrore” in Afganistan, una guerra che ha ridato potere ai trafficanti di droga della Alleanza del Nord con un’influenza sproporzionata nel governo di Kabul, che ha lasciato a piede libero agli aderenti ad al-Qaida, e che ha tolto definitivamente la pace al paese, bisogna sperare in un’altra guerra in Irak.


Come se il conflitto Israelo-Palestinese non fosse già abbastanza. Ma quando Donald Rumsfeld, il segretario di stato americano, identifica soltanto un “cosiddetto” territorio occupato dagli israeliani nella sola West Bank – evidentemente le truppe che si trovano lì vengono confuse dal Pentagono come soldati svizzeri o di Burma – allora non conviene proprio fare un controllo di realtà a Washington.


La verità è che l’Afganistan si trova sull’orlo di un altro disastro. Come previsto dall’opposizone il Pakistan sta scivolando verso l’anarchia. La guerra Israelo-Palestinese è fuori controllo. Ci manca solo un’altra guerra in Irak, non è vero?



Robert Fisk
Fonte:www.informationclearinghouse.info
Link:http://www.informationclearinghouse.info/article8913.htm



Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da VICHI

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Potrebbe piacerti anche
Notifica di
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
È il momento di condividere le tue opinionix