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DI ANDREA MENSA

Il best seller per finanzieri, banchieri, economisti e responsabili vari, ai vari livelli della gestione economica di quest’anno, come lettura rilassante per la pausa estiva è un volume del costo di 699 $ dal titolo “Dying of Money: Lessons of the Great German and American Inflations”, scritto da un certo Parsson diversi anni fa, sulla evoluzione che ha portato la repubblica di Weimar alla ormai famosa iperinflazione (e successivo evento del nazismo).
Forse è sintomatico che proprio QUEL libro venga ricomprato e riletto con tanta foga dai maggiori responsabili economici, cosa che fa nascere un dubbio: ci saranno mica i sintomi di un ripetersi dell’evento, vero ?
Da parte mia è un po’ di tempo che faccio presente che l’apparente paradosso :” scarsa liquidità con eccesso di liquidità” è un paradosso solo per chi lo vuole considerare tale.
Ed ora spiego il perché.Innanzitutto occorre ricordare come la massa monetaria utilizzabile sia una funzione della quantità di denaro, ma anche della velocità di circolazione.
Se ogni persona spende nel giro di una settimana il denaro che guadagna ci saranno globalmente un certo numero di acquisti, ma se le persone accelerano e lo spendono in un giorno , il numero e valore di acquisti immediatamente verrà moltiplicato per 7 esattamente come se fosse stata immessa una quantità di denaro pari a 6 volte quella esistente.
E credo che questo concetto non sia difficile da capire, essendo i commercianti a loro volta datori di lavoro ma anche acquirenti.

Un’altra considerazione importante da fare è che la liquidità che crea l’eventuale percezione di inflazione, quindi perdita di valore del denaro stesso, è solo quella destinata all’acquisto dei beni di largo e comune consumo.
Della serie che se aumenta il prezzo del pane o della pasta, si diffonde immediatamente la sensazione di un avvio dell’inflazione, ma se aumentano i valori di borsa ? no vero ? tutti felici e contenti anche se tali valori fanno riferimento ad aziende che non avrebbero proprio nulla da festeggiare, oppure se aumentano i valori dell’immobiliare, c’è forse chi la ritiene inflazione ? no vero ? tutti proprietari felici e contenti dell’aumento dei loro investimenti.
Ma anche in questi settori, aumenti di prezzi significano aumento di denaro necessario a che si possano fare.

Ecco quindi che se la liquidità immessa dalle banche finisce ad aumentare i prezzi di questi beni, nessuno penserà all’inflazione, presente o anche solo possibile nel futuro. Solo tante persone contente di sentirsi un po’ più ricche.
Aggiungiamo il fatto che la presenza di un 15-20% di persone senza più reddito o con reddito ridotto, calmierano i prezzi proprio di quei beni che diffondono l’eventuale percezione dell’inflazione.
Se aumenta un po’ la pasta, ma questi poveracci sono costretti a limitarne gli acquisti, verrà percepita la situazione che tali beni non possono aumentare di valore se non a scapito della quantità venduta, pertanto tenderanno a restare stabili.
Ecco, questa è la fotografia dell’attuale equilibrio.

Supponiamo ora , che Dio non voglia, che accada qualcosa che renda inevitabile l’aumento del prezzo di tali beni.
Tanto per essere ottimisti, pensiamo che gli incendi Russi non abbiano effetti sul raccolto del grano, e che la speculazione non si butti a pesce sui futures del grano stesso, cosa che potrebbe impennare il prezzo del grano.
Ecco che questo potrebbe essere uno di quegli eventi che fanno deflagrare il tutto.
Con la seguente sequenza.
Rialzo sensibile del prezzo di tutti i derivati del grano : pane, pasta, ecc….
Enfasi e proteste di quel 15-20% di persone a bassissimo reddito.
Contemporanea ricerca da parte degli altri di risorse per compensare tali aumenti.
Diffondersi della percezione di forti aumenti sui generi di prima necessità con effetto moltiplicatore dato dai commercianti e di tutti coloro che possono scaricare immediatamente sui prezzi, i loro aumentati fabbisogni degli altri beni di prima necessità.
Corsa all’accaparramento, che diminuendo le disponibilità ne fa lievitare ulteriormente i prezzi.
Quindi aumento della velocità di circolazione del denaro, con richiamo di denaro precedentemente parcheggiato in borsa o altri “investimenti” per far fronte a tali nuove necessità.
Innesco quindi della spirale inflazionistica, super alimentata dalla grande massa di liquidità precedentemente “investita” ed ora riversatasi sui beni di primaria necessità.
Ecco, questa è la dinamica di tale fenomeno, e come vedete i componenti sono oggi tutti presenti.

E quale sarebbe oggi, l’unico modo per scongiurare il pericolo ?
Congelare o meglio, togliere definitivamente ricchezza e disponibilità da chi ne ha in eccesso, e la può manovrare facilmente, con forti tassazioni sui capitali e sui redditi alti, creando un fondo per supplire al sostentamento di tutti coloro che ne hanno perso il mezzo. Cosa che ovviamente suona come un’eresia. Toccare i patrimoni ? giammai !
elevare le aliquote marginali sui redditi ? ma scherziamo ? bene, quindi aspettiamo, incrociamo le dita, e speriamo in bene …..
E intanto i nostri governanti giocano a chi ce l’ha più lungo…. poi in autunno vedremo!

Auguri !

Andrea Mensa
7.08.2010

VEDI ANCHE: LA MORTE DELLA CARTAMONETA

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