DI OMER SUBHANI
Counterpunch
1. Devo iniziare parlando dell’impressione che mi ha fatto di recente. Era una donna politica corrotta, più interessata alla propria eredità politica che al benessere della sua nazione e del suo popolo. Oggi il Presidente Bush ha detto che la Bhutto era una persona che si batteva contro il terrorismo. Lo aveva fatto, per convenienza, solo dopo l’11/9. Ma a metà degli anni ’90 era apertamente filo-talebana e il governo pakistano era uno dei pochi al mondo che riconoscesse quel regime neo-Khawarij.
2. La sua morte potrebbe generare grossi problemi in Pakistan, ma io penso che Musharraf saprà affrontare il problema e introdurrà probabilmente qualche sistema di legge marziale che consenta di arginare la violenza e le sommosse. Dovrà rinviare le elezioni, ma solo di poco, o i suoi oppositori potrebbero iniziare a gridare che sta cercando di bloccare il processo politico.
3. Sono rimasto piuttosto sorpreso dal modo in cui la stampa americana ha presentato la Bhutto. Stamattina la CNN ha cambiato tre volte la sua fotografia intorno alle 8.45. In ogni immagine si cercava di dipingerla come una sorta di angelo caduto. In realtà, si trattava di una donna che aveva venduto il proprio popolo al solo scopo di incrementare il proprio conto in banca e di uccidere gli oppositori politici.
A seguito: “La morte della Bhutto nella polveriera pakistana” (Giulietto Chiesa, E-polis); “Il Grande Gioco riparte da Islamabad” (Alessandro Lattanzio, Aurora);
4. Pakistan e democrazia: cosa succederà adesso? Nawaz Sharif è un emerito nessuno. Musharraf cammina sul ghiaccio sottile. Chi guiderà il Pakistan? La situazione qui è molto tetra, ma una cosa è certa: molti pakistani sono persone moderate, inclini ai valori occidentali di democrazia e libertà nel loro senso più vero. Sono progressisti e liberali sotto molti punti di vista. L’estremismo non ha molta presa sul Pakistan, ma si teme comprensibilmente che quella parte dell’esercito legata ai talebani e ad Al Qaeda possa prendere il potere come a suo tempo fece Musharraf. Io non penso che ciò sia probabile, ma resta comunque una possibilità. I pakistani hanno bisogno di unirsi e di puntare davvero alla democrazia.
5. Sono disgustato dai media americani. La loro descrizione della Bhutto come una specie di martire è biasimevole e inappropriata. Certo, aveva fatto davvero un buon lavoro a dipingere se stessa come una specie di faro di speranza per il Pakistan. Eppure questa donna avrebbe potuto essere arrestata in qualunque momento dall’Interpol a causa del riciclaggio di denaro in cui lei e suo marito erano coinvolti in 3 o 4 paesi diversi. Era una pura e semplice imbrogliona, eppure i nostri splendidi organi di stampa stanno facendo di lei la nuova Madre Teresa. E’ come se Michael Vick, tra dieci anni, si candidasse a senatore della Georgia, venisse assassinato e tutti dicessero solo che era un grande giocatore di football senza neppure citare la sua condanna per aver addestrato cani da combattimento. E’ così orwelliano.
6. L’eredità della Bhutto: l’impressione che ha lasciato di sé è quella di una donna che lottava per la democrazia e combatteva l’estremismo. E’ così che verrà ricordata fino all’Armageddon. Ma i dissidenti e i progressisti che conoscono un po’ meglio la sua storia, sanno che cos’era realmente. Combattè per la democrazia solo quando le fece comodo, ma nel periodo in cui era al potere la corruzione e l’assassinio degli avversari politici erano per lei all’ordine del giorno. Era una truffatrice e sebbene non meritasse di terminare la propria vita in un modo così orribile, dovremmo comunque ricordarla come una persona che aveva a cuore solo se stessa e il proprio conto corrente.
7. La mia inchiesta ad Harvard mi aveva convinto che la Bhutto non sarebbe durata molto in Pakistan. Sfortunatamente per lei, la mia inchiesta si è rivelata fondata. Musharraf uscì vivo a malapena da due tentativi di assassinio che ebbero luogo alcuni anni fa, e nel frattempo ce ne sono stati molti altri. La sicurezza di Musharraf era curata dall’esercito pakistano e gli attentati alla sua vita provarono che l’esercito era stato infiltrato da simpatizzanti dei talebani e di Al Qaeda. Se lui aveva intorno a sé il miglior sistema di sicurezza possibile e, nonostante ciò, era stato quasi ucciso, come avrebbe mai fatto la Bhutto a restare viva? Non c’è riuscita, come oggi abbiamo sfortunatamente potuto vedere.
Versione originale:
Omer Subhani
Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/subhani12272007.html
27.12.07
Versione italiana:
Fonte: http://blogghete.blog.dada.net/
Link: http://blogghete.blog.dada.net/archivi/2007-12
28.12.07
Traduzione a cura di GIANLUCA FREDA