DI MASSIMO FINI
ilfattoquotidiano.it
Cosa sarebbe successo, in epoca pre-industriale, se su un campo dove lavoravano e si mantenevano dieci persone si fossero accorti che otto erano sufficienti a coltivarlo tutto? Avrebbero cacciato i due “in esubero” a pedate ? Nient’affatto, si sarebbero diminuiti proporzionalmente i carichi di lavoro e il tempo così guadagnato se lo sarebbero andati a spendere in taverna, a giocare a birilli, a corteggiare la futura sposa o a cornificare, fra i cespugli, quella che avevano.
Perché per quegli uomini il vero valore era il tempo, che noi abbiamo trasformato nel mostruoso “tempo libero”, un tempo non da vivere ma da consumare altrimenti le imprese vanno a rotoli. Anche l’artigiano lavora per quanto gli basta. Il resto è vita. Se leggiamo gli Statuti artigiani medioevali sbalordiamo: era proibita la concorrenza.
Ognuno doveva avere il suo spazio vitale. Dice: ma allora cosa impediva all’artigiano di fornire prodotti scadenti? Gli Statuti che stabilivano minuziosamente gli standard e lo stesso artigiano cui l’orgoglio per il proprio mestiere (che è un concetto diverso dal lavoro) gli imponeva di dare il meglio di sé, il capolavoro in senso tecnico. Quel mondo non era basato sulla competizione economica. Non che quella gente snobbasse la ricchezza. Come nota sarcasticamente Max Weber “la sete di lucro… si trova presso camerieri, medici, cocchieri, artisti, cocottes, impiegati corruttibili, soldati, banditi, presso i crociati, i frequentatori di bische, i mendicanti“, si può dire presso “all sorts and conditions of men”.
La sconvolgente novità che porta il borghese è che il guadagno si fa attraverso il lavoro (robb de matt). È questa la folgore che cambierà tutti i rapporti economici, sociali, esistenziali e renderà centrale la figura ripugnante del mercante e dell’imprenditore perché è colui che dà lavoro. Sono patetiche le masse di uomini e di donne che oggi premono ai cancelli per poter diventare, o ridiventare, degli “schiavi salariati”. La competizione chiude poi il cerchio. Per un imprenditore che vince magari usando la tecnologia al posto degli esseri umani ce n’è un altro che perde e deve liberarsi dei suoi dipendenti. A livello globale per un Paese che apparentemente si arricchisce ce n’è un altro che va in default.
“Apparentemente” perché la “ricchezza delle Nazioni” di smithiana memoria non corrisponde affatto a quella delle loro popolazioni (la Nigeria è il Paese più ricco dell’Africa ma ha il più alto tasso di poveri).
LA SOLUZIONE ? Tutti, da Obama a Cameron, da Renzi a Camusso, la indicano nella crescita.
Chiunque parli di crescita è un lestofante. Perché le crescite infinite, su cui è basato un modello di sviluppo ormai planetario, esistono in matematica ma non in natura. E noi abbiamo ormai superato abbondantemente il confine.
Può crescere ancora qualche settore come l’informatica ma anch’essa troverà presto il suo limite (dopo aver ridotto l’iPod da 6 millimetri, a 3, a uno ed essersi inventati qualche ulteriore applicazione, che altro?). Adesso la parola magica è “banda larga” che significa una maggiore velocizzazione delle comunicazioni, come se uno dei nostri problemi non fosse proprio la velocità cui stiamo andando, che permetterebbe, si dice, una maggior produttività. Ma produrre che cosa e soprattutto per chi, inducendonuovi bisogni di cui l’uomo non aveva mai sentito il bisogno, caricando il pianeta, già al collasso, di un surplus di fardello? Non si può più crescere, bisogna, sia pur gradualmente, decrescere.
Una soluzione, per quanto circoscritta e limitata, io l’avrei. Si chiama Europa. Ma un’Europa molto diversa da quella attuale: unita, neutrale, armata, nucleare e autarchica. Una formula dove la parola chiave è “autarchia”.
Lo chiarirò meglio in un prossimo Battibecco. Se nel frattempo non avrò perso il lavoro.
Massimo Fini
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
22.11.2014
grande fini, in un futuro prossimo la liberta’ sara’ quella dal lavoro .
La crescita/maggior guadagno arrivata a un certo punto – dopo aver saturato il mercato, ricevuto incentivi, aggiornato prodotti, introdotto tecnologie – deve necessariamente ridurre i costi di produzione per aumentare competitivita’ e guadagni (i fattori chiave della crescita) riducendo i salari. I salari ridotti fanno calare i consumi e la domanda interna e per sostenere la crescita bisogna ridurre ulteriormente i salari che determineranno il calo dei consumi. Questa e’ l’inevitabile parabola discendente che si concludera’ nel suo punto piu basso quando – estremamente – arriveremo a produrre beni di qualita’ o in quantita’ astronomica ma che nessuno sara’ in grado di acquistare. (la deflazione portata all’estremo).
IL MERCATO E’ SATURO, la saturazione del mercato e’ il punto piu’ alto della parabola. In quel momento bisognava o bisognerebbe abbandonare la crescita e farsi trovare pronti per il prossimo fenomeno economiconuovo e imprevedibile.
L’inversione possibile e’ quella di aumentare i salari e diminuire la produzione che fara’ alzare i prezzi ma i consumi non scenderanno: chi e’ in grado di attuare tale cambiamento? nessuno.
Continuiamo quindi a spremere le ultime gocce di un sistema che ha gia’ raggiunto il suo massimo
caro fabKL,
caro fabKL,
una volta tanto mi trovo sulla stessa lunghezza d’onda di Fini (oggi metto pure la maiuscola) XD
"Ma un’Europa molto diversa da quella attuale: unita, neutrale,
armata, nucleare e autarchica."
NUCLEARE ?!?!?
Perchè, non lo è
già abbastanza? E rischia pure di finire arrostita in una mega fornace nucleare
se continua a fare da tappetino degli USA impazziti.
Ma a parte questo
"piccolo" dettaglio, fosse anche solo il "nucleare civile", sarebbe una
bestialità da tutti i punti di vista, oltre che antistorica.
Ma perchè al
liceo classico non insegnano anche un po’ di fisica come Dio comanda?
Per la serie, scoperta dell’acqua calda, che il sistema ingrassa i pochi alle spalle dei tanti. Ma non sono patetici i cravattari delle grandi banche e multinazionali e’, sia mai, sono gli operai licenziati. Come se il singolo operaio licenziato abbia gli strumenti per fregarsene e campare coltivando l’orticello ,famiglia annessa.
Caro Gimo sono d’accordo solo sulla seconda parte del tuo commento. Io sono convinto che il nostro mercato sia dal lato venditori sia dal lato compratori e’ giunto al limite, se apre uno shopping center chiudono 100 negozi e d’altro canto se un lavoratore compra un nuovo telefono economizzera’ sull’auto o sui vestiti. L’introduzione di nuove tecnologie farebbe solo sparire chi usa tecnologie vecchie, si creerebbero nuove aziende e nuovi prodotti ma chiuderebbero vecchie aziende. NON CAMBIA NIENTE, ci affanniamo da anni in un gioco delle tre carte che fa spostare i profitti oggi ai produttori di computer domani a quelli di smartphone ma nel frattempo hanno chiuso le fabbriche di macchine da scrivere, di calcolatrici, librerie, enciclopedie…. il progresso.
,
Uno dei migliori consigli che abbia mai letto.
i robot fanno i lavori sporchi e l’umanità SI EVOLVE!!!!
meglio "i robot fanno i lavori sporchi per chi ha i capitali per acquistarli; che volendo potrebbero evolvere, invece pensano a mettere da parte altri capitali per acquistare altri robot; gli altri, quelli che non hanno robot che lavorano per loro, zappano l’orticello per sopravvivere. Ma in genere la situazione è peggiore: quelli che hanno i robot non si sono evoluti ma pensano di esserlo, le masse di zappatori, brutti sporchi e cattivi, disturbano il loro senso estetico e cercano di eliminarli, non ci pensano neanche lontanamente di farli evolvere"
Fini è l’unico lucido.
La crescita sembra essere il santo Graal del capitalismo ma anche dei sinistro democratici nostrani che ancora pensano con nostalgia ai piani quinquennali e alle marce forzate verso il progresso …
Se questo fosse un articolo dedicato a qualche malato di
mente od a qualche ubriacone che deve
smaltire la sbornia fuori da qualche osteria e ne prendesse spunto per far
passare il tempo … andrebbe anche bene. Purtroppo le stupide conclusioni sono destinate alla gente comune, alla gente disperata, senza un presente e senza l’aspettativa
di un futuro. Mai,Mai e poi Mai Nella
storia (tralasciando il triste lavoro del Clero durante “la Santa Inquisizione”)
un “essere umano”, di fronte ad una
realtà di povertà e miseria, Ha avuto Mai tanto coraggio di suggerire “che per
uscire dalla sofferenza bisogna ancora diventare più poveri e più miserabili”! solo un idiota patentato od un ignorantone
immatricolato potrebbe parlare di autarchia quale rimedio per uscire dalla più
grande depressione auto inflitta della storia. Dio ci scampi dall’ignoranza dei
dotti! Ma…. Soprattutto …. Dio ci scapi dai dotti!
Siamo vittime dei Nostri Carnefici! “accettiamo questa
semplice verità o moriremo come animali maltrattati dal primo cretino che si
elegge a dispensatore di giustizia”! Dovrebbe essere estremamente semplice da
capire … ma siamo troppo stupidi per accettarlo. A Tutti Noi, Buona fortuna.
purtroppo questo non è un idiota patentato e nemmeno un ignorantone immatricolato, ma, ahinoi, un furbastro da 4 soldi servo di coloro che vogliono farci tornare allo stato di servitù della gleba.
Fini, ma che razza di cazzate atomiche dici??? In epoca preindustriale se calava il lavoro andavano a giocare a carte???? Fini, in epoca preindustriale il lavoro non calava, perchè "IL PADRONE" (allora c’erano I PADRONI, un pò come quelli dei quali tu sei al soldo e che ti pagano per far credere agli imbecilli che "povero è bello") ti caricava di lavoro come un somaro finchè a fine giornata schiantavi al suolo. E a fine giornata all’osteria ci andava IL PADRONE, che magari si scopava anche la figlia del lavoratore-somaro (quello che tu rimpiangi, perchè spereresti di essere dalla parte del PADRONE). Questo era un esempio, che ovviamente ti è venuto male perchè è tutta la teoria che vuoi farci bere ad essere bacata. La decrescita e l’autarchia falla tu e la tua famiglia. Comincia, per decrescere, a scrivere meno cazzate e ad andare a zappare la terra, e se ti avanza qualcosa, dallo a noi che invece vogliamo crescere e non decrescere.
E’ bene precisare pero, tra una economia TOTALMENTE aperta ed una TOTALMENTE autarchica ci sono svariate vie intermedie. Sei applichi idealmente totale economia aperta senza un governo unico mondiale (presumibilmente giusto e non criminale) sei sbranato comunque.Economia aperta si ma tutti in regime di sovranita, accordi di riforme paritari sulle condizioni dei lavoratori e ambiente ecc..altrimenti dazi , flessibilita del cambio ,controllo dei grandi capitali in uscita e entrata ,aiuti pubblici nazionali, scale mobili, divieto di vendita del debito nazionale all’estero altrimenti siamo d’accapo.
Fini afferma una assoluta veritá. Per l´Italia attuale, il ricorso all´autarchia é il minore dei mali. L´alternativa é il collasso definitivo. Il mercato libero non fa per noi. L´Italia, con i suoi pregi e difetti, é quella che é. Ossia, non potrá mai competere né con la Germania, né con la Cina.Facciamocene una ragione. Noi siamo tagliati fuori. Indagarne le cause, non serve. Dunque, siccome il mercato ci punisce inesorabilmente, la soluzione non é quella di affidarci ad esso bensí deve essere POLITICA. Occorre cioé riprendere la nostra sovranitá ed applicare dazi e barriere doganali e riavviare le nostre industrie. Occorre produrre italiano e consumare italiano perché l´obiettivo principale é la ripresa dell´occupazione. Ovviamente, molti beni saranno piú cari, ma saranno anche in molti, quelli che se li possono permettere, per il semplice fatto che adesso, sono tornati a lavorare. Insomma, dobbiamo lavorare tutti e farlo principalmente per noi stessi. Oltrettutto il made in Italy é garanzia di qualitá e quindi ci garantisce quote di esportazione in cambio delle essenziali materie prime. Scambi da effettuare, nota bene, merce contro merce, senza il ricorso alle monete. E´cosí che la Germania anteguerra ebbe uno strepitoso successo economico nonostante la crisi mondiale.
Inoltre abbiamo patrimoni incredibili da valorizzare. Quello turistico, quello artistico, quello culturale, quello culinario, quello, perché no, del vivere bene.
Dobbiamo fuggire dalla logica sconcia dello sfruttamento dell´uomo sull´uomo, impostaci dal capitale e dunque dobbiamo isolarci per crearci il nostro proprio futuro . Un solo grande problema. Non vedo all´orizzonte nessun Orban nostrano che imponga con determinazione una salutare autarchia a garanzia di un futuro di sicura affermazione perché tutto made in Italy. Il luridume dei nostri politici é il nostro piú grande ostacolo. Sbarazzarcene é , per chi ama il nostro paese, imperativo.
"Dallo a noi". A noi chi? Non c’è nessun "noi". Non fai parte di nessun "noi". E’ più probabile che, al momento, verrai buttato via come spazzatura dagli "altri".
Contesto alla radice questa affermazione :
"Quanto viene affermato qui non tiene conto di alcune variabili.
Se è vero che qualcuno invece di comperare la macchina in 10 anni la compra in 1 solo anno, qualcun altro non potrà nemmeno comprarla."
Infatti non c’è alcun paracadute quando si automatizza l’industrializzazione dei prodotti facendo venir meno la manodopera.
Nel momento in cui manca un paracadute sociale, cioè la società capitalistica del mercato globale non trova occupazione a coloro che prima costruivano l’autovettura queste persone non potranno comprare quella macchina nemmeno in 10 anni, semplicemente non potranno comprarla e basta.
Se la disoccupazione è a livelli elevati verranno comprate meno merci rispetto a prima.
Dunque abbiamo un confronto tra merci create con la partecipazione fattiva dell’uomo, che ottiene un guadagno, contro merci create in modo sempre piu automatizzato, creando la disoccupazione.
Si può fare un paragone con quanto accadeva durante la rivoluzione industriale, gente che perdeva il posto di lavoro pigliava il martello e tentava di distruggere la fabbrica.
Sappiamo che questa non è la soluzione giusta.
Dunque va innanzitutto riconosciuto che senza il paracadute sociale non può esserci nemmeno il progresso, perchè come spiegato in precedenza, in assenza di domanda dovuta alla elevata disoccupazione c’è anche l’assenza di vendita del prodotto ovvero il blocco della crescita.
Ma se è vero che la singola fabbrica che costruisce autovetture se ne frega se vende 10 piuttosto che 100 automobili, perchè comunque riducendo i costi di manodopera ottiene un lauto guadagno in ogni caso, non si può dire la stessa cosa degli stati sovrani che sono impelagati in un sistema di debito sempre in crescita, in cifra assoluta.
Dunque l’alta disoccupazione, la mancanza di regole e di dirigismo pubblico, l’impossibilità di finanziamento da parte degli stati che si sono legati a banche centrali autodefinite "indipendenti" portano al crash finanziario.
Cioè se dall’una parte c’è il progresso della società , in corrispondenza opposta c’è il suo regresso sociale.
Basti pensare che l’italia ha un tasso di disoccupazione elevato, ma non c’è alcuna manutenzione del territorio.
La disoccupazione non viene utilizzata per far qualcosa l’addove serve, si aspetta che il mercato privato riparta e crei posti di lavoro.
Lo stato e gli enti locali non possono prendere questa manodopera inattiva e metterla a lavorare dove è utile, possono fare un bando nel settore privato per dare lavoro a chi già lo ha, e per avere la manutenzione in una singola opera territoriale.
Lo stato si stà sciogliendo, le privatizzazioni sono state fatte in passato perchè si pensava che l’alertura al mercato fosse positiva e perchè servivano soldi.
Mentre ci troviamo in un contesto in cui il cane si morde la coda.
Come può dunque lo stato sovrano creare il paracadute sociale se il sisema globale lo impedisce?
É, come al solito, un articolo provocatorio, ma sensato, e come al solito, appaiono reazioni stizzite (e anche sgangherate) da parte di chi non desidera uscire dagli schemi di analisi triti, a schema fisso, ad esito scontato e soprattutto suggeriti dal tran-tran mediatico.
…e dalla disuguaglianza si sia esaurita, si può cogliere…
"Noi" siamo la stragrande maggioranza della popolazione. La stragrande maggioranza che non sopporta di essere presa per il naso dalle cazzate della decrescita e dell’autarchia propugnate da qualche ricco snob che gioca a fare l’arruffapopolo come Fini.
Che le cose non stiano funzionando mi pare molto evidente, ma che la ricetta non sia quella di Fini, e soprattutto che la visione romantica che egli ha della vita dei secoli passati sia molto miope, e fuorviante per menti deboli, mi sembra altrettanto evidente.
"Sono secoli che esiste una visione catastrofista della societá: una visione affascinante, che attrae molte persone pittoresche, ma che poi, fortunatamente non ha mai visto realizzarsi nessuna delle sue apocalittiche previsioni."
Alcuni degli eventi che hai citato effettivamente sono stati sostenuti da una forte tensione di rinnovamento. Tutte queste rivoluzioni, o pietre angolar della storia, sono però SEMPRE state tradite nei loro ideali progressisti e ingabbiate in una restaurazione che, alla fine, ha lasciato qualche ideale ma ha cancellato ogni effetto concreto nella vita degli uomini che, si sperava, le rivoluzioni producessero.
FIni riesce sempre a peggiorarsi, la sua idea di una Arcadia di benessere nei tempi andati è tipicamente borghese, cosi come la grande ignoranza dei fatti storici, cosa che non gli impedisce anche di parlare di "informatica" che smetterà di svilupparsi perchè l’ipad è ormai a 6 millimetri.
Qui dimostra che è rimasto fuori dal mondo, non ha compreso la rivoluzione digitale e cosa significhi nella realtà di tutti i giorni. E poi non si capisce perchè debba disprezzare chi cerca un lavoro in fabbrica, forse pensa che potremmo tutti vivere scrivendo minchiate come Lui 🙂
Le sue intuizioni positive sono sempre sommerse da questa paccotiglia cazzara, evidentemte incomprimibile, che ammorba i suoi scritti.