CONSUMISMO IRRAZIONALE (OVVERO LE POCHE COMPAGNIE CHE NUTRONO IL MONDO)

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FONTE: VIGILANCITIZEN.COM

Poche persone sanno che la maggior parte del cibo trattato disponibile sul mercato, che sia nei negozi o nelle catene di fast-food, viene tutto da una cerchia di poche e ristrette compagnie. Ancora meno persone si rendono conto che queste aziende sono i principali attori nelle organizzazioni d’élite che decidono salute e politiche sociali e economiche in tutto il mondo. Daremo un’occhiata alle tre grandi compagnie che nutrono il mondo, ai loro vari marchi e alle tattiche che intraprendono per far desiderare i loro prodotti alla gente.

Se uno dovesse studiare attentamente le etichette dei prodotti confezionati in un tipico negozio di alimentari, probabilmente noterebbe che gli stessi nomi di compagnie appaiono ripetutamente: Nestlè, Kraft, General Mills e pochi altri.Molte marche che offrono cibi fatti a mano come una volta, oppure cibi biologici, non sono altro che sussidiarie di queste poche mega-compagnie mondiali. La differenza principale tra la marca principale e la sussidiaria sta nel confezionamento e nella pubblicità, che hanno l’ obiettivo di raggiungere mercati diversi. Per preservare un’immagine attentamente costruita attorno al prodotto, i legami con la casa madre sono spesso nascosti per convenienza. Immaginatevi uno spot per l’ acqua in bottiglia che dice: “Bevete la pura, limpida, rinfrescante Aquafina, imbottigliata con cura dalle remote fonti naturali dell’ Himalaya… PORTATA PER VOI DALLA PEPSICO, PRODUTTRICE DI TACO BELL E CHEETOS MIGHTY ZINGERS!” Questo probabilmente rovinerebbe l’immagine naturale e sana creata per il prodotto.

Questa è la ragione per cui il marketing e il branding sono le parti più vitali del settore alimentare. Ogni prodotto deve vivere nel suo ‘mondo’, separato da quello della compagnia madre e dai prodotti simili. La pubblicità è così potente che due marchi di cereali, fatti con gli stessi ingredienti di base, possono essere destinati a due mercati completamente differenti. Per esempio, gli Special K ed i Rice Krispies sono diversi? Da un punto di vista strettamente razionale questi prodotti sono quasi identici per forma, gusto e ingredienti. Da un punto di vista irrazionale (marketing) però, sono in due mondi diversi.
Le pubblicità dei Rice Krispies ruotano attorno a personaggi animati e colorati, vanno in onda durante gli show per bambini del sabato mattina, mentre quelle degli Special K tendono a mostrare donne magre che fanno yoga (più o meno). La confezione dei Rice Krispies ha in omaggio giochi, mentre quella degli Special K dà accesso al sito Internet “La Sfida della Perdità di Peso”. Tutto questo è solo fumo negli occhi e alla fine, comunque, mangerai le solite cose e i tuoi soldi andranno nel solito posto.

L’ industria degli alimenti può essere considerata un vero oligopolio. Le tre compagnie leader, Nestlè, Kraft Food e PepsiCo, dominano le vendite. In effetti, queste società vengono usate spesso come esempio di “Regola del Tre” nelle business school, dal momento che sono un esempio reale di mercato dominato da tre attori giganteschi.
La posizione di produttori mondiali di cibo ha reso questi conglomerati estremamente potenti e hanno i loro rappresentanti in molte delle organizzazioni d’élite, come il Council on Foreign Relations. Questo non solo gli consente di proporre le loro politiche in tutto il mondo su temi come nutrizione e salute, ma anche su questioni economiche, politiche e sociali. Tutto ciò concede a queste compagnie anche di assicurarsi il predominio costante del mercato, attraverso la creazione di politiche favorevoli, all’accesso a informazioni privilegiate ed intimidendo potenziali concorrenti. Se consideriamo oggettivamente, l’ oligopolio di grandi compagnie come in questo caso è una diretta minaccia alle teorie del libero mercato.

Oggi, se una piccola compagnia alimentare creasse un nuovo prodotto rivoluzionario, farebbe difficoltà a distribuirlo senza rinunciare ai propri diritti a vantaggio di uno di questi conglomerati. Oltre a dominare sugli scaffali, i Big Three controllano gran parte dei canali di distribuzione mondiali. Al punto che le imprese appena nate non possono raggiungere i consumatori senza contrattare con loro.
L’unico modo che hanno i piccoli imprenditori di evitare anni di lotte e rifiuti per ottenere un posto sugli scaffali dei supermercati è quello di ottenere una licenza con uno dei giganti, dove l’imprenditore cede la proprietà ed i diritti sul prodotto in cambio di royalty (solitamente una piccola percentuale sulle vendite). Ogni contratto di licenza consolida la posizione di queste compagnie ed elimina i pericoli dei prodotti innovativi di possibili concorrenti.

Ecco le tre maggiori compagnie e una lista sommaria dei loro marchi:

1. Nestlè

La Nestlè è la più grande azienda alimentare del mondo. Ha 6000 marchi, un’ampia gamma di prodotti su diversi mercati, come caffè, acqua ed altre bevande, cioccolato, gelati, cibi per bambini, alimenti per prestazioni sportive e salutari, stagionati, congelati e da frigo, confetterie e cibi per animali.
Nel 2009, le vendite sono state di 2,24 miliardi di dollari. Il presidente della compagnia, il signor Brabeck-Letmathe, è nel Consiglio di Amministrazione di Credit Suisse Group, di L’Oreal e di ExxonMobil. È inoltre membro della European Round Table of Industrialists e uno dei fondatori del World Economic Forum (un’importante fondazione che preme per la realizzazione di un governo mondiale). I prodotti venduti dalla Nestlè includono:

Cereals

Cinnamon Toast Crunch
Cheerios (outside US, Canada and Australia)
Cini Minis
Honey Nut Cheerios (outside US, Canada and Australia)
Oat Cheerios
Cookie Crisp
Golden Grahams
Honey Stars
Koko Krunch
Milo Cereals
Nestlé Corn Flakes
Nesquik
Shreddies
Shredded Wheat
Clusters
Trix

Yogurt

Munch Bunch
Ski

Coffee

Bonka
Nescafé
Nespresso
Partner’s Blend
Ricoffy
Ristretto
Ricoré
Sical
Tofa
Taster’s Choice
Zoégas
Shrameet

Water

Aberfoyle
Aqua D’Or
Aqua Pod
Acqua Panna
Al Manhal
Aquapod
Arrowhead
Buxton
Contrex
Deer Park
Hépar
Ice Mountain
Henniez
Korpi
Levissima
Nestlé Aquarel
Nestlé Vera
Ozarka
Perrier
Poland Spring
Powwow
Minere
Pure Life/Pureza Vital
Quézac
San Pellegrino
San Bernardo
Viladrau
Vittel
Zephyrhills

Other drinks

Nestea (Joint venture with Coca-Cola, Beverage Partners Worldwide)
Enviga (Joint venture with Coca-Cola, Beverage Partners Worldwide)
Milo
Carnation
Caro
Nesquik
Libby’s
Growers Direct Organic Fruit Juices
Good Host
Juicy Juice
Ski up and go

Shelf-stable products

Bear Brand
Carnation
Christie
Coffee-Mate
Dancow
Gloria
Klim
La Lechera
Milkmaid
Nespray
Nestlé
Nesvita
Nestlé Omega Plus
Nido
Ninho
Svelty
Emswiss
Milo

Ice cream

Camy
Dreyer’s
Edy’s
Frisco
Häagen-Dazs (North America and the United Kingdom)
Hjem-IS (Denmark & Norway)
Maxibon
Motta
Mivvi
Nestlé
Nestlé Drumstick
Oreo (Canada)
Peters (Australia)
Push-Up
Schöller
Skinny Cow

Infant foods

Alete
Alfare
Beba
Cérélac
FM 85
Gerber (the world’s largest baby food company)
Good Start
Guigoz
Lactogen
Nan
NAN HA
NanSoy
Neslac
Nestlé
Nestogen
Nido
PreNan

Performance nutrition

Musashi
Neston
Nesvita
PowerBar
Pria
Supligen

Healthcare/nutrition

Boost
Carnation Instant Breakfast
Nutren
Peptamen
Glytrol
Crucial
Impact
Isosource
Fibersource
Diabetisource
Compleat
Optifast
Resource

Seasonings

Buitoni
Maggi
Carpathia
CHEF
Thomy
Winiary

Frozen foods

Stouffer’s
Lean Cuisine
Buitoni
Hot Pockets
Lean Pockets
Papa Guiseppi
Tombstone Pizza
Jack’s Pizza
DiGiorno Pizza
California Pizza Kitchen Frozen

Chocolate, confectioneries and baked goods

100 Grand Bar
Aero
After Eight
Allens
Animal Bar
Baby Ruth
Bertie Beetle (Australia)
Big Turk (Canada)
Black Magic
Boci (Hungary)
Blue Riband
Bono(Brazil)
Breakaway
Butterfinger
Butterfinger BB’s
Butterfinger Crisp
Bon Pari (Czech Republic, Poland and Hungary)
Cailler
Caramac
Carlos V
Chips Ahoy! (Canada)
Coffee Crisp
Chunky
Drifter
Frigor
Galak/Milkybar
Goobers
Heaven
Hercules Bars (with Disney)
Icebreakers
Kit Kat (Hershey’s in the US)
Lion
Matchmakers
Milky Bar
Mirage
Joff
Munchies
Nestlé Alpine White
Nestlé with Almonds
Nestlé Crunch
Nestlé Crunch Crisp
Nestlé Crunch with Caramel
Nestlé Crunch with Peanuts
Nestlé Crunch Pieces
Nestlé Crunch White
Nestlé Milk Chocolate
Nestlé Princessa
Nestlé Wonder Ball
Nips
Nuts (Europe)
Oh Henry (except US)
Peppermint Crisp
Perugina Baci
Polo
Quality Street
Raisinets
Rolo (Hershey’s in the US)
Rowntrees

Fruit Pastilles
Jelly Tots
Pick & Mix
Randoms
Fruit Gums
Tooty Frooties
Juicy Jellies
Snowcaps

Smarties
Texan Bar
Toffee Crisp
Toll House cookies
Turtles
Walnut Whip
Violet Crumble
Yorkie
XXX mints

Petcare

Alpo
Beneful
Cat Chow
Dog Chow
Fancy Feast
Felix
Friskies
Go Cat
Butchers
Bakers
Winalot
Gourmet
Mighty Dog
Mon Petit
ONE
Pro Plan
Purina
Tidy Cats

Controversie

La Nestlè affronta le resistenze in tutto il mondo per la promozione del sostituto del latte materno (latte artificiale), soprattutto nei paesi del terzo mondo. Secondo gli attivisti, la Nestlè contribuisce alle inutili sofferenze e perfino alla morte di bambini, principalmente tra i poveri.

Alcuni gruppi di sostegno e beneficenza hanno accusato la Nestlè di metodi non etici per la promozione di latte artificiale per madri povere nei paesi in via di sviluppo. Ad esempio, l’International Baby Food Action Network sostiene che la Nestlè distribuisce campioni gratuiti di latte artificiale negli ospedali e nei reparti di maternità; una volta lasciato l’ ospedale, il latte artificiale non è più gratuito, ma dato che il suo uso ha interferito con la naturale lattazione della madre, la famiglia è obbligata a continuare ad acquistare il latte artificiale. L’ IBFAN sostiene anche che la Nestlè usa gli ‘aiuti umanitari’ per crearsi un mercato, non etichetta i suoi prodotti con un linguaggio adeguato ai paesi in cui vengono venduti e offre premi e sponsorizzazioni per influenzare gli operatori sanitari a promuovere i suoi prodotti. Nestlè nega tutte le accuse.
Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Nestl%C3%A9_boycott

2. Kraft Foods

Sussidiaria della Philip Morris (produttrice delle sigarette Marlboro), Kraft Foods è la maggiore azienda di produzione di cibi, dolciumi e bevande con sede negli Stati Uniti. Distribuisce diversi marchi in 155 paesi; undici di questi marchi mondiali guadagnano più di 1 miliardo di dollari l’anno.
Come Nestlè, Kraft ha consolidato il suo status nell’oligarchia del settore alimenatare con l’acquisizione di colossi quali Nabisco (Oreos, Chips Ahoy, Fig Newtons, Ritz, etc.) e Cadbury (Ferrero Rocher, Dairy Milk, Caramilk, etc.).

Il CEO di Kraft, Irene Blecker Rosenfeld, è secondo Forbes la “seconda donna più potente del mondo”. La cosa non sorprende dato che in gran parte del pianeta si consumano alimenti della Kraft. Prima di entrare in Kraft, la Rosenfeld era presidente e amministratrice delegata di Frito-Lay, una divisione di PepsiCo (altra delle “Big Three”).
Kraft include questi marchi:

Toblerone chocolate bars
A1 Steak Sauce
Ali Coffee
Arrowroot biscuits
Back to Nature
Baker’s (chocolate)
Balance Bar
Better Cheddars
Boca Burger
Bonox
Breakstone’s
BullsEye Barbecue Sauce
Café HAG
California Pizza Kitchen (grocery store items)
Calumet Baking Powder
Cameo (biscuits)
Capri Sun (juice drink)
Carte Noire
Cheesybite
Cheese Nips
Cheez Whiz
Chicken in a Biskit
Chips Ahoy! (cookies)
Christie (Canadian division of Nabisco)
Claussen (pickles)
Clight
Club Social (crackers)
Cool Whip (non-dairy whipped cream)
CornNuts (snack food)
Côte d’Or (Belgium)
Country Time (powdered drink mix)
Cracker Barrel
Crystal Light
Dairylea (Europe)
Delissio (Canada)
DiGiorno (pizza)
Easy Cheese
Fig Newtons
Fudgee-O (Canada)
General Foods International
Grape-Nuts (breakfast cereal)
Grey Poupon (mustard)

Handi-Snacks
Honey Maid
In-A-Biskit (Australia)
Jack’s Pizza
Jacobs (Europe)
Jell-O (gelatin dessert)
Jet-Puffed Marshmallows
Kenco (United Kingdom)
Knox (gelatin)
Knudsen (dairy products)
Kool-Aid (flavored drink mix)
Kraft BBQ Sauce
Kraft Caramels
Kraft Macaroni and Cheese
Kraft Dinner (Canada)
Kraft Easymac
Kraft Mayo
Kraft Bagelfuls
Kraft Peanut Butter (Canada)
Kraft Singles (pasteurized prepared cheese product)
Kraft Sandwich Spread
Lefèvre-Utile
Lunchables
Maxwell House (coffee)
Miracle Whip (salad dressing spread)

Nabisco
Nabob (coffee) (Canada)
Naked Drinks
Nilla
Nutter Butter
Onko (coffee)
Oreo (cookie)
Oscar Mayer
Grated Parmesan cheese
Philadelphia cream cheese
Pigrolac
Planters
Polly-O (cheese)
Premium (a Nabisco brand of saltine crackers)
Pretzels
P’tit Québec
Prince Polo
Pure Kraft Salad Dressings
Ritz
Royal baking powder
Seven Seas (salad dressings)
Sanka (decaffeinated coffee)
Shake ‘n Bake
Simmenthal (canned meat)
Snackabouts
SnackWells
South Beach Living
Starbucks (grocery store items)
Stove Top stuffing
Suchard
Taco Bell (grocery store items)
Tang
Tassimo (single-serve coffee machines using pods branded as T-Discs)

3. PepsiCo

PepsiCo Incorporated fa parte delle 500 migliori corporation scelte da Fortune, ha sede a Purchase, Harrison, New York, con interessi nella produzione, vendita e distribuzione di bevande, alimenti ai cereali e altri prodotti. Se non lo aveste ancora indovinato il suo prodotto di punta è la Pepsi Cola, ma la popolare bevanda non è il solo prodotto della compagnia. Infatti, un ragazzo che ha voglia di sgranocchiare qualcosa, potrebbe tranquillamente lasciare un alimentari con tre o quattro prodotti della PepsiCo senza che se ne renda conto.

PepsiCo è un membro ‘Premium’ del Council of Foreign Relation e del Brookings, due delle organizzazioni più influenti dell’élite mondiale (come visto nell’articolo Naming Names: Your Real Government). Indra Nooyi, presidente e CEO di PepsiCo, fa parte del World Economic Forum. Inseriti in queste organizzazioni, i dirigenti della PepsiCo ed altre multinazionali come Sony (la più grande etichetta dell’industria musicale), Nike (la più grande venditrice di scarpe del mondo), Rockefeller Group International e Lockheed Martin (la più grande compagnia di difesa del mondo), lavorano assieme a diversi capi di stato (presidenti americani compresi), politici influenti (come l’attuale Segretario di Stato americano Hillary Rodham Clinton) e testimonial d’immagine (come Tom Brokaw e George Clooney), a sviluppare opinioni politiche, sociali ed economiche e raccomandazioni che interessano interi paesi.
Le politiche favorite da queste organizzazioni stanno guidando il mondo verso un governo mondiale unificato e ad una singola valuta mondiale, verso quello che viene definito come il “Nuovo Ordine Mondiale”.
Pepsi include questi marchi:
Drinks:

AMP
Brisk
Mountain Dew
Ocean Spray
Mist
Aquafina
Lipton Ice Tea
MUG
Pepsi
Sobe
Gatorade
Tropicana
No Fear Energy Drink
Propel Enhanced Water
Starbucks (retail products)

Food

Lay’s
Doritos
Tostitos
Cheetos
Fritos
Sun Chips
Baked!
Frito Lay Dips
Baken-Ets
Chester’s Puffcorn
Cracker Jack
El Isleno Plantain Chips
Frti-Lay Peanuts
Funyuns
Gamesa
Grandma’s
Matador
Maui Style Potato Chips
Miss Vickie’s
Munchies
Munchos
Natural
Nut Harvest
Quaker
Rold Gold
Ruffles
Sabritones
Santitas
Smartfood
Spitz
Stacy’s

Le compagnie Spin-Off

PepsiCo, inoltre, nutre giornalmente milioni di persone tramite la sua compagnia secondaria, Yum!, proprietaria di catene di ristoranti come Pizza Hut, Taco Bell, KFC, Hot ‘n Now, East Side Mario’s, D’Angelo Sandwich Shops, Chevys Fresh Mex, California Pizza Kitchen e Stolichnaya. Molti dei marchi elencati esistono da decenni, alcuni da oltre un secolo. Qual è il segreto di un successo così duraturo? Per prima cosa, bisogna avere la ricetta giusta. Come menzionato sopra, Nestlè ha speso più di 2 miliardi di dollari nel 2009 solo per ricerca e sviluppo, usati in gran parte per pagare uomini in camice per la creazione del prodotto più attraente, gustoso, soddisfacente, coinvolgente e ovviamente redditizio.
Le proprietà di assuefazione ai sali, ai grassi, agli zuccheri e agli altri prodotti chimici sono ben note ai ricercatori da 2 miliardi di dollari l’anno. Gli alimenti trattati contengono un mix accuratamente studiato di prodotti chimici e di additivi che inviano segnali di ‘soddisfazione’ al cervello, il quale poi continua a ricercarli per l’appagamento del desiderio.

Comunque, ci sono innumerevoli compagnie che vendono prodotti simili. Così per tenere i consumatori legati al proprio marchio, le corporation investono miliardi di dollari nel secondo segreto del successo: la ‘fedeltà al marchio’, realizzata tramite marketing e pubblicità.

Pubblicità Irrazionali

Mentre il fine ultimo di una pubblicità è quello di vendere il prodotto, società di PR vi diranno che stanno cercando di andare ben oltre una buona vendita. La loro missione è quella di creare un legame affettivo per un prodotto, un concetto totalmente irrazionale, ma estremamente efficace. Loro non vogliono solo che a te piaccia il loro prodotto, vogliono che ti identifichi con esso. Stanno cercando di creare clienti fedeli per tutta la vita creando un’immagine, uno stile di vita e addirittura una filosofia attorno al prodotto.

Mostrando le persone che festeggiano e corrono sulla spiaggia, la pubblicità tenta di creare un’associazione tra il prodotto e l’essere giovane, giusto, di tendenza e ribelle. Anche se lo spot è un po’ pesante, sono d’accordo sul fatto che non ci sia niente di più ribelle che riempirsi la bocca con un panino pieno di un sostituto della maionese. Rock!

Pubblicità come questa vengono studiate meticolosamente per raggiungere una certa fascia di persone e generare in loro emozioni specifiche. Per raggiungere questi obiettivi si basano su approfondite ricerche sul comportamento umano.

Nessun gruppo di sociologi si avvicina alle squadre di pubblicitari nella raccolta e nel processo di dati sociali. Questi team hanno miliardi ogni anno da spendere per ricerche e per testare le reazioni e i loro prodotti sono dei magnifici accumuli di materiale riguardo le esperienze condivise e le sensazioni dell’ intera comunità.
– Marshall McLuhan, The Extensions of Man

Per vendere la fedeltà al marchio tramite uno spot pubblicitario, le argomentazioni logiche/razionali hanno effetti limitati. Le pubblicità più efficaci e di successo riescono a bypassare il pensiero razionale (quando un argomento può essere accettato o rifiutato) e inserirsi direttamente nel subconscio dei destinatari, attraverso istinti, paure o insicurezze.

È tramite la conoscenza dell’essere umano, delle sue tendenze, dei suoi desideri, dei suoi bisogni, dei suoi meccanismi psichici, dei suoi automatismi, con la conoscenza della psicologia sociale e analitica, che la propaganda affina le sue tecniche.”
– Propagandes, Jacques Ellul

Per illustravi questo, diamo un’occhiata a due tipiche pubblicità di prodotti alimentari rivolti ad un mercato importante: le madri.

Pubblicità Irrazionali: Vendere alle Madri

Per i venditori, le madri sono un sogno. Hanno un enorme punto debole: i bambini, specialmente i loro. Questo amore per i piccoli non è razionale: l’istinto materno è uno dei riflessi più primordiali e ormonali dell’umanità. Riuscire ad entrarci è come entrare nelle funzioni innate delle madri. Attraverso gruppi di ricerca, i pubblicitari hanno imparato i modi più efficaci per far reagire le madri e hanno creato annunci mirati che la rendono preoccupata, commossa, spaventata, arrabbiata o turbata. Una volta che lo stato emotivo è stato scelto come target, il prodotto si presenta come la risposta a tutto. Ad esempio, c’è uno spot di una farina che è specialmente indirizzato alle madri.

Un grande sacchetto di polvere bianca. Se fosse razionale, la pubblicità avrebbe descritto le prestazioni superiori alla media di questa farina (che è vero) o magari il prezzo vantaggioso rispetto al peso. Ma non lo fa. Va diritto alle emozioni.

Per raggiungere efficacemente il suo pubblico, la pubblicità non deve parlare della farina, ma di amare i figli e delle “baking memories”. Dietro a tutta questa carineria che riscalda i cuori, la verità è che lo spot raggiunge la paura viscerale della madre di essere considerata un ‘cattivo genitore’.

“Rifiutandoti di infornare i muffin per i tuoi bambini, gli rubi la felicità e il ricordo di leccare l’impasto dal mestolo. E dal momento che i ricordi sono tutto quello che abbiamo in vita, stai rubando la LORO VITA. Come puoi fargli questo? Vuoi che i tuoi figli diventino persone vuote? Davvero lo vuoi? No? Bene, smetti di essere una madre incompetente, compra quel pacco di farina e mettiti a fare dei muffin. Forse allora i tuoi figli ti ricorderanno come una ‘Brava Madre’. Forse. Se non è troppo tardi. Potresti aver rovinato tutto con la scandalosa non cottura dei muffin. Vergogna!”

Ecco un altro spot per le madri.

Avete rabbrividito un po’ nel vederlo? Niente di questo ha senso. La razionalità non serve per vendere le cose. Prima cosa, sottolineiamo le ovvietà: se questo accadesse nella vita reale, gran parte degli universitari sarebbero INCAZZATI. Questa sarebbe una conversazione più realistica:

“Ciao mamma. Ho ricevuto il pacco…. Perché mi hai mandato del burro di noccioline? Non capisco… sai che posso comprarlo qua fuori, giusto? E allora perché me lo mandi? Sai cosa hanno mandato a Jenny i suoi genitori? Trecento dollari. Cosa ho io? UN MALEDETTO BARATTOLO DI BURRO DI ARACHIDI?

D’accordo, ma seriamente, come detto prima, i venditori bypassano gli argomenti razionali dove uno dovrebbe considerare il burro di arachidi come un semplice barattolo di arachidi tritate. Nel mondo del marketing il burro di noccioline deve essere più di semplice burro di noccioline. Attraverso lo spot, Jif non è più un barattolo di noccioline di bassa qualità e zucchero di produzione industriale, ma un simbolo del calore materno in un mondo freddo e crudele. La pubblicità sostituisce l’ignoranza o l’indifferenza verso un prodotto per mezzo di una serie di sentimenti sdolcinati che nulla hanno a che fare con il burro d’arachidi. E nel caso che non abbiate ricevuto il messaggio, lo spot va avanti e te lo dice chiaramente: “È più del gran gusto di noccioline, la scelta di Jif è un fantastico modo di dimostrare quanto si tiene a cuore qualcuno”.

In Conclusione

Perché ci si dovrebbe preoccupare di quale società vende quel prodotto? Primo, è una questione di salute. Quasi tutte le centinaia di prodotti citati nell’articolo contengono ingredienti tossici, da un’eccessiva quantità di grassi saturi e additivi come il MSG, lo sciroppo di mais (HFCS), mercurio e/o aspartame. Queste sostanze e molte altre simili sono velenose per il corpo, per il sistema nervoso e il cervello (come detto nell’articolo Dumbing Down Society: Food, Beverages and Meds). I cibi trattati stanno rendendo il mondo più grasso, più malato e più scemo, anche se sono prodotti solo da poche compagnie. È fondamentale sapere quali sono e riconoscerli… così li puoi evitare. È anche importante riconoscere le tattiche base del marketing che vengono usate per spingere i consumatori a comprare cibi trattati.

La questione è comunque più ampia della salute individuale. Essere a conoscenza delle compagnie che ci vendono il cibo vuol dire essere a conoscenza degli importanti attori dell’élite mondiale. Come dice il detto, “Controlla il cibo e controllerai la gente”.
Se credete che sia importante conoscere la verità sulla struttura di potere mondiale, è fondamentale sapere di queste compagnie e capire la loro estensione in tutti i settori della società. Loro possono “soltanto” vendere cibo, ma il loro potere e la loro posizione danno a questi conglomerati un ruolo attivo nel governo mondiale, nella politica, in economia, nel legiferare e anche nel campo militare (chi credete sia a rifornire le mense militari?).

I Big Three e le multinazionali come loro fanno parte di think tank quali il Council on Foreign Relations e il gruppo Bilderberg, che fungono da vero motore del cambiamento globale. PepsiCo potrebbe avere voce in capitolo nell’invasione di un paese come l’Iran? Beh, sì. E tutte le volte che comprate una Pepsi o un sacchetto di Doritos e un Tropicana, li aiutate a diventare più ricchi e potenti. Fortunatamente, tuttavia, c’è un modo facile per smettere di sostenere queste compagnie: semplicemente sostituendo i prodotti di queste società con quelli freschi acquistati dai produttori locali. Migliorerai la tua salute e la tua economia locale, ma, soprattutto, potrai diventare il peggior incubo per l’élite: un consumatore razionale.

Fonte: Irrational Consumerism (or The Few Companies Who Feed the World)

15.04.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di REIO

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