Un tribunale di Donetsk ha condannato a morte tre uomini stranieri che hanno prestato servizio nelle forze armate ucraine e hanno combattuto per Kiev nei territori della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR).
Oggi, giovedì 9 giugno, i cittadini britannici Aiden Aslin e Shaun Pinner e il marocchino Saadun Ibrahim sono stati riconosciuti colpevoli di aver agito come mercenari e di aver tentato di prendere il potere con la forza nella DPR.
I tre uomini sono stati inoltre accusati di essersi sottoposti a un addestramento per svolgere attività terroristiche sul territorio della Repubblica Popolare, riconosciuta dalla Russia a febbraio e invece considerata dalla maggior parte del mondo ancora una provincia separatista dell’Ucraina.
Secondo le leggi della DPR, la presa di potere con la forza comporta una pena tra i 12 e i 20 anni dietro le sbarre, ma la condanna può essere inasprita fino alla pena capitale a causa delle circostanze aggravanti del tempo di guerra, come l’agire da mercenari.
I soldati si sono dichiarati colpevoli di “aver ricevuto un addestramento allo scopo di svolgere attività terroristiche” e di aver tentato di rovesciare con la forza il governo di Donetsk, ma hanno negato di essere mercenari assoldati da Kiev.
Adesso i condannati potranno appellarsi contro decisione in tribunale o chiedere la grazia al leader della DPR. Se vinceranno l’appello, la pena capitale – da eseguire attraverso la fucilazione – potrebbe essere ridotta a un massimo di 25 anni di carcere.
I combattenti sono stati catturati a Mariupol, città portuale che sappiamo essere stata rivendicata da Donetsk, e che è stata teatro per settimane di violenti scontri e dello stallo dell’acciaieria Azovstal, dove un migliaio di soldati ucraini è rimasto trincerato finchè non si è arreso all’esercito russo.
Londra ha chiesto che i suoi cittadini vengano trattati come prigionieri di guerra secondo le Convenzioni di Ginevra. Tuttavia, la Gran Bretagna non è formalmente in guerra con la DPR e per questo le autorità della Repubblica hanno dichiarato di considerarli mercenari, ai quali il diritto internazionale non concede gli stessi privilegi dei combattenti regolari.
Massimo A. Cascone, 09.06.2022