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CON LA CRISI OGNUNO SE LA PESCHI

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A cura di Davide
Il 25 Maggio 2009
27 Views

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DI DANIELE MARTINELLI

danielemartinelli.it

Bando alle ciance. Noemi per il corruttore è un caso patologico che con la condanna di David Mills lo ha già definitivamente sputtanato in tutto il mondo. A poco o a nulla servirà “lo sforzo per far passare la realtà sul piano internazionale”.
Ciò che conta per la tenuta di un regime è la stabilità economica dei cittadini, soprattutto per quelli abituati a ritenere debba essere sempre lo Stato a dare loro un lavoro. Categoria dominante in Italia.

Vista la situazione economica attuale io continuo a ritenere che questo governo non arriverà alla fine dei 5 anni di legislatura. Molla del crollo sarà la crisi economica che merita un paio di considerazioni lucide partendo dai numeri: in Italia ci sono 5 milioni di dipendenti pubblici e 12 milioni di pensionati. In tutto 17 milioni di stipendiati per i quali la crisi, fino ad oggi, non è ancora iniziata.
Considerando chi tiene famiglia, l’importo di 17 milioni va ragionevolmente moltiplicato per 2. Sono perciò almeno 35 milioni gli italiani che vivono grazie all’introito statale. A questi dobbiamo sommarne altri 15 milioni fra dipendenti di aziende private, precari e stranieri alle prese con le cooperative. Che in totale danno 50 milioni. Per arrivare a 60 milioni di residenti in Italia rimangono circa 10 milioni di imprenditori, che coi loro guadagni di impresa pagano i loro dipendenti ma anche quelli degli altri 35 milioni del settore pubblico e delle pensioni con le tasse. Una delle anomalie italiane è proprio questa sproporzione fra mantenuti (con rispetto per chi lavora) e produttori di ricchezza.

Veniamo ai conti pubblici. La deflazione, cioè la diminiuzione della circolazione monetaria con conseguente diminuzione dei prezzi dovuta alla crisi economica globale, non sta fermando il rallentamento dei consumi. Che di conseguenza ha già rallentato se non bloccato le produzioni industriali e aumentato disoccupazione e cassa integrazione.
Le aziende che non producono non pagano nemmeno le tasse. Infatti la forte diminuzione del gettito fiscale italiano registrata in questi primi mesi del 2009, ha provocato l’impennata del debito pubblico schizzato a 1.747 miliardi di euro (a inizio anno era di 1.680) e l’aumento degli interessi che ha ormai sfondato gli 80 miliardi annui.

Perché questo aumento? Perché lo Stato ha cominciato a pagare gli stipendi ai 35 milioni di italiani semplicemente dando fondo al debito pubblico, senza che la casta di nababbi abbia cominciato a rinunciare a qualcosa. A cominciare dai politici passando per i rimborsi elettorali ai partiti.
Tradotto in parole povere l’Argentina si avvicina. Da un giorno all’altro ci saranno pensioni e stipendi inevasi senza preavviso, le famiglie cominceranno a dare fondo ai risparmi fin che ne avranno, come sta già accadendo per molti disoccupati e cassintegrati.

L’intensità della tensione sociale, e quindi della tenuta del governo, dipenderà soltanto dalla legge dei numeri. Quando i poveri e gli affamati avranno varcato un certo limite di numero e livello di sopportazione non sarà più soltanto caccia al manager. Sarà guerra civile con morti, feriti e saccheggio a quella minoranza di lavoratori in settori che non vivono la crisi. Penso a chi produce e commercia cibi, bevande e alcuni imprenditori che dalla crisi in qualche modo ci guadagnano. Già perché il corruttore e la sua banda a quel punto saranno già scappati su qualche atollo.

Attualmente ci sono cassintegrati e disoccupati che rimangono silenti nelle loro case perché si vergognano di dire che sono senza lavoro. La loro condizione di minoranza li spinge ad addossarsi le colpe della perdita del lavoro. Il caso del signor Siminoli di Prato che ha messo in vendita un rene su Ebay è uno degli effetti della disperazione che posso confermare perché l’intervista pubblicata sul blog di Beppe Grillo gliel’ho fatta io.

Nella palazzina in cui abito ci sono 12 famiglie: in 5 di queste, fra gennaio e oggi, almeno un componente ha perso il lavoro o è cassintegrato, tanto che qualche famiglia ha già smesso di pagare le spese condominiali.
Questo andazzo non potrà che alimentare liti e degenerazione dei rapporti fra dirimpettai. Il casino è vicino e prima che il sistema cambi radicalmente ci vorrà qualche anno e qualche morto.
Chi può se ne vada su qualche isola oceanica magari incappa in un incontro a 4 occhi col corruttore. Chi non può se la peschi.

Daniele Martinelli
Fonte: www.danielemartinelli.it
Link: http://www.danielemartinelli.it/2009/05/25/con-la-crisi-ognuno-se-la-peschi/

25.05.2009

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