DI HS
comedonchisciotte.org
Doveva accadere prima o poi e, da un po’ di tempo a questa parte, ci ho rimuginato per parecchio tempo…
Sarà stata forse quella nostalgia di casa che, da quando mi ritrovai sul vostro pianeta, non mi ha più abbandonato costringendomi alle contorsioni mentali per rimanere fra voi.
L’ho sempre saputo dal primo goccio di inchiostro che questa storia non poteva durare…
In procinto di seguire quella stessa rotta che l’ariostesco Orlando tracciò per recuperare il suo senno – beh! Il paragone è compiaciuto e un po’ improprio – sto distribuendo gli ultimi saluti a coloro che con molta pazienza hanno seguito le mie elucubrazioni mentali, ora ironiche e magari un pochino dotte, ora prolisse e piuttosto farraginose.
Un sentito grazie a tutti nell’auspicio che quelle parole siano riuscite a portare anche una piccola cosa in minuscole porzioni della vostra vita.
Purtroppo un vento che viene da lontano, da galassie molto remote mi ha colto letteralmente tarpandomi le ali anche se ora so che è proprio al mio paese natale che devo tornare per poter riuscire a riassaporare di nuovo la vita più autentica e genuina.
Ad essere sincero non so se questo sia un addio definitivo o che in sé racchiuda la tenue speranza che un giorno ci si possa ancora incontrare…
Meno 4, 3, 2, 1…. ZERO !
HelterSkerlter, il marziano virtuale, è definitivamente partito e già vi sta osservando da spazi siderali.
Siete così piccoli eppure così grandi !
Tantissime buone cose per ciascuno di voi !
HS
Mettendo da parte qualsiasi incursione “fantasiosa” o creativa vorrei – com’è giusto che sia, anche perché penso di aver sottratto parte abbastanza considerevole del mio tempo per scrivere e tradurre in maniera quantomeno intelligibile i miei pensieri e le mie riflessioni –chiarire qualcosina su me stesso e sulla mia identità… In questi anni scarsi qualcuno si è magari esercitato inutilmente per scoprire chi realmente fosse il dispettoso ed irritante marzianetto, se si trattasse di un personaggio di una certa notorietà riconducibile innanzitutto al mondo giornalistico.
Ovviamente è stata tutta fatica sprecata perché non sono un giornalista e non sono neppure un blogger poiché non avrei nessuna idea su come gestire un sito dedicato all’informazione e all’approfondimento. Forse la definizione o l’etichetta più appropriata che mi si potrebbe appioppare è quella di “scrittore dilettante prestato alla rete”. In questa mia breve e secondaria attività non sono stato mosso da altri intenti se non quelli di esporre le mie personali riflessioni e, in aggiunta, tradurre anche le vibrazioni delle corde della mia sensibilità di fronte a certi fatti e certe situazioni. Per qualche tempo ho creduto pure di poter dare un contributo nell’elaborazione di quegli strumenti concettuali per poter interpretare ed affrontare la contemporaneità. Mi rendo comunque perfettamente conto di aver ecceduto nella “speculazione”…
Da qualche tempo ormai questi miei interessi vanno decantandosi anche perché la mia situazione familiare e personale non è certo ottima finendo inevitabilmente per condizionare le capacità di scrittura, di ricerca e di riflessione. Sono veramente molto, ma molto stanco.
Senza spendere ulteriori parole e per lasciare ai lettori di comedonchisciotte la possibilità di sondare quanto di meglio c’è in quel sito, voglio ringraziare per gli apprezzamenti, certi giudizi sicuramente immeritati e per le attestazioni di stima. Ho potuto notare come, inevitabilmente, l’interesse si è concentrato soprattutto nei confronti degli articoli dedicati a talune pagine raccapriccianti della nostra storia – pagine di un libro raccapricciante, beninteso ! – e non posso che essere soddisfatto se ciò può esser servito anche solo per stimolare la curiosità di un solo giovane che, quegli anni, non può averli vissuti neanche attraverso i racconti dei genitori.
Naturalmente ringrazio pure coloro che hanno espresso critiche o palesato perplessità più o meno puntualmente anche perché hanno comunque deciso di sorbirsi i miei mattoni mentre non posso fare certo altrettanto nei confronti di coloro che hanno mostrato scherno o si sono prodotti nell’esibizione del consueto linguaggio fiorito che inevitabilmente la “rete” permette”… Tutto ciò, ne sono ormai persuaso, fa parte del “gioco” e, comunque, va accettato…
Ringrazio soprattutto comedonchisciotte e anche un’ormai ex amica per le opportunità concessemi e per il loro sostegno. Non posso che augurare miglior sorte e grande fortuna anche per il futuro più prossimo e più immediato.
Vorrei concludere con qualche parolina su Paolo Barnard il quale da qualche anno a questa parte insiste sulla necessità di ricostruire una vera opposizione di massa che ritorni a respirare l’aria delle strade abbandonando le astrusità e gli ingranaggi oppressivi della “rete”. Compito, caro Paolo, molto, molto, molto arduo perché, edificazione di movimenti radicalmente anticapitalisti e contro la globalizzazione “americanista” e “occidentalista” a parte, bisognerà pure avere un’idea sulla rotta che si vuole tenere, sull’orizzonte che ci si impone di abbracciare… Insomma bisogna chiedersi anche quel che sta accadendo oggi nelle nostre città: da Rosarno a viale Padova a Milano fino alle proteste in Val di Susa, ecc… Da dove viene questa “febbre” che ci pervade, domina e umilia… Chi cavalca questa “febbre” ? Per il resto mi auguro che la “rete” possa essere occupata da quanti più giornalisti e blogger validi ed in grado di portare contributi inediti alla riflessione e al pensiero sulla contemporaneità oltre che di offrire un’informazione documentata e non addomesticata dal mainstream system. Quel che veramente importa è mantenere un atteggiamento improntato al massimo rispetto reciproco a non trascendere nell’insulto e nello scorno personale. Non è utile e produttivo per nessuno senza considerare poi il fatto che fra noi non esiste alcuno che possa proporsi come portatore e propalatore di Verità assolute. La “rete” deve essere mezzo e non fine nelle scorribande dedicate all’impegno per una società migliore ed in questo quadro mi auguro che Paolo – come altri d’altronde – continuino a ritagliarsi porzioni di tempo per informare e comunicare con i loro utenti multimediali.
Sbadato come sono quasi mi dimenticavo ! Il mio nome è Marco Valeriani , sono nato nel 1971, e vivo – da precario – e lavoro a Milano, città che mi ha dato i natali e nei confronti della quale rinnovo costantemente i miei sentimenti d’amore – odio. Il nome non vi può certo suggerire nulla, non è vero ? Comunque ho pubblicato un paio di raccolte di poesiole delle quali mi tratterrò dalla tentazione di farne pubblicità…
Insomma, nonostante la nomea “marziana”, sempre e fortissimamente uno di voi anche se a modo molto mio…
Un abbraccio a tutti e uno spiraglio per l’arrivederci !
Marco Valeriani
12.03.2010