COME L' FBI COORDINO' LA REPRESSIONE DI OCCUPY WALL STREET

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DI NAOMI WOLF
guardian.co.uk

Nuovi documenti provano quello che era stato respinto come una fantasia paranoica: una repressione del dissenso totalmente integrata nello stato corporativo

E’ stato molto più sofisticato rispetto a ciò che avevamo immaginato: nuovi documenti mostrano come la violenta repressione di Occupy lo scorso autunno -così confusa al tempo- non fu coordinata solo dall’ FBI, dal Dipartimento della sicurezza interna (Department of homeland security) e dalla polizia locale.

La repressione, che ha incluso, come voi potete ricordare, arresti violenti, disordini di gruppo, fumogeni (1) sui crani dei manifestanti, persone tenute in manette così strette da ferire, persone trattenute in prigionia finchè costrette a farsela adosso – era coordinata con le stesse grandi banche.

Il Partnership for Civil Justice Fund (2), in uno scoop rivoluzionario che dovrebbe ancora una volta far vergognare i maggiori organi di stampa americani (perchè ora sono i gruppi noprofit alcune delle uniche entità in America rimaste a dare le maggiori notizie sulle libertà civili?), ha presentato questa relazione.

Il documento – qui riprodotto – mostra una rete terrificante e coordinata: DHS (Department of homeland security), FBI, polizia, regional fusion center (3) e attività del settore privato così completamente intrecciate l’una nell’altra che il tutto mostruoso è, di fatto un’entità: la quale in alcuni casi porta un singolo nome, il Domestic Security Alliance Council. (4) E rivela che questa entità congiunta ha una missione pianificata centralmente ed eseguita localmente.

Questi documenti, in breve, mostrano che i poliziotti del DHS lavorano per e con le banche per prendere di mira, arrestare e depotenziare politicamente i dimostranti pacifisti americani.

I documenti, rilasciati dopo lungo ritardo nella settimana fra Natale e Capodanno, mostrano una meta-trama (5) su scala nazionale che si schiude in città dopo città in un mondo orwelliano: sei università americane sono posti in cui la polizia dei campus ha passato all’FBI informazioni riguardanti gli studenti coinvolti in OWS (Occupy Wall Street), con il consenso delle stesse università (p51); le banche si sono messe intorno al tavolo con gli ufficiali dell’FBI per raggruppare informazioni riguardo i manifestanti di OWS ricavate dalla sicurezza privata; vennero fatti piani dall’FBI per boicottare gli eventi di Occupy, progettati per il mese successivo -e offerti ai rappresentanti delle stesse organizzazioni che i manifestanti avrebbero preso di mira; e addirittura le minacce di assassinio dei leader di OWS da parte del fuoco dei cecchini – da chi? dove? – ora rimangono censurate e nascoste ai cittadini americani in pericolo, contrariamente alla pratica standard dell’ FBI di informare la persona in considerazione quando esiste una minaccia contro un leader politico (p.61).

Per come l’ha messa Mara Verheyden-Hillard, direttore esecutivo del PCJF (Partnership for Civil Justice Fund), i documenti mostrano che fin dall’inizio, l’FBI -nonostante riconosca il movimento Occupy come un’organizzazione pacifista di fatto- tuttavia ha ripetutamente designato OWS come una “minaccia terroristica”:

“I documenti dell’FBI appena ottenuti dal Partnership for Civil Justice Fund (PCJF)… Rivelano che dal suo inizio, che l’FBI ha trattato il movimento di Occupy come una potenziale minaccia terroristica… Il PCJF ha ottenuto documenti redatti in maniera forte che mostrano che gli ufficiali e gli agenti dell’FBI nella nazione stavano conducendo una stretta sorveglianza contro il movimento già fin dall’agosto 2011, un mese prima dell’insediamento dell’accampamento di OWS nello Zuccotti Park e altre azioni di Occupy nel Paese”.

La Verheyden-Hilliard fa notare la stretta collaborazione tra banche, lo Stock Exchange di New York e almeno la Federal Reserve locale con l’FBI e il DHS e lo chiama “stato di polizia”:

“questa produzione (di documenti), che noi crediamo sia solo la punta dell’iceberg, è una finestra sullo scopo di sorveglianza dell’FBI su scala nazionale, monitorando e denunciando manifestanti pacifici che organizzano il movimento Occupy… Questi documenti mostrano anche che queste agenzie federali funzionano di fatto come braccio di Wall Street e dell’America corporativa dell’intelligence.”

I documenti mostrano una catena sconcertante: a Denver, in Colorado, quel ramo dell’FBI e una “Bank Fraud Working Group” si incontrano nel Novembre 2011 – durante le proteste di Occupy – per sorvegliare il gruppo. La Federal Reserve di Richmond, in Virginia, aveva la sua sicurezza privata che sorvegliava Occupy Tampa e i Tampa Veterans for Peace e passava informazioni raccolte privatamente sugli attivisti all’FBI di Richmond, che in cambio, monitorava le attività di OWS sotto la sua unità “terrorismo domestico”. L’Anchorage, la “terrorism task force” dell’Alaska, stava assistendo all’Occupy Anchorage. La Jackson, la “joint terrorism task force” (6) del Mississippi stava distribuendo un “allerta di preparazione antiterroristica” riguardo nonne e studenti del secondo anno male organizzati in Occupy di là. Anche a Jackson, in Mississippi, l’FBI e il “Bank Security Group” -multiple banche private- si incontravano per discutere la reazione al “National Bad Bank Sit-in Day” (la riposta fu violenta, come potete ricordare). L’FBI della Virginia mandò quei dettagli sui membri di Occupy dello stato al fusion center della Virginia. Anche l’FBI di Memphis tenne traccia dell’OSW sotto l’egida della sua “joint terrorism task force”. E così via, per oltre 100 pagine.

Jason Leopold, su Truthout.org, che ha cercato simili documenti per oltre un anno, ha riportato che l’FBI ha falsamente asserito in riposta alle richieste della sua stessa FOIA (7) che non esistevano assolutamente documenti relazionati alla sua infiltrazione in Occupy Wall Street. Ma il rilascio può essere strategico: se sei un attivista di Occupy e vedi come le tue informazioni vengono mandate alle terrorism task forces e ai fusion centers, per non parlare dei “piani a lungo termine” di alcuni gruppi redatti per spararti, questo documento è proprio il deterrente.

C’è un nuovo colpo di scena: la fusione del settore privato, DHS e FBI significa che ognuno di noi può diventare WikiLeaks, un punto che Julian Assange stava cercando di proporre nello spiegare la discussione dietro il suo recente libro. La fusione dell’inseguimento del denaro e la soppressione del dissenso significa che un’immensa area di vulnerabilità nella società civile -i i flussi di guadagno delle persone e i verbali finanziari- sono ora saldamente in mano alle banche, che ora sono entrate, in cambio, nel business della localizzazione del tuo dissenso.

Ricordate che solo il 10% del denaro donato a WikiLeaks può essere processato – a causa del settore finanziario e dell’individuazione degli obiettivi dei dati PayPal sponsorizzata dal DHS. Con questa fusione, quel conflitto di libertà personale o di business finanziario può accadere a ognuno di noi. Com’è intricato, criminalizzare e perseguire il dissenso. Com’è semplice, al contrario, solo etichettare un’entita come “organizzazione terroristica” e bloccare, interrompere o incriminare la sue fonti di finanziamento.

Perchè la grande spinta per i “fusion centers” antiterrorismo, la militarizzazione del DHS e dei dipartimenti di polizia e così via? In realtà essa non ha mai riguardato i “terroristi”. Non riguardava nemmeno le manifestazioni. Essa è sempre stata pensata per questo momento, quando vasti crimini possono essere scoperti dai cittadini – era sempre, questo bisogna dirlo, pensata per te.

Naomi Wolf
Fonte: www.guardian.co.uk
Link: http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/dec/29/fbi-coordinated-crackdown-occupy
29.12.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ILARIA GROPPI

Note a cura del traduttore

1) Nel testo originale è presente “canister missiles”: letteralmente “missili barattolo”. Ma “canister” indica anche dei contenitori di gas utilizzati per controllare le sommosse, da qui la traduzione più vicina all’italiano “fumogeni”
2) Partnership for Civil Justice Fund: organizzazione no-profit che si focalizza sui casi di libertà di parola e dissenso, fondata nel 1994 (fonte: Wikipedia)
3) Regional fusion center: centri per la condivisione delle notizie creati tra il 2003 e il 2007 dal DHS con lo scopo di promuovere la condivisione delle informazioni a livello federale (fonte: Wikipedia)
4) Domestic Security Alliance Council: programma creato e gestito dall’FBI. Il programma facilita lo scambio di informazioni fra l’FBI e oltre 200 compagnie americane (fonte: Wikipedia)
5) Nel testo originale è presente la parola “meta-plot”, termine utilizzato nel gioco di RPG (Role Playing Game) per indicare la storia dominante nella quale si sviluppano gli eventi del gioco.
6) Joint Terrorism Task Force: Associazione fra diverse agenzie americane che ha il compito di combattere il terrorismo (fonte: Wikipedia)
7) FOIA: Freedom Of Information Act. “Atto per la libertà di informazione”, è una legge sulla libertà di informazione del 1966 che impone alle amministrazioni pubbliche una serie di regole per permettere a chiunque di sapere come opera il governo federale (fonte: Wikipedia)

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