COME FAR SCOMPARIRE EDWARD SNOWDEN ('1984' ERA UN MANUALE D'ISTRUZIONI BENVENUTI AL BUCO DI MEMORIA)

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DI PETER VAN BUREN
tomdispatch.com

E se un giorno si facesse scomparire
Edward Snowden? No, non intendo la solita azione della CIA o la solita
teoria di cospirazione del tipo “chi-ha-ucciso-Edward-Snowden”, parlo di
qualcosa di molto più sinistro.

E se tutto quello che ha detto
finora una talpa fosse fatto semplicemente scomparire? E se tutti i
documenti della National Security Agency (NSA) che Snowden ha rivelato,
se tutte le sue interviste, se ogni traccia documentale delle
irregolarità della sicurezza nazionale fossero tutti fatti scomparire in
tempo reale? E se l’aver postato tali rivelazioni fosse reso inutile,
invalido e privo di riscontri?Sto forse suggerendo la trama a un novello George Orwell del 21° secolo?
E’ difficile. Mentre entriamo in un mondo totalmente digitalizzato,
cose del genere potrebbero essere presto possibili, e non nella
fantascienza, ma nel mondo reale e premendo soltanto un tasto. Infatti,
si stanno già sperimentando i primissimi prototipi di nuove modalità di
“sparizioni”. Siamo sempre più vicini ad una realtà scioccante e
distopica che in passato sarebbe stata ottimo materiale per racconti di
fantascienza. Benvenuti ai buchi di memoria.

Anche se governi del
futuro oltrepassassero una delle ultime linee rosse rimaste nel nostro
mondo e semplicemente uccidessero tutte le talpe non appena venissero
fuori, ne emergerebbero comunque sempre delle altre. Eppure, nel 1948,
nel suo inquietante racconto 1984, Orwell suggeriva una soluzione ancora
più diabolica al problema. Aveva immaginato per il mondo del Grande
Fratello un congegno tecnologico che aveva chiamato “il buco di memoria”
. Nel suo oscuro futuro, eserciti di burocrati, che lavoravano in
quello che sarcasticamente Orwell chiamava il Ministero della Verità,
passavano la loro esistenza a cancellare o alterare documenti, giornali,
libri e simili allo scopo di creare una versione accettabile della
storia. Quando una persona usciva dal cerchio della fiducia, il
Ministero della Verità spediva lui e tutta la documentazione a lui
collegata giù nel Buco di Memoria. Ogni storia o informazioni che anche
lontanamente facessero menzione della sua esistenza sarebbero stati
completamente sradicati ed eliminati.

Nel mondo pre-digitale di
Orwell, il Buco di Memoria era un tubo pneumatico in cui scomparivano
per sempre tutti i vecchi documenti. Alterando poi i documenti
esistenti si garantiva che, pur nell’eventualità di un improvviso cambio
di alleanze mondiali, non ci sarebbe stato alcun problema per i
guardiani del Grande Fratello. Nel mondo che aveva immaginato, grazie a
queste schiere di burocrati, il presente era quello che era sempre
stato – e c’erano quei documenti alterati che lo dimostravano e nessuno
poteva dire niente al riguardo, sarebbe comunque stato considerato puro
vaneggiamento o ricoroi errato. E chiunque sollevasse dei dubbi sulla
verità del mondo presente, sarebbe stato emarginato o eliminato
all’insegna del “crimine di pensiero”.

LA CENSURA DIGITALE DEI GOVERNI E DELLE GRANDI IMPRESE

Ogni
giorno di più tutti acquistiamo o otteniamo notizie, libri, musica,
televisione, film e comunicazione in genere, in forma elettronica. In
questo momento, gli introiti pubblcitari di Google superano quelli di
tutti gli altri media statunitensi messi insieme. Persino il venerabile
Newsweek ha interrotto la sua edizione cartacea. E in questo mondo
digitalizzato, si stanno esplorando alcuni tipi di “semplificazioni”. I
Cinesi, gli Iraniani ed altri, ad esempio, stanno mettendo a punto delle
strategie di “filtraggio” del web per bloccare l’accesso a siti e
materiale online disapprovati dai loro governi. Similarmente, il
Governo USA (pur senza grande successo) impedisce ai suoi impiegati di
visualizzare Wikileaks e il materiale pubblicato da Edward Snowden (e
anche siti come TomDispatch) con i computer aziendali – ovviamente non
quelli di casa. Per ora.

Tuttavia, la Gran Bretagna farà presto
un passo importante nel decidere cosa un cittadino privato ha diritto di
vedere o non vedere in rete persino da casa sua. Prima della fine
dell’anno, quasi tutti gli utilizzatori di Internet del paese verranno
“inglobati” in un sistema progettato per filtrare la pornografia. Di
conseguenza, i controlli potranno anche bloccare “materiale violento”,
“contenuti estremisti o terroristici”, “siti dedicati all’anoressia e
altri disturbi dell’alimentazione” e siti “che trattano di suicidio”.
Inoltre, le nuove impostazioni censureranno anche siti che parlano di
alcol e di fumo. Il filtro si applicherà anche a “materiale esoterico”,
anche se un gruppo britannico impegnato nella tutela dei diritti
sostiene che il governo deve ancora chiarire cosa comprende questa
categoria.

E alcune forme di censura del web sponsorizzate dal
governo sono già state privatizzate. Nuovi prodotti commerciali
disponibili già consentono che un’organizzazione non abbia bisogno di
essere la NSA per bloccare un contenuto. Ad esempio, la società di
sicurezza informatica Blue Coat è leader nazionale nel campo e già
grande esportatore di questa tecnologia. Può facilmente mettere a punto
un sistema per monitorare e filtrare l’intero Internet, bloccando siti
sulla base dei loro indirizzi, parole chiave e persino contenuti delle
pagine. Tra gli altri, il software della Blue Coat viene utilizzato
dall’Esercito Statunitense per controllare cosa guardano sul web i suoi
soldati mentre sono in missione all’estero, e anche dai governi
repressivi di Siria, Arabia Saudita e Birmania per bloccare ideologie
politiche esterne.

CERCA SU GOOGLE…

In un certo senso, le
ricerca su Google fa già “scomparire” del materiale. In questo momento
Google fa la parte del “buono” rispetto alle talpe. Una rapida ricerca
su Google (0.22 secondi) produce più di 48 milioni di risultati su
Edward Snowden, la maggior parte dei quali relativi ai documenti della
NSA. Alcuni dei siti mostrano i documenti veri e propri, ancora
etichettati come “Top Secret”. Meno di sei mesi fa, bisognava
appartenere a un ristrettissimo giro governativo o avere un accesso
contrattuale per vedere quei documenti. Ora sono disponibili a tutti.

Google
– e poichè Google è il primo motore di ricerca dell’intero pianeta, lo
userò qui come simbolo di tutti i motori di ricerca, anche di quelli che
devono ancora essere creati – in questo è sorprendente e appare come
una gigantesca macchina per la diffusione – e non per la soppressione –
di notizie. Metti qualsiasi cosa sul web ed è molto probabile che
Google la trovi rapidamente e la aggiunga ai risultati di ricerca di
tutto il mondo, a volte nel giro di pochi secondi. Tuttavia, poiché la
maggior parte della gente non va oltre le prime pagine di risultati, il
fatto di “sparire” ha già un certo significato online. Non è più
sufficiente essere notati da Google. Quello che più conta ora è
riuscire a piazzare un tuo post in alto nella classifica dei risultati
di ricerca di Google. Se un tuo post riguardante Edward Snowden è al
numero 47,999,999, è come se fossi morto, o scomparso. Pensate a questo
come punto di partenza per delle più significative forme di
“sparizioni” che probabilmente vivremo nel futuro.

Nascondere
qualcosa agli utilizzatori della rete riprogrammando i motori di ricerca
sarà la prossima mossa oscura. Un’altra sarà quella di cancellare i
contenuti, un processo tanto semplice quanto quello di trasformare i
codici informatici dietro i processi di ricerca in qualcosa di
predatorio. E se Google si rifiutasse di attuare il passaggio alle
“ricerche negative”, la NSA, che sembra già aver messo le mani su
“inside Google”, potrà installare la sua propria versione di codici
maligni, come ha già fatto in non meno di 50,000 casi.

Ma
lasciamo da parte il futuro: ecco qui dimostrato come una strategia di
ricerche negative sia già all’opera, anche se oggi il suo argomento
centrale – la pedofilia – è abbastanza facile da accettare. Google ha
recentemente introdotto un software che rende più difficile per i
pedofili individuare materiale relative all’abuso di minori. Come dice
il capo azienda Eric Schmidt, Google Search è stato “risintonizzato” in
modo da ripulire i risultati da più di 100.000 termini normalmente usati
dai pedofili per cercare pornografia minorile. Ora, ad esempio, quando
un utilizzatore digita nello spazio di ricerca termini legati all’abuso
sessuale dei minori, non troverà risultati collegati a contenuti
illegali. Google invece li reindirizzerà verso siti di sostegno e
consulenza psicologica. “Tra breve riusciremo a realizzare questi
cambiamenti in più di 150 lingue, quindi l’impatto sarà a quel punto
davvero globale” ha scritto Schmidt.

Mentre Google reindirizza le
ricerche pornografiche verso siti di sostegno psicologico, la NSA ha
sviluppato un sistema similare. L’Agenzia ha già il controllo di una
serie di server denominati in codice Quantum che sono ben radicati
nell’impalcatura centrale di Internet. Il loro compito è quello di
reindirizzare degli “obiettivi” allontanandoli dai risultati attesi e
conducendoli verso siti stabiliti dalla stessa NSA. L’idea è questa: tu
digiti un indirizzo che vuoi e finisci da qualche altra parte che
l’Agenzia reputa più conveniente. Mentre oggi questa tecnologia sembra
intesa a condurre dei potenziali estremisti della Jihad verso materiale
islamico più moderato, nel futuro potrebbe, ad esempio, avere lo scopo
di reindirizzare quelli che cercano notizie verso siti simili ad
Al-Jazeera ma dal contenuto alterato, più consono alla versione dei
fatti che il governo vuole dare.

…E DISTRUGGI

Tuttavia,
le tecnologie di blocco e di reindirizzamento, destinate a diventare
sempre più sofisticate, saranno solo la minima parte di quello che ci
attende in futuro. Google si sta già evolvendo al servizio di una causa
che tutti sicuramente applaudiranno. Sta infatti sviluppando una
tecnologia di rilevamento fotografico per identificare fotografie di
abuso sessuale di minori non appena queste appaiono in rete, e anche
tecnologie di rilevamento mirate alla rimozione di video illegali. Le
azioni di Google contro la pornografia minorile possono avere certamente
le migliori tra le intenzioni, ma la tecnologia sviluppata al servizio
di tali azioni anti-pedofilia dovrebbe però anche farci rabbrividire.
Immaginate se, nel 1971, i Documenti del Pentagono, quelle prime prove
che ebbero gli Americani sulle bugie dietro la Guerra del Vietnam,
fossero stati cancellabili. Chi potrebbe mai credere che la Casa Bianca
di Nixon non li avrebbe fatti sparire e che la storia del mondo non
avesse preso un corso molto più tragico?

Oppure considerate un
esempio che è già davanti ai nostri occhi. Nel 2009, molti possessori di
Kindle hanno scoperto che la Amazon era entrata durante le notte nei
loro dispositivi e aveva cancellato da remoto copie di Animal Farm e di
1984 di Orwell (ironia a parte). La società ha poi spiegato che i
libri, “pubblicati” per sbaglio sui loro server, in realtà erano delle
copie illegali dei racconti. Allo stesso modo, nel 2012, la Amazon ha
cancellato i contenuti di un possessore di Kindle senza alcun preavviso,
dando come spiegazione che “l’account dell’utente era direttamente
collegato ad un altro che era stato disattivato per aver contravvenuto
alle politiche di Amazon”. Utilizzando la stessa tecnologia, Amazon ha
la facoltà di sostituire i libri sui dispositivi dei clienti con
“versioni aggiornate degli stessi” , dai contenuti quindi alterati. Se
l’utente ne riceve notifica o meno, dipende tutto da Amazon.

A
parte il Kindle, il controllo da remoto dei dispositivi privati è già
una realtà. Quasi tutto il software di un computer privato comunica in
sottofondo con i propri server centrali, ed è quindi disponbile per
aggiornamenti che possono alterare i contenuti. La NSA utilizza i
malware – software maligni installati nei computer da remoto – per
cambiare il modo in cui la macchina lavora. Il codice Stuxnet,che pare
abbia danneggiato 1,000 centrifughe che gli Iraniani stavano usando per
arricchire l’uranio, è un esempio di come operano questo tipo di cose.

Oggi,
tutti gli iPhone comunicano alla “base” che tipo di app è stata
scaricata o acquistata; in una liberatoria appena leggibile che viene
fatta cliccare di routine, la Apple si riserva il diritto di far
“scomparire qualsiasi app per qualche suo motivo. Nel 2004, la TiVo ha
denunciato la Dish Network per aver dato ai clienti dei componenti in
conflitto con i brevetti del software TiVo. Anche se il caso si è
concluso con un ingente rimborso, come primo rimedio, il giudice ha poi
ordinato alla Dish di disattivare elettronicamente i 192,000 dispositivi
che aveva già installato nelle case private. In futuro, ci saranno
sempre più modi per invadere e controllare i computer, alterare o far
sparire quello che stiamo leggendo o farci ritrovare su siti che non
stavamo cercando.

Le rivelazioni di Snowden su cosa fa la NSA per
raccogliere informazioni e controllare le tecnologie, che hanno
martellato il mondo da giugno scorso, sono solo una parte
dell’equazione. Ora resta da vedere cosa farà in futuro il governo per
incrementare la sorveglianza e il controllo dei propri poteri . Se
immaginiamo degli strumenti per nascondere, alterare o cancellare i
contenuti dei siti, e campagne per screditare o dissuadere le future
talpe, ecco che diventa più chiaro il potere già disponibile sia ai
governi sia ai grandi gruppi.

La capacità di passare
dall’alterazione dei contenuti all’alterazione del modo come agiscono le
persone è ovviamente già sull’Agenda dei governi e dei grandi gruppi.
La NSA ha già raccolto dati ricattatori sulle abitudini pornografiche
su internet di “radicali” musulmani. La NSA ha tentato di intercettare
un membro del Congresso senza mandato ufficiale. La capacità di
raccogliere informazioni dai giudici Federali, membri del governo e
candidati presidenziali fa sembrare i piani ricattatori di J. Edgar
Hoover degli anni ’50 ingenui come i calzini bianchi e le gonne che
facevano la ruota tipici di quegli anni.. Le meraviglie dell’internet
ci lasciano a bocca aperta. Le sue possibilità Orwelliane e distopiche,
invece, finora non hanno ancora attirato allo stesso modo la nostra
attenzione. E invece dovrebbero.

LEGGI, PRIMA CHE VENGA DISTRUTTO

Il
futuro delle talpe appare piuttosto fosco. Fra non molto, quando
praticamente tutto diventerà digitale, quando la gran parte del traffico
internet passerà attraverso gli Stati Uniti e i suoi alleati, o
attraverso un’infrastruttura di società americane all’estero, quando i
motori di ricerca troveranno tutto in meno di una frazione di secondo,
quando il Patriot Act e gli accordi segreti della Foreign Intelligence
Surveillance Court renderanno Google e gli altri giganti informatici
degli strumenti di sicurezza nazionale (sempre che la NSA non arrivi
ad assumere direttamente il controllo del business delle ricerche su
internet), e quando una sofisticata tecnologia può sia bloccare,
alterare o cancellare del materiale digitale premendo un semplice tasto,
allora potremo dire che il Buco di Memoria non è più fantascienza.

Le
rivelazioni delle talpe saranno inutili tanto quanto i vecchi libri
polverosi chiusi in una soffitta, se nessuno ne viene informato. Andate
avanti, pubblicate quello che volete. Il Primo Emendamento ve lo
consente. Ma a che serve se nessuno sarà in grado di leggerlo? A quel
punto, ti sarebbe più utile stare all’angolo delle strade e urlare alla
gente che passa. In un futuro facile da immaginare, tutte le rivelazioni
come di Edward Snowden sarebbero immediatamente bloccate ed eliminate
più rapidamente di quanto uno riesca a pubblicarle e ri-pubblicarle.

La
tecnologia delle ricerche su internet in tale continua evoluzione,
completamente capovolta, sarà in grado di far scomparire le cose in modo
sorprendente. Internet è uno spazio enorme, ma non infinito. E’ sempre
più centralizzato e concentrato nelle mani di sempre meno governi, con
gli Stati Uniti che già oggi occupano le corsie preferenziali
dell’impalcatura di Internet.

A questo punto un brivido già
dovrebbe corrervi lungo la schiena. Siamo testimoni in tempo reale di
come 1984, da semplice racconto futuristico fantascientifico, si
trasforma in un manuale di istruzioni. Non ci sarà bisogno di sopprimere
alcun futuro Edward Snowden. Poichè sarà già “morto”.

Peter
Van Buren è stato una talpa del Dipartimento di Stato statunitense
sugli sprechi e la cattiva gestione durante la ricostruzione in Iraq,
con il suo primo libro: Le nostre intenzioni erano buone: come ho
contribuito alla disfatta dei cuori e delle menti del popolo iracheno.
Scrive regolarmente su argomenti di attualità per TomDispatch in questo
blog: Le nostre intenzioni erano buone”.Il suo prossimo libro I
Fantasmi di Tom Joad: storia del #99Percento, sarà pubblicato in Aprile
2014.

Fonte: www.tomdispatch.com
Link: http://www.tomdispatch.com/blog/175779/
3.12.2013

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63

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