di Andrew Korybko
La conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani porta con sé cinque lezioni molto importanti su cui gli strateghi indiani dovrebbero riflettere seriamente. La grande potenza dell’Asia meridionale ha completamente mal calcolato quasi tutto ciò che riguarda la sua politica in quel paese, il che è diventato ovvio nei mesi da quando il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva annunciato a metà aprile che ritirerà le forze americane da lì entro l’11 settembre. Tutti coloro i cui interessi sono stati colpiti negativamente dalla drammatica svolta degli eventi nelle ultime due settimane ora stanno giocando allo scaricabarile invece di accettare la responsabilità dei propri fallimenti politici e questo include l’India [1] che ora non ha assolutamente alcuna influenza in Afghanistan [2] dopo aver evacuato il suo personale diplomatico. Ecco cosa dovrebbe imparare l’India dal suo fiasco afghano:
La “profondità strategica” non è sufficiente come base per la politica
Alcuni osservatori ritengono che gli interessi dell’India in Afghanistan siano stati guidati dal suo desiderio di raggiungere la cosiddetta “profondità strategica” nei confronti del Pakistan [3] in modo che Nuova Delhi [4] potesse dividere l’attenzione di Islamabad tra sé e Kabul invece di essere il suo obiettivo principale, ma questa non era una base sufficiente per la sua politica afghana.
Le “operazioni clandestine” hanno isolato l’India dai pashtun
Le “operazioni clandestine” dell’India contro il Pakistan e i talebani con base afghana, che Nuova Delhi ha sempre negato nonostante l’insistenza di Islamabad e dei talebani sulla loro esistenza, l’hanno isolata dalla potente comunità pashtun del Paese ospitante e quindi hanno limitato l’approccio sociale al soft power dello stato dell’Asia meridionale.
Bollywood e infrastrutture non conquistano sempre cuori e menti
L’approccio dell’India per conquistare i cuori e le menti in Afghanistan è stato quello di inondare il Paese con i media di Bollywood e di costruire infrastrutture nelle sue regioni rurali, ma il primo aspetto di questo piano non ha fatto apprezzare agli afgani medi il governo indiano mentre il secondo è stato dato per scontato come qualcosa che si meritavano.
La mancanza di flessibilità diplomatica ha condannato la politica indiana
L’India avrebbe dovuto vedere la scritta sul muro quando Biden ha annunciato la data del ritiro militare americano e ha immediatamente iniziato a impegnarsi in modo costruttivo con i talebani una volta che l’offensiva del gruppo ha mostrato segni di successo, ma la sua mancanza di flessibilità diplomatica ha portato l’India a tentare il tutto per tutto sul lato perdente.
La “correttezza politica” ha impedito dibattiti politici significativi
Il concetto non ufficiale di “correttezza politica”, che non è in alcun modo esclusivo del processo decisionale indiano o della sua società civile, ha impedito qualsiasi dibattito significativo sulla politica afghana dell’India e quindi ha purtroppo portato ad un pensiero di gruppo e alla conseguente perpetuazione di politiche controproducenti.
Con queste critiche costruttive in mente, ecco alcune soluzioni pratiche per il futuro:
La geoeconomia, non la geopolitica, dovrebbe essere la base della formulazione delle politiche
Il progetto Chabahar [5] dell’India avrebbe potuto essere un punto di svolta se fosse stato avviato molto prima poiché avrebbe potuto migliorare gli standard di vita della maggioranza rurale dell’Afghanistan e quindi renderli più sinceramente affezionati a Nuova Delhi, ma lo stato dell’Asia meridionale ha invece dato la priorità agli obiettivi geopolitici a scapito di quelli geo-economici.
I circoli commerciali e diplomatici dovrebbero guidare la politica invece di quelli militari e dell’intelligence
La prioritizzazione degli obiettivi geopolitici rispetto a quelli geo-economici ha portato alle “operazioni clandestine” segnalate dall’India che l’hanno isolata dalla potente comunità pashtun dell’Afghanistan, ma non doveva essere così se i circoli commerciali e diplomatici avessero preso l’iniziativa nel migliorare le loro vite e conquistare cuori e menti.
Gli impegni pragmatici con i veri leader sociali dovrebbero essere prioritari
L’esportazione dei media di Bollywood e l’investimento in progetti infrastrutturali non sono stati sufficienti all’India per conquistare i cuori e le menti poiché avrebbe [l’India] dovuto avere impegni più pragmatici con i leader tribali, compresi quelli collegati ai talebani, il che avrebbe potuto portarla a soddisfare di più i loro bisogni e ad essere veramente vista come un alleato che vale la pena mantenere.
Non dovrebbe esserci alcuna vergogna nel cambiare improvvisamente le politiche
L’India si è aggrappata alla sua controproducente politica afghana fino alla fine perché riteneva che sarebbe stato vergognoso andare contro l’antiterrorismo e altri principi che i suoi leader in precedenza sostenevano la guidassero, eppure Nuova Delhi avrebbe dovuto cambiare politica vedendo che tutti gli altri lo stavano facendo, compreso il suo alleato russo.
Dovrebbero iniziare in tutta la società delle conversazioni schiette ma responsabili
La “correttezza politica” responsabile della perpetuazione della controproducente politica afghana dell’India può essere contrastata solo attraverso l’inizio di conversazioni sincere ma responsabili in tutta la società incentrate sull’identificazione costruttiva di ciò che è andato storto e su come imparare da esso in modo che questo fiasco non si ripeta.
[1]https://frontierindia.com/chinese-ambassador-refers-to-ladakh-standoff-as-temporary-difficulties/
[2]https://frontierindia.com/iran-to-link-chabahar-and-gwadar-ports-via-rail-another-setback-for-india/
[3]https://frontierindia.com/the-key-to-india-china-border-face-off-in-ladakh-lies-off-dondra-head/
[4] https://frontierindia.com/life-in-the-ussr/
[5]https://frontierindia.com/pm-modis-foreign-policy-failures-begin-to-cost-india-dearly/
********************************************
Articolo originale di Andrew Korybko:
https://frontierindia.com/five-lessons-that-india-should-learn-from-its-afghan-fiasco/
Traduzione di Costantino Ceoldo
Pubblicato da Verdiana Siddi per ComeDonChisciotte.org