DI MICKEY Z.
Onlinejournal
Smascherare i preconcetti mediatici spesso ci porta a scorgere delle omissioni. Per esempio, considerate il modo in cui è stato trattato dai media il recente allarme dovuto al ritiro di cibo per animali domestici. Lo scrittore del Los Angeles Times, Kimi Yoshino ha redatto un articolo (“Il ritiro del cibo per animali domestici allarma i padroni”) datato 19 Marzo, che ha avuto un ampia diffusione.
Grazie a quell’articolo (che era compatibile con quasi tutte le versioni delle agenzie stampa), i lettori sono venuti a conoscenza dei nomi dei marchi coinvolti, il numero degli animali colpiti e (ovviamente), il fatto che le quotazioni di ogni compagnia erano colate a picco. Yoshino ha anche intervistato un gruppo di proprietari di animali da compagnia, tra i quali, Victoria Levy che ha dichiarato: “E’ così sconvolgente. Quando mettono il cibo sugli scaffali, ti aspetti che sia sicuro.”
Quando mettono il cibo sugli scaffali, ti aspetti che sia sicuro.
E’ qui che entra in ballo il concetto di “omissione” perché ciò che il Los Angeles Times e la sua ciurma ha scelto di ignorare è questo: Per quanto tragiche possano essere le morti di questi animali, a causa di cibo infetto, un esiguo numero di scatolette contaminate non è certo un problema quando si tratta di cibo per animali. In un’industria dominata da multinazionali come Nestlé, Henz, Colgate-Palmolive e Procter & Gamble, la ripugnanza non dovrebbe più sorprenderci.
“Quello che la maggior parte dei consumatori non sanno è che l’industria del cibo per animali domestici è un’estensione di quella alimentare ed agricola,” spiega l’Istituto per la Protezione Animale. “Il cibo per animali è un importante mercato per le frattaglie dei mattatoi e i cereali considerati inadatti al consumo umano,” tali prodotti di scarto si trasformano quindi in fonte di profitto. Questi scarti includono intestini, mammelle, esofagi e forse anche parti di animali affetti da cancro o malati.
Se ti chiedi quali siano le motivazioni che sono alla base di un gruppo per la “protezione” animale, ecco cosa ha da dire il Pet Food Institute (l’associazione commerciale dei produttori di cibo per animali): “La crescita dell’industria del cibo per animali non solo ha fornito ai padroni cibo migliore per i loro animali, ma ha anche creato vantaggiosi mercati aggiuntivi per tutti i prodotti agricoli e per i sottoprodotti delle industrie della carne in scatola, del pollame ed altre industrie alimentari che preparano cibo destinato al consumo degli esseri umani.
Secondo una tendenza particolarmente sgradevole, gli animali da compagnia sottoposti ad eutanasia vengono anch’essi bolliti e usati per la produzione di cosmetici, fertilizzanti, gelatine, prodotti farmaceutici, e si, mangime per animali domestici (con tracce di pentobarbitolo di sodio* come sapore aggiunto). “Quando leggi le etichette del cibo per animali e trovi scritto farina di carne o di ossa, ecco cosa vuol dire: animali cotti e trasformati, compresi alcuni cani e gatti, “ spiega Eileen Layne dell’Associazione Medico-Veterinaria della California.
Di nuovo… e stavolta con più sentimento: “Quando mettono il cibo sugli scaffali, sei davvero convinto che sia sicuro?”
Mickey Z.
Fonte: http://onlinejournal.com
Link: http://onlinejournal.com/artman/publish/article_1869.shtml
21.03.07
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MONIA