DI CHRISTIAN RAIMO
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Sono un ragazzo, forse da oggi non sono più un ragazzo. Sono nato nel 1982, faccio parte della prima generazione che è nata con la televisione commerciale. (Mia nonna mi ha raccontato che mentre mia madre mi partoriva, i medici nell’altra stanza si stavano vedendo una partita del Mundialito per club). Da piccolo sapevo a memoria la frequenza di tutti i canali disponibili in Italia. 21 Tele Montecarlo. 23 Teletuscolo. 24 Italia Uno. 25 Tele Elefante. 26 Autovox. 29 T.R.E. e così via. Aveva avuto il primo accenno di inquietudine sessuale, un accenno di accenno di erezione guardando un pomeriggio una puntata di Goldrake in cui dovevano denudare una bambina per farle una puntura…La prima erezione seria per un film con Anna Maria Rizzoli… Avevo tenuto un quaderno in cui mettevo i voti ai programmi tv… Amavo i pomeriggi di Italia 1, non ho avuto altro amore per molto tempo…
Berlusconi Berlusconi, un giorno forse ho addirittura pensato che mi volevi bene, mi sembrava che dalla tua parte, nei film di Natale che producevi al cinema al reparto giocattoli della Standa, ci fossero tutti i sogni in cui speravo, mentre dall’altra un mondo così scialbo da non volerlo toccare nemmeno. Amavo Mike Buongiorno da bimbo, vero. Magnum P. I. La prima serie dell’A-Team. Ralph Supermaxieroe. Le due ore di cartoni di Ciao ciao su Retequattro e le due ore e mezza di Bim Bum Bam su Italia Uno… Amavo i lunedì mattina a scuola quando facevamo a gara a chi sapeva citare meglio tutte le battute del Drive In della sera prima… E poi? Sono cresciuto, Berlusconi, sono diventato, come tutti, un esile ragazzo con la battuta pronta e le insicurezze nascoste, ho sviluppato quell’atteggiamento tipico di affezione e ironia miste assieme… come quando a quattordici anni mandi a fanculo tua madre ma intanto continui a desiderare febbrilmente il suo interesse, a implorare le sue conferme… Ho cominciato ad essere uno di quei ragazzini colti, disinibiti, con la parlantina facile, la curiosità per il mondo, una gran capacità di fare associazioni mentali, che si mette davanti alla televisione con i piedi sul tavolino e con altri suoi pari coetanei e cointelligenti passa le ore a fare battute sagaci su quanto sia una merda per cervelli lessi tutto quello che passa in tv…
L’appuntamento del divertimento quotidiano ero io col mio migliore amico d’allora Giuseppe. Dopo pranzo, quando prima di studiare ci guardavamo un’ora e mezza di Non è la Rai, per sfottere la demenza del mondo contemporaneo… Ti fa ridere tutto questo, Silvio, ti fa ridere? Ti viene da ridere se ti racconto della volta in cui io sempre con Giuseppe siamo andati al centro Palatino?… All’entrata delle ragazzine di Non è la Rai… queste divette sedicenni sicure di sé che nel novanta per cento dei casi sarebbero diventate delle bambine implose… I ragazzi. I ragazzini, che stavano lì davanti al Centro Palatino erano questi adolescenti sfigati, brufolosi, allampanati o grassocci, famelici, incattiviti direi, che venivano dai paesini sperduti della provincia italiana, magari accompagnati dai genitori, sotto il sole, all’ora di pranzo, a giugno, e avevano in mano questi cazzo di quadernoni enormi ad anelli con tutte le foto autografate delle tipe di Non è la Rai… E io ero là, con ancora meno motivi, a giustificare il mio non fare un cazzo col mio essere sociologico rispetto alle cose… l’osservatore disincantato della realtà… il giorno dopo avevo l’interrogazione di filosofia, e io eccomi perdevo il tempo lì, rincoglionito e senza alcuna possibilità di trovare divertente la scena, a tentare di concentrarmi su Spinoza, Cartesio, eccetera… E sai quale fu il mio gesto situazionista, un gesto con la velleità di essere liberatorio, eh? Mi sono fatto autografare il manuale di filosofia e il Discorso sul metodo di Cartesio da Alessia, Cinzia, Francesca, Debora, o chi per loro…
Berlusconi Silvio nato nel 1936, padre bancario, madre casalinga, italiano tipico, intraprendente, disinvolto, sfrontato, lo riconosci? Questo è il tuo mondo. Eccolo. Il mondo che hai creato. Non l’hai fatto apposta? Questo è il tuo mondo. Proprio questo. Questo inverno italiano non sembra quella di un reality show? Le cose che ci diciamo non avrebbe bisogno di qualche interruzione pubblicitaria per prendere un po’ di ritmo? Mitsubishi mi stupisci, non era questo il tuo slogan preferito?, l’ho letto in un’intervista. Il mio era Rowenta, per chi non si accontenta. Mi fa male il corpo. Qualche anno fa volevo avere un corpo senz’organi, un corpo fluttuante. Sembrava che la virtualità ci potesse rendere liberi e felici a un certo punto? Ho studiato Mezzi di comunicazione all’università. Critica ai media. Mi sono interessato spasmodicamente a quello che tu decidevi facevi professavi. ‘L’industria televisiva italiana – la seconda al mondo dopo gli Stati Uniti – 6500 miliardi nel 1992 – un’industria però minata dall’incapacità di investimento e produzione – la maggior parte dei programmi trasmessi sono d’importazione, telefilm, format, cartoni animati’ … Ho preso 30 e lode all’esame di Storia dei media italiani… Io mi metto qui e te ne do atto, lo riconosco. Lo dicono i libri. Sei stato l’unico capace di creare un modello sociale in cui identificarsi, l’unico esempio di intrattenimento popolare, di arte per il popolo in questo paese, l’unico modo in cui poter condividere qualcosa. Da vent’anni a questa parte. Devo essere sincero, io c’ho creduto per anni che il mondo fosse Cologno Monzese… E adesso? dopo che ho visto i miei migliori amici ridere con Greggio e il suo cagnetto Asfidanken, e passare le loro notti a sognarsi le tette della Folliero, i miei parenti a discutere dei problemi famigliari secondo l’ordine del giorno dettato da Amici, adesso, tutta questa gente si indigna perché fai il lifting, o perché indossavi il bandana, perché ancora insulti i comunisti e leccavi la fica a Belen o giri con un cagnolino orripilante. Che cosa ha senso? Che cosa ha senso? Facciamo che la smettiamo tutti e due? Facciamo che lo ammettiamo tutti e due che questo è un mondo che Dio non ha creato? Che cosa desideri veramente Berlusconi? E io, cosa potrò desiderare da oggi in poi, io?
Christian Raimo
Fonte: www.minimaetmoralia.it
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27.11.2013