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La Redazione

 

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CI VUOLE UN GRECO PER SALVARE L'EUROPA !

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A cura di Bosque Primario
Il 14 Febbraio 2016
81 Views

DI PEPE ESCOBAR

rt.com

Europa, nella mitologia greca classica, era una principessina fenicia che fece andare ai pazzi il lussurioso Zeus.

Baro per eccellenza, Zeus si trasformò in un toro bianco, e invogliò Europa a montargli in groppa ma prima che lei potesse scappare, si tuffò nel Mar Egeo e se la portò via, a Creta. Il frutto del loro inevitabile “fare l’amore” fu il Re-Minosse. Quindi, teniamoci bene a mente che Europa era praticamente la nonnastra del Minotauro (diremo qualcosa in più sul Minotauro tra poco).

Per quanto amante prolifico, Zeus, alla fine, tornava sempre da sua moglie, Hera. Ma questa volta, non prima di aver scelto i doni più belli per Europa. Uno di questi doni era Lelapo, un cane da caccia che non si era mai lasciato sfuggire nessuna preda. Poi, un giorno, il destino volle che Lelapo dovresse inseguire la volpe Teumessian – che secondo il disegno divino non avrebbe mai dovuto essere catturata.

Immaginate lo stato di Zeus. Dopo essersi spremuto il divino cervello, finalmente trovò una facile via d’uscita: trasformarli tutti e due in animali di pietra e scagliarli nel cielo della notte.

Possiamo sempre attingere alle Bacchanalie psichedeliche della mitologia greca classica per trovare illustrazioni che rappresentino bene le turbolenze dei nostri tempi. Immaginate, per esempio, l’elite dell’Europa – Mario Draghi e co. – mentre si spremono le meningi per risolvere il problema di Lelapo e Teumessian, come per risolvere l’enigma della zona euro.

E immaginate così un nuovo Minotauro che si mangia i figli e le figlie appena nati nella moderna Europa.

Ora, andiamo a raccontare una favola nel cuore di Europa.

Sette mesi dopo le dimissioni da Ministro delle Finanze della Grecia – quello che si è definito un “marxista errante” – Yanis Varoufakis si ripropone col botto (fuori dal Mar Egeo?).

Martedì scorso, al Teatro Volksbühne di Berlino, Varoufakis ha lanciato un nuovo progetto: il DIEM 25 (democrazia in Europa Movimento 2025), il cui scopo è quello di trasferire, in ultima analisi, il potere da una elite europea, inaffidabile e ferocemente autoritaria, per redistribuirlo – correttamente – tra i cittadini europei.

Il Mito dei Greci? Perchè no? E proprio quando l’Europa ha il più urgente bisogno di un nuovo mito di fondazione. Varoufakis scommette che il movimento finirà per raggiungere un “consenso di base” su cosa fare per introdurre delle pratiche davvero democratiche sul modo in cui il colosso europeo deve essere gestito. E poi, avanti con la democrazia parlamentare, con le elezioni.

La diagnostica di Varoufakis dovrebbe risuonare nella testa di ogni cittadino europeo che ragioni. Sta parlando di inaffidabili élite europee, della “Grande finanza” e delle “Grandi industrie” che hanno formato un “cartello diabolico” che è il “principale motore della politica dell’Unione Europea“. Sta parlando della Banca Centrale Europea (BCE) che puntella il “cartello” stampando moneta come non ci fosse nessun domani per il quantitative easing (QE); L’ Italia come la nuova Grecia, sta soffocando per ripagare i debiti; gli inganni della BCE teoricamente apolitica, che controlla i tassi di interesse tra paesi di gran lunga più disparati tra loro e il comportamento mafioso dell’Eurogruppo (composto dai Ministri delle Finanze dei 19 membri della zona euro).

Non sorprende che la malafede di questo “modello” di governare la zona euro abbia prodotto una disoccupazione devastante e facilitato l’ascesa – una continua ascesa – dell’estrema destra.

Il concetto di DiEM25 si ispira a quello che la gente di tutta Europa avrebbero dovuto fare nel 1930, prima che arrivassero nazismo e fascismo; un movimento democratico paneuropeo-trans-politico. Varoufakis identifica tutte le tendenze tossiche degli anni ’30 nelle attuali turbolenze abissali che stanno inghiottendosi l’Europa.

Vuole che il DIEM 25 sia più che “solo un think-tank e … una comunità di Internet”.

Allo stesso tempo, vorrebbe che il movimento fosse essenzialmente senza un leader. E qui sta il problema; l’Europa può non aver bisogno di eroi, ma così com’è ha bisogno sicuramente di veri leader.

Chairperson of the German party'Die Linke' Katja Kipping listens to Greek former Finance Minister Yanis Varoufakis during an event to mark the official launch of the Democracy in Europe Movement (DiEM) in Berlin on February 9, 2016. © AFP Photo

Considerato il vuoto intellettuale che abbraccia tutta Europa, Varoufakis almeno sta cercando di scuotere dal torpore. Tutto quanto si deve sapere sulle cause profonde della crisi finanziaria globale del 2008 è stato sezionato nel suo seminal-book The Global Minotaur (Zed Books, edizione agkornata del 2013).

La metafora del Minotauro è indispensabile per comprendere il “modello” – definito come “disintegrazione controllata dell’economia mondiale” – imposto all’intero pianeta dall’ ex presidente della Fed, Paul Volcker. A partire dagli anni a go-go- gli anni 1980 – questo “flusso caotico, eppure stranamente controllato”, come lo definisce Varoufakis, si concretizza in investitori stranieri che inviano miliardi di dollari USA a Wall Street ogni singolo giorno, in modo da finanziare i deficit gemelli, degli Stati Uniti – da una parte – e alimentando il Minotauro globale – dall’altra.

Così siamo tornati, ancora una volta, alla mitologia classica greca. Re Minosse di Creta chiese a Poseidone un toro come un segno di approvazione divina e poi gli promise che lo avrebbe sacrificato in suo onore. Ma non lo fece.
Una punizione, a questo punto, era inevitabile. Parliamo di una punizione creativa.
Gli dei, usando la qualificata esperienza di Afrodite, fecero cadere la moglie di Minosse, la regina Pasifae, follemente innamorata/ carnalmente vogliosa per il toro, così con l’ausilio di vari oggetti di scena costruiti dal leggendario ingegnere Dedalo, la regina riuscì a restare incinta. Il frutto fu il Minotauro: metà umano, metà toro.

Quando il Minotauro divenne enorme e incontrollabile, Minosse chiese a Dedalo di costruire un labirinto. L’unico modo per placare il Minotauro nel suo labirinto era offrirgli carne umana. E qui arriviamo a Minosse da Creta che voleva prendersi la sua vendetta su Atene; Il Re Egeo di Atene aveva ucciso il figlio di Minosse dopo che questi aveva vinto tutte le gare ai Giochi Pan-ateniesi. Così, dopo una breve guerra con Atene, Egeo fu costretto a mandare – ogni anno – sette ragazzi e sette ragazze non sposate per essere divorati dal Minotauro.

Questo – nel mito – era considerato un normale tributo dall’estero per mantere il Minotauro ben nutrito. Al giorno d’oggi, o fino al 2008, questo è stato il normale sistema della Pax Americana. Ma a differenza del mito, dove Teseo – figlio di Egeo – alla fine macellò il Minotauro, quello che era dovuto al nuovo mostro era un racket di modesti subprime e uno tsunami di CDO e CDS.

Varoufakis non poteva che essere attratto da un remix della metafora del Minotauro; un tributo unilaterale e periodico – in dollari americani – che arriva da tutto il pianeta e che permette a uno stato egemonico di proiettare la sua potenza su tutti i mari. Questo Minotauro ormai sta morendo, il mondo è ancora aggravato dalla sua carcassa in putrefazione, e nessuno sa quale altra bestia dovrà arrivare al suo posto.

Per ora, è il momento di combattere un altro Minotauro, un Minotauro minore; un mostro che divora i figli della nonnastra-Europa con la sua autocrazia, con l’austerità, con la disoccupazione e con la paura.

E ancora una volta, ci vuole un greco, non un eroe qualsiasi, per mostrare la strada agli europei.

Affermazioni, punti di vista e opinioni espresse in queste colonne sono espressione diretta dell’autore e non cecessariamente rappresentanio la posizione di RT

Pepe Escobar è un analista geopolitico indipendente. Scrive su RT, Sputnik e TomDispatch, ed è un frequente collaboratore di siti web, radio e spettacoli televisivi che vanno dagli Stati Uniti all’Asia orientale. Eex corrispondente itinerante per l’Asia Times Online. Nato in Brasile, è stato un corrispondente estero dal 1985, e ha vissuto a Londra, Parigi, Milano, Los Angeles, Washington, Bangkok e Hong Kong. Anche prima del 9/11 si è specializzato in politica del Medio Oriente, Asia centrale e orientale, con particolare attenzione alla geopolitica delle grandi potenze e alle guerre per l’energia. E’ autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Nimble Books , 2009) e “Empire of Chaos” (2014), tutti pubblicati da Nimble Books. Il suo ultimo libro “2030”, ancora da Nimble Books, è uscito a Dicembre 2015 Indirizzo e.mail: [email protected]

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario
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