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DI CARLO BERTANI
carlobertani.blogspot.com

Nulla è più triste a vedersi di un giovane pessimista, eccetto un vecchio ottimista.”
Mark Twain

Se l’ennesima querelle estiva della politica italiota fosse soltanto il comune “salto della barricata”, non ci sarebbe troppo da stupirsi: è lo sport più praticato nel Belpaese.
L’unico “bene” che l’Italia sa riciclare sono i politici: la monnezza no, non fa notizia, la lasciamo ai posteri.
Sicché, quando abbiamo letto [1] che il prof. Umberto Veronesi sta meditando d’accettare una poltrona di una certa importanza, niente po’ po’ di meno che da Sua Sultanaggine Silvio I da Arcore, la cosa più di tanto non ci ha strapazzato le budella: uno più, uno meno…
Nemmeno la “rampogna”, subito emessa dal segretario del Politburo Pidieddino Bersanowskj, ci ha stupito: fa parte del gioco rampognare – ma con delicatezza, si tratta pur sempre di un luminare della medicina e…s’am vegn an chencher? – chi lascia la vecchia via per la nuova, i “traditori”, eccetera…

Siamo venuti così a sapere che, l’esimio professore, ha una poltrona senatoriale PD senza nemmeno essere iscritto al partito! Grillo era iscritto e non l’hanno lasciato partecipare alle primarie, questo non è nemmeno iscritto e diventa senatore…che strano partito questo PD, non finisce mai di stupire…
A dire il vero, la “poltrona” offerta da Berlusconi ci potrebbe anche stare: siccome si tratta del ruolo di controllo per le future (a quando? Mah…) attività nucleari italiane, verrebbe da dire che si tratta di una “cortesia” istituzionale. Un po’ come il controllo dei servizi segreti, che spetta per tradizione all’opposizione: Berlusconi fa le centrali e Veronesi, in conto PD, controlla. Ma non è così.
La cosa non quadra perché Veronesi non è minimamente critico nei confronti del nucleare, è entusiasta!

Chiariamo che non è necessario essere degli adoratori del sole per essere ferocemente contrari al nucleare: si può accettare il nucleare come il male minore, esprimendo però tutte le cautele e le critiche del caso. Una posizione che potrebbe ricordare quella di Carlo Rubbia.
Invece, il nostro arzillo gran dottore, non ha il minimo dubbio: è così, naif, proprio come Minzolini è “direttorone”, Veronesi s’appresta a diventare “professorone” nella squadra del Banana.
E’ addirittura pronto a lasciare la poltrona di senatore (vedremo…) pur di partecipare alla Gran Lotteria dell’Atomo, il maestoso gratta e vinci per tutte le tasche (dorate) che dovrebbe andare in onda dopo i vari G8, il terremoto, la “Protezione Civile s.p.a.” (terminata con un aborto procurato), le case al Colosseo e tutta la gran cagnara alla quale assistiamo da troppi anni.
Quel che fa spisciazzare dalle risate, sono le motivazioni addotte per l’adesione: una serie di metastasi para-scientifiche spacciate per il Verbo Divino. Cominciamo dall’inizio.
Anzitutto, herr professor afferma:

“Mi affascina il pensiero che un neutrone scagliato contro un atomo di uranio possa far scaturire una quantità di energia così gigantesca da risolvere buona parte del fabbisogno energetico del mondo.”

Liquidando la faccenda sotto il solo profilo della “fascinazione”, si potrebbe ricordare che 200.000 giapponesi lo furono prima di lui, ma sarebbe scorretto perché Veronesi si riferisce agli aspetti civili. Meno male: non vorremmo ritrovarci, domani, la reincarnazione di Oppenheimer che sorveglia le attività nucleari.

Già che siamo nel girone del “fascino” e della reincarnazione, anche nella mia famiglia siamo rimasti gioiosamente stupiti quando un colombo ha deciso d’abitare – in piena Estate – nel locale caldaia. Esce in cortile, s’accuccia nel vaso del prezzemolo e, quando lo scacci, torna vicino alla caldaia con l’aria offesa, quella dell’onor ferito. A volte, invece, entra dal balcone e si sistema direttamente in cucina: t’osserva con aria di sufficienza e tuba. Mah…
Io l’ho chiamato “ Il Colombo Jonathan Livingstone”, mentre mia moglie è convinta che sia la reincarnazione di Danny – il nostro gatto, che amava spiare i piccioni appollaiato sopra il frigorifero – il quale è sparito misteriosamente qualche mese fa, in completa assenza di vicentini nelle nostre contrade.
Si può rimanere “affascinati” da un piccione il quale, ostinatamente, vuole vivere in famiglia e non partecipare alle comuni attività di volo di squadra con i suoi compagni: non per questo, però, mia moglie ha chiesto la presidenza della Protezione Animali!
Passiamo oltre la prima giustificazione – potremmo classificarla di tipo “filosofico”? Mah… – e veniamo a quelle più pratiche.

La prima, incontrovertibile verità “veronese” – e se fosse, invece, un vicentino mascherato che s’è mangiato Danny? – è che l’attività nucleare “libera” l’uomo dalla schiavitù energetica.
Che l’atomo produca energia è incontrovertibile, peccato però che nessuno ci punti più molto: forse, l’esimio professore, non sa che gli ultimi vent’anni sono stati i più fortunati per l’industria elettro-nucleare.
Il “miracolo” avvenne grazie agli accordi SALT, mediante i quali gli USA e l’URSS/Russia si liberarono di una gran quantità di ferrivecchi degli anni ’50, e l’Uranio ricavato venne messo in vendita per le attività civili.
Non fu amorevole adorazione della pace, bensì una misera storia di convenienza economica: le testate degli anni ’50 erano singole, ossia ogni missile ne portava solo una a destinazione.
Oggi, con il progredire (sic!) della scienza e della tecnologia, è possibile raggruppare in un solo missile più testate (vengono definite “veicoli di rientro”), così un solo missile viene lanciato – poniamo – sull’Italia. In seguito, fuori dell’atmosfera, 12 veicoli di rientro si staccano e portano ciascuno la sua bombetta sulla città prescelta: Torino, Milano, Genova, Venezia, Bologna, Ancona, Firenze, Roma, Bari, Napoli, Palermo e Cagliari.
Con un solo missile, l’Italia è belle che fritta! Vuoi mettere il risparmio?

Oggi, quel bengodi è terminato per molte ragioni: per prima cosa quegli arsenali desueti (che rappresentavano un costo) sono stati eliminati, in seconda battuta non circola più molta “aria” di disarmo nucleare. Anzi.
La chiusura dell’hard discount nucleare ha condotto il mercato alle origini, ossia a rifornirsi dai giacimenti d’Uranio, le miniere. E, il prezzo, ha iniziato a salire vertiginosamente.
Il prezzo dell’Uranio – dobbiamo precisare – non è così determinante ai fini del costo finale del singolo KWh, giacché i costi (altissimi) sono da ricercare nella costruzione delle centrali, dei reattori e di tutto l’ambaradan che c’è appresso. Determina solo una frazione del costo finale, intorno al 15% [2]: certo, se il prezzo dell’Uranio continuasse ad aumentare a questi ritmi…
L’IEA stima che ci sarà Uranio a prezzi “paragonabili” a quelli attuali per circa 40 anni, poi altri 40 a prezzi “molto diversi”. Quanto? Mah…il fatto è che il prezzo dell’Uranio aumenta come un’iperbole già oggi. Ah, dimenticavamo: e dopo i 40+40 anni? Fine dell’Uranio.
Le previsioni dell’IEA, però, non tengono conto di possibili “impennate” della richiesta – la Cina, ad esempio, ma anche l’Iran e la Francia che non molla di un centimetro sul nucleare – e le previsioni sono quindi molto aleatorie, da prendere con le molle [3].

Sia come sia, però, negli USA da un paio d’anni la produzione elettrica di fonte eolica ha superato quella di fonte nucleare [4]: attenzione, non la potenza installata, l’energia effettivamente prodotta.
Lo diciamo piano, per non
infrangere l’emozione che il professore sta gustando: in ogni modo, quando andrà a sedersi sull’ambita poltrona, potrà chiedere tutte le delucidazioni del caso, sull’eolico, a Denis Verdini e ad Ugo Cappellacci, nonché a Flavio Carboni. A quel punto, saranno tutti suoi “compagni di mer…” pardon, “di cordata”.

Il secondo “fascino” dal quale Veronesi è stato accalappiato è la fine delle guerre per l’energia: basta, maledetto petrolio, hai già succhiato troppo sangue nel Pianeta! Ne è pienamente convinto: non è uno scherzo!
Con tutte le cose che ha da fare Veronesi – medico, ricercatore, senatore, uomo politico – di tempo per informarsi gliene rimarrà poco: niente paura, provvediamo noi per lui.
Certamente sarà all’oscuro di quanto sta avvenendo nel Niger e nelle aree limitrofe, dove la cupidigia “nucleare” francese sta causando una catastrofe umanitaria: decine di migliaia di persone sono in fuga da quelle aree – li ritroveremo fra qualche mese sui barconi – perché i francesi sono stati un po’ troppo “spicci” nelle procedure d’estrazione. Riportiamo un breve estratto dell’articolo/denuncia di Greenpeace [5]:

“in 40 anni di attività, 270 miliardi di litri di acqua sono stati utilizzati nelle miniere, contaminando e impoverendo la falda acquifera…le detonazioni e le trivellazioni in miniera causano enormi nuvole di polvere, montagne di rifiuti industriali e enormi mucchi di fango rimangono esposti all’aria aperta…la concentrazione di uranio…nei pressi della miniera sotterranea di Akokan è risultato circa 100 volte superiore ai livelli normali nella regione…per le strade di Akokan…500 volte superiore al fondo naturale…i tassi di mortalità legati a problemi respiratori nelle zone delle miniere sono il doppio di quelli del resto del Paese…”

Cosa racconta alla sua coscienza di medico, Veronesi, questo quadro apocalittico, nel quale popolazioni ignare sono state precipitate come in un girone infernale, soltanto per consentire alla gente “affascinata” come lei di sognare un mondo “ripulito” dalle petroliere?
Si rende conto che il suo “sogno” è pagato – da sempre – dall’Africa [6]? In Congo, Sudafrica…mille guerre dimenticate per l’Oro, i diamanti i metalli rari e sempre lui, Mister Uranio, il più “effervescente” fra i suoi fratelli.
Nello Zimbabwe [7] viene scoperto un consistente giacimento d’Uranio e, subito, parte un “copione” che già abbiamo visto in atto per l’Iraq: il presidente Mugabe non è gradito alle diplomazie europee ed americane…cosa le fa immaginare una situazione del genere, tanto Uranio in un Paese povero dell’Africa?

Lei si picca d’essere un umanista, uno studioso. Bene. Provi a riflettere su questo semplicissimo assioma: in un pianeta X decidono di ricavare il fabbisogno energetico da fonti finite, e le fonti sono distribuite in modo eterogeneo nel pianeta stesso.
Oggi lo chiamano carbone, domani petrolio e dopodomani Uranio e…tutti li vogliono! Cosa succede?
Non continuiamo per non offendere la sua intelligenza.

C’è poi il capitolo “sicurezza”, sul quale lei ricorda che il rischio per la salute è “ormai vicino allo zero”.
Dottore, dottore…lei si ritiene uno scienziato…va bene…ma la Medicina – ci permettiamo di ricordarlo – non è una Scienza esatta e, quel “vicino” allo zero, non è zero. Al massimo, un limite che tende a zero, che non è zero.
L’unica grande catastrofe nucleare fu Chernobyl ma, negli anni successivi, c’è stato uno stillicidio d’incidenti, alcuni mortali, in tutto il mondo “nucleare”, dalla Francia al Giappone, dalla Slovenia agli USA.

Lei, con l’andazzo italiano d’assegnare poltrone dirigenziali, presidenze di commissioni, istituti di controllo e via discorrendo con il sistema, ben noto, del Manuale Cancelli, si fida del nucleare “italiano”? Ci mette la mano sul fuo…pardon, sul reattore?
E se il prescelto a dirigere una centrale fosse – poniamo, pura ipotesi “di scuola”, i nomi citati sono di pura fantasia – il nipote di Scagliola, che ha sposato la cugina di Dalemme, mentre in prime nozze era sposato con la figlia di Bottiglione? Saremmo certi delle sue competenze? Potremmo dormire sogni tranquilli?
Non succedono mai queste cose, no, siamo solo dei malpensanti.

Già, dice lei, ma al nucleare non ci sono alternative.
Ancora una volta, lei è poco informato: erano più informati di lei i suoi (probabili) futuri “compagni di viaggio” come Verdini & Company, i quali – mentre il loro governo smazzava centrali nucleari ai quattro venti – proprio sul vento cercavano di far soldi (e tangenti). Quella gente sa benissimo cosa può rendere in campo energetico, e se ne fregano se la fonte è tradizionale o rinnovabile: l’unico obiettivo è il denaro.
Per questa ragione, più volte abbiamo proposto – documentando accuratamente il progetto [8] – un eolico pubblico, con destinazione sociale degli utili. Già, ma lei è “affascinato” dai neutroni che si scontrano, come all’autoscontro del Luna Park che frequentava quando era giovanotto.

C’è poi un’altra critica alle energie rinnovabili:

“Per il solare ritengo sia necessaria una politica di grandi investimenti nella ricerca oggi non attuabile. Le potenzialità del solare sono molto elevate, ma la tecnologia è in ritardo e i soldi per accelerarla non ci sono.”

Qui, caro professore, ci sembra che lei stia inviando più che altro un “pizzino” a qualcuno che non è proprio d’accordo con lei, qualcuno che sta dimostrando proprio il contrario. Qualcuno che lo sta realizzando lontano dall’Italia, in Spagna, proprio perché la coalizione politica alla quale s’appresta a fornire i suoi servigi lo cacciò dalla presidenza dell’ENEA nel 2004.
Ed è un qualcuno che ha pure, nel suo carnet, un premio Nobel.

Sicuro, professore, che in questa sua decisione non si sia intrufolato un diavoletto bizzoso, il quale le ha detto, pressappoco: «Ma che sfiga…Rubbia, la Montalcini e Dulbecco hanno vinto il Nobel…io ho oramai 85 anni e non lo vincerò più…in tanti mi hanno proposto e invece…ciccia! Che sfiga, maledizione…ma adesso gliela faccio vedere…»

Per una volta, ci sembra di poterci associare ai “consigli” che le ha dato Bersani – il quale, precisiamo, sul nucleare non è proprio di una chiarezza adamantina, sembra il Papa quando parla di pedofilia dei preti – ma, in questo caso, riteniamo che farebbe meglio a seguire i consigli del suo non-segretario.

A 85 anni suonati, professore, riteniamo che possa accontentarsi della carriera e dei risultati che ha raggiunto: lasci perdere cose più grandi e, soprattutto, più “giovani” di lei.

Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.com
Link: http://carlobertani.blogspot.com/2010/07/ci-vuole-un-bel-coraggio.html
26.07.2010

[1] Vedi: http://www.repubblica.it/politica/2010/07/24/news/veronesi_nucleare-5790768/
[2] Vedi: http://www.cittanuove.org/index_050.htm , considerando che il costo finale del KWh di fonte nucleare s’aggira fra 6-8 euro/cent.
[3] Vedi: http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=9382
[4] Vedi: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/ambiente/nucleare1/eolico-america/eolico-america.html
[5] Vedi: http://www.politicambiente.it/?p=7108
[6] Vedi: http://www.unimondo.org/Notizie/Africa-crocevia-d-intrighi-nucleari2
[7] Vedi: http://editato.splinder.com/post/6355600/anche-lo-zimbabwe-ha-il-suo-uranio
[8] Vedi: http://carlobertani.blogspot.com/2009/03/venti-nucleari.html

Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.

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