CI SCOMMETTETE CHE OBAMA STANOTTE NON SAR “GRANDE?

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DI MIKE WHITNEY
Information Clearing House

Chiariamoci le idee prima che il Presidente

Panglossista pronunci questa notte (ieri notte, ndr) il suo discorso. Due terzi dei trecento

miliardi di dollari del “pacchetto di stimoli” che andrà

a chiedere (per ridurre la disoccupazione) sono solamente un’estensione

dei programmi già realizzati, come il taglio alle tasse e l’estensione

dei sussidi per la disoccupazione. Quindi, quello che Obama vorrebbe

caratterizzare come un “coraggioso attacco alla mancanza di lavoro”

è solo una pietanza di cera, è solo vino vecchio in una bottiglia

nuova. Il progetto non ha il minimo di forza; non intaccherà la disoccupazione

né ravviverà l’economia al ribasso che sta al momento correndo verso

un’altra recessione. E allora perché la Casa Bianca sta sprecando

il suo tempo con questo nonsenso? Credete davvero che Obama riuscirà

a dare uno scossone ai sondaggi solo salutando con la mano l’orizzonte

e favellando le solite ovvietà?

Non ci contate. I recenti sondaggi

mostrano che l’indice di gradimento di Obama ha preso una sbandata

terribile mentre quello del suo teorico rivale sudista, Perry, continua

a salire. Ci vorrà un miracolo a Obama per farcela a stento nel 2012,

specialmente ora, con la ripresa squarciata. Questo viene dal Wall

Street Journal:

“I consulenti macroeconomici

ipotizzano che l’estensione dei tagli alle tasse per un altro anno

incrementeranno l’occupazione degli Stati Uniti di 400.000 unità

nel prossimo anno e aggiungeranno un mezzo

punto percentuale al passo della crescita economica, al costo di circa

120 miliardi di dollari.”(“Payroll Tax Cut Won’t Be Easy

Sell“, Wall Street Journal)

Bene, quindi il piano di Obama farà

tornare 400.000 persone al lavoro. Grande. È il numero di richieste

per la disoccupazione che vengono compilate ogni settimana. E, indovinate,

quel numero non solo sta salendo, ma lo farà ancor di più quando l’economia

si spiaccicherà a terra per la scarsa domanda. E la domanda è debole

perché gli stipendi sono congelati e troppe persone non riescono a

trovare un fottuto lavoro. È senza scusante il fatto che un presidente

Democratico si rifiuti di alzare un dito per aiutare i venticinque milioni

di persone che, senza alcuna colpa, non riescono a trovare un lavoro.

Invece, Obama si concentra come un laser sul deficit di bilancio.

A chi importa il deficit? È

folle preoccuparsi del deficit quando l’economia sta vorticando

attorno al buco dello scarico. Ma stringere la cinghia è tutto quello

che Obama riesce a pronunciare. È diventata un’ossessione. Date un’occhiata

al Washington Post:

“Sta avendo meno

risalto sui media il discorso successivo che la Casa Bianca sta pianificando,

che illustrerà un’agenda specifica sulla riduzione del deficit

che non solo soddisferà l’obbiettivo di 1,5 trilioni di dollari della

“supercommissione”, ma lo sorpasserà

per pagare la nuova spesa per il lavoro. Queste proposte sembreranno

davvero simili all’accordo grandioso che la Casa Bianca offrì

allo Speaker John Boehner, e i gruppi liberisti si stanno accanitamente

preparando per esporre una richiesta all’amministrazione di innalzare

l’età per accesso alle prestazioni di Medicare.” (“The

White House’s two priorities“, Washington Post)

È chiaro? Qualsiasi concessione Obama

faccia stanotte ai lavoratori, sta già progettando di ritirarla la

prossima settimana. E chiamavano Clinton “scaltro”. Obama

lo ha battuto di due lunghezze.

E allora cosa vorrebbero ascoltare

i sostenitori di Obama stanotte se avessero la possibilità di

scelta? Gli piacerebbe sentire qualcosa di più su come “il governo

debba vivere con i propri mezzi” o vogliono ascoltare le misure

concrete che Obama sta intraprendendo per riportare la gente al lavoro

e rimettere l’economia sui binari? (qualcuno ha detto “WPA”?)

Guardate, tutto quello di cui Obama

ha bisogno per asfaltare l‘eccentrico Perry nel 2012 è solamente

essere quel tipo che ognuno pensava di aver votato nel 2008. Tutto qui.

Basta mostrare deferenza a Wall Street, basta assecondare il PIL, basta

con gli sproloqui bipartisan. Bisogna concentrarsi su tre cose:

“Lavoro, lavoro e lavoro”. Questo sarà il lasciapassare per

una vittoria travolgente e per l’ammirazione di 300 milioni di lavoratori

americani.

Quindi, ecco cosa vorrei sentir dire

da Obama stanotte. È un estratto da un discorso di Franklin Delano

Roosevelt:

“Dipendo completamente

dal mio rifiuto di accettare come condizione necessaria per il nostro

futuro un esercito permanente di disoccupati. In caso contrario, dovremmo

considerare un dovere nazionale quello di non tollerare un vasto esercito

di disoccupati e che dovremmo plasmare la nostra economia nazionale

per porre fine all’attuale disoccupazione prima possibile e poi prendere

misure efficaci contro il suo possibile ritorno.”

**********************************************

Fonte: Wanna Bet Obama Doesn’t “Go Big” Tonight?

08.09.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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