Caro Chomsky, sono Paolo Barnard* della RAI di Roma, autore del servizio “L’altro terrorismo” che ha visto la sua inestimabile partecipazione. Mi posso immaginare come lei si senta in questo momento. Tuttavia non possiamo mancare di vedere i due punti che seguono.
1) Quattro anni di attivismo civile senza precedenti, di dimostrazioni di massa, di film, di libri, di soffiate e scandali, e altro.. in altre parole un fuoco di sbarramento continuo contro l’amministrazione Bush hanno prodotto questo! (la vittoria di Bush) Nel mio documento “Per un Mondo Migliore” (che lei ha letto) io argomentavo che il Movimento deve urgentemente riformulare tutta la sua strategia per ottenere un cambiamento reale, da cima a fondo, e suggerivo quattro mosse. Senza di queste, avevo previsto pochi o nulli risultati, e un’inevitabile sconfitta. Tristemente, avevo ragione.2) Abbiamo ora le prove indiscutibili che la maggioranza dei votanti sceglie il suo candidato a seconda di una specie di attaccamento psicologico preconcetto ad esso/essa, e non a seconda di ciò che esso/essa hanno dimostrato nei fatti, come dimostra eloquentemente la vittoria di Bush. Questo ha implicazioni profonde nel modo in cui dovremmo continuare a combattere e sul modo in cui dovremmo riformulare le nostre strategie per generare consenso sugli ideali di sinistra.
Barnard
Non sono d’accordo con la sua interpretazione.
Piuttosto, penso che quello che è accaduto, che ci dice peraltro molto poco, è il trionfo dell’attacco che le elites hanno portato alla democrazia, molto potente negli USA, ancora un passo indietro nella maggior parte d’Europa. Ho ricevuto così tante lettere su questo argomento, che mi sono trovato costretto a scrivere una risposta collettiva.
Noam
Prima cosa i fatti. La popolazione ha votato al 31% per Bush e al 29% per Kerry. Uno spostamento di pochi punti in percentuale nel voto avrebbe sginificato la vittoria di Kerry, e questo non ci dice nulla di significativo sull’elettorato o la situazione in generale. Inoltre, le questioni più sostanziali sono state tenute come al solito fuori dalla campagna elettorale. Circa il 10% dei votanti sostiene che la sua scelta si basa sulla piattaforma/idee/programma del candidato. Il tema principale era la qualità, la leadership, la personalità, eccetera.
Inoltre, studi attenti dell’opinione pubblica, scarsamente pubblicizzati, rivelano che le opinioni della maggioranza sui temi più importanti non compaiono neppure nella discussione politica: entrambi i partiti le hanno rifiutate come “troppo di sinistra” (quello che è il “centro” in altre società industrializzate).
I sondaggi dimostrano che per gli elettori di Bush le preoccupazioni principali erano il terrorismo e i valori; per gli elettori di Kerry erano l’economia, l’assistenza sanitaria, eccetera. Da ciò impariamo solamente quello che già sapevamo: le campagne elettorali erano state progettate per proiettare una immagine di preoccupazione sul terrorismo/valori (Bush) o sull’economia/assistenza sanitaria (Kerry).
Ma questi risultati ci dicono molto poco su quanto gli elettori approvassero, o persino conoscessero, la piattaforma/idee/programma dei candidati su tali questioni. Per rispondere a questo, occorre un’ulteriore indagine, e questo dimostra che la maggioranza della popolazione non approva i metodi usati da Bush contro il terrorismo, e preferisce un programma di assistenza sanitaria che non è compreso nei programmi di nessuno dei due partiti, eccetera.
Quali sarebbero stati i risultati se i due partiti fossero stati disposti ad articolare le preoccupazioni della gente? Anche solo sulle questioni che essi ritengono più importanti? Possiamo solamente fare delle ipotesi su questo ma sappiamo per certo che non è accaduto.
Per ciò che riguarda cosa fare ora… le stesse cose da fare se ci fosse stato un leggero spostamento nel voto e l’elezione fosse andata in altro modo.
(Noam Chomsky)
[Lascio a ciascuno di voi le riflessioni del caso, ma aggiungo
solamente una mia considerazione. Trovo inspiegabile che una mente
brillante come quella di Chomsky scelga, nella sua analisi, di
bypassare il fatto più clamoroso di queste elezioni, che, ribadisco,
è il fallimento sconcertante di quattro anni del più capillare sforzo
pubblico contro le destre che il mondo moderno abbia forse mai visto.
Dobbiamo ripensarci radicalmente, nei metodi di partecipazione
civile, pena l’irrilevanza completa.
Le mie proposte per questo sono contenute in “Per Un Mondo Migliore“.
Sono a vostra disposizione.
Paolo Barnard]
Fonte:www.nonluoghi.info
8.11.04
* coautore della puntata di Report – “L’Altro Terrorismo” del 23/09/03 su RAI 3