Chi sta speculando dietro la “protesta” dei camionisti?

Quanti camionisti domani, 27 settembre, sciopereranno veramente? Alla miriade di contenuti che girano sui social, si contrappone il totale silenzio delle categorie coinvolte. E intanto, alcuni canali di informazione libera boicottano chi protesta davvero.

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di Marco Di Mauro per ComeDonChisciotte

Dopo le proteste degli autotrasportatori che hanno creato disagi in Australia, è arrivato il turno dell’Italia? È ormai una settimana che si fa un gran parlare della protesta dei camionisti, una cosa epocale: 60mila mezzi si preparano, da domani, a bloccare le autostrade, spaccando l’Italia in due. Già i media mainstream hanno abbracciato la notizia della “strana alleanza” tra i camionisti e i No Green Pass. Come la maggior parte delle fantomatiche – e pantomimiche – “chiamate alle armi” dell’età buia che stiamo vivendo, anche questa grande battaglia annunciata ha i suoi bardi sui social network, sui mezzi della libera informazione, e sono sempre gli stessi gruppi e canali Telegram che molti di voi conosceranno già. In testa i soliti “No Green Pass – Adesso Basta!” e “Basta Dittatura” che hanno avuto davvero un bel da fare da agosto a oggi, sbandierando e pubblicizzando tutti i tipi di proteste: hanno iniziato con il blocco generale delle autostrade, per poi passare all’occupazione generale delle stazioni ferroviarie e delle sedi delle giunte regionali. Tutte queste chiamate, oltre ai canali Telegram che le hanno diffuse, hanno un’altra cosa in comune: sono state tutte dei flop pazzeschi, adesioni prossime allo zero. E adesso arrivano una serie di TikTok fatti da camionisti (o presunti tali) che dichiarano spavaldamente di essere decine di migliaia, di non essere vaccinati, di essere pronti a bloccare l’Italia. Questi video circolano, oltre che sulle pagine già menzionate, anche sul canale Telegram “Davide Zedda” e sul canale YouTube “Dentro la notizia”. Come è d’uopo sui social, la narrazione si autoalimenta di adrenalina da tastiera e amplifica a dismisura: sono già pronti a partire domani, 27 settembre, decine di migliaia di camion, tra cui quattro trattori pieni di letame, per creare il caos alla mobilità del nostro paese. Centinaia di auto interverranno a bloccare gli Autogrill, a sostegno della protesta. Ma quanto siamo sicuri che sia così? Al di fuori dei talora grotteschi TikToks, nessuna realtà del settore si è espressa a favore di queste proteste; non solo i sindacati – da cui, insomma, ce lo aspettiamo – ma neanche una sola azienda o autista in proprio ha rivendicato l’azione sbandierata da questi canali d’informazione indipendente. Ovunque si vada cercando, niente: non una sigla, non un dato qualunque che dia appiglio concreto ad una regia di queste proteste. Sono solo i canali summenzionati a parlarne, e i TikTok che stanno diffondendo sono per lo più falsi che, come abbiamo appurato, stanno girando in rete già da mesi. Ma allora perché lo fanno? Non affrettandoci a dare conclusioni che senza prove sarebbero fuorvianti, ci sentiamo tuttavia di rivolgerci a quei camionisti che ci stanno credendo, e manifestano la volontà di aderirvi: camionisti, non aderite a questo sciopero. Potrebbe essere una trappola. I 60mila camionisti pronti a scendere sono un ectoplasma inventato sui social, e vi trovereste a scendere a protestare in pochi sparuti gruppi, in completa balia delle forze dell’ordine e della gogna mediatica affamata di flop da sbandierare. Non fidatevi a compiere azioni pericolose e penalmente perseguibili, soprattutto se non si vede la faccia di chi vi sta spingendo a farle; organizzatevi, confrontatevi tra voi, create una realtà che esprima la vostra rabbia e rappresenti le vostre istanze, ma che sia vera, concreta e riconoscibile, non sbandierata sui social da ignoti poco affidabili.

 

In verità, esiste una realtà concreta, con volti, sigle e camionisti veri, che si sta muovendo sul territorio già da giovedì 23 settembre. Il modo in cui l’abbiamo scoperta è curioso: girava su alcuni gruppi Telegram un video, prodotto e diffuso dal canale “Dentro la notizia”, in cui Tania Andreoli, presidente dell’associazione per la promozione sociale L.A.A.I.S. (Lega Autisti Autonomi Indipendenti Siciliani) spiegava la protesta dei camionisti associati contro il lasciapassare verde e smentiva qualunque illazione sulla loro adesione al sedicente sciopero del 27 settembre. La LAAIS, nata da meno di un mese, si presenta su internet come una testa di ponte della battaglia degli autotrasportatori, e collabora con partner internazionali per rifondare completamente il concetto di logistica, creando un mercato import-export che abbia come cardine il meridione d’Italia, oggi ancora a tutti gli effetti una dependance del nord. Al di là di come si possa pensarla in merito, è l’unica concreta realtà legata al trasporto su terra che si è espressa a tutela dei diritti dei camionisti rispetto a green pass e obbligo vaccinale. Ieri, quest’intervista era diventata introvabile, ma aveva lasciato uno strascico allarmante: girava su svariati social un messaggio firmato da un certo Roby, che diffondeva il numero privato della Andreoli invitando i camionisti che volessero decidere di partecipare al blocco autostradale del 27 a contattarla. Di fronte a tale palese contraddizione tra ciò che diceva il messaggio e le dichiarazioni della Andreoli, abbiamo deciso di chiamarla e chiederle di farci una dichiarazione. Ecco cosa ci ha risposto:

Il numero della Andreoli, pubblicato su Facebook senza il suo consenso
Il numero della Andreoli, pubblicato su Facebook senza il suo consenso

 

«Sì, sono la presidente della LAAIS, APS inquadrata come ETS. Vogliamo promuovere un modello di logistica etica ed esclusiva. Etica, perché la categoria degli autotrasportatori e degli operatori logistici è veramente una delle più sfruttate, e che subisce maggiormente l’egemonia della globalizzazione e dei poteri forti, lavorando spesso in condizioni davvero degradanti e usuranti. Esclusiva, perché vuole vertere su un modello di economia circolare territoriale che valorizzi il sud e in particolare tutto il comprensorio di meridione e isole, opponendosi a una sorta di committenza dittatoriale che è quella della Grande Distribuzione Organizzata, che sta fortemente impoverendo il territorio e il tessuto sociale del meridione. Noi abbiamo siglato a questo proposito un importante protocollo d’intesa col presidente del MIAS (Movimento per l’Indipendenza e l’Autonomia della Sicilia) Umberto Amendola diretto ad unire tutte quelle sinergie istituzionali e politiche che possono poi portare sui tavoli istituzionali concrete istanze e non sciocchezze, o inutili e sterili dichiarazioni. Noi abbiamo promosso l’iniziativa del rallentamento a “serpentone” noto già nel 2008 [le proteste dei cosiddetti “forconi” NdR] con i famosi “tir lumaca” volto a sensibilizzare le istituzioni, anche con la partecipazione dei militari che sono nostri sostenitori. La nostra intenzione è non creare disagio a livello di blocco stradale, ma di bloccare semplicemente determinati punti strategici, tipo le uscite dai caselli, gli interporti, gli svincoli, le tangenziali, le uscite portuali, ma senza comunque interrompere un pubblico servizio. Noi non siamo quelli che hanno promosso l’iniziativa del 27 settembre e ci dissociamo nel modo più assoluto, e non ne riconosciamo la paternità, avendone fatto anche smentita a mezzo media e istituzioni. Non condividiamo nemmeno il fatto che il canale Telegram organizzatore di tale iniziativa ad oggi non ci abbia ancora messo la faccia, non abbia indicato quali siano i referenti e coordinatori o il comitato promotore, e anzi temiamo che dietro questa operazione ci sia una sorta di depistaggio e intenzione di indebolire ancor di più il settore della logistica e dell’autotrasporto. Noi quindi ci dissociamo dall’iniziativa del 27 che non ci appartiene, e la contestiamo anche a livello legale, in quanto si ricorda che il blocco stradale e l’interruzione di pubblico servizio sono reati gravissimi, penalmente perseguibili, e che di conseguenza noi non possiamo spingere i nostri aderenti a fare una cosa di questo tipo. Abbiamo iniziato i nostri “rallentamenti dinamici” già dalla sera di giovedì 23 settembre, e li proseguiremo nei giorni a seguire ad oltranza, ovviamente senza un calendario predestinato, ma semplicemente avendo creato un coordinamento interno territorio per territorio, per cui dove le persone si trovano ad interagire con la partecipazione anche gradita di autisti, cittadini comuni, camperisti, agricoltori. Noi avremo come simboli contraddistintivi il logo della LAAIS, e un drappo, che potrà essere di colore verde o nero, a seconda della scelta dell’autista, se vorrà esprimere rispettivamente speranza o lutto per la nostra democrazia. Condanniamo il depistaggio e la diffamazione che stanno avvenendo a mezzo mediatico e sul web da parte di taluni soggetti, come il portale “Risveglio collettivo” su Facebook, oppure la figlia del proprietario di una nota ditta di trasporti che ci sta diffamando su TikTok, e non da ultimo un portale d’informazione, che si è permesso senza autorizzazione alcuna di divulgare il numero telefonico di chi avevano intervistato, dopo aver cercato di porre in essere una vera e propria strumentalizzazione depistando la nostra iniziativa reale e attribuendoci la paternità di una iniziativa a cui siamo totalmente estranei. Noi non ci inquadriamo nella dicotomia radicalizzante, no o pro vax, ma siamo per la libertà di scelta e per la difesa dell’art.32 della Costituzione, la Convenzione di Oviedo, fonti normative di diritto sovranazionale quali la Convenzione Internazionale sui Diritti Umani. La nostra associazione, nata da tre settimane, la battaglia per la rimodulazione del Regolamento 561/2006 sui tempi di guida, il riconoscimento del lavoro usurante e della malattia professionale, l’effettiva applicazione in Italia del pacchetto mobilità europeo dello scorso anno. Per quest’ultimo siamo anche in procedura d’infrazione, perché prevede tra le altre cose il non riposo in cabina, cosa che in Italia puntualmente avviene, e la possibilità da parte degli autisti di usufruire di aree di parcheggio in strutture di un certo rilievo. Tutto nell’ottica di garantire condizioni dignitose e anche di qualità a questi lavoratori e imprenditori, per cui abbiamo nel nostro portafoglio tutta una serie di istanze che verranno portate direttamente sui tavoli europei. Siamo già accreditati presso la Commissione Trasporti Europea con la quale interagiamo abitualmente.»

Dunque, mentre si sbandiera ai quattro venti uno sciopero dei camionisti che sembra avere contorni fumosi e incerti, si scredita e si fa boicottaggio contro le proteste dei camionisti veri. Viene da chiedersi il perché. E soprattutto: chi sta speculando dietro la “protesta” dei camionisti?

AGGIORNAMENTO del 27/09/2021: come prevedibile, è iniziata la shitstorm di video, cinque in tutto, ovviamente su “Basta Dittatura” e “No Green Pass Adesso Basta”, che dovrebbero dimostrare che la protesta sta avvenendo. Di certo noi speriamo che sia vero. E soprattutto, appoggiamo i camionisti che vorranno attuare i rallentamenti autostradali. Già i primi media urlano al flop. Ecco qualche consiglio per non farsi fuorviare: innanzitutto, tutti i video sulla tratta a nord di Firenze, Barberino-Calenzano, sono falsi perché lì ci sono lavori annunciati già da tempo; quei video in cui si vede semplice traffico autostradale, sono falsi perché il traffico sulle autostrade italiane è cosa normale, di tutti i giorni, tra incidenti e lavori; i video in cui vedete rallentamenti e non blocchi sono quelli della LAAIS, che ieri tra l’altro ha annunciato un incremento delle mobilitazioni iniziate il 23,

Il Comunicato stampa del Movimento del Mezzogiorno di ieri
Il Comunicato stampa del Movimento del Mezzogiorno di ieri

non affatto dunque riconducibili allo sciopero inneggiato dai capopopolo da social. Infine, l’unica vera prova inconfutabile l’avremmo dovuta avere oggi sugli scaffali dei supermercati (se la protesta fosse iniziata a mezzanotte, ma non è successo) o se è davvero avvenuta oggi, lo sapremo nei supermercati di domani. Se poi volete proprio vedere come è un vero sciopero di camionisti, confrontate i video di questi canali Telegram con quelli dei forconi, nel 2008. Se ci saranno novità, vi aggiorneremo ancora.

Marco Di Mauro per ComeDonChisciotte

26/09/2021

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