La valuta e’ caduta del 6% nei 10 giorni precedenti agli attacchi di Londra
Nel successo Hollywoodiano del 1988 “Die Hard”, interpretato da Bruce Willis, un gruppo di “terroristi“ prende il controllo di un istituto bancario giapponese a Los Angeles, trattenendo ostaggi e richiedendo la liberazione di “prigionieri politici“.
Ma quelli che sembrano terroristi non lo sono. Sono in realtà ladri di banche che stanno cercando di ricavare una fortuna dal caveu della banca.
Può essere che Osama bin Laden abbia visto “Die Hard”?
Questa e’ la domanda che si stanno facendo quelli di Scotland Yard e le altre agenzie d’investigazione a seguito degli attacchi del 7 Luglio al sistema dei trasporti di Londra che ha ucciso 54 persone ed ancora si stanno contando i feriti mentre si continua a perlustrare il pianeta in cerca di prove e di altri cospiratori.
Perché? Perché emerge che qualcuno ha tratto profitto delle short selling (vendite allo scoperto, *) della sterlina britannica nei 10 giorni precedenti gli attentati.La sterlina e’ caduta di circa il 6% ( approssimativamente da 1,82 a 1,72 ) contro il dollaro per nessuna apparente ragione – finché, naturalmente, gli attacchi del terrore hanno spinto i mercati britannici ulteriormente verso il basso.
“E’ stato un indebolimento senza precedenti e lontano dall’essere una coincidenza”, ha detto un economista con più di 35 anni di esperienza nell’industria dell’investimento, come riportato da Joseph Farah, autore della newsletter finanziaria “G2 Bulletin” on-line
e fondatore di WND (www.worldnetdaily.com)
“Questo è, dopo tutto, un tasso di perdita che annualizzato va ben oltre il 100%”.
La caduta non è passata inosservata agli investigatori, che si stanno chiedendo se le menti terroristiche dietro gli attacchi abbiano deciso di fare soldi con le loro azioni o se altri investitori a conoscenza di informazioni interne circa possibili attacchi ne abbiamo approfittato.
“Le valute dei paesi stabili semplicemente non cadono così velocemente in base ad ogni tipo di analisi economica e finanziaria,” ha detto l’economista. “Qualcuno – da qualche parte – sapeva qualcosa. O forse dovrei dire ‘più di qualcuno’”.
Potrebbero i terroristi aver imparato a compiere i loro attacchi con operazioni di autofinanziamento? Potrebbero i terroristi essere motivati da fattori che vanno oltre il fanatismo islamico?
Queste sono alcune delle domande che le agenzie investigative si stanno chiedendo – ma in verità non si aspettano risposte.
Il problema è che la vendita allo scoperto di questo tipo può essere fatta coperti dall’anonimato.
“Il commercio di derivati valutari ( Future) può partire da una banca svizzera o austriaca, passare da una compagnia offshore di Creta, e tu hai una transazione totalmente non rintracciabile”, fa notare l’economista. “Nessuno saprà chi ha tratto molti soldi da questa situazione, ma vi garantisco che qualcuno li ha fatti.”
Non e’ la prima volta che si sospetta che terroristi, o qualcun’altro, abbia tratto profitti da operazioni allo scoperto alla vigilia di un attacco.
A seguito degli attacchi dell’11 Settembre 2001 in Usa, David Ruder, presidente della Securities and Exchange Commission dal 1987 al 1989, sollevò il dubbio se i terroristi potessero aver tratto profitto dai loro attacchi mediante la vendita allo scoperto sui mercati Usa.
Il Segretario del Tesoro statunitense, Paul O’Neill, confermò che il governo stava investigando su possibili vendite allo scoperto, ma non si dichiarò ottimista sul fatto se fosse possibile attribuire delle responsabilità.
La vendita allo scoperto consente agli investitori di scommettere sul ribasso del prezzo dei titoli prendendoli a prestito e vendendoli nella speranza di ricomprarli ad un prezzo più basso.
Dopo l’11 Settembre, i dati del Chicago Board Options Exchange mostrarono 1.575 Put Options** della compagnia United Airlines acquistate cinque giorni prima degli attacchi. Furono acquistate una media di 390 Put Options al giorno. Gli investitori comprarono 2.258 Put Options della compagnia American Airlines, paragonato alle 220 di un giorno normale. Altri titoli assicurativi e altri azionari rilevarono un boom di vendite allo scoperto.
Gli investitori non hanno mai rivelato quanto denaro fu scommesso, ma i venditori allo scoperto hanno potuto incassare 30 volte quello che hanno investito, facendo un enorme scommessa azzardata sui prezzi dei titoli di queste compagnie.
Gli investigatori del governo non hanno mai saputo l’identità di questi venditori nel 2001. E, nonostante i vigorosi sforzi compiuti per scoprire chi c’era dietro queste vendite allo scoperto della sterlina britannica all’inizio di Luglio, le speranze di trovare i colpevoli sono esili.
© 2005 WorldNetDaily.com July 17 2005
* Short Selling
Lo Short Selling è una strategia di trading. Prevede la vendita di titoli presi a prestito, titoli, cioè, di cui non si è realmente in possesso. Laddove l’acquisto di azioni a fini di investimento o speculazione espone il compratore a una perdita potenziale dell’intero capitale impiegato (fallimento della società e crollo del prezzo del titolo a zero) contro la possibilità di un guadagno potenziale illimitato, la vendita per short selling, in maniera del tutto simmetrica, espone il venditore a perdite illimitate contro la possibilità di un profitto massimo del 100%, pari al valore nominale venduto a pronti. Mentre chi ha acquistato trae profitto da una vendita futura a prezzi più alti, chi ha venduto short guadagna ricomprando (in gergo, ricoprendosi) a prezzi più bassi.
( tratto da: http://www.usemlab.com/html/commenti/archivio_commenti/mercati/MK_02_07_08.htm)
** Put Options
Consistono nel diritto di acquistare (call) o vendere (put) entro una determinata scadenza una quantità prefissata di titoli o l’indice a un prezzo prefissato. ( tratto da: http://www.helpfinanza.it/Articoli/Opzioni.htm )
Fonte:www.wnd.com/
Link:http://www.wnd.com/news/article.asp?ARTICLE_ID=45312
16.07.05
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da
MANRICO TOSCHI
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