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CHI E' VERAMENTE JOHN DIMITRI NEGROPONTE?

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A cura di Truman
Il 9 Settembre 2006
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DI ZACK KRASUK
Al Basrah

Uno dei critici più diretti del presidente venezuelano Chavez a proposito dei diritti umani è John Dimitri Negroponte. A prima vista, questo diplomatico sembra essere soltanto un altro portavoce, ufficiale e regolare, dell’impero statunitense. Comunque, dopo aver investigato sul passato neppure troppo lontano di questo individuo, si comprende rapidamente che Negroponte è un criminale che nasconde le sue imprese attraverso bugie ben pianificate e fabbricate.

Nato nel 1939, Negroponte è stato diplomatico del Foreign US Service [Servizio Estero Americano (1960-1997)], ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite (2001-2004), ambasciatore degli Stati Uniti in Iraq (2004-2005) ed oggi è il direttore dell’United States National Intelligence [1]. Dal 1981 al 1985, Negroponte è stato ambasciatore degli Stati Uniti in Honduras. Tra i suoi “successi” nell’area dei diritti umani nel corso della sua carriera, quelli più rilevanti sono:1 – Dal 1971 al 1973, Negroponte è stato il funzionario in carica del Consiglio di Sicurezza Nazionale (National Security Council – NSC) per la sezione del Vietnam. A quel tempo, riceveva ordini diretti da un altro criminale di guerra, Henry Kissinger. Negroponte lavorava per l’ambasciata americana dell’ora defunto Vietnam del Sud. Come tutti sappiamo, durante quegli anni il governo americano mosse una guerra neo-coloniale contro la popolazione del Vietnam. L’NSC lavorava a stretto contatto con la CIA e la National Security Agency (NSA – Agenzia di Sicurezza Nazionale); le attività di queste organizzazioni di “intelligence” erano strettamente connesse l’una all’altra ed esse collaboravano per ognuno dei loro principali progetti. Curiosamente, quando Negroponte è entrato come capo del CSN per il settore Vietnam nel 1971, la Phoenix Operation iniziò a raggiungere uno dei più alti livelli di brutalità e sanguinosità. L’Operazione Phoenix era un progetto paramilitare della CIA volto ad incutere terrore a tutti i sospetti collabratori comunisti vietnamiti. Tra le altre comuni tattiche usate nell’Operazione Phoenix dai paramilitari statunitensi vi era la morte lenta attraverso torture dantesche di simpatizzanti aspiranti comunisti, seguite dallo smembramento dei corpi, appendendo ciò che rimaneva di essi in luoghi pubblici per rendere al massimo l’effetto di orrore su chiunque avesse pensato di unirsi alla resistenza anti-occupazione. Ad un certo punto, l’esercito paramilitare, addestrato dalla CIA nel sud del Vietnam, assassinava 1800 civili al mese. Le informazioni furono raccolte dal governo sud vietnamita pro-USA, si stimò che oltre 40mila civili vietnamiti furono uccisi dai paramilitari CIA soltanto nell’Operazione Phoenix. Nota: ci furono molte altre operazioni nel corso della guerra. Per la CIA, il Vietnam era un campo di sperimentazione dove furono condotte molte operazioni che implicavano diversi metodi di tortura, genocidio e attività paramilitari. Questa esperienza che Negroponte fece durante i suoi anni in Vietnam, usando eserciti paramilitari per incutere terrore sulla popolazione, lo avrebbe poi aiutato ulteriormente nell’America Centrale così come nell’odierno Iraq e in Colombia. [3,5,15]

2 – In Honduras Negroponte supervisionava la creazione e il mantenimento di una base di 3000 ettari chiamata El Aguacate, dove le forze CIA istruivano i terroristi Contra durante gli anni Ottanta. Quegli stessi Contras più tardi attraversarono il confine del vicino Nicaragua dove massacrarono i sospetti simpatizzanti sandinisti. In più, i Contras ebbero un ruolo nell’incutere terrore e nell’assassinio di contadini nello stesso Honduras. Stando così le cose, i presidenti dell’America Watch e dell’Helsinki Watch affermarono quanto segue: “si basa su ciò che abbiamo visto e sentito il fatto che i Contras stanno portando avanti una strategia terroristica ben pianificata lungo tutta la frontiera dell’Honduras”; in quelle stesse dichiarazioni, essi aggiunsero anche “gli Stati Uniti non possono evitare più a lungo di assumersi la responsabilità di queste atrocità”. Queste dichiarazioni furono pubblicate sul Wall Street Journal nell’aprile del 1985. La base di El Aguacate divenne un campo di concentramento in Honduras durante gli anni Ottanta e un’intera serie di crimini e abusi fu commessa in modo rotinario. Le vittime di tali abusi erano leader di movimenti studenteschi attivi nella politica di sinistra, sindacalisti, contadini e chiunque potesse essere remotamente considerato di sinistra. Nel 2001, gli scavi alla base di El Aguacate hanno portato alla luce fosse comuni in cui sono stati rinvenuti più di 185 corpi. I resti delle vittime mostravano chiari segni di violenze fisiche. [1,2,3,8]

3 – Durante il mandato di Negroponte come ambasciatore in Honduras, i diritti umani nella regione venivano violati con impunità. Anche se il governo dell’Honduras era considerato democratico, le sparizioni dei simpatizzanti della sinistra avvenivano costantemente. Tra i gruppi terroristici paramilitari creati dalla CIA, con la completa approvazione e conoscenza di John Dimitri Negroponte, vi era la squadra della morte chiamata Batallion 3-16 o anche Batallion 316. I capi di questa squadra della morte erano Billy Joya e il generale Luis Alonso Escua Elvir, entrambi coinvolti nel rapimento diretto e a sangue freddo, tortura a assassinio di centinaia di persone nell’Honduras. Mentre questo accadeva, Negroponte cronicamente risiedeva al Congresso USA a Washington dicendo che nessun diritto umano era stato violato in Honduras. Un chiaro esempio delle bugie di Negroponte al Congresso fu il caso di Rick Chidester, un giovane ufficiale americano presso l’ambasciata dell’Honduras. A Chidester fu assegnato il compito di scrivere i rapporti sui diritti umani per il Congresso USA riguardanti l’Honduras. Quando il rapporto fu terminato, ricevette un ordine diretto da Negroponte prima di inviare il rapporto a Washington: cancellare dal rapporto la maggior parte dei paragrafi contenenti dettagli sulle violazioni dei diritti umani, soprattutto quei paragrafi che riguardavano le operazioni sotto copertura USA nell’Honduras. Chidester ha reso una lunga e dettagliata confessione su questi eventi al giornale The Sun. Ecco un esempio di un caso di tortura, accaduto ad un avvocato, Rene Velasquez. Egli fu arrestato il primo giugno 1982 davanti al suo ufficio nella capitale Tegucicalpa e condotto ad un centro di tortura. Citerò le parole di Velasquez su ciò che gli accadde: “mi svestirono, mi legarono le mani e proseguirono mettendomi una maschera sul viso e mi umiliarono…. poi mi misero sul corpo una specie di pasta che attraeva orde di mosche e altri insetti. Mi picchiarono per tutto il tempo sulle costole, sullo stomaco… il dolore era insopportabile”. [2,4,7,10,18]

4 – Uno dei mezzi di finanziamento delle squadre della morte in America Centrale era il traffico della droga. Il senatore USA Kerry dimostrò davanti al Senato che il Dipartimento di Stato aveva pagato 800mila dollari a quattro compagnie aeree di trasporto appartenenti ai ben noti signori della droga colombiani. Gli aerei cargo colombiani trasportavano armi ai gruppi organizzati e sostenuti da Negroponte in Honduras. Sotto giuramento, i piloti dei suddetti aerei fornirono la loro testimonianza, confermando ciò che il senatore Kerry aveva dichiarato. La stessa stampa americana attraverso proprie investigazioni affermò che Negroponte era stato coinvolto nel traffico di armi e droga dal 1981 al 1985. Attraverso le entrate generate dalle vendite di droga, la CIA e l’ambasciata USA in Honduras ottennero le armi illegalmente, che a loro volta avrebbero dato alle squadre della morte. [18]

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Perché Negroponte, quando accusa il Venezuela, dimentica convenientemente la sua ampia opera di violazioni dei diritti umani?

5 – Un’altra bugia cronica che Negroponte ripetutamente ha detto al Dipartimento di Stato USA mentre era ambasciatore in Honduras è la seguente: “in Honduras c’è completa libertà di espressione per i membri dell’unione dei lavoratori”. Niente poteva essere più lontano dalla verità poiché, durante gli anni Ottanta, in Honduras chiunque fosse lontanamente associato al movimento dei lavoratori o alla sinistra era rapito, torturato e di solito assassinato dall’esercito paramilitare CIA. L’apice dell’ipocrisia di Negroponte fu raggiunto quando nel 1989, durante la Foreign Relations Committee (Commissione per gli Affari Esteri) del Senato, gli fu chiesto se sapeva qualcosa sugli abusi commessi dal Batallion 316; Negroponte rispose: “Non ho mai avuto alcuna prova che fossero coinvolti nelle attività della squadra della morte.” Cioé, il co-fondatore del Batallion 316 disse davanti al Senate Committee (Commissione del Senato) che non sapeva nulla del ruolo che questo gruppo di assassini addestrati aveva assunto. Le bugie di Negroponte erano così appariscenti e ridicole per tutto ciò che riguardava i diritti umani in Honduras che alcuni diplomatici statunitensi notarono che i rapporti sui dirittti umani provenienti dall’Honduras sembravano essere come quelli provenienti dalla Norvegia. Nel 1982, Negroponte scrisse alla rivista The Economist dicendo un’ulteriore bugia: “è semplicemente falso che le squadre della morte siano mai esistite in Honduras”. Si deve notare che soltanto nel 1982 la stampa honduregna riferiva di oltre 318 casi di sparizioni, tortura e assassini per mano dell’esercito paramilitare CIA e dell’esercito honduregno. Numerosi funzionari USA si fecero avanti rivelando il coinvolgimento ampio di Negroponte nell’organizzazione e le coperture, spesso senza successo, di quei crimini. Giusto per rinfrescare la memoria del signor Negroponte sull’esistenza di squadre della morte in Honduras citerò il caso di Florencio Caballero. Caballero era un honduregno, addestrato dalla CIA sul suolo americano e specializzato in tecniche di tortura. In un’intervista esclusiva al New York Times fatta anni dopo le azioni che egli descrive, Caballero spiegò al NYT qual era il suo lavoro in Honduras. Nell’intervista, Caballero descrive come fosse membro dell’esercito paramilitare CIA e come torturasse a morte dozzine di prigionieri politici. Un altro nome che può suonare come una campana per Negroponte è Inés Murillo, una dei pochi sopravvissuti ai campi di concentramento paramilitari creati dalla CIA in Honduras. La tortura che ha sopportato in quel campo includeva tra l’altro: abuso sessuale estremo, bestiali percosse, elettroshock di routine su diverse parti del corpo. La signora Murillo ha dovuto sopportare quell’inferno per 80 giorni mentre era prigioniera della squadra della morte CIA in Honduras. [1,2,3,4,5,11]

6 – Nell’estate del 1983, un prete gesuita di nome James F. Carney scomparve in Honduras. Carney era conosciuto per l’estremo aiuto dato ai poveri mentre faceva il suo lavoro di missionario tra i contadini. La famiglia di Carney ha ripetutamente detto che Negroponte ha fatto tutto quello che era in suo potere come ambasciatore per interferire nelle investigazioni riguardanti la sparizione del prete. Si presumeva che il prete fosse scomparso mentre era in compagnia di guerriglieri. Nel 2003, gli investigatori inviati dai tribunali locali trovarono i resti di 10 persone in un’area dell’Honduras ai confini con il Nicaragua. Tutti gli scheletri in quel posto presentavano fori di proiettile. L’indagine per verificare se uno dei corpi sia di Carney continua. Questo è soltanto un esempio delle molte persone scomparse per le quali Negroponte ha ostacolato le indagini, proseguendo in modo attivo sulla strada di nascondere la verità all’opinione pubblica. [7,8,9,10]

7 – Sorella Letitia Bordes spiega come nel maggio 1982, 32 donne siano scomparse in Honduras. Quando andò all’ambasciata USA per chiedere aiuto nelle indagini per sapere il luogo della sparizione di queste donne, Negroponte fu evasivo e diede risposte fasulle come: “l’ambasciata USA non è coinvolta negli affari dell’Honduras”. Bordes afferma che ciò che Negroponte asseriva era falso poiché lei sapeva del suo stretto lavoro con le forze armate honduregne e il suo comandante in capo, il generale Ivarez. Bordes asserisce ancora che Negroponte è stato un pioniere nell’introdurre nuovi elementi di guerra psicologica e tortura nell’esercito dell’Honduras. La testimonianza della suora è anche corroborata dal fatto che l’”aiuto” americano ai militari honduregni passò da 4 milioni a 77,4 milioni di dollari, quasi tutti impiegati nella creazione dei nuovi eserciti paramilitari. Nel 1994, la Commissione per i Diritti Umani in Honduras dichiarò John Dimitri Negroponte colpevole di occultare al pubblico le informazioni sulle sparizioni che furono fatte dai paramilitari e dall’esercito honduregno. La Commissione dichiarò anche Negroponte colpevole di violazione dei diritti umani avendo aiutato l’organizzazione degli eserciti paramilitari in Honduras. [7,10,12,18]

8 – Nel settembre 2001, Bush ha nominato Negroponte ambasciatore degli Stati Uniti all’ONU. Il suo incarico è durato fino al marzo 2003 quando c’è stata l’invasione dell’Iraq. In effetti, Negroponte è stato il più esplicito portavoce in favore di un’aggressione militare contro l‘Iraq. L’ambasciatore USA alle Nazioni Unite affermava ogni volta la ora ben nota bugia che Saddam era una minaccia e che l’Iraq aveva armi di distruzione di massa. Tali armi non sono state mai trovate e i supposti legami di Saddam con gruppi terroristici erano ugualmente false. Attraverso l’intimidazione e le sfide aperte contro altri paesi, Negroponte ha raggiunto gli obiettivi diplomatici di cui Bush aveva bisogno. Inoltre, Negroponte è stato il solo rappresentante alle Nazioni Unite ad aver boicottato in maniera rude il discorso fatto dall’ambasciatore dell’Iraq all’ONU, passeggiando in modo impulsivo nella sala dove il discorso veniva pronunciato. Una volta completata la sua missione alle Nazioni Unite con la falsa giustificazione per la guerra, comprata da un mucchio di nazioni prepotenti, Negroponte è divenuto ambasciatore degli Stati Uniti per l’Iraq dal giugno 2004 all’aprile 2005. É durante questo periodo che la violenza faziosa è cresciuta esponenzialmente fino a quella che conosciamo oggi, una completa guerra civile.
L’organizzazione paramilitare chiamata Brigata Badr è la principale responsabile di questa violenza. Questo gruppo terroristico è caratterizzato da posizioni decisamente pro-USA e la loro pratica include il rapimento, la tortura, l’assassinio di chiunque sia un aperto critico del governo fantoccio iracheno o degli Stati Uniti. Anche i musulmani sunniti, gli omosessuali e quelli che hanno criticato l’occupazione sono state vittime della Brigata Badr. “Curiosamente,” le tecniche di tortura usate dalla Brigata Badr sono le stesse di quelle usate dal Batallion 316 in Honduras – questo si sa dai segni di tortura trovati sui corpi delle vittime. Nel gennaio 2005, gli Stati Uniti iniziarono in Iraq un’operazione chiamata “The El Salvador Option” (L’Opzione El Salvador). Tale operazione era l’addestramento delle “squadre che avrebbero agito in favore degli interessi statunitensi”, come sostenuto dall’ufficio militare per le relazioni pubbliche statunitense. Membri di queste squadre furono scelti tra gli elementi fanatici della Brigate Badr e del curdo Peshmerga (un gruppo con stretti legami con la CIA). Nell’odierno Iraq, queste organizzazioni terroristiche paramilitari che lavorano in operazioni segrete statunitensi sono letteralmente la legge: fanno ciò che vogliono, quando vogliono e a chiunque essi vogliano. Tra i loro orgogliosi successi ci sono il posizionamento di bombe in luoghi pubblici con l’uccisione di dozzine di innocenti civili, per poi, con campagne mediatiche alla radio, attribuire la colpa di tali attacchi alla Resistenza Irachena al fine di far calare il sostegno della popolazione. Un esempio, il caso del bombardamento della Moschea dalla Cupola D’oro. In quell’incidente, i capi religiosi, alcuni persino amici degli Stati Uniti, hanno incolpato dell’attacco terroristico i locali lacchè paramilitari degli americani. Il responsabile dei Diritti Umani all’ONU, John Pace, ha denunciato pubblicamente queste organizzazioni paramilitari pro-USA così come il governo americano stesso di fornire intelligence, addestramento, organizzazione e armi a questi gruppi terroristici. Le dichiarazioni di John Pace furono rese a Amy Goodman nel programma pubblico dal titolo Democracy Now (Democrazia Adesso). Tra le parti migliori vi è quella quando Amy Goodman chiede a Pace se c’erano squadre della morte paramilitari in Iraq. Pace replicò: “Esistono. Le mie osservazioni mi hanno condotto alla conclusione che i massacri perpetrati da questi gruppi mostrano le stesse rassomiglianze di quelle che accaddero in altri paesi come El Salvador”. El Salvador, come l’Honduras, era un altro paese dove la CIA installò centinaia di centri di persecuzioni politiche negli anni Ottanta. [6,13,14,15,16,17]

Nota: Vorrei includere un punto 9 riguardante le connessioni di Negroponte con le squadre della morte colombiane (le Autodefensas Unidas de Colombia) ma tale lavoro condurrebbe oltre lo scopo di questo articolo. Sappiate semplicemente che da quando Negroponte è divenuto capo della National Intelligence americana, nell’aprile 2005, il Venezuela ha dovuto combattere per contenere l’influsso dei terroristi AUC sostenuti dallo stato colombiano governato da Uribe e dall’attuale regime americano. Migliaia di contadini sono stati massacrati dall’AUC nell’ultimo anno soltanto sia in Colombia che in Venezuela, questa è soltanto la punta dell’iceberg. L’AUC può essere anche esistito prima dell’arrivo di Negroponte, ma mai prima aveva conosciuto una rinascita come adesso. L’intera campagna del regime Uribe per organizzare un “disarmo” era il gioco dell’anno e una mossa di pubbliche relazioni ben lustrata con pochi uguali nella storia. Il semplice fatto del “disarmo”: i paramilitari AUC hanno consegnato le loro vecchie armi ma le hanno barattato con armi moderne e di marca, tutte costruite negli Stati Uniti. Di nuovo, come in America Centrale e nell’odierno Iraq, Negroponte ha posto l’enfasi sulle squadre della morte colombiane per favorire gli interessi degli odierni Stati Uniti.

Scopriamo ancora che Negroponte osa rimproverare il Venezuela riguardo il problema dei diritti umani. Nel febbraio 2006, Negroponte ha sostenuto che il Venezuela era coinvolto in azioni che destabilizzavano altri governi in America Latina attraverso gruppi terroristici. Il diplomatico americano ha affermato anche che il Venezuela violava i diritti umani e che non stava collaborando nella guerra alle droghe. Ci si chiede quali nuove vertiginose vette di ipocrisia Negroponte raggiungerà in seguito. Dopo aver compreso i fatti dietro i successi nella vita di questo criminale internazionale, si può soltanto concludere che Negroponte dovrebbe essere una delle ultime persone sulla faccia del pianeta con l’autorità morale per parlare di diritti umani. La creazione di squadroni della morte paramilitari, che hanno sparso le loro attività, che si sono attivamente intromessi negli affari interni di numerosi paesi e che sono dietro l’assassinio di migliaia di persone nel mondo non è abbastanza per Negroponte: è un atto compulsivo per lui dire cronicamente bugie e attaccare il Venezuela, accusandolo degli stessi crimini di cui egli è colpevole. Vediamo i fatti: Negroponte è un criminale professionista di carriera il cui cinismo e sete di sangue non si arresteranno fino a che il Venezuela non sarà nuovamente una pedina della politica e dell’economia degli Stati Uniti. Una delle cose peggiori che poteva accadere all’America Latina in tempi recenti si è appena materializzata: questo criminale di guerra ha adesso in mano l’intero apparato di intelligence americano con il pieno sostegno del Dipartimento di Stato USA, divenendo così una diretta minaccia alla sovranità del Venezuela. Il governo del Venezuela ha investito la maggior parte delle sue entrate nell’incrementare in modo radicale l’istruzione, la cura della salute e gli standard di vita dei suoi cittadini. Il Venezuela ha un’economia di mercato mista basata sulla giustizia sociale con un sistema completamente democratico dove le elezioni e i referendum per mettere sotto accusa il presidente avvengono per volontà del popolo se lo reputa necessario; un tale paese inevitabilmente sembra essere un problema per l’amministrazione Bush che aspira ad avere il completo dominio su ciò che era il cortile di casa americano e così acquisire le nuove riserve di petrolio vicino casa. Soltanto attraverso un forte investimento nella difesa e nella contro-intelligence, il Venezuela sarà in grado di sopravvivere alle inesorabili interferenze dell’imperialismo americano e al terrorismo di stato che Negroponte continua a scatenare su questo paese del sud America. [18,19,20]

Zack Krasuk
Fonte: http://www.albasrah.net
Link
Scritto il: 14 aprile 2006
Tradotto in inglese ed esteso: 23 giugno 2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PATRIZIA

Note:

1) John Negroponte, http://en.wikipedia.org/wiki/John_Negroponte, Wikipedia, accedido el 30 de Marzo del 2006.

2) John Dimiti Negroponte, http://www.derechos.org/nizkor/negroponte/, Equipo Nizkor Derechos Humanos, con acceso el dيa 28 de Marzo del 2006.

3) Roppel, Estados Unidos: Intervenciones del Poder Imperial en Cuarenta Paises del Mundo, Ediciones Aurora, Colombia, 2005.

4) Cohn, Ginger, A Carefully Crafted Deception, http://www.baltimoresun.com/news/local/bal-negroponte4,0,771
9532.story, The Baltimore Sun, 18/6/1995.

5) John D. Negroponte, http://www.sourcewatch.org/index.php?title=John_D._Negropont
e, Source Watch, con acceso el dيa 28 de Marzo del 2006.

6) Sweet, Frederick, Deja Vu: Negroponte to Vietnamize Iraq?, http://www.interventionmag.com/cms/modules.php?op=modload&na
me=News&file=article&sid=717, accedido Abril 14 del 2006.

7) Kinzer, Stephen, Our Man in Honduras, http://www.nybooks.com/articles/14485, The New York Review of Books, Volume 48, Number 14, 20/11/2001.

8) New Evidence Opens Up History of Dirty War, http://isla.igc.org/PubHighlights/CurrentEvts/199910.html, Isla Information Services Latin America, accedido Abril 14 del 2006.

9) Gonzلlez, Remains May Be American Priest’s, http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9B07EEDB1F39F
933A05752C0A9659C8B63&n=Top%2fReference%2fTimes%20Topics%2fO … New York Times, accedido Abril 14 del 2006.

10) John Negroponte, http://www.mayispeakfreely.org/index.php?gSec=doc&doc_id=137
, May I Speak Freely? Media for Social Change, accedido el 29 de Marzo del 2006.

11) Kornbluh, The Negroponte File, http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB151/, National Security Archive Briefing Book No. 151, Part 1 and 2, 12/4/2005.

12) Hermana Laetitia Hoardes, New Ripples in an Evil Story, http://www.thepanamanews.com/pn/v_07/issue_09/opinion_01.htm
l, The Panama News, 2001.

13) Hassan, Who is Negroponte?, http://www.countercurrents.org/iraq-hassan030604.htm, Counter Currents, accedido el 15 de Abril del 2006.

14) Sadeq, Iraq Leaders Praise Group Accused of Killings, http://edition.cnn.com/2005/WORLD/meast/06/08/iraq.badr/inde
x.html, CNN, accedido el 15 de Abril del 2006.

15) Dahr Jamail, Negroponte’s “Serious Setback”, http://www.scoop.co.nz/stories/HL0603/S00076.htm, Scoop Independent News, accedido el 15 de Abril del 2006.

16) http://www.islammemo.cc/main.asp, Mafkarat al-Islam.

17) Hassan El Najjar, http://www.aljazeerah.info/, Al Jazeerah.

18) Eduardo Cornejo Deacosta, En EEUU Gobierna Una Narcobanda, Los Papeles de Mandinga, Aٌo 2, #36, 7 de Marzo del 2006.

19) Horacio Duque, Rumsfeld, Negroponte y Condoleezza Con Plan Para Aplastar Revoluciَn Bolivariana, Diario Vea, #888, 20 de Febrero del 2006.

20) Bush, el Pentلgono y la CIA Mueven sus Peones en el Tablero Criollo: Arrancَ Campaٌa Electoral Escuلlida, Los Papeles de Mandinga, Aٌo 2, #36, Marzo 7 del 2006.

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