DI HS
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Cari fottutissimi e impagabili compagni vicini e lontani,
prima di sparire e cautelarmi definitivamente per non essere fucilato – virtualmente – alla schiena come traditore in quanto modesto elettore “piddino” e pennivendolo in cerca di pubblicità e di notorietà (sotto pseudonimo !!!) – ma solo per una volta eh ! E le mie posizioni a riguardo sono state chiarite con oceani di inchiostro – vorrei dirvi qualcosa su noi, sul presente e sulle nostre attuali posizioni. D’altronde ci siamo confrontati più e più volte e ce le siamo suonate e cantate come pifferai pretendendo di seguire spartiti diversi e, in realtà, stavamo eseguendo la stessa sinfonia accapigliandoci inutilmente sui dettagli, sulle minuzie e sui puntini da mettere sulle apposite schifosissime i. Non facciamo finta di non capire… Quello che abbiamo costatato, le nostre analisi e le nostre interpretazioni presentano molti più punti di convergenza che non motivi di disputa e di polemica. Tutti crediamo e siamo convinti – almeno penso – che ancor oggi sul mondo gravi la cappa dell’asse e dell’alleanza militare USA – Gran Bretagna – Israele – NATO che, assegnandosi arrogantemente la funzione di insostituibile baluardo della democrazia e della libertà contro le “dittature” e i regimi indesiderabili, in realtà impone con indicibili prezzi in termini di vite umane l’affermazione di privatissimi interessi economici. Al fondo delle cose, tutti – spero – conveniamo che, al di là della variegata rete di istituzioni sopranazionali (da quelle economiche come l’FMI, la Banca Mondiale, il WTO, la BCE, ecc… fino all’ONU e alla UE e ad organismi privati come la CFR, il Bildenberg, la Trilaterale, le logge massoniche – di cui la P2 ha costituito solo una parte, per quanto influente… -, le fondazioni messe in piedi dai grandi istituti finanziari ed economici, ecc…) parlano la stessa totalizzante lingua della globalizzazione senza ammettere discussioni. Tutti siamo d’accordo nel ritenere che all’ombra di Wall Street – e della City londinese – si sia consumato e si stia ancora consumando il crimine, la truffa e il furto più colossale che la storia ricordi, perpetrato dalla Superclasse, plutocratica, cleptocratica e multimilionaria che, strozzando interi stati e popolazioni con il meccanismo infernale del “debito pubblico” provocato dalle speculazioni, persiste in questa condotta esecrabile. Non possiamo che sottoscrivere il fatto che lo sviluppo, la crescita e il benessere promessi e bellamente spacciati dalla postmoderna oligarchia non sono che illusioni, buone per occultare l’orribile realtà dei fatti ovvero l’aumento delle iniquità e delle disparità economiche e sociali, il mito dello sviluppo che non è più fatto a misura d’uomo ma che, al contrario, succhia le nostre vite, la diffusione per buona parte del mondo di gravi patologie fisiche e mentali alimentate da un tenore di vita insostenibile, l’estensione della miseria, dell’emarginazione e di nuove forme di discriminazione, un ambiente sempre più insalubre e degradato, ecc… Da cinquant’anni si fa finta di sostenere l’obiettivo di cancellare dal mondo la fame mentre la mortalità anche infantile per denutrizione è cresciuta costantemente. Logicamente, intimamente, non può che essere così: che cosa ci possiamo aspettare dai proprietari, dai finanzieri, dai banchieri, dai supermanager, dai grandi operatori di borsa che reggono le sorti delle multinazionali, delle corporations e dei grandi istituti finanziari e bancari ? Poco o nulla temo… Anzi si deve pensare al peggio…
I mercanti hanno occupato il famoso tempio e lo hanno distrutto e demolito mattone per mattone per farne quel che a loro più conveniva. Mercanti, giocatori d’azzardo, imbonitori, pubblicitari e… mafiosi !!! Perché nel sistema del Mercato, ove tutto è merce, e mercificabile… Ove tutto ha un prezzo, anima e corpo compresi, ogni forma di criminalità organizzata prospera felicemente lasciando alle ignare polizie di tutto il mondo la gioia di esibire di fronte a televisioni e giornalisti i manovali e i ladri di polli, la parte più infima, stracciona e delinquenziale delle mafie. Ma chi lucra sui grandi traffici di esseri umani, di materiale tossico e radioattivo, di immondizia, di armi, droga e diamanti ? Chi riceve la fetta più ampia dei proventi degli appalti delle grandi opere ? Come vengono riciclati e poi rinvestiti i capitali sporchi ? E tutto sotto gli occhi dei grandi custodi del sistema finanziario internazionale… Dovrebbe essere evidente a magistrati, ai grandi investigatori che si pavoneggiano con medaglie appuntate per aver raccolto una goccia di oceano con un cucchiaino, che troppe cose non tornano, che i santuari criminali stanno altrove, che gli intoccabili sono altri… La mafia non conviene, come in passato, perché assicura una sorta di rivoltante ordine sociale, ma perché si sporca le mani in prima persona anche con gli affari altrui e per questo non può che prosperare… E’stato calcolato che circa un quarto del fatturato mondiale ha origine illecita, ma a chi chiedere il conto di questa “economia sommersa”…
Più il Male è grande, meno gli occhi e la mente avranno la capacità di vederlo, oppure non acquisiranno la disposizione intima a vederlo a causa delle piccole meschinerie quotidiane, di quanto è alla nostra diretta portata.
Conveniamo – credo – che pubblicitari, imbonitori, propagandisti da strapazzo hanno fatto un ottimo lavoro a promuovere l’insostenibile ideologia neoliberista che sostiene l’edificio del Mercato, insaporendola con gli sfizi offerti dal consumismo materialista ed edonista. Hanno reso un ottimo servizio ai signori della Superclasse piantando nei cervelli i semi dell’individualismo, dell’autoaffermazione, del profitto personale, , del successo ad ogni costo, dell’immagine e dell’apparenza grazie ai meccanismi sempre più sofisticati, tecnologici ed invadenti della società dei mass media e dello spettacolo. Ne è derivato nocumento non solo economico – assottigliando innanzitutto il portafoglio dei coccolatissimi – dai media – ceti medi -, ma anche effetti disgreganti per la società e per la collettività. Il neoliberismo mercantile e dannatamente postmoderno cancella dal suo orizzonte la dimensione sociale – ritenuta inconcepibile – per “valorizzare” l’individuo, un certo modello di individuo. Indirettamente o meno ciò costituisce uno dei fattori che hanno causato un incremento di suicidi e di omicidi e violenze in ambiti familiari e ristretti. Dell’egoismo e del piacere se ne è fatta virtù, della solidarietà un insopportabile residuo del passato “assistenzialista” o uno strumento mediatico esibito per tenere buone le masse. Lo Stato – l’istituzione in sé soprattutto se ancora imbevuto di welfare e socialdemocrazia – è diventato oggetto di denigrazione dei mass media del mainstream, tirannico per sé stesso, oppressore della libertà individuale. Soprattutto i signori della Superclasse non concepiscono lo Stato interventista in economia e in ambito sociale, preferendogli per ovvie ragioni l’iniziativa privata. Nulla di realmente e di politicamente razionale giustifica una tale posizione se non quella di fare pressione per una generale privatizzazione di ogni settore più o meno strategico dell’economia per soddisfare i soliti appetiti dei detentori dei pacchetti maggioritari delle azioni multinazionali. Null’altro…
Si sono venduti come innovativi successi politici ed economici i risultati raggiunti da amministrazioni neoliberiste a partire da quella dell’americano Reagan e della britannica Thatcher, mentre i disastri stanno lasciando i segni sulla pelle, anno dopo anno, decennio dopo decennio…
Accanto alla riduzione drastica delle spese per gli ammortizzatori sociali, per il welfare, per la sanità, l’istruzione e alla conseguente privatizzazione delle risorse sociali, abbiamo assistito all’aumento delle spese pubbliche per le strutture e le risorse militari, poliziesche e repressive a protezione della proprietà – di un certo tipo di proprietà ! – all’insegna della tolleranza zero per gli indesiderabili, gli immigrati, la piccola delinquenza da strada, il teppismo e le intemperanze giovanili. La popolazione carceraria sta aumentando vertiginosamente come conseguenza di opzioni (im)politiche che celano una buona dose di razzismo e discriminazione a danno degli indesiderabili, coloro che nel Mercato non possono essere spesi – e venduti – in alcun modo. Sappiamo tutti che non è vero che le spese degli stati si sono ridotte, ma anzi, la necessità di mantenere in vita una gigantesca macchina militare, carceraria e repressiva grava sulle tasche degli ignari cittadini americani ed europei. Tutto questo viene spacciato per efficienza… Intanto gli USA e i suoi alleati della NATO e dell’UE hanno allestito una grande macchina “poliziesca” mondiale per colpire quegli stati e quei regimi non allineati ed etichettati come criminali e canaglie.
Il crollo dell’URSS e dei regimi comunisti dell’Europa orientale ha fatto il resto, aggiungendo ulteriore credito ai custodi economici, finanziari, politici, tecnici e militari del Mercato e alla loro egemonia mondiale, maturata beninteso nel corso di decenni… Da allora la parola socialismo non è quasi stata più pronunciata ed è rimasta solo nominalmente appiccicata ai partiti di “sinistra” europei.
Perdonate la mia incorreggibile prolissità e la mia ripetitività nell’esporre fatti che tutti – anche intimamente – sappiamo. Forse a differenza di molti di voi, io non credo in una sorta di complotto per instaurare una specie di Nuovo Ordine Mondiale, un Supergoverno totalitario destinato a condizionare irrimediabilmente le nostre vite. A mio parere ai grandi finanzieri, banchieri, imprenditori, manager e ai politici da loro corrotti e lautamente foraggiati, non frega una beata mazza di reggere le sorti del mondo, presi come sono ad accaparrarsi unicamente surplus, profitti e risorse. E’, in buona sostanza, un (non) Sistema quello del Mercato… Non c’è governo, solo una tiepida amministrazione e anche il caos può produrre vantaggi…
I magnifici 400, i signori di Wall Street (e della City londinese) non vogliono certo fare i ministri, ma lucrare sulla privatizzazione di ogni risorsa ed elemento primario…
A volte si accapigliano e azzuffano fra di loro per una sorta di spirito di concorrenza che, pure, fa parte della loro cultura, altre volte si accordano per costituire grandi monopoli e cartelli internazionali. Sicuramente concordano sulla necessità di approfondire i processi della globalizzazione – economica soprattutto, ma anche sociale e comunicativa – trasformando il mondo in un unico grande bazar aperto a chi si può per mettere i suoi prodotti, finanziari e non. Sono, insomma, molto più interessati al profitto, al danaro e alla bella e comoda vita agiata che al Potere in sé. Il Mercato getta le sue fondamenta sulla cupidigia, l’avidità, la voracità e l’egoismo che esauriscono in loro stessi il significato. Ciò, tuttavia, non vuol dire che appropriandosi dell’altrui liquidità, acquistando risorse energetiche e strategiche, detenendo ogni genere di beni e servizi, non detengano l’autentico Potere, anzi… Siamo in presenza del Potere Irresponsabile, perché i suoi detentori non nutrono il minimo interesse a gestirlo per la comunità, ma solo a ricavarne i vantaggi. In questo consiste l’essenza distruttiva del sistema del Mercato…
Ultimamente ho notato che il dibattito circa la soluzione da adottare per risolvere i guasti economici, sociali, ambientali, politici, culturali e psicologici si è fatto giustamente più fitto, serrato e stringente mettendo a confronto diverse tesi tutte egualmente valide ed interessanti. Fra queste possiamo citare la MMT e il suo neokeynesismo e le teorie “sovraniste” sul recupero della sovranità economica degli stati nazionali. L’avviamento della discussione come da tempo non si riscontrava è fatto sicuramente positivo e da coltivare a fondo. Anche in questo caso, tuttavia, nell’ambito delle correnti antiliberiste, antimercantiliste, antieconomiciste, antiutilitariste, antipragmatiste, antindividualiste ed anticonsumiste, i motivi di unione e avvicinamento sovrastano indubbiamente quelli di divisione. Credo che nessuno fra noi può obiettare che, per uscire dalla pericolosa e gravissima situazione in cui ci troviamo, occorre investire su politiche redistributive e all’insegna dell’equità, ricostruire un welfare che si rispetti investendo risorse pubbliche nella sanità, nell’istruzione e nello stato sociale in generale, regolamentare il mercato del lavoro ponendosi l’obiettivo di incentivare il merito e i diritti e di eliminare definitivamente la precarietà, attuare una qualche forma di controllo pubblico – quanto più possibile diretto – sulle risorse strategiche come le fonti energetiche tradizionali e “alternative”, beni primari come l’acqua, le reti di comunicazione, ecc…, nazionalizzare le banche per tutelare i risparmi dalle insidie della speculazione, ricontrattare quantomeno i debiti sovrani e la loro “legittimità, mettere in discussione l’egemonia militare ed imperialista americana e la presenza delle basi della NATO in Europa, porre le condizioni per una profonda trasformazione culturale che valorizzi la dimensione collettiva, senza la quale l’uomo rimarrebbe un semplice animale “individualista” ed “economicista”, ecc…
Potrei fare solo un appunto in proposito: siamo d’accordo a rilanciare il ruolo e la sovranità degli stati e – lo si voglia o meno – iniettarvi una dose di sano socialismo, ma, a mio giudizio, non possiamo rimanere confinati nel contesto politico, sociale, economico e giuridico dei singoli stati in tempi di globalizzazione neoliberista galoppante e occorrerebbe una più penetrante e incisiva azione a livello internazionale per gettare le basi di un movimento realmente alternativo all’attuale stato di cose.
Detto questo, non posso fare a meno di rammentare a noi tutti – compagni vicini e lontani – che, alla luce di quanto asserito prima, la questione dirimente del Potere non può e non deve essere elusa. Uno dei motivi per cui il movimento No Global ha fallito – quantomeno nell’Occidente americano ed europeo – risiede nell’ottimistica e riformistica fiducia che, esercitando una forte pressione sulle istituzioni nazionali ed internazionali, si sarebbe prodotta la tanto attesa svolta. Una fede inappropriata e mal riposta… A ciò si aggiunga che nei movimenti si assiste sempre a una certa ritrosia nell’affrontare la questione del Potere, del suo esercizio e della sua gestione, come se fosse qualcosa di necessariamente “sporco” e da cui stare lontani. Un curioso atteggiamento irto di contraddizioni insanabili: si ritiene tendenzialmente che il Potere – e chi lo esercita – sia fondamentalmente corrotto, asservito agli interessi delle oligarchie, repressivo, ecc… e, al tempo stesso, non si abbandona la pretesa che quello stesso Potere – gestito dagli stessi detentori – possa cambiare in meglio la società. Queste premesse non possono portare molto lontano e gettano le condizioni per un “riassorbimento” ed un’integrazione nel Sistema… Il Mercato possiede l’innata capacità di ridurre tutto a merce e strumento e, quindi, di appropriarsi anche dei linguaggi apparentemente alternativi come quelli dei No Global. Negli anni successivi tutti saremmo diventati un pochino “No Global” e la televisione e i mezzi di informazione hanno inondato gli schermi di “ambientalismo” artefatto e fittizio. Quel che è avvenuto a Genova nel 2001 ha poi posto una pietra tombale sul cosiddetto Movimento dei movimenti, troppo ingenuo ed incapace da cautelarsi di fronte all’insidia dei sacerdoti del neoliberismo, stretto fra la ferocia poliziesca e lo strumentale teppismo pseudopolitico di infiltrati, mercenari, estremisti ed altri utili idioti in una grande rappresentazione il cui copione non è stato scritto solo da mani italiane.
Cari compagni vicini e lontani, noi ce la suoniamo, ce la cantiamo e ce la svioliniamo, ma si prenda atto che il Potere è altrove e finchè non si pone la questione di cercare gli strumenti per sottrarlo da chi sta trascinando il mondo verso l’abisso, non andiamo molto avanti… Gli incroci azionari e le partnership economico finanziarie ci dimostreranno che coloro che hanno tratto profitto dalle truffe dei subprime e degli SWAP, hanno potuto farlo impunemente grazie alle disponibilità liquide dei risparmiatori di tutto il mondo. Sono gli stessi che detengono un controllo sempre più stretto su risorse strategiche come il petrolio e altri combustibili, i mezzi e gli strumenti bellici e repressivi, le reti di comunicazione e telecomunicazione, i principali mass media, i mezzi di informazione e dell’industria culturale e dello spettacolo, ecc… Sono gli stessi che finanziano campagna elettorali e giornali politici per “corrompere” alla fonte una classe politica mondiale sempre più mediocre e priva di prospettive quindi manipolabile a piacimento… Sono gli stessi che non si fanno scrupolo di associarsi con le mafie che – si sa – possiedono massicce dosi di liquidità da investire e di trattare con terroristi e delinquenti di ogni specie, quando si tratta di fare i propri interessi. In definitiva si pone il problema formulato da Karl Marx sulla proprietà e sul suo possesso, restituire alla collettività le risorse, la liquidità e i beni che dovrebbero spettarle di diritto e che, invece, le sono state sottratte con destrezza.
Non nascondiamoci dietro un dito: senza abbracciare gli eccessi del bolscevismo, bisognerà pure ammettere che la proprietà – a certi livelli – è un furto e un crimine da perseguire senza sconti.
Ma, nonostante i moventi dei detentori – businessmen molto più che uomini attenti alle questioni di governo -, la concentrazione della proprietà – e delle forme di liquidità – private e privatissime costituiscono la forma postmoderna del Potere. Lo implicano necessariamente…
Di fronte al Leviatano contemporaneo dalle 400 teste di cui ognuna guarda in direzione diversa, si ripropone il quesito di leniniana memoria: che fare ?
Cari compagni, se lo sapessi – come voi, del resto… – scriverebbero il mio nome a caratteri cubitali sui libri di storia…
Una piccola proposta la posso fare e sarete voi a giudicare…
Per prima cosa, evitiamo una volta per tutte gli errori del passato: l’ottimistica e “illogica” fiducia “riformistica”, la chiusura anarchica e anarcoide di fronte alla sfida del Potere, l’estremismo tanto violento e irrazionale quanto settario, impotente e strumentalizzabile dagli esperti “strateghi della tensione” – e noi italiani ne sappiamo qualcosa -, la pura inclinazione contestatrice e protestataria che si esaurisce nella propria sterile autoreferenzialità, l’angusto spazio architettato dai one issue movement, ovvero da quei movimenti che si ostinano ad affrontare solo una porzione dei problemi politici, economici e sociali del mondo odierno, ecc…
In secondo luogo bisogna assumere la convinzione chiara e incontrovertibile – limpida come un assioma – che la Superclasse, gli operatori di Wall Street e della City Londinese, i padroni delle maggioranze azionarie delle multinazionali, delle corporations, delle grandi banche, istituti finanziari e industrie internazionali rappresentano un gruppo sociale dai tratti criminogeni che deve essere processato e condannato con precisi capi di imputazione – che non è difficile definire, ma che darebbe vita a una lista di un certo spessore…
Compagni, mi direte, conveniamo con te sulla colpevolezza di questi loschi soggetti, ma come provare in ogni dettaglio la loro colpevolezza nelle speculazioni dei mutui subprime, nella fomentazione di guerre e miseria, nei danni ambientali, climatici e paesaggistici, nello smantellamento doloso dello stato sociale, nella corruzione politica, nell’ingrassamento delle mafie e delle organizzazioni criminali, ecc… ecc… ecc… ?
Avanzo un suggerimento…
Il movimento antiliberista nelle sue propaggini più decise e non compromesse dovrebbe radunare un bel gruppo di intellettuali, tecnici e scienziati sociali e dell’economia… Economisti, esperti di diritto tributario, revisori di conti, specialisti del diritto internazionale…
Costoro dovrebbero già essere fondamentalmente convinti del carattere criminale delle classi dirigenti e della necessità di riformare radicalmente il sistema economico, finanziario e politico internazionale…
Il gruppo di cui sopra, con l’ausilio di tutti i mezzi di informazione possibili e disponibili – televisione, stampa, radio, internet, ecc… – dovrebbe fare un annuncio clamoroso: la costituzione di una commissione di indagine indipendente per fare luce sulle fortune accumulate nei paradisi fiscali, sulle varie holding, scatole cinesi, ecc… Si tratta – e noi non abbiamo dubbi – di enormi ricchezze illecitamente guadagnate o sottratte attraverso le ben note speculazioni finanziarie, la corruzione politica, i traffici mafiosi di armi, droga e altre porcherie, ecc…
E’ ovviamente impresa proibitiva e impossibile, ma il fulcro dell’azione è la denuncia rivolta ad organismi sopranazionali e agli stati di non aver voluto sanzionare e punire malfattori che sono responsabili dell’attuale Crisi con tutte le conseguenze del caso e di esserne sostanzialmente complici. Al contempo, si cercherà di sensibilizzare le opinioni pubbliche sul tema e di convincere i cittadini – risparmiatori che i colpevoli vanno processati e puniti e che i forzieri delle Cayman, delle Bahamas, Hong Kong, Lussemburgo, ecc… vanno aperti e che il loro contenuto deve tornare alla collettività…
A grandi linee è questa la mia modesta proposta per intaccare questa forma di Potere che non è ancora stata affatto scalfita e, anzi, si prepara alla successiva fase della “privatizzazione del mondo”.
Naturalmente occorrerebbe molto rumore per circondare un’iniziativa del genere che non può e non deve rimanere confinata nei ristretti spazi nazionali.
Cari e fottutissimi, dannati compagni, noi possiamo continuare a giocarcela a dadi e a perdere, perché il banco è truccato. Il problema è togliere la zavorra da quei dadi…
Come al solito ho speso fiumi di parole, mentre sarebbe meglio il silenzio…
E ora, se volete, potete anche bendarmi gli occhi e portarmi davanti al plotone…
Ricordate sempre: Viva Noi e abbasso il Nazismo dal Volto Umano…
Ora e sempre…
HS
Fonte: www.comedonchisciotte.org
11.04.2012