CHARLIE HEBDO ? LA PIU' GRANDE FARSA DELLA STORIA DI FRANCIA

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DI ANGELIQUE CHRISAFIS

theguardian.com

Dopo l’orrore degli attacchi di Parigi, tutti convennero che le manifestazioni di piazza che seguirono furono la miglior cosa per la Francia. Poi uno storico di sinistra le definì una farsa da totalitarismo – e la sua critica di “Cattolicesimo zombie” indignò una nazione.

Sbiancato dal sole e bagnata dalla pioggia, i segni di carta straccia ancora si aggrappano alla statua di Marianne, la donna che simboleggia tutta la bellezza della libertà francese, a Parigi, in Place de la République. Su uno di essi la scritta “Mai più”, otto mesi dopo che due milioni di persone si “ammassarono” qui per manifestare l’ orrore degli attacchi terroristici di gennaio – alla rivista satirica Charlie Hebdo, che pubblicò la caricatura del Profeta Maometto, e in un supermercato kosher Parigi – che si lasciò dietro 17 morti.

Nella foto: Emanuel Todd

Con i volontari che ritornano settimana dopo settimana per preservare con cura i manifesti e riaccendere le candele, il monumento alla Repubblica è diventato a santuario non ufficiale verso non solo coloro che sono stati uccisi, ma verso lo spirito del raduno stesso successivo all’ attacco. Parigi non vedeva un raduno di tali dimensioni da dopo la Liberazione dai nazisti nel 1944. I quattro milioni di persone e 50 capi di stato che scesero in piazza in ogni parte della Francia in seguito agli attacchi furono visti come un prendere parte ad una dimostrazione di unità nazionale e resilienza, difendendo non solo la libertà, uguaglianza, fraternità, ma la tolleranza.

Da allora, il cosiddetto “spirito dell’ 11 gennaio” – la data delle manifestazioni di piazza – è stato colto al volo dai politici come scorciatoia per tutto ciò che è meglio e ancora grande riguardo la Francia. Mentre le conseguenze degli attacchi è stato aspramente contestato, nessuno ha messo in dubbio il raduno di strada stesso, che è stato visto come sacrosanto: quel segno positivo in una delle ore più truci della Francia.

Ma poi un leader intellettuale francese, lo storico e sociologo di sinistra Emmanuel Todd, lanciò alla nazione quello che lui chiamava il suo “missile Exocet magnificamente creato”, sostenendo con un libro, che la manifestazione di piazza fosse una gigantesca bugia. Le manifestazioni, sosteneva, non erano quello che sostenevano essere ovvero un ammirabile ritrovo di persone di diverse origini etniche, religiose e sociali che manifestavano per la tolleranza ma bensì un’ odiosa dimostrazione della dominazione borghese, del pregiudizio e di islamofobia. Per Todd rappresentavano “una improvvisa visione di totalitarismo”. Queste dimostrazioni “farsa”, ha affermato, vennero create da una élite unilaterale con l’ intenzione di sputare sull’ Islam, la religione di una minoranza debole in Francia. La classe operaia e figli di immigrati erano assenti, diceva. Le manifestazioni più entusiaste, egli affermò deciso, si verificarono nelle regioni storicamente più cattoliche e reazionarie del Paese, per affermazione della superiorità morali e di dominio della classe media, e la loro ricerca islamofobica di un capro espiatorio.

Massicciamente contestato e controverso il libro di Todd, “Chi è Charlie?” – che verrà pubblicato in inglese la prossima settimana – immediatamente è divenuto un bestseller e uno dei più grandi incontri intellettuali degli ultimi anni, anche per gli standard francesi più contusi. Era già visto come “un polemico viaggio dell’ ego”; Todd è stato accusato sulla prima pagina del quotidiano Libération di “bestemmia contro 11 gennaio”. Il direttore del giornale, Laurent Joffrin, disse al Guardian che il libro di Todd non solo era “assurdo, offensivo e falso”, ma “una polemica gratuita e dannosa”. Todd andò in tutti i principali show televisivi e sulla copertina di una rivista ed era soprannominato ” l’ intellettuale fastidioso”. Il primo ministro socialista, Manuel Valls, ha deciso senza precedenti di procedere scrivendo una furiosa critica nei confronti del libro su Le Monde accusando Todd di “autoflagellazione”. Todd, a sua volta paragonava il cieco ottimismo di Valls riguardo la Francia a quella del maresciallo Pétain, il capo del regime collaborazionista di Vichy della Francia nel 1940.

Chi è Charlie? è ora in corso di pubblicazione in tutto il mondo con in prefazione un avvertimento fatto a tutte le società occidentali “Charlie giace addormentato” – un evento orribile che divide la società in parti e vede l’ elevato livello di istruzione e benestante mettere la testa sotto la sabbia.

Seduto nel suo appartamento con vista sui tetti di Parigi, indossa jeans sfrangiati e espadrillas, Todd ammette ora di essere il nemico pubblico numero uno della Francia. Ma è impenitente. Dice che si sente liberato per aver parlato. “E’ straordinario” dice, “Hai fatto uscire un libro che dice che la Francia ha avuto un attacco di isteria l’ 11 gennaio, e il libro scatena scintille di isteria. E’ una meravigliosa prova della mia tesi. Quando si manifesta una reazione del genere, è perché hai toccato un nervo scoperto”.

Fa una pausa. “E’ un po’ sgradevole essere insultato ogni 10 minuti, ma penso che sia una prova sorprendente di quanto ci sia di vero nel libro”.

La furia che circonda il libro di Todd sta nel mezzo ad una più vasta coscienza in Francia. Dopo un nuovo ciclo di attacchi terroristici in Francia – compresa una decapitazione e il tentativo di far saltare un impianto chimico vicino a Lione, e le riprese della scorsa settimana su un treno ad alta velocità da Amsterdam a Parigi – la questione di cosa resta dello spirito dell’ 11 gennaio ossessiona il paese. La Francia è andata avanti? O è ancora silenziosamente in balia delle paure sconvolgenti accese da coloro che attaccarono Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi, nonostante i pugni sul petto dei politici, dall’estrema sinistra all’ estrema destra, della forza repubblicana ripetutamente battuti?

Mentre la Francia è venuta a patti con il suo trauma nazionale, era più facile per i politici concentrarsi sulla data dell’ 11 gennaio come una giornata di unità rispetto ai tre intensi giorni tra 7 e 9 gennaio quando due fratelli che una volta erano guardie della repubblica in case per bambini massacrarono alcuni dei vignettisti del paese più noti e un poliziotto musulmano prima di essere colpiti a morte dalla polizia dopo aver preso ostaggi in una stamperia al di fuori di Parigi. Il loro obiettivo, Charlie Hebdo, era da tempo sotto protezione della polizia dopo le minacce di morte ricevute per le sue caricature sul profeta Maometto. L’ atmosfera febbrile peggiorò quando il complice dei fratelli, Amedy Coulibaly, anche egli nato e cresciuto in Francia, toccò il più crudo dei nervi uccidendo in un assedio quattro persone di un negozio di alimentari di Parigi giorni dopo aver sparato a morte ad un poliziotto mentre riferiva il suo modo di attaccare una scuola ebraica.

Lo slogan “Je Suis Charlie” (Io sono Charlie) E’ un grido di battaglia in tutto il mondo, ma si è rivelato ricco di complessità, e in qualche misura, esclusivo. Esso non si adattava a coloro che in modo assoluto condannavano la
sparatoria, ma allo stesso tempo non erano d’ accordo con le caricature di Maometto della rivista. Decine di minuti di silenzio interrotto nelle scuole, in particolare nelle banlieues irrequiete, o nei quartieri, sembrava evidenziare il difficile rapporto tra gli adolescenti, spesso provenienti da minoranze di immigrati, e dei loro insegnanti. In mezzo a questo, il governo francese reprimeva parole come “glorificare il terrorismo”. Una serie di casi che precipitarono attraverso i tribunali hanno comportato pesanti pene detentive, alcuni comminate a persone ubriache. Un uomo con lievi difficoltà di apprendimento fù condannato a sei mesi di carcere per aver gridato ubriaco a ufficiali di polizia per la strada: “Hanno ucciso Charlie, io ho riso.” Gruppi per i diritti hanno protestato. Il dibattito si è intensificato dopo che emerse che un ragazzo di otto anni venne interrogato dalla polizia per aver detto a scuola: “Sono con i terroristi”, più avanti ammettendo di non sapere chi fossero i terroristi o ciò che terrorismo significasse.

Valls avvertì di una “apartheid territoriale, sociale ed etnica” in Francia e lanciò un piano per una maggiore integrazione di alloggi sociali e misure contro la discriminazione. Questo suggerimento che il terrore crescente in casa potesse avere una causa interna scatenò un coro di disapprovazione da parte dei politici. Poi si giunse a nuove leggi del governo per un aumento della sorveglianza, che causò una tempesta riguardo le libertà civili.

Nel frattempo, le persone erano alla ricerca di risposte. Le vendite di libri di saggistica aumentavano notevolmente essendo i lettori in cerca di spiegazioni sugli attacchi terroristici. Il Trattato di Voltaire sulla Tolleranza, pubblicato nel 1763 – la fonte delle idee parafrasate come “Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo” – fu ristampato, e vendette più di 90.000 copie in quattro mesi. Decine di libri sono stati pubblicati sullo “spirito dell’ 11 gennaio”, discutendo su tutto, dal diritto alla blasfemia, introdotta dalla Rivoluzione francese nel 1789 al posto dell’Islam in Francia.

E’ stato contro questo contesto che Todd ha lanciato il suo Exocet.

Lui non andò l’ 11 gennaio alla manifestrazione, anche se conosceva l’economista Bernard Maris, che era stato ucciso durante l’attacco del Charlie Hebdo. Ma ha detto che quando aprì il giornale il giorno dopo e vide le mappe dove le manifestazioni ebbero luogo, vide un pattern, uno schema, che lo fece infuriare. “Ecco quello che era una chiara frode. Le manifestazioni di piazza sono stati l’ auto-glorificazione della borghesia francese. Quello mi ha fatto esplodere”. Lui vedeva tutto ciò come una Francia rifiutante di guardare la stagnazione economica e la profonda disuguaglianza che avrebbe potuto condurre all’ orrore degli attacchi.

Egli non è stato precedentemente un poco simpatizzante verso la Francia, ma ora si definisce “un francese esasperato dalla sua stessa società”. Ha scritto il libro in 30 giorni, alzandosi alle 3 del mattino, ma ci tiene a dire che ciò aveva come fondamenta ricerche fatte nei precedenti 40 anni.

Argomento centrale di Todd è che ci sono fondamentalmente due France. C’è una Francia “centrale”, inclusa Parigi, Marsiglia e il Mediterraneo, dove vi è uguaglianza a livello familiare e un radicato attaccamento ai valori secolari
della Rivoluzione francese e della Repubblica. Poi c’è una Francia della periferia, per esempio, quella occidentale o città come Lione, rimasta fedele al vecchio substrato “roccioso” cattolico, dove le persone potrebbero non essere più cattolici praticanti, ma ancora infusi con tutto il conservatorismo sociale del cattolicesimo, le sue gerarchie e la disuguaglianza. Egli chiama questo “cattolicesimo zombie”. Facendo infuriare i suoi critici, Todd sostiene che il raduno post-attacco rappresentava il cattolicesimo zombie in marcia.

Nonostante il chiasso provocato, rimane di quell’ idea. “La Francia è sempre doppia”, dice. “Ecco perché non si sa mai se crollerà o si rimetterà in piedi”.

Todd, che proviene da una famiglia cosmopolita di scrittori ed è lontano parente dell’ antropologo Claude Lévi-Strauss, è giunto alla fama predicendo la caduta dell’Unione Sovietica nel 1976 e, più recentemente, suggerendo che gli Stati Uniti fossero un impero in declino. Ha a lungo sostenuto che le strutture familiari possano spiegare perché le persone aderiscono a determinate ideologie, e ha chiesto che la Francia lasciasse l’ euro.

Egli sostiene in “Who is Charlie?” (Chi è Charlie?) che la Francia non sia più un luogo di uguaglianza, di libertà, di fraternità, ma invece una sorta di pseudo-repubblica che favorisce solo la classe media, mentre la classe operaia e figli di immigrati vengono esclusi. Sente che la Francia ha molto di “meraviglioso”, compreso il suo welfare e la rete di sicurezza sociale. «Ma è rimasto meraviglioso soltanto per la metà superiore della società”.

Comunque, l’ argomento di Todd può dire molto sull’ andamento “inconscio” della gente radunata per strada proprio dalle tradizioni politiche e religiose da cui essa proviene e che stanno venendo ampiamente messo in discussione. Dice che non sta suggerendo che tutti quelli che marciavano fossero borghesi dalla dilagante islamofobia, ma che l’ effetto complessivo della manifestazione di massa fosse proprio questo. “Dopo i comizi, abbiamo visto un comportamento islamofobo ovunque; le lingue delle persone si erano sciolte”.

Todd dice che che era maggiormente ferito dagli attacchi contro i suoi metodi e rimane dell’ idea che ciò che dice sia una “seria analisi statistica”.

Una delle sue preoccupazioni principali è “l’ ondata di islamofobia” in Francia, che, dice, fa eco in tutto l’Occidente.

Respingendo Charlie Hebdo come una “cattiva rivista”, ha detto che la nuova ossessione della Francia verso il diritto di bestemmiare è un inutile eccessiva reazione. Per lui, la bestemmia è ora salutata non solo come un diritto, ma una specie di impegno. Egli ritiene che la libertà di espressione è chiaramente non sotto attacco in Francia, quindi è sbagliato concentrarsi principalmente sulla scia degli attentati di Charlie Hebdo. Ha detto che si sentiva molto a disagio a guardare il comico musulmano francese Jamel Debbouze in TV parlare del suo matrimonio misto e la gioia di vivere insieme, di essere spinto a dire che concordava con le caricature del profeta, come se quella fosse l’unica vera misura di quanto Francese egli fosse.”Sì, certo, c’è un diritto di bestemmiare”, dice Todd. “Ma uno deve anche
avere il diritto di dire che la bestemmia non è una priorità ed è idiozia. Con il mio libro, ho richiesto il diritto di contro-bestemmiare: dire che le caricature di Maometto erano oscene, spazzatura, totalmente storicamente fuori sincrono e espressione di una dilagante islamofobia. E per dire che sono stato accusato di complicità con i terroristi”. Sentiva rivendicato da questa reazione. “Era affascinante vedere le persone che dimostravano per il diritto alla libertà di espressione poi provare a zittire gli altri”.

Il lato materno della famiglia di Todd è ebreo. “Questa è probabilmente la prima volta nella mia vita che ho scritto un libro da Ebreo”, ha detto. Quando Mohamed Merah un giovane che aprì il fuoco fuori da una scuola ebraica a Tolosa nel 2012, uccidendo quattro persone, Todd mise l’ elemento antisemita nella parte posteriore della sua mente; allo stesso modo fece quando un uomo francese armato ne uccise quattro presso il Museo Ebraico di Bruxelles lo scorso anno. Ma con l’ attacco al negozio di alimentari, che fù messo in ombra dalle uccisioni di Charlie Hebdo, egli disse come l’ antisemitismo fosse chiaramente a un punto di crisi. La sua teoria è che l’ aumento dell’ islamofobia sta a sua volta fomentando l’ antisemitismo nelle periferie degradate, e che l’ antisemitismo è in crescita nella classe media.

Egli ritiene che “la Francia è una società malata”. Dice che la sua economia sta vacillando, la disoccupazione è alle stelle, la disuguaglianza è la norma, e ancora, invece di fare i conti correttamente con tutto ciò, il paese divenuto un sonnambulo si raduna nel corteo di gennaio come pecore.

Dice, come storico, il suo non sia un ruolo per trovare le risposte per il futuro, ma sente che esse riposano sull’ accoglienza Islamica nella vita francese. Egli avverte che, come i politici si concentrano sul loro elettorato che invecchia, “c’è un fenomeno di riduzione al silenzio di una fetta della popolazione giovanile, qualcosa che sta divenendo invece consapevole nel Regno Unito, molto prima di noi”.

Dice che la Francia è percepita all’estero come un paese che sta dormendo. “La maggior parte degli altri paesi, tra cui il Regno Unito, stanno cercando di adattarsi. Io non dirò che la politica di David Cameron, che sta distruggendo il Regno Unito, sia un buon modo di adattarsi. Ma nel Regno Unito, c’è un’idea che almeno è qualcosa per potersi adattare. In Francia, abbiamo un sistema politico ridicolo in cui tutti parlano di riforma, ma non viene fatto niente. E che l’ inerzia produce un fenomeno di esclusione, distruggendo la metà inferiore della società francese”.

Sospira. “C’è una parte della società francese che è marcia, e nulla è stato fatto.”

Angelique Chrisafis

Fonte: www.theguardian.com

Link: http://www.theguardian.com/media/2015/aug/28/emmanuel-todd-the-french-thinker-

28.08.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIULIANO MONTELEONE

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