C'E' WALL STREET DIETRO IL COLPO DI STATO IN BRASILE

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DI MICHEL CHOSSUDOVSKY

mondialisation.ca

Il controllo da parte di Wall Street della politica monetaria e della riforma macroeconomica era l’obiettivo finale del colpo di stato. Dal punto di vista di Wall Street era necessario ottenere le nomine nei posti chiave della Banca Centrale, che domina la politica monetaria e le operazioni di cambio, del ministero delle finanze e della Banca del Brasile.

Il sistema monetario del Brasile sotto il real è fortemente dollarizzato. Le operazioni del debito interno sono propizie al crescente debito estero. Wall Street è decisa a mantenere il Brasile al giogo monetario.

A partire dalla presidenza di Fernando Henrique Cardoso, Wall Street ha esercitato il controllo sulle nomine economiche chiave, comprese quelle del ministero delle finanze, della Banca del Brasile e della Banca Centrale del Brasile. Sotto le presidenze di Cardoso e di Lula la nomina del governatore della Banca Centrale del Brasile è stata sempre approvata da Wall Street.

Nel nome di Wall Street e del “Washington Consensus” il governo ad interim di Michel Temer ha, dunque, nominato lo scorso 12 maggio un ex direttore generale di Wall Street (con cittadinanza americana) come ministro delle finanze: Henrique de Campos Meirelles, ex presidente dei servizi bancari di FleetBoston financial’s Global Banking (1999-2002) ed ex capo della banca centrale sotto la presidenza Lula. Al vertice della Banca centrale, invece, è stato nominato Ilan Goldfajn, ex capo economista di Itaú, la più grande banca privata del Brasile. Goldfajn ha stretti legami con il FMI e la Banca mondiale. É un compagno di ventura di Meirelles.

Le nomine dei presidenti Cardoso, Lula e Temer sono state fatte fatte su ordine di Wall Street

Arminio Fraga, con doppia cittadinanza brasiliana e statunitense, è stato presidente della Banca Centrale del Brasile dal 4 marzo 1999 al 1° gennaio 2003, ed è attualmente gestore del fondo di copertura Quantum Fund e socio di George Soros.

Henrique de Campos Meirelles, presidente della Banca centrale dal 1° gennaio 2003 al 1° gennaio 2011, con doppia cittadinanza brasiliana e statunitense, è stato presidente e COO della Banca di Boston (1996-1999) e presidente di Global Banking di FleetBoston Financial (1999-2002). Nel 2004, FleetBoston si è fusa con Bank America. Prima della fusione FleetBoston era la settima delle maggiori banche degli Stati Uniti. Bank America è attualmente la seconda delle maggiori banche statunitensi. Dopo essere stato allontanato da Dilma nel 2010, Meirelles è tornato, essendo stato nominato ministro delle finanze dal presidente ad interim Michel Temer.

Ilan Goldfajn, nominato al vertice della Banca centrale dal governo ad interim di Michel Temer lo scorso 16 maggio 2016, è stato capo economista di Itaú, la più grande banca privata del Brasile. Ha la doppia cittadinanza israeliana e brasiliana. Aveva già lavorato alla Banca Centrale sotto Arminio Fraga e sotto Henrique Mereilles. Ha degli stretti legami con il professore Stanley Fischer, attuale vice-presidente della Federal Reserve. Inutile dire che la sua nomina alla Banca Centrale è stata approvata dal Fondo monetario internazionale, dal Tesoro statunitense, da Wall Street e dalla stessa FED. É interessante notare come Stanley Fisher sia stato in precedenza direttore generale aggiunto del FMI e Governatore della Banca Centrale d’Israele. Fisher e Goldfajn sono entrambi cittadini israeliani.

La nomina di Alexandre Antonio Tombini alla Banca Centrale (governatore dal 2011 al 2016 e una carriera ufficiale in seno al ministero delle finanze, cittadinanza brasiliana) voluta da Dilma Rousseff, invece, non era stata approvata da Wall Street.

Contesto storico

Nei primi giorni del 1999, ai primi segni dell’attacco speculativo contro la moneta nazionale del Brasile (il real), il presidente della Banca centrale, il professore Fransisco Lopez (che era stato nominato nel “mercoledì nero” del 13 gennaio 1999) è stato licenziato e rimpiazzato da Arminio Fraga, un cittadino statunitense impiegato del Quantum Fund di George Soros di New York.

“La volpe era stata nominata per custodire il pollame”

Più concretamente, ad essere incaricati della politica monetaria del Brasile erano stati gli speculatori di Wall Street. Sotto la presidenza Lula, Henrique Campos de Meirelles è stato nominato presidente della Banca centrale del Brasile. In precedenza, era stato presidente e capo di una delle più grandi istituzioni finanziarie di Wall Street, essendo FleetBoston il secondo maggior creditore del Brasile, dopo Citigroup. Per così dire, era in conflitto d’interessi. La sua nomina era stata concordata prima dell’elezione di Lula alla presidenza. Dilma Rousseff, appena eletta nel 2011, aveva deciso di non rinnovare l’incarico di Meirelles alla presidenza della Banca centrale.

La volpe di Wall Street

Sotto la presidenza di Dilma Rousseff, la tradizione di selezionare “una volpe di Wall Street” era stata abbandonata con la nomina di Alexandre Antônio Tombini, un funzionario di carriera del governo, che ha diretto la Banca Centrale del Brasile dal 2011 fino al maggio del 2016.

Con l’ascesa di Michel Temer come “presidente provvisorio”, Henrique Campos de Meirelles è stato posto al ministero delle finanze. A sua volta, Meirelles ha nominato i suoi amichetti alla guida della Banca centrale e del Banco del Brasile. Meirelles è stato descritto dai media statunitensi come “favorevole al mercato”.

Ecco le nomine di Michel Temer:
• Henrique de Campos Meirelles, ministro delle finanze
• Ilan Golfajn, presidente della Banca centrale del Brasile, amico di Meirelles e da questi nominato
• Paulo Caffarelli, Banca del Brasile, un altro amico di Meirelles e dallo stesso nominato

Note conclusive

La posta in gioco sotto l’azione di diversi meccanismi – incluse le operazioni nascoste di disinformazione, manipolazione finanziaria, propaganda mediatica – è la destabilizzazione pura e semplice della struttura dello Stato e dell’economia nazionale, senza parlare dell’impoverimento della popolazione brasiliana.

Gli Stati Uniti non vogliono trattare o negoziare con un governo nazionale, riformista e sovrano. Ciò che essi desiderano è uno “stato proxy” che si pieghi ai diktat di Washington. Lula era accettato perché seguiva i consigli di Wall Street e del FMI.

Dilma Rousseff ha messo in pratica un programma riformista e popolare che si è dissociato dalla protezione di Wall Street, ancora prevalente sotto la presidenza Lula. Secondo il direttore generale del FMI Heinrich Koeller (2003), Lula era “il nostro migliore presidente”: «Sono entusiasta [verso l’amministrazione Lula]; ma è preferibile dire che sono profondamente impressionato dal presidente Lula» (Conferenza stampa del FMI, 2003).

Sotto Lula, non c’era stato bisogno di un “cambio di regime”: Luis Ignacio da Silva si conformava, infatti, alle consegne del «Washington Consensus». La mossa con cui Dilma Rousseff si è sbarazzato di Henrique de Campos Meirelles all’indomani della sua elezione avvenuta nel 2010, ha senz’altro danneggiato il controllo sugli apparati dello stato brasiliano di Wall Street, che non aveva mai approvato le nomine fatte da Dilma alla Banca centrale e al ministero delle finanze. Se Dilma avesse mantenuto Henrique de Campos Meirelles, non ci sarebbe stato alcun colpo di stato.

Il regime di proxy statunitense sul Brasile

L’ex presidente di una delle maggiori istituzioni finanziarie degli USA (e cittadino statunitense) controlla le istituzioni finanziarie chiave del Brasile e fissa l’ordine del giorno macroeconomico e monetario di un paese di più di 200 milioni di persone.

Non è altro che un colpo di stato… guidato da Wall Street.

Michel Chossudovsky

Fonte: www.mondialisation.ca

Link: http://www.mondialisation.ca/wall-street-est-derriere-le-coup-detat-au-bresil/5529120

5.06.2016

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di NICOLA PALILLA

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