DI FEDERICO MENCONI
ilribelle.com
E nessuno lo nota?
Il Cardinal Martini, prima di entrare in fase terminale, avrebbe, legittimamente, rifiutato qualsiasi accanimento terapeutico ma con scarsa coerenza avrebbe anche rifiutato l’alimentazione artificiale (come riporta AdnKronos) che, secondo le posizioni vaticane più volte ribadite in casi che hanno spaccato l’opinione pubblica (Englaro: alimentazione forzata, incosciente; Welby: alimentazione forzata, cosciente, non poté avere il funerale cattolico) non è un trattamento medico e pertanto la sua interruzione sarebbe una forma di eutanasia.
Conformemente al cattolico concetto che la vita non appartiene all’uomo ma a dio*, la conseguente posizione vaticana, espressa in un articolo dell’Osservatore Romano del luglio 2010, è che “smettere di idratare o nutrire un paziente in stato vegetativo non è evitare un accanimento terapeutico, ma praticare una forma di eutanasia mediante l’omissione di ciò che andrebbe fatto per mantenere il paziente in vita”. Stando, quindi, al contenuto della posizione della Chiesa cattolica, il Cardinal Martini avrebbe scelto l’eutanasia: “il fatto che a scegliere tale opzione sia il paziente stesso non cambia la sostanza; se infatti la sospensione di un mezzo di sostegno vitale porta come conseguenza l’abbreviare la vita di un malato, il termine da utilizzare, più coerentemente, sarebbe quello di eutanasia”. Concetto sul quale lo stesso Cardinal Martini, nel suo ultimo libero, si dichiarava non del tutto contrario.**
Se l’interruzione dell’alimentazione artificiale è eutanasia, ricordiamo cosa dice il catechismo ufficiale della Chiesa Cattolica a riguardo: “Qualunque ne siano i motivi e i mezzi, l’eutanasia diretta consiste nel mettere fine alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte. Essa è moralmente inaccettabile. Così un’azione oppure un’omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un’uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. L’errore di giudizio, nel quale si può essere incorsi in buona fede, non muta la natura di quest’atto omicida, sempre da condannare e da escludere”. (Qui)
L’eutanasia col consenso del paziente, inoltre, seguendo la logica di questa impostazione dottrinale, può tranquillamente essere assimilata al suicidio assistito, è quindi strano come i vertici vaticani, sempre così solerti in questi casi, non abbiano fermamente condannato la decisione del Cardinal Martini. Decisone che noi non intendiamo affatto criticare e umanamente comprendiamo, beninteso: quello che è meno tollerabile è l’atteggiamento incoerente della Chiesa, sempre che il catechismo ufficiale non sia cambiato nelle ultime ore e dio abbia cambiato opinione negli ultimi due anni. Altra cosa da sottolineare: il silenzio dei principali media su questa evidente contraddizione.
Federico Menconi
Fonte: www.ilribelle.com
Link: http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2012/8/31/cardinal-martini-ma-non-e-suicidio-per-la-chiesa.html
31.08.2012
* “Ciascuno è responsabile della propria vita davanti a Dio che gliel’ha donata. Egli ne rimane il sovrano Padrone. Noi siamo tenuti a riceverla con riconoscenza e a preservarla per il suo onore e per la salvezza delle nostre anime. Siamo amministratori, non proprietari della vita che Dio ci ha affidato. Non ne disponiamo.” Catechismo della Chiesa Cattolica.
**”In particolare – aggiungeva Martini – non può essere trascurata la volontà del malato”. E continuava: “non si può mai approvare il gesto di chi induce la morte di altri, in particolare se si tratta di un medico. E tuttavia non me la sentirei di condannare le persone che compiono un simile gesto su richiesta di un ammalato ridotto agli estremi e per puro sentimento di altruismo, come pure quelli che in condizioni fisiche e psichiche disastrose lo chiedono per sè”.