DI ANTONIO DE MARTINI
INTRODUZIONE
Hollande, Merkel, Rajoy si sono precipitati – assieme ad alcune centinaia di soccorritori – sul luogo di una sciagura aerea di cui l’unico fatto accertato è che non vi sono superstiti da assistere o confortare. Forse stanno prendendo troppo sul serio la loro funzione di becchini del continente.
L’affanno con cui questi dirigenti europei inseguono avvenimenti scelti dai media invece di affrontare le situazioni che da anni promettono di risolvere mi sembra indicativo della inadeguatezza morale, decisionale e amministrativa della intera classe dirigente di questa Europa priva di bussola, guidata da cinque Agenzie di rating, cinque Agenzie di stampa “globali” che impongono al mondo i loro menù e sei catene – sempre “global” – televisive che ispirano reti locali nazionali.
Questo imponente arsenale di comunicazione e prestiti condizionati viene usato dagli USA e tre alleati con crescente disinvoltura e risultati deludenti che lanciano questa alleanza in guerre impossibili da vincere che distruggono la maggior parte delle ricchezze dell’Occidente.
Sembra proprio che i nostri governanti si lascino trascinare verso la prossima crisi incapaci di agire in nome dei valori fondanti dell’ Europa. Inseguono momenti di visibilità media che vengono decisi dagli avvenimenti su cui nessuno sa imporsi. Accettano supinamente gli ordini del giorno veicolati dai media e li impongono a popolazioni istupidite dalla paura della povertà che litigano tra loro come i polli che Renzo Tramaglino portava alla pentola di Azzeccagarbugli, inconsapevoli del comune destino.
GLI STATI UNITI
Tendiamo a non voler ammettere che dopo aver sconfitto la Germania nel secondo conflitto mondiale e l’URSS nella guerra fredda, gli USA siano diventati la potenza egemone del globo. La vecchia Europa – noi – non accetta di non essere più al centro del mondo e dopo aver capito – dopo la guerra – che per contare dovevamo unirci, abbiamo lasciato passare tre quarti di secolo senza fare nulla. Peggio, abbiamo lasciato che l’Inghilterra sabotasse la nascente comunità, che la NATO soffocasse la creazione di una comunità di Difesa e accettato di svuotare la Democrazia di ogni contenuto, accettando una caricatura di legalità offerta dall’ipocrisia pacifista.
La Camera dei rappresentanti americana lunedì scorso ha deliberato di armare l’Ucraina per metterla in grado di confrontarsi militarmente con la Russia, ma tutti ci ostiniamo a parlare di altro, come se non si trattasse del ritorno della guerra in Europa dopo 70 anni di pace, se il Congresso dovesse confermare la decisione e il Presidente non dovesse porre il suo veto. Vista la sostanziale affinità tra russi e Ucraini ( tranne le frange di frontiera a occidente ceche, Ungheresi, Polacche , romene) questo scontro mi ricorda l’artificiosa guerra tra sunniti e sciiti che sono riusciti a far scoppiare nella penisola araba. I cento consiglieri militari USA presenti in Yemen, ora che il fuoco è ben acceso, sono stati ritirati dal paese. Strana assistenza militare. In Afganistan si annunzia che la guerra è finita, ma che diecimila uomini dell’esercito USA rimarranno sul posto. Strana assistenza post bellica.
Nel mondo i focolai di guerra si moltiplicano, i bilanci militari sono in crescita dappertutto specie in Asia e tra i tradizionali alleati degli USA : Giappone, Australia, Filippine,
In risposta la Cina sta aumentando gli stanziamenti militari al ritmo del 50% all’anno…. L’India, per la quale organizzavamo collette, spende 5,4 miliardi di dollari all’anno per armarsi e poichè non è chiaro da che parte si schiererà, nessuno osa importunarla su vicende minori come quella dei due marò.
l’Arabia Saudita sta chiamando a raccolta tutti gli Emirati del golfo persico attorno a una vera e propria mobilitazione militare in funzione anti yemenita. La NATO ha fissato il target minimo di investimenti militari al 2% del PIL dei paesi contraenti il patto, quando in piena guerra fredda noi stanziavamo meno dell’1,5% e la nostra politica era giudicata guerrafondaia dagli odierni reggitori dei nostri destini.
Nell’area MENA ( Middle East and North Africa) coesistono tre distinte guerre ( Siria contro i “ribelli”, Irak e Siria contro ISIS, Coalizione occidentale contro ISIS, ) cinque guerriglie ( Turchia contro i Kurdi, Egitto contro i fratelli mussulmani e Israele contro i palestinesi, Francia contro guerriglieri in Africa Occidentale operanti sul territorio di quattro stati formalmente indipendenti, Nigeria contro Boko Haram), Libia che è un riepilogo di un po’ di tutto.
In Afganistan la guerra si trascina da ormai più di un decennio e L’Iran è minacciato in permanenza di un coinvolgimento, persino nucleare ad onta del fatto che non muove guerra a nessuno dai tempi della battaglia di Salamina.
Il Presidente USA Obama è ormai in minoranza in entrambe le camere del Congresso e viene svillaneggiato di fronte al mondo da deputatini con due mesi di anzianità politica a dimostrazione che chi decide sono altri. E questi altri non vogliono il welfare negli USA, vogliono investire nelle guerre stellari.
E’ in corso una “guerra tra le monete” che sta facendo vittime in tutto il mondo e il cui esito è incerto. L’unica certezza è che mentre in caso di guerra nucleare possono esserci sopravvissuti, nella guerra monetaria saranno colpiti tutti. Mi correggo: saremo colpiti tutti.
L’Africa occidentale del nord è in preda a fremiti di guerra ( Tchad, Niger, Rep centroafricana, Mali, zona sahraoui, Libia, Nigeria,) che stanno contagiando Algeria e Marocco che hanno iniziato la corsa agli armamenti per contendersi le terre rare del Sahara. In Africa orientale , a parte il regime armistiziale tra Eritrea e Etiopia, la Somalia e il Kenia sono di fatto in guerra e in Uganda un “esercito del signore” gira in cerca di avventure e bambini soldato, mentre il sud Sudan non smette di combattere guerre intestine perché non sa far altro. L’Egitto sta soffocando la setta dei fratelli mussulmani e dando vita a un neo-nasserismo ad alleanze variabili integrate: non poggia più la sua base di legittimità sulla lotta a Israele, ma sulla creazione di una lega sunnita di cui aspira ad essere il braccio armato. Ha appena ottenuto 36 miliardi di dollari di “investimenti” e continuerà così.
In tutte queste aree geografiche la presenza militare statunitense è pressante e vigile al punto di spedire drone a uccidere singoli individui ed eventuali figli in grado di vendicarsi. Manca di capitale umano e quello che ha non è di prim’ordine, ma disponendo ormai di egiziani e israeliani per i vari impieghi, non dispera di mantenere il controllo. magari facendo atto di presenza su tutti gli schieramenti, anche avversi. Come i cappellani militari che sono presenti in tutti gli eserciti e assicurano la benevolenza divina.
La sanzioni economiche vengono usate per anemizzare le prede prima di ucciderle. Ogni tanto si grazia qualche malcapitato ( Cuba) per mostrare capacità di clemenza e incoraggiare defezioni, si tratta con l’Iran ( serve sopratutto per attrarre l’India nella propria orbita) e dissangua la Russia che ha perso in meno di un anno oltre 135 miliardi di dollari e si sono create spaccature interne che presto affioreranno.
L’EUROPA
L’Europa del dopoguerra decise di unificare i popoli del Continente nei tre cardini classici della Politica Economica, Estera e di Difesa che costituiscono il treppiede su cui poggia ogni stato, lasciando tutto il resto al principio di sussidiarietà che avrebbe tutelato le diversità culturali che hanno costituito la ricchezza principale d’Europa.
Dopo sessanta anni di costruzione europea ( dal 1956, il 25 marzo), ci troviamo a vivere in un Continente omogeneizzato in tutto, ma privo di una politica estera comune, senza nemmeno una prospettiva di forze armate unificate e con rivalità interne di politica economica tali che in altri tempi avrebbero giustificato più di un conflitto.. I nemici dell’Europa sono a) L’Inghilterra che medita sempre meno nascostamente formule di integrazione con gli USA portando in dote il Canada ( essenziale per l’intelligence illegale) , l’Australia sull’emisfero opposto e l’Islanda che ha deciso ufficialmente di non presentare più la propria candidatura all’ingresso nella UE.. E’ il sogno del reich del millennio che abbiamo conosciuto bene.
b) La Germania che non è più quella di Adenauer e del patto di consultazione franco-tedesco ( o del corpo d’armata misto, embrione della comunità di difesa). E’ il paese che deve la propria prosperità ai lavoratori turchi (4 milioni) che non vuole la Turchia in seno alla UE. Se non ci fossero i paesi PIGS a tener basso il tasso di cambio dell’Euro, non venderebbero una pentola, ma perseguitano la Grecia, fanno la voce grossa per offrirsi agli USA in veste di kapò in sostituzione degli inglesi.
A giugno-luglio la Turchia avrà fatto le elezioni che decideranno del suo destino , l’Iran avrà concluso il negoziato con i cinque più uno, L’Ucraina avrà ricevuto armi e istruttori, Israele avrà la nuova governance.
Antonio De Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com
25.03.2105
Ps
La politica militare del mondo intero sta subendo una improvvisa accelerazione: il capo del PKK, ( partito kurdo dei lavoratori, gia appoggiato dall’URSS) languente in una prigione turca da oltre un decennio, grazie ai buoni uffici dell’on D’Alema, ha scritto una lettera di cui è stata data lettura di fronte a duecentomila militanti, in cui chiede ai suoi di sospendere le ostilità contro l’esercito turco.
Non dice di cedere le armi, ma concede una tregua e non si conosce chi sia stato il mediatore.
La Francia, pur mantenendo divergenze ha cercato contatti con il regime siriano di Assad. Il Presidente del Kyrghizystan Almazbek Atambaev ha richiesta ” assistenza militare europea” per combattere l’ISIS.
A richiesta dell’alleato USA, l’esercito iracheno che mirava alla conquista di Tikrit ( patria di Saddam Hussein e di Saladino) evita l’assalto finale al centro della città per non inasprire i Sauditi.. Due governatori ucraini che appoggiavano Yevtushenko ( il presidente eletto rifugiatosi in Russia) sono stati uccisi negli scorsi giorni e il potente governatore di di un’altra regione tale komolyiskiy, è stato dimissionato per decreto dal Presidente Poroshenko eletto dal Parlamento dimezzato e sotto la pressione della piazza, secondo quanto annunziato da Radio Free Europe. Il Governo Giapponese ha deciso di proseguire la costruzione di una base navale ad onta del divieto del governatore di Okinawa.
LA RUSSIA
Indebolita da 135 miliardi di dollari di perdite e dal sostanziale allineamento della Banca centrale russa alla filosofia imperante nella maggior parte dei paesi, si sta tenendo a Mosca un convegno sulla politica monetaria. Putin ha annunziato nuove manovre militari al confine occidentale in risposta all’invio di mille uomini ” in est Europa” – il termine Europa centrale è scomparso dalle carte – in risposta alla domanda di sicurezza che viene dai nuovi partner NATO. Il governo USA ha deciso di considerare lettera morta gli accordi di Minsk tra Ucraina e Russia e sta inviando carri armati Abrahams verso l’Ucraina, ma potrebbero fermarsi in Lituania…
Nella mente di molti russi comincia a farsi strada lo slogan senza Russia non c’è Europa e senza Europa non c’è Russia. E il fantasma di De Gaulle che risorge a Oriente dopo che era stato esorcizzato da Sarkozy ad occidente. E’ la forza della geopolitica quando è pensata.
LA CINA
La Cina è diventata quest’anno il terzo esportatore mondiale di armamenti, ha annunziato la messa in linea di un nuovo aereo tipo Awacs e due divisioni aeree hanno ricevuto in dotazione un upgrading dell’aereo J-11s della Shennyang Aircraft Corporation. Il surriscaldamento della situazione mondiale ha prodotto per contrasto un momento di pausa nella politica di “riconquista” degli spazi marittimi del mar cinese. Anche gli Stati Uniti sono diventati più cauti nell’intera area.
Ma il fatto nuovo di grande portata è che la Cina ha sottoscritto 104 miliardi di bond americani in meno a questa tornata: Si tratta di capitali che verranno a mancare al tesoro americano che si era abituato a nuove sottoscrizioni di routine e di somme che potrebbero essere investite nelle due banche concorrenti del Fondo Monetario Internazionale.
La strategia cinese di minacciare il dollaro e la sua egemonia internazionale continua e si espande trovando nuovi alleati ad ogni giro.
Una Banca mondiale l’ha costituita assieme ai paesi BRICS ( Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) e l’altra- sempre mondiale – è creata da pochi giorni con capitali sottoscritti dai principali paesi Europei, Italia, Francia e Germania incluse.
In questo baillamme globale, l’Italia si è distinta per aver espresso preoccupazione per la situazione sicuritaria in Libia, e per l’annunziata partecipazione del nostro Premier a una marcia antiterroristica a Tunisi. Il nostro ministero della Difesa ha annunziato il ritiro del nostro paese dalle attività antipirateria con base a Gibuti, collegando questa scelta alla mancata certezza giuridica delle truppe impegnate ( leggi i due marò). Il comando NATO ha ringraziato l’Italia per l’apporto dato e ha commentato che comunque il grosso delle operazioni è terminato.
In questo contesto di incertezza, inadeguatezza e sotto la guida di queste beautiful minds, la sola via di uscita dignitosa è la scelta della neutralità vigile e l’agglomerazione di una entità statuale costituita da Svizzera, Austria, Slovenia, Italia e quanti altri vorranno capire che non abbiamo nulla da guadagnare e tutto da perdere.
La guerra per il re di Prussia questa volta dovrà farla qualcun altro.