DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info
Non sto ironizzando né provocando. Prendo in mano l’Italia
di oggi, Stato membro dell’Eurozona che usa una moneta straniera che si chiama
Euro, che le viene fornita interamente da prestatori privati, senza alcun
appoggio della Banca d’Italia. E in effetti questa Italia, così messa, deve,
per sopravvivere, pareggiare i bilanci come minimo. Ma non solo. Deve arrivare
al surplus di bilancio, cioè lo Stato dovrà tassarci molto di più di quello che
ci dà come ricchezza finanziaria. Questo significa che dovremo tutti diventare
più poveri, e soffrirne le orrende conseguenze sociali. Non si scappa. Monti e
Draghi in questo hanno ragione, la loro ricetta non fa una grinza, è,
tecnicamente parlando, un obbligo ineludibile. Anzi, è troppo tenera. E, di
nuovo, non sto ironizzando.
Esiste una regola aurea in economia che stabilisce questo, e
ve lo spiego in sequenza:
– un
Paese con moneta NON sovrana come siamo noi, per poter onorare gli interessi
sui suoi titoli di Stato emessi (i BOT, BTP…) deve pagare un tasso d’interesse
sui quei titoli non di molto superiore al tasso della sua crescita economica.
Esempio: se quel Paese cresce al 2%, non può pagare tassi al 5, al 6, al 7,5 % ecc.
Se no prima o poi fallisce. Noi stiamo crescendo quasi zero, e paghiamo tassi
d’interesse dal 6 al 7%. Semplificando, è come se uno guadagnasse 1 soldo ma
dovesse pagare un affitto di 6 soldi. Come fa?
– L’Italia dell’Euro non sovrano deve
dunque trovare la differenza (soldi) in qualche modo, se no fallisce. E dove li
può trovare? Monti, che non è un impreparato, lo sa bene: deve incassare tasse
al netto, tagliare la spesa pubblica, e/o generare un forte aumento dell’export.
Vediamoli:
– le
tasse al netto sono prelievi da
parte dello Stato sui nostri conti correnti, prelievi che devono essere superiori a ciò che lo Stato versa nei nostri conti correnti. I
tagli alla spesa pubblica sono la logica conseguenza di quanto appena detto,
poiché la spesa pubblica è proprio ciò che lo Stato che versa nei nostri conti
correnti. L’aumento dell’export è la terza mossa, che però non elimina le altre
due ovviamente. Vediamola:
– per
esportare di più di quando importiamo, quindi per incassare Euro al netto, l’Italia
deve produrre cose a prezzi competitivi. Per essere competitiva ha tre strade:
una non esiste più, perché necessitava di moneta sovrana, che non abbiamo più;
la seconda è calare il costo del lavoro in fabbrica, così che i nostri prodotti
costino un po’ meno di quelli dei rivali stranieri. La terza è di, ovviamente,
far sì che gli italiani desiderino meno prodotti esteri (Iphone, Audi, Chanel,
Sony, benzina…), perché se noi ne vogliamo invece tanti l’Italia non riuscirà
mai a esportare più di quanto importa e quindi a incassare i soldi al netto che
servono per il debito. E come si fa a convincere noi italiani a voler meno cose
estere? Siamo troppo viziati, l’unica è impoverirci, punto. Monti lo sa, è un
esperto, e questo fa.
Riassumendo: l’Italia dell’Euro in effetti, e non ironizzo,
deve trovare denaro per pagare i tassi sul suo debito, e ne deve trovare tanto,
poiché la differenza fra la sua crescita economica e i tassi che paga è enorme
(crescita quasi 0%, tassi quasi 7/8%). Quel denaro lo possiamo solo trovare
tassandoci, tagliando la spesa pubblica, cioè impoverendo gli italiani, e
impoverendo ancor di più gli stessi italiani così da ridurre le importazioni e
pagare di meno gli operai, per esportare di più di quanto importiamo, e
incassare la differenza. Non se ne esce. Anzi, come ho scritto nel titolo, la
pura matematica ci dice che Monti è stato troppo leggero, e lui sa benissimo
che dovrà essere molto più pesante nei sacrifici che ci imporrà in futuro
(leggete sotto).
Non voglio dipingere, qui, lo psicopatico criminale Mario
Monti come un bravo e intelligente servo dello Stato. E’ un golpista, l’ho già
detto e ridetto in altri scritti. Ma tu, Susanna Camusso, devi capire che dato
l’Euro, ripeto, CHE DATO L’EURO,
dato il fatto che l’Italia oggi non può più onorare qualsiasi deficit semplicemente
“facendosi staccare un assegno dalla
propria Banca Centrale” (Wynne Godley, 1997) denominato nella sua moneta
sovrana che era la Lira, dato questo orrendo arrangiamento monetario chiamato
da tutti voi “la modernità” quando il
tuo centrosinistra ce lo portò a Roma, non ci sono altre soluzioni cara Susanna.
Monti fa l’unica cosa tecnicamente possibile, e anzi, dovrà imporre ancor più
sacrifici, lacrime e sangue.
La tua, Camusso, è retorica vuota e ignorante. La cosa più
vuota che il tuo vuoto scatolone affarista e mafioso chiamato CGIL abbia mai
pronunciato nella sua storia. Prendi per i fondelli milioni di lavoratori
facendo la scenetta dell’indignata che inorridisce di fronte all’iniqua
manovra, e il tuo scatolone nazionale non dice una sola parola sull’unica reale
causa di questa catastrofe d’impoverimento, che risponde al nome di Euro. Che
leader che sei. Ma ditemi voi, con sindacati così chi ha bisogno dei
capitalisti? Fanno tutto da soli.
Ora e di nuovo. Mi si critica perché grido “dovete studiare!, studiare!”. Guardate
la Camusso. Fa pena, non sa quello che dice, né perché sta accadendo ciò che
sta accadendo al lavoro italiano ed europeo. Ed è per questo motivo, replicato
da tutti i suoi predecessori, che il sindacalismo di sinistra è un carrozzone
perdente, fatto di perdenti umiliati ormai anche dai padroncini di provincia.
Monti invece sa quello che fa con una perizia spaventosa. Terso, chirurgico,
preparatissimo, avanti di cento passi da qualsiasi mossa gli altri possano
fare. Perché studia. E rincresce dirlo, ma, dato l’Euro, sta facendo la cosa
giusta.
Ora le brutte notizie per chi ha fegato. Ma prima una nota: immaginate
quanti sindacalisti avranno letto queste righe. Immaginate quanti di loro
busseranno alla porta del loro superiore per dire “la deve leggere la Camusso questa cosa qua”. Risposta: zero,
nessuno.
Il fatto è che le cose però si complicheranno anche per
Monti, e lui lo sa benissimo già oggi. E per due motivi: detto e premesso tutto
quanto spiegato sopra, e in particolare la necessità di portare gli interessi
sui titoli di Stato italiani in parità (o quasi parità) con il tasso di
crescita economica, il problema che si affaccerà per Mario sarà questo: 1) l’impoverimento
generale di tutta l’Italia (risparmi, investimenti, produzione) dovuto
all’austerità, porterà ad una prima entrata di liquidità in cassa, ok, ma poi
necessariamente a un calo della crescita economica, per forza. E allora Mario
si troverà con quel maledetto coefficiente tassi d’interesse/crescita che si
sballa di nuovo per via del calo del numerino relativo appunto alla crescita.
2) Lo stesso impoverimento generale causerà crollo dei redditi familiari e
d’azienda, che significano però anche calo del gettito fiscale (tasse). Meno
tasse significa meno soldi nelle casse di Roma per pagare il deficit.
Risultato: Mario Monti si troverà con un cane che si morde la coda, e mentre da
una parte darà un colpo per raddrizzare il cerchio, dall’altra il cerchio
picchierà sul muro storcendosi di nuovo. E che farà a quel punto Mario? Ve lo metto
per iscritto: farà quello che hanno sempre fatto tutti i robotizzati umanoidi
della scuola economica Neoclassica e Neoliberista, cioè prescriverà ancor più
dosi del veleno che ci starà ammazzando. Come fa Obama in USA, come fa il FMI
in Estonia e in Irlanda, in Grecia, in Africa ecc.
Fino a che saremo morti. E pure lui, ma prima di quello si
sarà fatto un passaggio da Nomura o alla JP Morgan per incassare una pensione
multimilionaria con 3 o 4 anni di contributi (non 300 come chiede a te), tanto
quanto sarà stato necessario per annientare l’Italia.
(So bene che non siete
capaci di reagire, non lo fareste neppure ad appiccarvi fuoco, inutili
vigliacchi. Non mi scrivete.)
Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=280
6.12.2011