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La Redazione

 

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CADE LA TESTA DI RE SARKO'
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A cura di Davide
Il 5 Maggio 2012
25 Views

DI PEPE ESCOBAR
atimes.com

Si è messo in posa con una grandiosità spettacolare di un nuovo-imperatore Liberatore della Libia, solo pochi anni dopo aver accettato dal colonnello Muammar Gheddafi un contribuito di 65 milioni di dollari sonanti per finanziare la sua campagna elettorale 2007.

Approfittando di una misteriosa alleanza tra lo Spirito Santo e una cameriera africana di New York, si è sbarazzato dell’inarrestabile sfidante alla sua rielezione, l’ex Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale e puttaniere internazionale, Dominique Strauss-Khan.
E ancora, questa Domenica, gli elettori francesi – in un remix della caduta della Bastiglia su Facebook- sono pronti a gridare “Tagliamogli la testa”.

Perché? Per la sua tracotanza che potrebbe essere il peggior nemico del presidente francese Nicolas Sarkozy, alias neo-napoleonico Re Sarko, ex re dello sfarzo fasullo, “Chouchou” per la First Lady Carla Bruni.

Uno stile di vita al Ritz

Bashir Saleh è l’ex capo dello staff di Gheddafi ed ex presidente del fondo sovrano libico. Era il suo inviato quando il regime decise di finanziare la campagna presidenziale di Sarkozy del 2007.

Re Sarko, prevedibilmente, ha sempre negato tutto e ha detto che avrebbe citato in giudizio il sito francese Mediapart, che ha rivelato quello che molti già sapevano. Eppure lo scorso giovedi, l’ex primo ministro libico Baghdadi Ali al-Mahmoudi ha confermato di nuovo tutto. E questo è esattamente ciò che il figlio di Gheddafi ed ex beniamino della London School of Economics, Saif al-Islam, aveva detto a marzo 2011: “. Sarkozy deve restituire i soldi che ha accettato dalla Libia per finanziare la sua campagna presidenziale”

Saleh ora è guardato a vista dall’Interpol, ma resta in Francia, autorizzato dalla NATO che lo protegge dal regime dei ribelli libici che, altrimenti, lo catturerebbe … Deve mantenersi con quattro confortevoli milioni di euro (US $ 5,2 milioni) nella sua dimora nei pressi del confine svizzero, con vista del Monte Bianco.

Sempre protetto dalla polizia di Re Sarko, che ha confermato che tutto procede “con il pieno accordo del presidente [del Consiglio libico di transizione] Mustapha Abdel Jalil”. La vita è bella per Saleh che questa settimana è stato visto al Ritz di Parigi.

Il mio voto è per Carla

La campagna presidenziale francese è giunta al proverbiale sprint finale di questa settimana in un dibattito di quasi tre ore tra Re Sarko e lo sfidante del Partito socialista Francois Hollande.
Migliaia di miliardi di byte sugli schermi hanno descritto il dibattito essenzialmente come “teso”. Ma senza nessun KO . Sarko si è comportato come un coniglietto Duracell, mentre Hollande – con il carisma di una salsiccia secca – in realtà sembrava solido e relativamente preciso.

Le bugie sono state lasciate libere di volteggiare. Sarko ha difeso il suo record per aver creato “occupazione”. Ad aprile 2007 aveva promesso solo il 5% di disoccupati alla fine dei suoi cinque anni da presidente. Oggi, la Francia ha il 9,4% di disoccupati tra la popolazione attiva urbana. Dopo cinque anni di Sarko, le coda dei disoccupati francesi è aumentata di un milione.

Come il cioccolatino che accompagna bene il caffè, il centrista Francois Bayrou – che ha ottenuto il 9,1% dei voti al primo turno – ha manifestato la sua repulsione per la campagna di Sarko che ha cercato di sedurre l’estrema destra e ha annunciato che voterà per Hollande.

Tra l’altro, non meno del 33% degli elettori francesi non ha votato al primo turno, preferendo concentrarsi sulle implicazioni geopolitiche degli sguardi della navigata top model Carla Bruni.

Il vero vincitore del primo turno – niente meno di un missile tossica per la politica – è stata l’estrema destra francese, con il Fronte Nazionale (18% dei voti) “normalizzata” dalla imprenditrice esperta Marine Le Pen, figlia del fondatore e fascista dichiarato Jean-Marie Le Pen.

L’ influenza del Fronte Nazionale in crescita in tutti i circoli di estrema destra dal 1980 è semplicemente stupefacente. Il tumore si è diffuso in tutto il mondo, dalla Francia in Italia, Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi, Austria, Ungheria, Svezia, Danimarca, Finlandia e anche in Grecia.

La xenofobia e l’islamofobia sono vive e vegete in una Europa spaventosa, impantanata dalla crisi. In Austria, l’estrema destra, dopo anni sotto il carismatico Jorg Haider, è ora totalmente normalizzata e legittimata.

Nei Paesi Bassi, sotto l’ iper-islamofobo Geert Wilders, il PVV (Partij voor de Vrijheid – Partito per la Libertà) ha ottenuto il 24% dei voti nelle elezioni del 2010 e faceva parte di una coalizione conservatrice al potere che ha finito per far cadere il governo, ancora una volta per colpa di Wilders.

In Scandinavia, l’estrema destra è su tutte le furie, in Svezia, ad esempio, i Democratici svedesi (un bel tocco orwelliano) per la prima sono entrati in Parlamento.

Non può andare male con una campagna di estrema di destra in Europa, basta scagliarsi contro la globalizzazione e “gli scuri” e ” i neri” immigrati; denunciare élite corrotte, demonizzare l’Islam, mettere in guardia sull’identità nazionale in pericolo a causa del multiculturalismo e sempre presenti come “anti-sistema”. E’ come se quello spettro della Germania nazista che aleggiava dal sud della Francia fino alle montagne dei Carpazi.

Non c’è da stupirsi quando un partito di estrema destra raggiunge il 15% degli elettori a livello nazionale, partiti conservatori si precipitano a fare proprie quelle politiche. Questo è esattamente ciò che Re Sarko ha cercato di fare in Francia, dopo aver perso il primo turno, ha detto scaltramente che Marine Le Pen era “compatibile con la repubblica”. Eppure non ha attaccato – perché milioni di elettori avevano in corpo un altro tipo di rabbia, la loro Europhobia.

Eurofobi, unitevi

La crisi dell’eurozona, i paesi che vanno in bancarotta, una rigorosa “austerity” senza fine, la disoccupazione, la mano di ferro delle agenzie di rating e dei tecnocrati del bilancio, un diffuso terrore economico, milioni di francesi, come tanti altri europei, danno la colpa di tutto questo a Bruxelles.
E Re Sarko sembra essere parte dell’odiata élite – come un 50% della coppia “Merkozy”, insieme al cancelliere tedesco Angela Merkel, che sta, in teoria, cercando di “salvare” l’Europa.

Quindi un problema in più per il re fasullo che non era, e non è mai stato, in grado di vendere un progetto politico, culturale o sociale, che rivelasse la sua visione dell’Europa. O almeno come ricreare l’Europa dopo la crisi, (supponendo che la crisi svanirà presto o che non verrà).

Hollande può essere un cetriolo freddo, e le sue ricette “superate” – come Re Sarko e The Economist le hanno definite, ma almeno questo ritorno dei socialisti al potere in Francia può sconquassare una scacchiera del tutta confusa.

L’Unione europea dovrà riesaminare con forza l’ asse franco-tedesco, che governa realmente l’Europa, nella fase “post-Merkozy”. Si fa un gran parlare a Parigi e Berlino di “continuità”, come accadde già ai tempi di Giscard d’Estaing e Helmut Schmidt, e di Francois Mitterrand e Helmut Kohl.

Ma la vera sfida è quella che una presidenza Hollande potrebbe portare ad un’Europa più sociale e più egualitaria. The Economist – cioè, gli interessi finanziari della City di Londra – è stato così dispiaciuto per Re Sarko, che stava cercando di “salvare” non solo la Francia ma anche l’Europa. Ma questo è un “nonsense”.
Addio ragazzo fasullo e buona liberazione.

Pepe Escobar è l’autore di Globalistan: “How the Globalized World is Dissolving into Liquid War” (Nimble Books, 2007) e “Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge”. Il suo ultimo libro appena pubblicato è “Obama does Globalistan” (Nimble Books, 2009).

Fonte: www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Global_Economy/NE05Dj03.html
4.05.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ERNESTO CELESTINI

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