CACCIAMO VIA QUESTI SPECULATORI !

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I soldi, come lamentava Karl Marx, giocano la parte più determinante nel corso della storia. Quando gli speculatori, con il passar del tempo, sono riusciti a concentrare nelle loro mani la ricchezza, hanno conquistato anche lo strumento per evirare il governo, trasformare i giornalisti in un cani da salotto e cortigiani, corrompere i giudici e affossare le istituzioni pubbliche, comprese le università, per giustificare saccheggi e la loro avidità. Gli speculatori di oggi hanno creato meccanismi finanziari grotteschi, con tassi di interesse da usura sui prestiti, con frodi contabili legalizzate, per sprofondare le masse in forme invalidanti di schiavitù del debito.

Rubano somme da capogiro di fondi pubblici, come gli 85 miliardi di dollari di titoli e obbligazioni garantite da ipoteca, molti dei quali tossici, che scaricano ogni mese alla Federal Reserve in cambio di contanti. E quando si vogliono trovare fondi per finanziare progetti di lavori pubblici anche da qui riescono a guadagnarci miliardi di dollari con gli interessi che chiedono allo stato.

Gli speculatori delle megabanche o delle imprese di investimento come Goldman Sachs non sono, in senso stretto, capitalisti e non guadagnano producendo qualcosa. Piuttosto, gli speculatori ignorano – o riscrivono le leggi – apparentemente con lo scopo di proteggere i più deboli dai potenti, ma sostanzialmente – per rubare – a chiunque, compresi i loro stessi azionisti. Sono parassiti. Sciacalli che si nutrono con le carcasse del capitalismo industriale.

Non producono niente. Non fanno niente. Loro manipolano solo i soldi. La speculazione nel 17° secolo era un crimine e gli speculatori venivano impiccati.

Potremo strappare il controllo della nostra economia, e quindi del nostro sistema politico, dagli speculatori professionisti solo mettendo in moto dei movimenti locali che decentrino il potere economico e costituendo centinaia di banche di proprietà pubblica, dello stato, delle regioni e delle città.

L’istituzione di banche cittadine, regionali e statali, come ad esempio la Banca pubblica Statale del Nord Dakota permette agli enti locali di investire i soldi in progetti comunitari, senza doverli consegnare agli speculatori. Mantiene la proprietà dei suoi beni e delle tasse incassate, insieme al controllo sui libri paga dei dipendenti pubblici e dei fondi pensione, senza dover riempire più le tasche di speculatori come Jamie Dimon e Lloyd Blankfein. Il denaro, invece di intasare i conti bancari di pochi, servirebbe per finanziare le scuole, restaurare le infrastrutture, sostenere i sistemi di trasporto di massa e sviluppare l’autosufficienza energetica.

Il Public Banking Institute fondato da Ellen Brown, autore di “Web of Debt: The Shocking Truth About Our Money System and How We Can Break Free,” da Marc Armstrong, e da altri attivisti di base sta tentando di costruire un sistema di banche pubbliche. Stati come il Vermont e Washington e città come Philadelphia, Washington DC, San Francisco e Reading , in Pennsylvania, hanno avviato iniziative bancarie pubbliche. Le banche pubbliche restituiscono il potere economico e, per estensione il potere politico, ai cittadini. E questo è possibile perché sono banche locali e queste banche insieme ad altri germogli, tra cui l’agricoltura sostenibile, saranno i fuochi che accenderanno, se riusciranno a funzionare, le fiamme che bruceranno lo stato della finanzia corporativa.

” Saremo in grado di strappare il controllo della nostra economia, e poi del nostro sistema politico, dagli speculatori professionisti solo con la costituzione di movimenti locali che decentreranno il potere economico creando centinaia di banche di proprietà pubblica che appartengano allo stato, alla regione e alla città.

“Il dibattito sul controllo pubblico o privato del sistema monetario è andato avanti per centinaia di anni”, ha detto Armstrong , Direttore Esecutivo del Public Banking Institute, quando l’ho raggiunto al telefono.

“La rivoluzione Americana prevedeva il controllo del destino economico del paese e l’offerta di denaro è centrale per questo controllo. Il North Dakota ha dimostrato che uno stato può utilizzare una banca pubblica per favorire gli interessi economici della sua gente. Il North Dakota finanzia le proprie infrastrutture e i propri progetti di investimenti, prevede il finanziamento di prestiti commerciali in tutto lo stato e sviluppa le aree della sua economia a cui vuole dare priorità. Aree che spesso non verrebbero finanziate dalle banche private.”

“Quando una banca pubblica, come quella del North Dakota, finanzia delle infrastrutture valuta il costo degli interessi, che [ altrimenti ] spesso arrivano al 50% o più del costo del progetto stesso e, in sostanza sono a ricaduta zero, perché gli interessi ritornano nelle tasche delle stesse persone che possiedono la banca e a cui vengono pagati gli interessi direttamente ” – ha detto Armstrong, che in passato ha lavorato per IBM Finance. –

“[ Gli americani] di solito guardano al costo del lavoro con il microscopio, ma … non mettono mai i costi degli interessi sotto il microscopio. Il North Dakota può offrire prestiti commerciali a partire dall’1%, mentre le banche di Wall Street che fanno pagare anche il 14 – 15%. Noi usiamo il credito bancario, lo strumento con cui si arricchiscono le banche di Wall Street, per arricchire noi stessi.” E dato che il credito – osserva Armstrong – costituisce il 97% della massa monetaria della nazione, questo potere può essere enorme .

La Banca del North Dakota , cominciò come un esperimento socialista un secolo fa, ormai ha una storia di 90 anni ed offre bassi tassi di interesse sui prestiti agli agricoltori e alle imprese dello Stato. Dopo le inondazioni che distrussero gran parte del Grand Forks, nel 1997 la Banca concesse una moratoria di sei mesi sui pagamenti dei mutui e prestiti a bassi interessi per la ricostruzione, in netto contrasto con lo sfruttamento massiccio che segnò l’arrivo dei banchieri di Wall Street e degli speculatori nelle aree della costa del Golfo, quando furono colpite dall’uragano Katrina. Le Banche pubbliche negli Stati Uniti, come in Germania, finanziano cose come, ad esempio, l’energia solare, perché questo è un bene per le comunità e non per il portafoglio degli speculatori.

Le banche pubbliche possono proteggere anche dalle peggiori forme del capitalismo predatorio. I giornalisti Trey Bundy e Shane Shifflett a gennaio dello scorso anno scrissero sul San Francisco Chronicle come funziona una delle tante truffe di Wall Street.

Quando il distretto scolastico di Napa Valley, in California, nel 2009 ebbe bisogno di fondi per costruire una scuola nell’ American Canyon, prese un prestito di 22 milioni di dollari da ripagare dopo 21 anni. « Entro il 2049, quando il debito sarà restituito – dice l’articolo – il prestito di 22 milioni di dollari avrà per i contribuenti un costo di 154 milioni dollari, sette volte l’importo preso in prestito. E Napa – si legge sul giornale – è solo uno dei 1.350 distretti scolastici e delle agenzie governative di tutta la nazione, che si sono impegnati con questa forma di indebitamento, che viene chiamata “capital appreciation bonds”, per finanziare grandi progetti pubblici. Queste Obbligazioni di capitale significano miliardi di debiti per il pubblico e centinaia di milioni di dollari per gli speculatori – hanno sottolineato i giornalisti e questo tipo di truffa è praticato continuamente in tutta la società. »

« Le scuole pubbliche della California hanno ricevuto 9 miliardi di dollari di prestiti negli ultimi sette anni- ha detto Armstrong, che è californiano – In 25 a 30 anni gli interessi dovuti su quei 9 miliardi diventeranno 27 miliardi di dollari. Questo è solo un esempio della crisi della società di massa che sono causati dalle grandi banche. Le Banche d’investimento di Wall Street non dovrebbero poter gestire i finanziamenti pubblici, cosa che è diventata semplicemente un altro modo per Wall Street di monetizzare ed portarsi via la ricchezza della nostra nazione.»

La creazione di banche pubbliche sarebbe una vera manna per le comunità, si rileva da uno studio redatto in Vermont per sostenere l’istituzione di una banca pubblica, si è stimato che una banca pubblica potrebbe erogare prestiti pari al 66% delle necessità di fondi per lo sviluppo economico dello stato, questo significa che il credito totale disponibile aumenterebbe, in Vermont, di 236,2 milioni di dollari. Inoltre , questo credito sarebbe a basso costo per lo Stato , perché le banche pubbliche non devono prendere in prestito denaro vendendo obbligazioni, le banche pubbliche concedono prestiti sulla base dei loro depositi e gli interessi che lo stato paga ritornano allo stesso stato con prestiti e depositi. In sostanza , lo stato presta denaro a se stesso.

Secondo lo studio si stima che la disponibilità di 236,2 milioni di dollari in nuovi prestiti creerebbe 2.535 nuovi posti di lavoro e 192 milioni di dollari di valore aggiunto (prodotto lordo dello stato ) con un aumento di 342 milioni di dollari di spesa per lo stato. “Se utilizzati questi soldi serviranno per finanziare le spese in conto capitale dello Stato, il finanziamento da una banca pubblica potrebbe far risparmiare quasi US$ 100 milioni in costi di interesse per anno fiscale, perché la maggior parte dei pagamenti di interessi non lascerebbero lo Stato “- si legge nel rapporto.

Il Senatore Bernie Sanders del Vermont e il Rappresentante degli Stati Uniti Peter De Fazio dell’Oregon hanno chiesto di istituire una banca pubblica nazionale che potrebbe essere finanziata dal Servizio Postale USA. Il Postal Service, che dal 1911 fino al 1967 fu il punto di riferimento per il risparmio pubblico, con i suoi uffici quasi in ogni comunità ha l’infrastruttura fisica per far ripartire una banca pubblica nazionale.

I depositi dovrebbero essere investiti in titoli di Stato che dovrebbero essere utilizzati per finanziare progetti infrastrutturali. Questa proposta non richiederebbe nessun aumento di tasse, ma dubito che questo progetto passerà mai, per l’opposizione delle lobby bancarie e dei loro lacchè al Congresso, anche perché salverebbe il servizio postale e potrebbe dare accesso a servizi bancari ad uno su quattro di quei nuclei familiari che le banche non accettano di avere come loro clienti.

Chris Hedges gestisce una rubrica fissa su Truthdig.com, è laureato alla Harvard Divinity School ed è stato per quasi due decenni corrispondente estero per il New York Times. E’ autore di molti libri tra cui :

War Is A Force That Gives Us Meaning, What Every Person Should Know About War, e American Fascists: The Christian Right and the War on America. Il suo libro più recente è Empire of Illusion: The End of Literacy and the Triumph of Spectacle.

Fonte: http://www.commondreams.org

Link: http://www.commondreams.org/view/2013/12/30-3

30.12.2013

Il testo italiano di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte ComeDonChisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque.Primario

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