DI LIZZIE PHELAN
Reseau Voltaire
Mentre il mandato della NATO si imponeva
per proteggere i civili, l’Alleanza ha permesso alle forze del
Consiglio Nazionale di Transizione di continuare con i loro abusi. Dopo
aver dato la caccia ai neri africani, le esecuzioni sommarie si sono
estese ai membri della tribù Qadhadhfa, quella del leader deposto.
Centinaia di migliaia di lavoratori africani sono già fuggiti dal paese
per scampare alla morte; è giunta l’ora per molti libici di prendere
la via dell’esilio se vogliono sopravvivere.I critici dell’intervento della NATO
in Libia hanno lanciato alcune delle accuse più dure contro i media
internazionali, e particolarmente contro l’emittente di Doha Al Jazeera,
che si è subito schierata come paladina della cosiddetta Primavera
Araba. Il licenziamento del direttore generale di Al Jazeera, Wadah
Kanfar, in seguito alla pubblicazione dei cablogrammi di Wikileaks,
che hanno palesato i suoi collegamenti con la CIA, darà sicuramente
a questi critici un senso di vendetta. Il fatto che questa struttura
è diventata la “voce” del movimento contro Muammar Gheddafi in
Libia, solleva altrettante domande sul potenziale del signor Kanfar
e degli interessi avuti dall’emittente nell’intervento della NATO
che ha portato quel movimento al potere.
Un gran numero di notiziari che sono
stati trasmessi per sostenere l’evenienza dell’intervento negli
ultimi sei mesi sono stati fortemente contestati dalle organizzazioni
per i diritti umani.
Uno dei più potenti fu l’affermazione
infondata che i “mercenari africani” stessero lavorando per Muammar
Gheddafi. Malgrado il fatto che organizzazioni come Amnesty International
abbiano evidenziato la mancanza di prove per questa denuncia che ha
portato alla sistematica persecuzione dei neri libici e di altri neri
africani da parte dei ribelli, queste affermazioni sono state trasmesse
nell’arco di sei mesi.
Poco dopo la caduta di Tripoli, la
città di Tawergha è stata completamente evacuata dalla popolazione
di colori da parte dei ribelli della vicina Misurata, che avevano lasciato
la propria firma sulle mura della città: “La brigata per epurare
gli schiavi, i neri.” Pochi giorni prima che i ribelli avanzassero
verso Tripoli, un amico che lavorava in un campo profughi mi ha chiamato
per riportare che 1.000 persone di Tawergha si erano fatte vive nelle
prime ore della mattina.
Quel campo è stato ora evacuato
e le persone che hanno ospitato nelle proprie case i Tawerghani sono
anche loro prese di mira. Ieri i ribelli da Zintan hanno fatto irruzione
in una di queste case perché stava fornendo un tetto a otto famiglie
di Tawergha.
“C’erano circa 40 persone quasi
tutte con gli AK con i proiettili in canna pronti a sparare su gente
disarmata”, ha detto un giovane che vive nel palazzo. “Hanno preso
gli uomini di Tawergha, mio padre e mio fratello, e hanno lasciato solo
due ragazzini e hanno preso tutti i soldi che avevano lasciato. Sono
arrivati da tutti lati del nostro terreno puntandoci i fucili in faccia,
spaventando le donne a morte, e a un certo punto c’è stato un tizio
che agitava la pistola davanti a un bambino di Tawergha. Il nostro
unico crimine è stato quello di offrire un tetto a questa gente disgraziata.”
Tra i neri c’è stata una ressa per
uscire dal pese, ma lo scorso sabato una delle organizzazioni responsabili
dell’evacuazione di migliaia di lavoratori stranieri provenienti da
altri paesi africani, l’International Organization for Migration
(IOM), ha fermato le operazioni. Il portavoce dell’IOM, Jumbe Omari
Jumbe, ha detto alla Reuters: “Il CNT dice che devono avere informazioni
sui migranti, che devono registrarli e identificare chi è un vero migrante
e chi non lo è.”
Dopo la sua visita a Tripoli della
scorsa settimana, David Cameron ha gioito per le lodi ricevute dai dirigenti
del CNT, Mustafa Abdel Jalil e Mahmoud Jabril, sul ruolo determinante
del Regno Unito nella loro “rivoluzione” ed ha voluto rimarcare
il successo di cui era stato testimone, con gli ospedali al lavoro e
la gente nelle strade. Cameron e gli altri dirigenti della NATO
non hanno fatto menzione della persecuzione della gente di colore che
fa parte di una più grande caccia alle streghe contro chiunque sia
anche lontanamente associato col sostegno al precedente governo.
Poco prima della caduta della capitale
gli edifici vuoti in costruzione e gli alberghi hanno fornito un rifugio
alle migliaia di persone che erano fuggite dalle zone prese dai ribelli
grazie al supporto vitale della NATO. Dal momento della presa ad essi
si sono unite agli migliaia da Tripoli che si trovavano negli stessi
guai e sono stati costretti a nascondersi se non avevano i soldi o i
mezzi per farlo. Ogni giorno che passa si trovano altre persone morte
o imprigionate e mi ricordo spesso di una conversazione mentre stavo
aspettando al porto per lasciare la città, quando un passeggero rimarcò
a una guardia armata che tutte le prigioni dovevano essere vuote visto
che avevano rilasciato tutti i carcerati. La guardia sorrise: “Le
abbiamo già riempite di nuovo.”
Le persone che si dimostrano critiche
con il nuovo governo subiscono forti minacce, e in questo report
di Russia Today un uomo dice: “Se dovessi mostrare il mio volto
alla camera, mi ficcherebbero un proiettile in testa… ti ricordi di
Ehab, il tizio di colore? È stato arrestato pochi giorni dopo essere
apparso in TV.” Quando compaiono nelle nuove trasmissioni, i loro
volti e i nomi sono sempre nascosti.
La caccia alle streghe si estende ai
non libici che sono arrivati dalle nazioni che avevano buoni rapporto
con il regime. Avvicinandoci al peschereccio che ci avrebbe evacuato
a Malta, una guardia armata all’inizio disse che a due giornalisti
di Telesur, un cubano e un ecuadoriano, non sarebbe stato permesso
di andare via perché “il Sud America è amico di Gheddafi”. Tutti
gli europei dell’est hanno avuto il divieto di lasciare il posto e
in questo video ucraini e russi che stavano lavorando sul posto riportano
di essere stati picchiati e torturati dai ribelli.
Le persone che vivono nelle tribù
più grandi della Libia, la Wafalla, di stanza a Beni Walid sono
i primi obbiettivi. La tribù ha rifiutato la resa della propria città
al CNT e un giovane Wafalla ha detto: “Sanno di che tribù siamo anche
solo guardandoci in faccia. Mi devo spostare ogni giorno in un posto
differente. Non possiamo neppure andare in ospedale per cercare le persone
che crediamo siano morte, perché ci prenderebbero. Non c’è un posto
sicuro.”
Una mia amica e docente all’università
che aveva guadagnato il dottorato alla London School of Economics,
Salma, ha commesso il crimine di essere della stessa tribù di Gheddafi,
la Qadhafadhfa. Le hanno sparato in testa mentre stava fuggendo verso
l’aeroporto con sua madre e due nipoti, Yam di 20 mesi e Alen di soli
tre anni.
Le settimane successive alla presa
di Tripoli sono state dominate dai report per una “spinta finale”
dei ribelli verso Beni Walid, Sirte e Sabha. Ma la resistenza continua
a scatenarsi, costringendo i ribelli ad andarsene da Beni Walid e alle
persone di queste zone è stato dato un ultimatum, o la resa o un bagno
di sangue.
Con le conseguenze dei conflitti in
Iraq e Afghanistan e con la Palestina che non è mai distante dai
pensieri della gente comune nel mondo arabo, Al Jazeera ha svolto un
ruolo nel convincerla che questa “rivoluzione”, che il CNT ha ammesso
che non sarebbe stata possibile senza l’intervento della NATO, era
stata ben accolta dal popolo libico.
Ma in realtà non ci sono state
ricerche prima dell’inizio della campagna di bombardamenti sul sostegno
della popolazione ai ribelli o all’intervento della NATO. Sei mesi
di bombardamenti della NATO per costringere la resa di una zona dopo
l’altra, il CNT che non è ancora in grado di spostare il suo quartier
generale a Tripoli e la continua caccia alle streghe per scovare ogni
resistenza potenziale allo status quo, indicano che il sostegno
sia più basso di quanto le Nazioni Unite avessero creduto.
Fonte: Witch hunts in “free” Lybia
22.09.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE