DI LUIGI GRIMALDI
famigliacristiana.it
Un carico da Genova, trasportato dalla nave Jolly Cobalto, ha viaggiato a maggio scorso. Ordigni italiani esportati in Arabia Saudita. Ora in Yemen i sauditi stanno utilizzando le stesse tipologie di ordigni, compresi quelli all’uranio impoverito (che come è noto libera particelle fortemente cancerogene). Quelle utilizzate adesso in Yemen sono le bombe italiane? E perché l’Italia esporta questo tipo di materiale bellico verso un Paese in guerra?
I bombardamenti Sauditi in corso in Yemen continuano a mietere vittime. Tremila morti e almeno 11 mila feriti, finora. In gran parte tra la popolazione civile.
Alcuni fra i più terribili ordigni utilizzati sono fabbricati in Italia e assemblati negli Emirati Arabi Uniti. Secondo documenti diffusi in internet in questi giorni, e frutto di un attacco hacker al ministero degli Esteri dell’Arabia Saudita (con la sottrazione di almeno 500.000 documenti), il 2 maggio scorso è partita dal porto di Genova la nave Jolly Cobalto: a bordo 6 container di bombe per aereo MK82 e MK 84 senza esplosivo (classificati quindi come semplici involucri accessori). La destinazione è Jeddah in Arabia Saudita. Da qui sarebbero state trasportate via terra ad Abu Dhabi, dove la società Burkan Defence provvede all’assemblaggio dei vari componenti (ottemperando al contratto DP3/4/8/1/2008/34/A) stipulato con il ministero della Difesa saudita fin dal 2008.
I materiali inviati sono prodotti dalla Rwm Italia srl, con sede a Ghedi e in Sardegna, azienda italo tedesca specializzata in armamenti e produttrice anche della bomba Blu-109/B caricata con lo speciale esplosivo termo insensibile Pbxn-109.
La versione da 870 Kg (di cui circa 250 di esplosivo) è un ordigno – come denunciato da anni da Peacelink – all’uranio impoverito, una sostanza in grado di produrre tumori e malattie in seguito allo spargimento di nano e micro particelle nell’ambiente.
Recenti fotografie diffuse tramite internet da residenti nella capitale yemenita Sana’a hanno documentato, in relazione a ordigni inesplosi, l’utilizzo di tipologie all’uranio impoverito, come la Blu-109/B (vedi foto),caricati con l’esplosivo Pbxn-109 (lo stesso tipo di ordigno prodotto dalla Rwn).
È possibile (ma lo si saprà solo quando le macerie potranno essere rimosse) che tre di questi ordigni, ognuno del peso di quasi una tonnellata (per fortuna inesplosi), abbiano provocato nei giorni scorsi il crollo di tre antichi palazzi (parte del patrimonio Unesco) nel centro storico della capitale.
La Rwn Italia dispone sin dal 2013 di un’autorizzazione di temporanea importazione, (quindi finalizzata all’esportazione, risalente al tempo del governo Letta) di 480 bombe Blu-109 da 870 chilogrammi all’uranio impoverito, per un fatturato massimo di 60 milioni di euro.
La definizione ufficiale comunicata Parlamento è: “Bombe da 2.000 LB Blu 109 vuote e relativi ricambi”. Cosa siano i ricambi resta un mistero, anche perché il prezzo di 125.000 euro a bomba sembra eccessivo per dei semplici involucri.
Secondo Archivio Disarmo, tra le armi esportate nel 2012 all’Arabia Saudita (presidente del consiglio Monti) figurano anche 600 bombe da 2000LB Blu 109 attiva per un valore di 15.600.000 euro, 1.000 bombe 500LB MK82 inerte e 300 bombe 2000LB MK84 inerte per complessivi 8.500.000 di euro, tutte prodotte dalla Rwm Italia.
Piene o vuote che siano le bombe e “i ricambi” viene da chiedersi come sia compatibile con l’articolo 11 della nostra Costituzione che l’Italia rifornisca di materiali di armamento un Paese in guerra, impegnato da mesi in una quotidiana campagna di bombardamenti al di fuori del proprio territorio e accusato da Human Right Watch e da Medici Senza Frontiere di violare il diritto internazionale nei confronti della popolazione civile.
Recentemente l’Onu ha reso noto che le condizioni create dal conflitto in Yemen mettono a rischio l’80% della popolazione, circa 16 milioni di persone.
Scheda – Chi è e cosa produce la Rwm Italia
È una società del gruppo Rheinmetall Defence che ha incorporato le attività e le linee produttive del ramo Difesa della società Sei-Società Esplosivi Industriali spa, fondata nel 1933.
Ad oggi Rwm Italia spa sviluppa e produce internamente una gamma di prodotti, di serie e custom, distribuiti a livello mondiale. Dispone di due stabilimenti in Italia, a Ghedi (Brescia) e a Domusnovas (in Sardegna), dotati di laboratori per lo sviluppo, la ricerca e la produzione delle parti elettroniche, inerti ed esplosive (tradizionali e insensibili) attualmente richieste per i sistemi d’arma.
In linea con la transizione a livello mondiale verso “armi insensibili”, Rwm Italia utilizza un impianto per la produzione di esplosivo insensibile (Pbx) a Domusnovas; i PBXN-109 (confronta foto Yemen bomba inesplosa).
L’azienda ha in corso diverse collaborazioni con importanti società coinvolte nel settore della Difesa in Italia, Stati Uniti, Francia, Inghilterra e in altri Paesi. Nel campo dei sistemi aeronautici produce bombe d’aereo G.P.: MK81, MK82, MK83, MK84, bombe d’aereo di penetrazione Blu-109 (confronta foto Yemen bomba inesplosa), accessori per bombe d’aereo, bombe “intelligenti” anti-sommergibile, testate di guerra per missili Cruise.
Fonte: Famiglia Cristiana
Link: http://www.famigliacristiana.it/articolo/bombe-italiane-sullo-yemen.aspx
28.06.2015