A CURA DI PALESTINE MONITOR
Nonostante continuino gli abusi e le violazioni del diritto internazionale da parte del governo israeliano, i governi europei e statunitense hanno perseguito nel loro supporto a questo tipo di politica attraverso un aiuto acritico e rapporti di scambio commerciale con lo stato di Israele. Volendo esporre queste violazioni all’attenzione popolare, noi del Palestine Monitor ci rivolgiamo a tutti i cittadini del mondo che si sentono chiamati in causa a partecipare al crescente movimento di sanzioni popolari contro i prodotti israeliani, comprese le merci prodotte nei territori occupati che hanno il cartellino ‘Made in Israel’, un atto che viola l’Accordo di Associazione’ con l’Unione Europea firmato da Israele.
Questo boicottaggio, dovrebbe seguire la stessa linea di quello che ha contribuito alla fine del regime di apartheid in Sud Africa. Boicottando prodotti e sponsor israeliani, ognuno può dare il suo contributo al popolo israeliano e palestinese nella loro lotta per la pace, la giustizia e la sicurezza.
Se le corporation vedono che la comunità internazionale rifiuta le merci israeliane, per protestare contro l’occupazione illegale della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, avranno un interesse economico, sociale e di pubbliche relazioni nell’interrompere i rapporti con quegli elementi israeliani che appoggiano politiche e pratiche illegali. Questo a sua volta aumenterà la consapevolezza sulla questione palestinese e causerà pressioni su Israele affinché modifichi la sua politica che viola il diritto internazionale. Inoltre è un modo per dimostrare al popolo palestinese che non è solo nella lotta globale per la pace e la giustizia, e ci dà la possibilità di essere dei consumatori etici.
Che cosa puoi fare?
Boicottare prodotti israeliani, come per esempio:
– Prodotti di vestiario della Delta Galil, il maggior fornitore di Marks and Spencers, che produce anche per Calvin Klein, Gap, DKNY, e Hugo Boss
– Arance Jaffa
– Carmel (Agrexco, Ltd.) produttore di datteri, avocado, agrumi, verdura, erbe e vini
– Ci sono anche molti altri prodotti israeliani; questi sono solo alcuni dei principali
Il numero 7290 all’inizio del codice a barre identifica i prodotti israeliani.
Boicotta chi supporta Israele, come per esempio:
– Caterpillar, la corporation che con un contratto esclusivo rifornisce bulldozer militari D9 all’esercito israeliano. I D9 vengono usati dall’esercito israeliano come armi per distruggere le case dei civili, e i campi palestinesi, per costruire blocchi stradali illegali, checkpoint e il muro di apartheid, che la Corte Internazionale di Giustizia ha giudicato contrario al diritto internazionale.
– L’acqua in bottiglia, biscotti e cibi Danone (che in Israele sono commercializzati con il nome di Strauss Dairy).
– In Israele c’è il maggior centro di ricerca e sviluppo della Microsoft Corporation oltre a quelli statunitensi. Bill Gates renderebbe un servizio alla pace nel mondo se continuasse le sue relazioni con Israele, richiedendo che, per poter proseguire nei rapporti commerciali, Israele interrompa l’occupazione in base al diritto internazionale e alle risoluzioni ONU. Lo stesso vale per l’Intel Corporation, statunitense, che ha in Israele i maggiori impianti di produzione esteri.
– Società come la Johnson and Johnson, Coca Cola, Sara Lee, Estee Lauder e molte altre, che finanziano tutte generosamente Israele, supportando in questo modo la macchina dell’occupazione. Per una lista completa delle società che appoggiano Israele visita il sito
www.boycottisraeligoods.org
o Il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane è una forma nonviolenta di resistenza, che ha dimostrato avere un potenziale sempre maggiore. Lancia un messaggio forte di preoccupazione per la continua distruzione delle istituzioni scolastiche palestinesi, ed aiuta a mostrare al mondo le responsabilità delle istituzioni accademiche israeliane nel perpetuare l’occupazione illegale. Questo boicottaggio implica l’impegno di non appoggiare né partecipare ad alcuna conferenza, di non cooperare alla ricerca, né alla richiesta di contributi o alla valutazione di concessione di fondi, o altro tipo di attività di sostegno, quali scambi accademici o visite, che coinvolgano o che si svolgano presso università israeliane e altre istituzioni statali. Fai pressione sulla tua istituzione accademica affinché si distanzi dalle istituzioni scolastiche israeliane e invece appoggi una delle prestigiose ma assediate università palestinesi.
Sostieni il boicottaggio culturale:
– Facciamo appello ai membri della comunità internazionale, degli artisti e della gente di spettacolo affinché dimostrino la loro disapprovazione morale per i crimini di guerra compiuti da Israele e per le violazioni della Convenzione di Ginevra rifiutando di esibirsi o di partecipare a conferenze in Israele. È chiaro che Israele non può pretendere di essere una società illuminata, democratica e aperta, quando il suo esercito devasta e deruba il paese e soffoca le vite di un popolo colonizzato ed occupato, al quale si rifiuta di riconoscere i suoi diritti democratici, collettivi ed umani. Prendi posizione durante eventi culturali e sportivi ai quali partecipa Israele e fai pressione sugli organizzatori di questi eventi.
Sostieni l’economia palestinese:
– Compra l’olio d’oliva palestinese del commercio equo. L’olio d’oliva è una fonte di reddito fondamentale per molti contadini palestinesi. Il 65% delle famiglie palestinesi vive di agricoltura. In molte aree il coprifuoco e le limitazioni di movimento da imposti dagli israeliani, come anche le minacce di gravi violenze da parte degli illegittimi coloni israeliani, hanno impedito la raccolta delle olive. Molti olivi sono stati distrutti dal muro dell’apartheid e dalla costruzione di insediamenti. Sostieni i coltivatori palestinesi comprando un olio d’oliva sano e delizioso sul sito www.zaytoun.org
– Puoi acquistare altri prodotti palestinesi come ricami, oggetti in legno di olivo, calendari, accessori tradizionali palestinesi e molto antro sul sito www.paltime.net
Sostieni il benessere e la sicurezza di Israele!
– La maggior parte degli israeliani è perfettamente consapevole che la fine dell’occupazione, come previsto dal diritto internazionale umanitario e dalle risoluzioni dell’ONU, è il modo migliore per assicurare la sicurezza e la pace nello stato di Israele. L’iniziativa saudita nel marzo del 2002 prevede di accettare di riconoscere formalmente e di normalizzare le relazioni con Israele, se questi interrompe la sua occupazione della Cisgiordania e di Gaza. In questo modo Israele avrebbe la possibilità di integrarsi con i suoi vicini, specialmente con i suoi fratelli e sorelle nei Territori Palestinesi. Sarebbe una straordinaria opportunità per normalizzare le relazioni tra palestinesi ed israeliani della prossima generazione. Sensibilizzare entrambi l’uno nei confronti dell’altro e creare forti legami di amicizia tra il popolo israeliano e palestinese è il modo migliore, più economico e più sostenibile per assicurare la sicurezza e la possibilità di vivere nello stato di Israele. Boicottando prodotti israeliani, autorizziamo il pubblico israeliano a chiedere al proprio governo di assumersi la responsabilità di scegliere il benessere e la sicurezza al di là dei territori ai quali ambisce la classe dirigente israeliana, e dei quali i palestinesi hanno bisogno per riuscire a sopravvivere come nazione.
– Sostieni le organizzazioni israeliane per i diritti umani, che hanno cominciato ad impegnarsi facendo appelli per un boicottaggio globale, sanzioni internazionali e la dismissione delle società che traggono profitto dall’occupazione dei Territori Palestinesi. Il comitato israeliano contro la demolizione delle case, Israeli Committee Against House Demolitions (ICAHD) afferma: “Appoggiamo completamente la dismissione selettiva di società che traggono profitto dall’occupazione israeliana della Cisgiordania, di Gaza e di Gerusalemme Est. Comprese società statunitensi quali la Caterpillar, che approfitta della massiccia distruzione delle case e degli orti palestinesi e comprese le società israeliane che dipendono dagli insediamenti per i materiali, o per la manodopera o che producono attrezzatura militare utilizzata per violare i diritti umani palestinesi”.
Vedi anche:
Palestine Monitor
Fonte: http://www.palestinemonitor.org
Link: http://www.palestinemonitor.org/new_web/boycott_cover.htm
Marzo 2005
Traduzione per www.comeonchisciotte.org a cura di OLIMPIA BERTOLDINI
VEDI ANCHE:
PERCHE’ IL BOICOTTAGGIO ECONOMICO DI ISRAELE E’ GIUSTIFICATO