Loro non hanno dimenticato; nessuno di noi dovrebbe farlo.
Di RON JACOBS
Se una data precisa può essere assegnata ad un evento storico che si sviluppò per tutto un decennio, questa dovrebbe essere il 15 ottobre 1966, data relativa alla nascita del Black Panther Party for Self Defense (Partito della Pantera Nera per l’auto-difesa) formato da due giovani dell’Oakland, in California. Bobby Seale e Huey Newton, due fratelli di pelle scura che frequentavano il college dove si sentivano frustrati quando si confrontavano con i gruppi che lottavano per i diritti, in larga misura perché non testimoniavano i fatti o le emozioni degli americani neri che vivevano per le strade. Non è che loro volevano che questi gruppi non esistessero; il problema era piuttosto che ritenevano che dovevano essere più radicali e più di sostegno ai problemi di quei residenti di pelle nera degli Stati Uniti che vivevano in situazioni che non solo li mettevano alla mercè del padrone e del sistema sociale, in modo da trasformare la loro vita quotidiana in una lotta (a volte armata) contro le forze di polizia. Certamente, la polizia era (ed è) nient’altro che l’espressione della più ovvia brutalità del sistema costruito sulla schiavitù di un popolo per il proprio profitto e il proprio potere in quella che conosciamo essere la via americana.
Diversamente dal mito popolare, il Partito della Pantera Nera non nacque nei club e nelle case delle comunità nere dell’Oakland, in California, con le armi già pronte a sparare. Infatti le loro prime azioni riguardarono, in collaborazione con la chiesa e con gruppi vicini, la richiesta di porre un semaforo ad un incrocio nei pressi di una scuola dell’Oakland orientale dopo una serie di incidenti stradali che avevano coinvolto bambini e californiani della periferia che si affrettavano a raggiungere le loro case, tornando dal lavoro. Il governo della città dell’Oakland aveva ignorato le richieste di questi gruppi per anni, dichiarando che nonostante quell’incrocio fosse nei loro piani, al momento la città non poteva permettersi di installare un semaforo. Le Pantere non erano d’accordo con quella valutazione e avviarono un’azione diretta. Cominciarono a dirigere il traffico, a fermare le macchine per permettere ai bambini e ai loro genitori di attraversare la strada. All’inizio il Dipartimento della Polizia dell’Oakland (OPD) bloccò l’operazione di controllo del traffico, ma quando molti membri e capi della chiesa si unirono alle Pantere e ai loro sostenitori, la OPD si tirò indietro. Subito dopo la città fece installare un semaforo all’incrocio.
Se qualcuno leggesse i dieci punti del programma delle Pantere, non troverebbe un documento radicale in cui si sollecita l’affermarsi di una dittatura del proletariato né un programma per installare un regime razziale anti-bianco. No, si chiedeva chiarezza e alcuni risarcimenti per la storica schiavitù degli americani neri da parte dei governanti bianchi delle colonie americane e dei primi Stati Uniti. Sicuramente consideravano la situazione del popolo nero negli Stati Uniti comparabile a quella di una colonia, e questa convinzione è presente ancora oggi, 34 anni dopo la nascita del Partito. Qualcuno potrebbe contestare le diverse inadeguatezze teoriche di questa convinzione, ma la verità dello status economico della maggior parte degli americani neri nel mondo di oggi è questa: hanno poca proprietà; sono soggetti al capriccio dei poteri capitalistici maggiori che lavorano fianco a fianco per mantenere il potere tra i ricchi che sono per lo più bianchi; in quest’arena dove loro producono beni e servizi, il controllo resta nelle mani del potere coloniale (o neocoloniale); e, in termini di cultura del colonizzato, esso è espropriato, manipolato e sfruttato.
Le Pantere rappresentavano il bersaglio privilegiato dell’opera di contro-rivolta interna al governo durante al loro esistenza, se non addirittura nell’intera storia degli Stati Uniti. Successivamente essi cominciarono ad osservare la polizia dell’Oakland per verificare se essa adempiesse ai suoi doveri, provocando così la collera dei poliziotti. Siccome le Pantere portavano con sé pistole cariche durante queste osservazioni, il Corpo legislativo dello Stato della California bandì quella pratica nello Stato. La vista degli uomini neri con le pistole in mano era troppo dura perché la timorosa cultura bianca la sopportasse. Nell’Aprile 1968, uno dei membri più veterani delle Pantere fu ucciso dalla polizia dell’Oakland. Al 16enne Bobby Hutton [nella foto] fu sparato durante un conflitto che portò anche all’arresto di Eldridge Cleaver, che si era unito al Partito dopo essere stato rilasciato da prigione nel 1967. Cleaver allora andò in esilio dopo essere stato liberato su cauzione. Le sue divergenze teoriche con alcuni membri del partito, soprattutto con Bobby Seale e Huey Newton, sarebbero state utilizzate dagli agenti dell’FBI e da altri implicati nella campagna di contro-rivolta mossa contro le Pantere. Questa campagna rappresentava un nucleo considerevole del programma COINTELPRO e includeva qualsiasi cosa, dall’infiltrazione all’omicidio. La morte di Bobby Hutton fu solo la prima di molte altre ancora.
Dal 1971, i capi del Partito sono stati imprigionati con accuse che erano discutibili e spesso del tutto false. Alcuni suoi membri – tra i quali i noti Fred Hampton e Mark Clark [nella foto] – furono uccisi dalle squadre della morte del governo. Gli agenti e gli informatori del governo diffusero pettegolezzi circa la sessualità e le infedeltà dei membri; tutto ciò creò gelosia e sfiducia. Inoltre “cucirono vestiti da spia” sui membri nel tentativo di minare la credibilità dell’organizzazione all’interno del partito e nell’intera comunità. Nonostante la guida del Partito fosse in prigione, o spesso in tribunale, i membri continuarono ad aumentare. Diversamente dai primi giorni, l’educazione politica fu abbastanza completa per andare di pari passo con l’aumento dei suoi membri. Ciò creò una situazione in cui ai teppisti di strada che si univano al Partito per interessi personali veniva inculcata una motivazione politica o venivano cacciati fuori se rifiutavano di cambiare le loro abitudini. Alla base di tutti gli omicidi e i massacri del governo, c’era sempre la droga – il solito espediente che il governo utilizzava nella contro-rivolta contro i poveri e i non-privilegiati.
All’interno del Partito, gli scismi si stavano ingrandendo. Analizzando la situazione Cleaver riteneva che gli Stati Uniti vivessero in uno stato rivoluzionario e fosse il momento giusto per una rivoluzione armata. Questa considerazione fu condivisa da numerosi membri delle associazioni della Costa Orientale e dall’ala internazionale del Partito. L’analisi proposta dall’ala dell’Oakland e da Huey Newton fu che gli Stati Uniti erano ancora lontani da una rivoluzione e che era necessario che il Partito si impegnasse nell’educazione e nell’azione comunitaria. Le armi e la violenza servivano solo per difendersi. Nonostante queste differenze che erano anche divergenze ideologiche, la maggior parte delle associazioni delle Pantere stava organizzando programmi e scuole, fornendo servizi e un’educazione positiva alle persone più vulonerabili.
Qualcuno potrebbe comunque contestare che questi programmi rappresentavano quello che il potere realmente temeva e per i quali si opponeva. Questi programmi portarono soprattutto via al padrone il potere di dare e togliere. Questi programmi dicevano ai sistemi sociali e educativi del potere che il popolo Nero era stanco di essere manipolato. Essi cercavano di prendersi cura di loro stessi. In un certo senso, succedeva come per lo Stato dell’Islam e il suo programma di darsi pieni poteri. Ma le Pantere si spinsero oltre. Esse non parlavano solo di attribuirsi pieni poteri, parlavano anche di auto-determinazione. Non parlavano solo di imprese di proprietà nera, parlavano di vere comunità nere.
Purtroppo, come molti altri audaci tentativi di quel periodo negli Stati Uniti e nel mondo intero, loro fallirono nella realizzazione finale dell’obiettivo. Tuttavia, aiutarono a stabilire qualcosa di nuovo in questa nazione di schiavi. Diedero ad ognuno di noi, qualunque sia il colore della pelle, un barlume di speranza e la possibilità di costruire una nostra storia. Misero in guardia i gruppi privilegiati che detenevano il potere – un avvertimento che essi non hanno dimenticato. Non dimenticarono come avevamo smantellato il sistema educativo nel paese. Non dimenticarono come spedirono i buono affari oltre-oceano. Non dimenticarono come incoraggiarono la criminalizzazione di un’intera generazione di Neri. Non dimenticarono quando compresero che, sebbene non potessero portar via l’hip hop dai bambini bianchi, potevano sicuramente incoraggiare la conservazione di questa forma musicale che ricordava diversi miti del popolo Nero all’interno dei confini americani. Non dimenticarono cosa celebravano i loro sociologi, i quali incoraggiavano nozioni di patologie razziali che non avevano nulla a che fare né con la razza né tanto meno con l’economia. Non hanno dimenticato come in California la giustizia ha imprigionato quattro persone, un tempo membri delle Pantere perché questi si rifiutavano di unirsi alla caccia alle streghe che il governo ha organizzato contro chi aveva commesso un crimine 35 anni fa (vedi www.fbiwitchhunt.org). Non hanno dimenticato come a Brunswick, in Georgia, l’ex capo delle Pantere, Elaine Brown, fosse in competizione per la poltrona di sindaco (http://www.elainebrown.org/) con un uomo bianco che orgogliosamente si dichiarava membro dell’organizzazione razzista “Figli del Complotto”. Nella sua campagna si è contemporaneamente battuto contro una legge elettorale che richiedeva agli elettori di mostrare una carta d’identità ufficiale della Georgia prima di votare. Io ho votato in tutte le campagne a partire dal 1974 in ogni stato in cui ho vissuto e non ho dovuto mai mostrare un documento d’identità. Questo è un tentativo di non privilegiare il povero, dal momento che la carta d’identità costa 10 dollari, posto che uno abbia tutte le altre carte in regola. Non hanno dimenticato come nelle strade di Washington, DC, la marcia di diversi milioni di persone questo fine settimana si è richiamata all’ideologia delle Pantere Nere nelle loro parole e speranze.
Non hanno dimenticato e nessuno di noi dovrebbe farlo.
Ron Jacobs
Fonte: www.counterpunch.org/
Link: www.counterpunch.org/jacobs10142005.html
14.10.05
Traduzione per www. comedonchisciotte.org a cura di LORY & STEFY